giovedì 7 maggio 2009

L'immenso divino della diversificazione delle specie fra le braccia di Madre Natura: quante curiosità.

Si discuterà per centinaia di anni sui meccanismi evolutivi nel tentativo di individuare esattamente il momento della diversificazione delle specie.
Si discute e si cerca nel numero infinito di minuti e di istanti che hanno preceduto il nostro presente.
Se ne discute perché noi, come Esseri Umani siamo parte di quell’insieme divino che chiamiamo Natura. Se ne discute perché noi siamo legati da forti tensioni empatiche con tutti gli Esseri Viventi e nella nostra ragione percepiamo la tensione che ci spinge a ricostruire i nostri legami emotivi.
Noi siamo parte del TUTTO, dell’Essere Natura che percepiamo come il TUTTO della nostra esistenza.
Così si scoprono cose nuove e curiose nelle quali la vita si è espressa percorrendo l’eterno corso verso l’infinito dei mutamenti.
Riporto dal giornale La Repubblica:

Cervello minuto, piedi piatti
"L'hobbit era una specie a sé"
Un studio su Nature rivela nuove prove a sostegno della tesi sull'origine del minuto e misterioso ominide i cui resti furono scoperti sull'isola di Flores, in Indonesia, nel 2003
di ALESSIA MANFREDI



CERVELLO piccolo, statura decisamente minuta, da pigmeo. E piedi giganteschi e insolitamente piatti. A far luce sul mistero dell'"hobbit", l'ominide che abitava la remota isola indonesiana di Flores fino a 18.000 anni fa, arriva ora un altro importante tassello anatomico, a sostegno della tesi secondo cui l'homo floresiensis appartiene ad una specie a sé e non discende dal nostro progenitore, l'homo erectus. L'analisi dettagliata delle ossa del piede dell'ominide - rinvenute nella grotta di Liang Bua sull'isola nel 2003 - descritta ora su Nature, rivela, secondo gli scienziati, nuovi elementi interessanti: il minuto ominide era bipede, ma il suo piede era molto più simile a quello delle scimmie che non dell'uomo moderno. In particolare l'alluce ricorda quello di uno scimpanzè. Ancora più strane le dimensioni: i piedi dell'hobbit erano lunghissimi, assolutamente sproporzionati rispetto agli arti inferiori, e piatti. L'osso navicolare, poi, risulta da questi ultimi studi particolarmente primitivo: l'hobbit poteva camminare, ma non correre, come l'uomo. Gli scienziati guidati da William L. Jungers, paleoantropologo della Stony Brook Medical Center di Long Island, New York, che hanno condotto lo studio con i colleghi dell'American Museum of Natural History, ne sono convinti: "Il piede dell'homo floresiensis presenta una vasta quantità di caratteristiche primitive non riscontrabili nell'uomo moderno", sottolinea lo studioso. Risollevando così con forza la possibilità che l'hobbit discenda da un antenato diverso dall'homo erectus, più remoto. Sull'origine dell'ominide e su quale sia il suo posto nella storia dell'evoluzione umana la comunità scientifica continua a discutere da quando venne annunciata la sua scoperta, nel 2004. A chi propende per l'ipotesi che l'homo floresiensis rappresenti una popolazione primitiva differente dai nostri progenitori, si oppongono invece i sostenitori di un'altra tesi, secondo la quale l'hobbit non era che un ominide moderno deformato da disturbi genetici o patologici. La statura minuta, 106 cm per 30 chili di peso, e le dimensioni ridotte del cervello - il cui volume era di 417 centimetri cubici -, si spiegherebbero con la permanenza sull'isola: il fisico, in pratica, si sarebbe ristretto per poter sopravvivere meglio in un ambiente dalle risorse limitate. Le ultime analisi delle tracce fossili, però, secondo Jungers e colleghi, rendono questa spiegazione improbabile. L'hobbit "rappresenta una nuova specie, con diversi elementi primitivi, proveniente da un antenato che si è spostato dall'Africa molto prima di quanto si potesse prevedere", conclude Jungers. "E non era per nulla come noi".
(7 maggio 2009)

Fonte:
http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/scienze/hobbit-piede/hobbit-piede/hobbit-piede.html?rss


Quanti altri esperimenti ha fatto Madre Natura?
Un’infinità. E il presente si è selezionato dall’immenso possibile che la Natura ha generato.
Scopriamo la selezione; il meccanismo principe della vita. La selezione fra tutte le possibilità in cui ogni vita e ogni soggetto emerge e nelle quali esercita la sua libertà.

07 maggio 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

Slavoj Zizek e la miseria della filosofia occidentale.

La stupidità esistenziale ed esperienziale delle trasformazioni umane di Slavoj Zizek mi affascina, come mi hanno affascinato i postkantiani che della libertà kantiana non gli è mai fregato nulla.
Tutte le società umane tendono a tornare al pensiero forte.
E’ la loro condizione naturale d’esistenza. Senza il pensiero forte si nega la forza della vita, sia come nascita che come morte. Il pensiero forte è la volontà dell’uomo di percorrere quel sentiero.
Ma che cos’è il pensiero forte?
Non certo la forma con cui si presenta ad una ragione onnipotente; non certo la verità del “in verità, in verità ti dico....”
Se non si affronta l’origine del pensiero, delle utopie, come bisogno d’esistenza delle persone come variazione del loro presente, tutto diventa stupido. Tutto diventa uguale; tutto diventa forma riconducibile alla ragione, malata e ristretta dell’osservatore che si spaccia come giudice della storia.

Sto preparando una critica a questo articolo perché le tesi che espone non è solo ridicole, ma in alcuni casi anche offensive.


http://www.stregoneriapagana.it/slavojzizek.html


Slavoj Zizek può scrive impunemente solo perché siamo in un periodo di trasformazione sociale.
Una trasformazione in cui il nuovo modo per affrontare le contraddizioni sociali non è stato ancora soggettivato dalle società.
Gli uomini hanno visto la fine della contrapposizione la cui forma è stata elaborata nell’800. Ora c’è la necessità di una nuova elaborazione.

La cultura non ha ancora fagocitato il nuovo, non sa ancora come usare i nuovi strumenti sociali. L’integrazione fra scoperta scientifica (intesa come descrizione della realtà dell’uomo e le possibilità di trasformazione) ed etica sociale.
Il processo di scontro sociale ottocentesco si è concluso con la nascita delle Costituzioni Europee occidentali e mentre gli occidentali non conoscono il valore della loro etica, permettono ai cristiani di aggredire i musulmani in una guerra di religione che dal 1200 non è mai stata fermata.
Come in Afganistan dove, ai tentativi occidentali di normalizzare il paese, si contrappongono i cristiani che hanno dichiarato guerra ai musulmani e, facendosi forza con le armi della Nato, tentano di destabilizzare la cultura contrapponendo ideologia cristiana ad ideologia musulmana. Così gli occidentali hanno dimenticato i loro principi sociali; le loro Costituzioni; la loro etica; e preferiscono imporre il principio cristiano: “O fai quello che voglio io o io ti ammazzo”.
Così, dopo il cumulo di macerie e le montagne di morti che il cristianesimo ha fatto tentando di usare Marx e Freud per i suoi interessi e per i suoi scopi criminali, ora assistiamo ad un uso criminale che il cristianesimo sta facendo delle Costituzioni Europee.
E’ la miseria della filosofia occidentale che Slavoj Zizek esalta (con Blair) in contrapposizione ai desideri di libertà dei popoli.
07 maggio 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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domenica 3 maggio 2009

Slavoj Zizek e l'inganno della verità che mette in ginocchio le persone

Sto preparando un commento all’articolo pubblicato sul giornale La Repubblica del 29 aprile 2009.
La stupidità esistenziale ed esperienziale delle trasformazioni umane di Slavoj Zizek mi affascina.
Tornare al pensiero forte? Si!
Ma che cos’è il pensiero forte?
Non certo la forma con cui si presenta ad una ragione onnipotente; non certo la verità del “in verità, in verità ti dico....”
Se non si affronta l’origine del pensiero, delle utopie, come bisogno d’esistenza delle persone come variazione del loro presente, tutto diventa stupido. Tutto diventa uguale; tutto diventa forma riconducibile alla ragione, malata e ristretta dell’osservatore che si spaccia come giudice della storia.

Sto preparando una critica a questo articolo perché le tesi che espone non è solo ridicole, ma in alcuni casi anche offensive.


L’Anticipazione/
"In difesa delle cause perse"
Il nuovo saggio del filosofo
Slavoj Zizek
Il senso comune della nostra epoca ci dice che, rispetto alla vecchia distinzione tra doxa (opinione accidentale/empirica, Saggezza) e verità o, ancora più radicalmente, tra conoscenza positiva empirica e fede assoluta, si dovrebbe tracciare una linea tra ciò che si può pensare e si può fare oggi. Sul piano del senso comune, il punto più lontano a cui si può arrivare è un liberalismo conservatore illuminato: ovviamente non ci sono alternative praticabili al capitalismo; allo stesso tempo, lasciata a se stessa la dinamica capitalistica minaccia di minare le proprie fondamenta. (...) All’interno di questo orizzonte, la risposta non è né un liberalismo radicale alla Hayek, né un crudo conservatorismo, sempre meno aderente ai vecchi ideali dello Stato sociale, ma una miscela tra liberalismo economico e un minimo spirito «autoritario» di comunità (l’enfasi sulla stabilità sociale, i «valori» eccetera) che controbilanci gli eccessi del sistema - in altre parole ciò che hanno sviluppato i socialdemocratici della Terza Via, come Blair. Questo è il limite del senso comune. Ciò che sta dietro di esso implica un Salto di Fede, una fede nelle Cause perse, Cause che, dall’interno dello spazio della saggezza scettica, non possono che apparire folli. E questo libro parla dall’interno di questo Salto di Fede. Ma perché? Il problema, ovviamente, è che in un tempo di crisi e rotture, la stessa saggezza empirica scettica, costretta nell’orizzonte della forma dominante del senso comune, non può fornire delle risposte, e dunque si deve rischiare un Salto di Fede. Questo passo è il passo da «io dico la verità» a «la verità stessa parla (in/attraverso di me)» (come nel «mathema» lacaniano del discorso dell’analista, in cui l’agente parla da una posizione di verità), sino al punto in cui posso dire, come Meister Eckhart, «è vero, e la verità stessa lo dice». Sul piano della conoscenza positiva, ovviamente, non è mai possibile raggiungere la verità o essere sicuri di averlo fatto - ci si può solo approssimare senza fine, poiché il linguaggio è in ultima istanza autoreferenziale, non c’è modo di tracciare una linea definitiva di separazione tra sofismi, esercizi sofistici, e la Verità stessa (questo è il problema di Platone). La scommessa di Lacan è, in questo senso, la stessa di Pascal: la scommessa della Verità. Ma in che modo? Non correndo appresso a una verità «oggettiva», ma basandosi sulla verità riguardo alla posizione da cui si parla. Esistono solo due teorie che implicano e praticano una nozione così impegnata di libertà: il marxismo e la psicoanalisi. Sono entrambe teorie di lotta, non solo teorie sulla lotta, ma teorie esse stesse impegnate in una lotta: le loro storie non consistono in un’accumulazione di conoscenza neutra, sono al contrario segnate da scismi, eresie, espulsioni. (...) Normalmente ci si dimentica che i cinque grandi resoconti clinici di Freud sono al fondo resoconti di un successo parziale e di un fallimento finale; nello stesso modo, i più grandi racconti storici marxisti di eventi rivoluzionari sono racconti di grandi fallimenti (della guerra dei contadini in Germania, dei giacobini nella Rivoluzione francese, della Comune di Parigi, della Rivoluzione d’ottobre, della Rivoluzione culturale cinese). Una tale analisi dei fallimenti ci mette di fronte al problema della fedeltà: come riscattare il potenziale emancipatore di questi fallimenti evitando la doppia trappola dell’attaccamento nostalgico al passato e dell’adattamento un po’ troppo furbo alle «nuove circostanze»? Il tempo di queste due teorie sembra concluso. Come ha affermato recentemente Todd Dufresne, nessun personaggio nella storia del pensiero umano ha commesso più errori rispetto a tutti i fondamentali della propria teoria di Freud - con l’eccezione di Marx, qualcuno potrebbe aggiungere. E infatti nella coscienza liberale le due teorie emergono come i maggiori «complici del crimine» del ventesimo secolo: com’era prevedibile, nel 2005, il famigerato Libro nero del comunismo, che elencava tutti i crimini comunisti, è stato seguito dal Libro nero della psicoanalisi, contenente l’elenco di tutti gli errori teorici e gli inganni clinici della psicoanalisi. Anche se in modo negativo, la profonda solidarietà tra marxismo e psicoanalisi è ora sotto gli occhi di tutti. Tuttavia, ci sono dei segnali che disturbano questo autocompiacimento postmoderno. Commentando la crescente risonanza del pensiero di Badiou, Alain Finkelkraut lo ha recentemente definito «la filosofia più violenta, sintomatica di un ritorno di radicalità e della crisi dell’antitotalitarismo»: un’onesta e sorpresa ammissione di fallimento del lungo e arduo lavoro di tutti i difensori «antitotalitari» dei diritti umani, che hanno combattuto contro «i vecchi paradigmi estremisti», dai nouveaux philosophes francesi ai sostenitori di una «seconda modernità». Ciò che sarebbe dovuto essere morto, liquidato, del tutto screditato, sta ritornando per vendicarsi. Questa disperazione è comprensibile: com’è possibile che questo genere di filosofia stia ritornando nella sua forma più violenta? La gente non ha ancora capito che il tempo di queste pericolose utopie è finito? La nostra proposta è di rovesciare la prospettiva: come affermerebbe Badiou nella sua originale maniera platonica, le idee vere sono eterne, sono indistruttibili, fanno sempre ritorno ogni qual volta vengano proclamate morte. Questo è sufficiente a Badiou per affermare nuovamente queste idee in maniera chiara, e il pensiero antitotalitario si mostra in tutta la sua miseria per ciò che realmente è, un esercizio sofistico privo di valore, una pseudo-teorizzazione delle paure e degli istinti di sopravvivenza più meschini e opportunisti, un modo di pensare che non solo è reazionario ma anche profondamente reattivo nel senso nietzschiano del termine. Un paio d’anni fa, la rivista Premiere riportava un’inchiesta intelligente sul modo in cui i finali famosi dei film di Hollywood erano stati tradotti in alcune delle maggiori lingue non inglesi. In Giappone, il «Francamente, mia cara, me ne infischio» di Clark Gable a Vivien Leigh da Via col vento era reso con: «Mia cara, temo che fra di noi ci sia un piccolo malinteso» - un omaggio alla proverbiale cortesia ed etichetta giapponese. Al contrario, il cinese (nella Repubblica popolare cinese) traduceva il «Questo è l’inizio di una bella amicizia!» di Casablanca con «Noi due costituiremo ora una nuova cellula di lotta antifascista!» - essendo la lotta antifascista la priorità maggiore, ben al di sopra delle relazioni personali. Per quanto possa sembrare che questo volume ceda spesso ad affermazioni eccessivamente polemiche e «provocatorie» (cosa potrebbe essere più «provocatorio» oggi di mostrare una sia pur minima simpatia o comprensione per il terrore rivoluzionario?), esso pratica piuttosto uno spostamento nel modo degli esempi citati in Premiere: laddove la verità è che me ne infischio del mio avversario, dico che c’è un piccolo malinteso; laddove la posta in gioco è un nuovo condiviso campo di battaglia politico-teorico, può sembrare che io stia parlando di amicizie e alleanze accademiche. In questi casi, spetta al lettore risolvere il rebus che giace di fronte a lui.
SLAVOJ ZIZEK

---fine articolo---
Appena sarà pronto posterò in rete, ma sul sito stregoneriapagana.it il commento a questo articolo.
Penso che sia opportuno per Slavoj Zizek restare all’interno del virtuale filmico e che si astenga dallo sparare giudizi sulla vita degli uomini e le loro esigenze.

03 maggio 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
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giovedì 30 aprile 2009

L'Egitto, la sua Religione, la sua morale, le sue sabbie.

L’antico emerge dall’oblio. La ricerca archeologica ha da tempo smentito i luoghi comuni imposti come credenza dall’educazione cristiana. Interessante questa scoperta in Egitto. Una scoperta che evidenzia anche il ritrovamento di resti carbonizzati di antichi sarcofaghi ai quali fu dato fuoco in epoca copta. E ti pareva che i cristiani distruggessero ogni cosa che incontrano!
Interessante il ritrovamento della cappella funeraria usata nel periodo fra il 30 a.c. e il 337 d.c.. Quando i cristiani anche in Egitto stavano da tempo distruggendo le testimonianze di una cultura che non capivano e della quale avevano il terrore.


Egitto, importante scoperta archeologica

(23-04-2009) - Missione archeologica egiziana riporta alla luce una necropoli composta da 53 tombe rupestri, ubicata nella regione egiziana di Fayoum

Sempre mirabili sono le sorprese che la terra d’Egitto riserva ai suoi estimatori: una missione archeologica egiziana, sponsorizzata dal Supremo Consiglio delle Antichità (SCA), ha avuto il privilegio di riportare alla luce una necropoli composta da 53 tombe rupestri - risalenti al Medio Regno (ca. 2061-1786 A.C.), al Nuovo Regno (ca. 1569-1081 A.C.) ed alla 22ma Dinastia (ca. 931-725 A.C.) - ubicata nell’area sud-orientale della piana della piramide di Illahun, nella regione egiziana di Fayoum.

Ad annunciare la scoperta il Ministro della Cultura, Farouk Hosni, il quale ha specificato che le tombe differiscono tra loro nei disegni. Alcune di esse presentano un unico piano funerario, altre sono dotate di un cunicolo che conduce ad una camera superiore, dalla quale un altro cunicolo porta ad una seconda camera, ad un livello più basso. Il Segretario Generale dello SCA, Zahi Hawass, ha dichiarato che lo scavo all’interno delle tombe ha rivelato sarcofagi di legno contenenti mummie avvolte in bendaggi di lino e ricoperte con il cartonnage. La decorazione e le iscrizioni sugli involucri delle mummie sono in buono stato di conservazione.

Hawass ha inoltre spiegato come siano stati trovati anche i resti carbonizzati di alcuni sarcofagi, ai quali probabilmente fu dato fuoco durante l’epoca copta, tra i quali la squadra archeologica ha scoperto 15 maschere dipinte, amuleti e vasi di argilla.
Abdel-Rahman El-Ayedi, Supervisore delle Antichità per il Medio Egitto, nonché capo della missione, ha dichiarato che è stata riportata alla luce anche una cappella funeraria del Medio Regno, dotata di una tavola su cui disporre le offerte, che da studi preliminari risulta essere stata riutilizzata in periodi successivi, forse persino in epoca romana (30 A.C.-337 D.C.) A quest’ultima era risalgono anche sarcofagi di argilla e gioielli di bronzo e di rame, come pure una collezione di amuleti di faience (materiale ceramico non argilloso invetriato) ben conservati, ritrovati durante gli scavi.


Fonte:
http://www.agoranews.it/read.php?read=7716


L’archeologia ci ha permesso di comprendere molti aspetti della cultura antica che il cristianesimo ha distrutto. Ci ha fatto scoprire come noi siamo i figli di quella cultura. I suoi figli che i cristiani hanno voluto, con la violenza, imbastardire per impedirci di cogliere gli Dèi nel mondo che ci circonda.
Eppure, dal passato arrivano testimonianze continue di quanto gli antenati sapessero apprezzare il mondo in cui vivevano e, per quanto articolate fossero le contraddizioni della loro esistenza, incontrare gli Dèi abitatori del nostro stesso mondo.
Queste scoperte ci dicono anche un’altra cosa: mai ci furono guerre per imporre un dio. Il proprio dio. Quest’aberrazione la imposero i cristiani alle società civili e, ancora oggi, costringono, attraverso la propaganda fatta dai media, a schierarsi contro gli “infedeli”. La cappella usata nei secoli dopo secoli ci testimonia come ad un culto si sono sovrapposti altri culti. Alla percezione di un divino del mondo si sono sovrapposte altre percezioni del divino nel mondo, ma nessun individuo fu ammazzato per essere costretto in ginocchio davanti ad un dio padrone.

30 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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mercoledì 29 aprile 2009

Ci si ricorda degli Dèi solo quando le disgrazie ci travolgono.

Ci si ricorda degli Dèi soltanto quando le cose vanno male.
Le maledizioni degli Dèi?
Eventualmente sono gli uomini che si abbandonano alle tempeste della vita dimenticando che attorno a loro altri uomini e altre situazioni si trasformano continuamente.
Per violare i siti archeologici religiosi serve molto intento e molto potere perché gli Dèi non hanno dimenticato l’antica devozione dei popoli e non tollerano il disprezzo degli uomini per il mondo in cui vivono.
Uomini in ginocchio che vivono una sindrome da onnipotenza come se a loro tutto fosse dovuto, rappresentano sempre e comunque delle offese per gli Dèi. Ma non sono gli Dèi che agiscono nei loro confronti, sono essi stessi, che nel disprezzo e nella sufficienza con le quali trattano le faccende del mondo, si predispongono per farsi travolgere dalla vita.
Gli uomini hanno pensato, combattuto, amato, desiderato e gioito. Dove gli uomini fecero questo, là si è concentrata la loro devozione. Là si sono alimentati gli Dèi. Reggere il potere di quel luogo richiede passione ed impegno che l’arroganza, normalmente, impedisce agli uomini di praticare.
Riporto:


Il luogo: un paradiso dai tanti misteri
2009-04-15 19:21
di Francesco Tedesco


NAPOLI - Il barbaro omicidio di cui sono rimasti vittime l'ex re del grano Francesco Ambrosio e sua moglie è solo l'ultimo di una lunga scia di episodi di sangue legati alla storia della discesa della Gaiola, quella che dalla collina di Posillipo si tuffa direttamente nel mare del Golfo di Napoli. Un angolo di paradiso che accoglie dimore da sogno ma anche vicende da incubo che si intrecciano alle leggende popolari e alla storia che risale indietro nel tempo fino all'epoca romana. La tenuta degli Ambrosio fa parte infatti di un ampio complesso archeologico che comprende un teatro romano e un tempietto dedicato ad Afrodite Opleia, dea protettrice dei navigatori. Lì cronache di Plinio collocano il poeta Virgilio che avrebbe aperto una scuola di poesia che, in realtà, era però una scuola di magia e di riti antesignani dell'esoterismo. E proprio lì stabilì poi la sua residenza Vedio Pollione, un ricchissimo romano che, pur non essendo nobile, riuscì ad ingraziarsi Cesare Augusto: l'imperatore andò anche come ospite nella villa di Pollione, di cui ancora si vedono tracce proprio all'interno della tenuta degli Ambrosio. La leggenda vuole che un servo fece cadere una brocca di Pollione e quest'ultimo, per punizione, ordinò che fosse dato in pasto alle murene che teneva in grosse vasche. L'imperatore intervenne, graziando il servo e Pollione perse la stima del regnante a causa della crudeltà dimostrata. Ma le leggende più terribili sono quelle legate alla "Villa Maledetta", uno splendido edificio costruito a fine '800 su uno scoglio a pochi metri dalla spiaggia della Gaiola, da dove gli investigatori credono oggi che i killer degli Ambrosio siano arrivati fino alla casa dei due coniugi. Il primo fatto di sangue risale agli anni '20: proprietario della casa era il professore svizzero Hans Braun che aveva costruito una teleferica per arrivare direttamente sulla spiaggia. Una sera, però, la teleferica venne colpita da un fulmine proprio mentre trasportava la moglie di Braun, che cadde in acqua e affogò. Il marito venne trovato il giorno dopo su un tappeto con la testa trapassata da un proiettile. La villa finì così nelle mani di Maurice Sandoz, un industriale farmaceutico che morì suicida. Sorte tremenda anche per Paul Karl Lagheim, industriale dell'acciaio che andò ad abitare nella casa: di lui si raccontano festini orgiastici con efebi napoletani, che ne carpirono la buona fede portandolo rapidamente sul lastrico. La fama sinistra della casa non venne smentita neanche negli anni '70, quando Gianni Agnelli compro' la villetta a picco sul mare e pochi giorni dopo si ruppe una gamba sciando. Non si fece spaventare dalla maledizione Paul Getty che acquistò la villa dagli Agnelli, ma poi la abbandonò quando poco dopo suo figlio venne rapito. Ma da dove viene la maledizione? "Potrebbe essere - spiega Ivan Cuocolo, docente di lettere e studioso delle storie della Gaiola - la stessa dea Afrodite Opleia a vietare agli uomini un'esistenza tranquilla in quell'angolo di paradiso che a lei era stato dedicato e che gli uomini hanno profanato dopo la fine del paganesimo". Una maledizione che non ha risparmiato gli Ambrosio.


Fonte:
http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_934296005.html


Uomo, rimpiangi te stesso per tutto quello che avresti dovuto pensare quando potevi pensarlo e non lo hai pensato. Rimpiangi per quello che avresti dovuto dire quando potevi dirlo e non lo hai detto. Rimpiangi quello che avresti dovuto fare quando potevi farlo e non lo hai fatto.
E’ questo che pone le basi per la disperazione degli uomini nel tempo presente. Sia piccole che grandi disperazioni.
Gli Dèi alimentano il cammino oppure, girano lo sguardo inorriditi da chi ha rinunciato a vivere la propria vita con impegno e con passione.

29 aprile 2009
Claudio Simeoni
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martedì 28 aprile 2009

Madre Terra, padre Elios

Istituita dall’ONU la giornata della MADRE TERRA.
La terra come madre dei viventi.
Madre Terra e Padre Elio, dicono i Pagani Politeisti.
Potremmo noi, come specie dell’insieme delle specie della Natura esistere senza la Terra e senza il Sole?
Le condizioni della nostra esistenza sono Padri e Madri (sia che voi siate maschi o femmine) di ogni Essere della Natura, noi stessi come tali.
L’ONU riconosce questa condizione sacra.
Condizione sacra per la vita umana e per il divenire degli Esseri Umani.
Riporto la notizia prelevata in internet:


Con una risoluzione approvata per acclamazione, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 22 aprile la Giornata internazionale della Madre Terra (International Mother Earth Day), con cui l’Onu si unisce ufficialmente all’Earth Day celebrato ieri, iniziativa nata negli Stati Uniti nel 1970 e rapidamente diffusa in tutto il mondo.
Sarà una giornata dedicata alla salvaguardia del pianeta con migliaia di iniziative e il lancio di una campagna, la ‘Green generation campaign’, che si concluderà il prossimo anno, quando verrà celebrato il 40° anniversario dello ‘Earth day’ ovvero ‘Giornata della Terra’.


Si tratta sempre di quel processo di uscita dal cristianesimo che vede gli Esseri Umani sottomessi alla morale del dio padrone che, estraneo alla Terra, alla Natura, alla Vita, pretende di dire alla vita come deve essere e come deve manifestarsi.
Un processo di uscita da un assolutismo religioso che porta l’essere umano alla scoperta del divino degli oggetti del mondo che lo circonda.

28 aprile 2009
Claudio Simeoni
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lunedì 27 aprile 2009

Walter Otto sul conflitto fra il modo Pagano e il modo cristiano di vivere il mondo

Già Walter Otto riconosceva l’inconciliabilità fra cristianesimo e Paganesimo.
Chissà perché quest’uomo non è ricordato. Eppure ha avuto molti problemi sotto il regime nazista. Gli è stata tolta la cattedra d’insegnamento a differerenza degli insegnati cristiani perfettamente allineati all’ideologia nazista.
Riporto questo vecchio discorso di Walter Otto. Oggi disponiamo di strumenti che ci consentono di approfondire quanto scrive Walter Otto, ma la questione non cambia molto.

Walter Otto:

Grecità e cristianesimo:

La maniera pagana e la cristiana si sono fin dal principio sentite come avversarie inconciliabili e si urteranno sempre per tutta l’eternità come due elementi nemici. Quante cose sbagliate e non essenziali sono state dette sulla loro differenza. Ancora oggi la teologia liberale cerca di far valere il principio che la religione pagana non fosse altro che un primo passo verso la cristiana, cioè verso la religione perfetta. Si è inoltre abbastanza ingenui da confrontare l’una con l’altra solo le due idee di Dio e lasciarsi ubriacare dalla formulazione più millantatrice e più beatamente sentimentale, senza domandarsi quali ideali gli uomini avessero posto a sé stessi, domanda che da sola poteva dare una misura per la nobiltà dell’idea di Dio. Allo sguardo acuto di Federico Nietzsche è stata chiara la differenza sostanziale tra l’ideale greco e quello cristiano. Nelle sue note inedite egli dice ideale greco: “Domare l’animale dell’uomo e domare la donna nell’uomo”, ideale cristiano invece: “Domare l’orgoglio nell’uomo, ecc.”. Con questo è stata effettivamente detta la cosa decisiva. Se i greci vogliono dominare l’animale dell’uomo, i cristiani vogliono riconoscere l’animale nell’uomo, non per idealizzarlo o approvarlo, ma per spezzare l’orgoglio dell’uomo. Egli deve ammettere solo di essere debole e volgare, di non possedere niente che possa sollevarlo dall’abiezione, e di avere quindi come unica risorsa la grazia. Per curare questo atteggiamento abbattuto, con la sua personale pusillanimità e il suo sguardo languente verso l’alto, niente è più adatto di quei sentimenti femminili che i greci cercavano di superare con tutta la forza della loro virtù.
Tratto da Walter F. Otto 1923 “Spirito classico e mondo cristiano” La Nuova Italia 1973


I cristiani devono distruggere l’uomo. Il suo divenuto nella Natura. La forza che lo ha portato, nel corso dei millenni a divenire continuamente, specie dopo specie. Ed è quella forza che permette all’uomo di riconoscere gli Dèi nel mondo in cui vive.


28 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
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domenica 26 aprile 2009

Il lato oscuro di Dioniso.


Dioniso ha un “lato oscuro”?
L’ebbrezza come dio; il piacere del vivere; la vita come piacere. La vita, può avere un lato oscuro?

Se la vita ha un lato oscuro, deve essere NON-VITA. La vita che nega sé stessa.
La vita finalizzata per qualche cosa che sia esterno ed estraneo alla vita.

Il lato oscuro della vita è la vita finalizzata per qualche cosa esterno ed estraneo alla vita. Un qualche cosa di esterno ed estraneo alla vita che si impone alla vita come fine e scopo della vita stessa.

Il lato oscuro della vita è la negazione della vita.

Il lato oscuro di Dioniso è la negazione degli intenti di Dioniso; è il Dioniso asservito a ciò che non è Dioniso.

Dioniso è la vita che si trasforma e che si dilata nel presente all’interno di un’ebbrezza emotiva che porta il soggetto ad espandersi nel mondo in cui è nato.
Dioniso si manifesta nelle trasformazioni di ogni soggetto. Quelle trasformazioni che fanno sì che l’uovo, l’utero e il seme, siano portatori di un nuovo soggetto. In ogni fase qualcosa rinasce da ciò che muore, ma per rinascere il morire va cercato all’interno dell’ebbrezza della vita.

Come ogni ebbrezza emotiva capace di travolgere il soggetto, può capitare, che il soggetto fissi il “momento vissuto”.
Il soggetto non vive più per l’espansione, ma la trasformazione, l’espansione, inducono nel soggetto la paura di perdere il godimento dell’attimo presente. Così il soggetto tende a conservare l’attimo presente considerando qual piacere come “insuperabile” o sufficiente.
Quello è il lato oscuro di Dioniso. Dioniso che si ferma all’ebbrezza nel presente.

Lo vediamo in molte persone. Persone che vogliono essere eternamente giovani; eternamente ubriache; eternamente inconsapevoli; eternamente drogate; eternamente padrone; eternamente ricche; eternamente...
Come se l’attimo che vivono dovesse essere conservato in terno.
Da qui l’idea di “ritorno all’utero” o ritorno al “buon vecchio tempo antico” o ad una “età dell’oro”; quando la proiezione dell’attimo presente, di fatto, non è più in grado di produrre il piacere ma costringe l’individuo a piegarsi su sé stesso in quanto non più capace di affrontare il futuro o i cambiamenti che il mondo gli presenta.

Il lato oscuro di Dioniso è rappresentato da tutte le giustificazioni che i soggetti organizzano per non agire in funzione del mondo; per non rispondere in maniera costruttiva o determinante alle sollecitazioni del mondo e della vita; per non cercare il piacere oltre il piacere appena vissuto. Per non cercare il piacere oltre ai sensi e alle modalità conosciute o abitudinarie.
Quando ci si riferisce alla vita, si conserva il proprio stato soggettivo solo quando si distrugge sé stessi.
La conservazione e le strategie per conservarsi uguali nonostante un mondo cambi e ci solleciti ad agire; è il lato oscuro di Dioniso.
Quando questo lato diventa socialmente distruttivo, impone al mondo di non modificarsi, di non cambiare. Il lato oscuro di Dioniso violenta il mondo affinché il mondo non cambi e non costringa, attraverso il suo cambiare, il soggetto a modificarsi.
“Perché viviamo?”; “Qual è il fine e il significato della vita?”; “Cosa cerchiamo vivendo?”; “Cosa facciamo su questo mondo?”; sono espressioni del lato oscuro di Dioniso che deve porre degli intenti alla vita al di fuori della vita stessa. Sono quesiti che vengono fatti dall’individuo per cercare oggetti dai quali essere dipendente; rassicurazioni nella propria vita.
Poi, il lato oscuro di Dioniso si materializza.
E qualcuno dice. “Vivi per servire me!”; “Io sono il signore dio tuo e non avrai altro dio fuori di me!”; “Questo è il pane della vita, chi mangia questo pane vivrà in eterno!”.
Così la vita muore su sé stessa e quando i titani fanno a pezzi il corpo consumandolo nella vecchiaia o esplodendolo nelle contraddizioni dell’esistenza; nessun Dioniso può rinascere e continuare ad esistere.

26 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

sabato 25 aprile 2009

Novità di Radio GPM

La nuova puntata di Ritorno ad Alessandria è finalmente online, scaricabile dal sito o ascoltabile dal player rosso sul punto d'ascolto di MySpace. Presentiamo qui il nuovo ciclo di trasmissioni, intitolato "Echi del Mito", sulle influenze del mito pagano nella letteratura italiana. Nella trasmissione sono accennate anche alcune novità relative alla trasformazione in progetto di "Ritorno ad Alessandria": il nostro podcast di libri e informazione, a partire dall'apertura del blog si sta infatti trasformando in qualcosa di più complesso, e probabilmente diverrà un progetto alla pari di "Il mito dove non te l'aspetti" e del "Censimento dei siti sacri riutilizzati". Come spesso ho ripetuto nelle trasmissioni, dal momento che la società attuale è detta società dell'informazione per la varietà di mezzi e di possibilità di accesso a questa e dal momento che il pagano non ha praticamente nessuno che gli dica cos'è il paganesimo e cosa no, è importante condividere tutto quello che rende possibile l'accesso all'informazione. Sul blog della trasmissione, nei prossimi post, ci saranno notizie più dettagliate riguardo altre iniziative legate a "Ritorno ad Alessandria".

giovedì 23 aprile 2009

Violenza sessuale, la legge, le aspettative e gli effetti sociali.

Perché non ho mai scritto nulla sulla legge contro la violenza sessuale?

Perché auspicavo che quella legge entrasse in vigore.

Per chi come me che ha sempre fatto lotte contro la violenza sessuale e ha lavorato molto affinché il reato fosse riconosciuto come un reato contro la persona e non come un reato contro la morale, assistere oggi, in un parlamento di “destra”, cioè composto da quelle persone dell’area politica che lottarono in favore del Vaticano affinché il reato di violenza sessuale fosse mantenuto come un reato contro la morale, ad una votazione che comporta un aggravamento delle pene per i violentatori: STENTAVO A CREDERLO!

Per questo motivo trattenevo il fiato. Trattenevo il fiato e tacevo. Fino all’approvazione della legge.

Io lo so che questo parlamento approva leggi sull’onda della propaganda e non meditandone le conseguenza, ma in questo caso mi sta bene.
Ieri la legge è stata approvata.

Ho fatto una piccola ricerca, naturalmente veloce e superficiale, dalla quale risulta che:


1) (ANSA) - ANCONA, 21 APR - A due mesi dalla violenza sessuale di gruppo del 22 febbraio scorso ai danni di una studentessa sedicenne di Senigallia, per lo stupro c'e' un secondo arresto. Il gip Giovanni Maria Manzoni ha firmato un'ordinanza di custodia in comunita' per un diciassettenne senigalliese.

2) (ANSA) - CAMPOBASSO, 21 APR - Ha abusato della figlia per 18 anni, senza che nessuno in famiglia denunciasse l'accaduto: l'uomo e' stato arrestato dalla polizia. E' accaduto a Campobasso.

3) 21 aprile 2009 Nella mattinata di oggi, i Carabinieri della Tenenza di Bollate hanno tratto in arresto P.E., albanese di 29 anni, operaio, già con pregiudizi di Polizia, responsabile di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.

4) Campobasso: Arrestato un 69enne per violenza sessuale il 22-04-2009 L’accusa sarebbe quella di violenza sessuale ai danni della propria figlia, all’epoca dei fatti minorenne. L’uomo avrebbe abusato della figlia per 18 anni, senza che nessuno in famiglia denunciasse l’accaduto. La ragazza, ora 25enne avrebbe subito violenze sin dall’età di sette anni, per ben diciotto anni.

5) (AGI) - Messina, 21 apr. - Un uomo di 51 anni, collaboratore scolastico in un istituto superiore della riviera jonica messinese, e' stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Taormina e ristretto ai domiciliari con l'accusa di violenza sessuale.

6) (ANSA) - BERGAMO, 20 APR - Un pregiudicato italiano di 40 anni e' stato arrestato dai cc per violenza sessuale, sequestro di persona e rapina a una donna di 21 anni. L'uomo, che ha precedenti per violenza sessuale, ha convinto la vittima a salire in auto con lui,

7) 20 aprile RAInews 24 - Due ragazze, entrambe giovanissime, sono riuscite a denunciare e far arrestare i loro stupratori. A Roma una 21 romena, arrivata in Italia in cerca di lavoro è stata rinchiusa in un appartamento a Tor Vergata e ridotta in schiavitù da due sue connazionali prostitute (una delle quali minorenne) e dal loro sfruttatore, un pregiudicato moldavo di 20 anni. La donna è stata violentata più volte. La banda avrebbe utilizzato gli stupri per convincere la ragazza a prostituirsi.

8) 23 aprile, La Repubblica - La ribellione di una ragazza rom di vent'anni contro i familiari che la costringevano a rubare è costata l'arresto per concorso in riduzione in schiavitù, violenza sessuale aggravata e cessione di sostanze stupefacenti a dieci rom di origine bosniaca residenti nel campo nomadi abusivo in via Guascona, a Milano, nei pressi di quello autorizzato di via Martirano, al termine di un'inchiesta condotta dalla polizia locale.


9) (AGI) - Como, 20 apr. - Ha vissuto per diversi mesi con il suo terribile segreto, terrorizzata al punto da non confidarsi con nessuno fino a quando ha trovato il coraggio di parlarne con un amico che, a sua volta, si e' rivolto ad un conoscente che vive nella zona di Zogno (Bergamo) che si e' rivolto ai carabinieri facendo partire le indagini. Cosi' quando un operaio 40enne di Senna Comasco (Como) credeva di essere al sicuro, e' finito in carcere con la pesante accusa di aver sequestrato e stuprato per ore una giovane romena di 21 anni.


Queste notizie riguardano solo questi giorni.
Può far comprendere l’importanza del problema davanti al quale ci troviamo.
E’ un problema che non si risolve con la galera, perché è un problema che ha le sue radici nell’educazione e nella cultura imposta ai bambini. Tuttavia la galera rende giustizia a chi ha subito la violenza e deve servire per stimolare la società a cambiare le proprie dinamiche culturali
Finché non si allontanerà la madonna dei cristiani con l’aberrazione del suo Magnificat, difficilmente cesserà l’attività di stupro. Troppe persone si identificheranno col dio padrone e pretenderanno che donne e bambini recitino, per loro , il loro Magnificat!
Finché Afrodite, Madre della vita e figlia dell’immenso Urano Stellato non tornerà nella cultura degli Esseri Umani, roba e donna saranno sempre oggetti di qualcun altro che un dio padrone impedisce di desiderare.
Nel giro di qualche mese le galere saranno ulteriormente piene. Piene di violentatori oltre che di spacciatori e questo, forse, farà riflettere la società civile.

23 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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L'amore bestiale nella Natura della divina Afrodite.

L’attività sessuale è sempre stata l’attività di Afrodite.
Si è sempre svolta fra gli Esseri della Natura attraverso effusioni il cui scopo era quello di fondere i soggetti che partecipavano attraverso le loro emozioni.
MAI, in tutta la storia della Natura in milioni di anni, la violenza e l’appropriazione dell’altro per fini di soddisfazione sessuale, fu presa in considerazione.

Il sesso era fusione fra soggetti.
Il sesso era l’assunzione, ad opera di Zeus, della figlia di Urano Stellato nelle azioni di ogni soggetto della Natura. Di ogni individuo.

Quando noi parliamo di sesso bestiale inteso come violenza, stupro, appropriazione, parliamo di un qualche cosa di estraneo alla Natura. Qualcosa che, di fatto, mina la Natura e che è stato imposto all’uomo attraverso delle condizioni culturali ed educazionali dalle quali il singolo individuo non è in grado di liberarsi.
La violenza, nelle relazioni sessuali, è SOLO DI ORIGINE SOCIALE E CULTURALE!
Non basta che una società si indigni e costringa le persone alla carcerazione quando non hanno comportamenti corretti. E’ necessario che la cultura di quella società rifiuti tutta la violenza con la quale si impone ai bambini di veicolare la loro sessualità soltanto attraverso la violenza.

Per comprendere come la violenza sessuale, lo stupro su donne, bambini, individui sottomessi, oggi come oggi, è dovuta al fatto che il cristianesimo agisce in maniera cattiva e inumana sulle pulsioni sessuali e sulla morale dell’individuo, è sufficiente rivolgersi al mondo animale.

Che cos’è il sesso “bestiale” se non quello che fa l’essere umano nel corso della violenza e che “vuole” attribuire a comportamenti istintuali per nascondere la sua origine culturale?

Le “bestie”, intese come animali di cui noi siamo parte e alle quali noi attribuiamo i comportamenti violenti propri della cultura in cui viviamo, oggi vengono studiate nei loro comportamenti da chi ritiene che sia più importante conoscere gli animali che sterminarli.
Un recente articolo di Elena Dusi sul giornale La Repubblica ci chiarisce che cos’è il sesso nel mondo animale.



Scimmie e sesso
chi è troppo tirchio non fa l' amore

Repubblica — 09 aprile 2009
Ogni buon corteggiamento inizia con una cena tête-à-tête. Nei ristoranti delle città, come nelle foreste abitate dagli scimpanzé. A offrire dev' essere lui, con lei molto attenta al valore di ciò che le viene presentato nel piatto. A un menù vegetariano non corrisponde un gran futuro per la coppia. La via che arriva dritta al cuore passa per la carne. Un gruppo di zoologi dell' Istituto Max Planck per l' antropologia evoluzionistica ha seguito dal 2003 al 2006 un branco di scimpanzé nel parco nazionale di Taï, in Costa d' Avorio. E ha notato che i più abili fra maschi cacciatori, una volta individuata la loro favorita, la corteggiano offrendole le prede che hanno appena catturato. A queste attenzioni venali, le scimpanzé sono tutt' altro che insensibili. I ricercatori hanno contato che rispetto a un maschio vegetariano (una femmina di primate lo definirebbe semplicemente tirchio), il cacciatore galantuomo riesce ad accoppiarsi il doppio delle volte. E a creare una rete di relazioni extraconiugali assai ampia all' interno del branco. Le osservazioni degli scienziati tedeschi sono state pubblicate dalla rivista Plos, Public library of science. «Solo nel 30% degli accoppiamenti osservati all' interno del branco - scrivono Cristina Gomes e Christophe Boesch - le femmine avevano scelto un maschio che non aveva condiviso il cibo con loro. Nel 70% dei casi il partner si era invece dimostrato un buon cacciatore e aveva offerto loro parte della carne catturata». Il corteggiamento a colpi di carne iniziava in genere nei periodi di estro delle femmine, ma poi proseguiva più a lungo, così come la relazione di coppia (coniugale o adulterina che fosse). «L' offerta di cibo in cambio di sesso è un comportamento di lungo periodo, non un episodio occasionale» spiega la Gomes. «Ormai è evidente che anche i primati sanno regolare il loro comportamento di oggi in base alle aspettative future». Una capacità che in passato era considerata esclusiva dell' uomo. Alla spiegazione evoluzionistica dell' offrire cibo alla propria partner non è difficile arrivare. I cacciatori più abili e le madri meglio nutrite devono avere maggiori probabilità di concepire dei cuccioli. Ma al Max Planck guardano più lontano, suggerendo che anche gli antenati della nostra specie si corteggiassero a colpi di cene (offerte esclusivamente da lui a lei). «Le conclusioni che abbiamo ottenuto osservando gli scimpanzé - ammette la Gomes - avranno necessariamente un impatto anche sul nostro modo di considerare le relazioni fra uomo e donna». - ELENA DUSI


Da:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/09/scimmie-sesso-chi-troppo-tirchio-non-fa.html


Quando parliamo di azioni di violenza sessuale, per favore, non parliamo di “violenza bestiale”, ma parliamo, piuttosto, di “violenza cristiana”.
Né noi, né le società antiche praticavano il tipo di violenza che oggi viene normalmente praticata dalle società cristiane e monoteiste in generale. Lo stesso concetto di schiavitù moderno è il concetto di schiavitù cristiana (con tutto il corpo e con tutta l’anima) che nulla ha a che vedere con la schiavitù delle Antiche società precristiane.
Liberare la sessualità umana dalla coercizione cristiana permette alle persone di far emergere dentro di loro la sessualità bestiame. Quella sessualità che porta le persone verso l’altro fondendo con l’altro, qualunque altro, le proprie emozioni e il proprio piacere di vita. Il piacere di vita che vede il suo peggior nemico nella sofferenza esaltata dal cristianesimo.
Questo significa tornare fra le braccia di Hera.


23 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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martedì 21 aprile 2009

Ratzinger bugiardo: il suo dio non li ha creati maschi e femmine!

Quando noi Pagani diciamo che Ratzinger sostiene una “bestialità inumana” affermando, citando il suo dio padrone, che “li ha creati maschio e femmina”. Non ci riferiamo solo all’aberrazione della pretesa, del resto offensiva, che qualcuno si sia arrogato il diritto di “creare” dal nulla l’umanità e la Natura. Ma anche alla differenza sessuale che, come indica il mito antico, è divenuta nella Natura e attraverso la Natura. E’ innaturale e inappropriato l’uso della Natura che fa Ratzinger per impedire le unioni omosessuali.

Che il maschile sia una variabile del femminile proprio della Natura, ormai non ci sono dubbi.
La scienza conferma il mito antico. Conferma le grandi lotte per la sopravvivenza della vita. Conferma la Religione Pagana.
Riporto uno studio recente:



Il batterio che fa cambiare sesso agli insetti


In alcuni insetti, un batterio è in grado di operare un cambiamento sessuale sui maschi trasformandoli in femmine. La scoperta è tutta italiana ed è stata sviluppata dalla Dr. ssa Ilaria Negri e coordinata dal Prof. Alberto Alma, del Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali (Di.Va.P.R.A.) dell’Università di Torino, grazie alla preziosa collaborazione con l’Università di Modena e l’Università di Milano.

Le simbiosi che si possono stabilire tra i batteri e gli animali sono molteplici, ma oltre a quelle più comunemente conosciute, ve ne sono alcune veramente peculiari. La più strana in assoluto è certamente quella di un batterio chiamato Wolbachia che riesce a cambiare il sesso dell’insetto ospite, rendendo femminili appunto i maschi. I complessi meccanismi alla base di questa strana alterazione sessuale sono simili a quelli responsabili di gravissime patologie nell’uomo, come ad esempio il cancro, il ritardo mentale e le malformazioni a carico di alcuni organi.

E’ questa la sorprendente scoperta alla quale è giunto lo studio appena pubblicato sui Proceedings of the Royal Society B – Biological Sciences e intitolato “Unravelling the Wolbachia evolutionary role: the reprogramming of the host genomic imprinting”.

Negli ultimi anni, si è fatta sempre più strada la convinzione che alla radice di molte gravi patologie, fra cui i tumori appunto, non vi siano alterazioni a livello genetico – vale a dire semplici mutazioni nella sequenza del DNA - ma piuttosto a livello epigenetico, cioè a carico dei meccanismi di regolazione dei geni. Lo studio dell’epigenetica sta diventando di primaria importanza anche perché tra le cause di tali alterazioni, che sono tra l'altro trasmissibili ai figli, ci sono i fattori ambientali. Il gruppo di ricercatori autore della presente scoperta ha quindi ipotizzato che alla base delle modifiche somatiche e sessuali causate da Wolbachia ci fossero dei meccanismi epigenetici.

Esplorando la peculiare simbiosi che caratterizza Wolbachia ed un piccolo insetto ospite (una cicala chiamata Zyginidia pullula), gli autori della ricerca hanno verificato che i maschi della cicala sono diventati in tutto e per tutto femmine. Di femminile hanno non solo l’aspetto e il sex-appeal (che li rendono bersaglio di corteggiamenti da parte di maschi normali, con conseguenti accoppiamenti e perfino procreazione di figli), ma persino il “marchio” epigenetico è di tipo femminile, nonostante i cromosomi siano “da maschio”.

Quindi il batterio è in grado di “leggere” il sesso del proprio ospite e distruggere il naturale marchio epigenetico maschile,rimpiazzandolo con quello femminile. La femminizzazione dei maschi porta un importante vantaggio al batterio, in quanto favorisce la propria trasmissione alla progenie dell’insetto ospite, attraverso il citoplasma della cellula uovo. Quando l’infezione batterica non è acuta (vale a dire quando la densità batterica è piuttosto bassa), Wolbachia non è in grado di alterare del tutto il “marchio”epigenetico maschile, per cui avviene solo una parziale femminizzazione, in cui gli insetti maschi, pur avendo caratteristiche sessuali femminili, mantengono i testicoli.

Si tratta di una scoperta che certamente stimolerà il dibattito tra diverse discipline come la genetica, la microbiologia, le scienze biologiche e mediche, e che getta le basi per capire i meccanismi utilizzati dai simbionti per dialogare con i propri ospiti e in particolare il ruolo dei batteri come vettori di malattie ereditarie.

A cura di Redazione Torinoscienza, del 08.04.2009


Tratto da:
http://www.torinoscienza.it/novita/apri?obj_id=3106



La vita è oggettivamente femminile, se non altro come proprietà di rigenerare continuamente sé stessa nascita dopo nascita.
E’ il cristianesimo che è una religione inumana, cattiva e criminale, in quanto nemico della vita della quale pretende di esserne il padrone.
La ricerca scientifica non può far altro che confermare continuamente il mito antico e la realtà oggettiva della Religione Pagana Politeista.

21 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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domenica 19 aprile 2009

La famiglia imposta dagli ebrei e dai cristiani e la rivoluzione sessuale di Wilhelm Reich

Che significa “criticare la famiglia”?
Che cos’è una famiglia?
Che cosa significa e quali sono i fini della famiglia nella società moderna?
Che relazioni ha la sessualità con la famiglia?
Che relazioni ha la sessualità con l’ideologia del controllo e del possesso del cristianesimo?
Perché noi, come Pagani, respingiamo l’idea di famiglia dei ruoli e del dominio imposta dai cristiani?

Quali sono le relazioni fra l’imposizione della famiglia come ideologia del possesso delle persone con l’attuale crisi economica?

Perché la bibbia impone quel modello di famiglia in assoluta contraddizione non solo con l’uomo in sé, ma anche come la scienza definisce l’uomo. La bibbia impone fini e struttura di una famiglia che viene negata dalle Costituzioni moderne che mettono al loro centro l’uomo come soggetto che determina la propria vita.
Questo è il senso della pagina:
http://www.stregoneriapagana.it/leviticofamiglia.html

capire la realtà ideologica di una bibbia che nega l’uomo in funzione del dominio assoluto del dio padrone. Un dio padrone che partendo dalla testa dei suoi vicari, ritorna nei vicari per costringere l’uomo alla schiavitù e alla sottomissione.
Così, l’uomo viene privato della sua sessualità per essere oggetto di stupro e di possesso. Uno stupro e possesso che si traduce, nella società attuale, nelle patologie psichiatriche da dipendenza che stanno inquinando tutto il dibattito politico e tutta la vita sociale degli uomini.
Che ruolo ha avuto Wilhelm Reich nella costruzione della società moderna come uscita dall’assolutismo sessuale e fobico cristiano?

19 aprile 2009
Claudio Simeoni
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venerdì 17 aprile 2009

Sogni, sognare e i meccanismi di costruzione della vita

Il sonno come momento di costruzione di sé stessi.
Dormire per consentire all’organismo di sedimentare in forma psico-emotivo l’esperienza e portare il proprio corpo ad adattarsi per rispondere al meglio alle tensioni del mondo.
L’uso del sognare che gli stregoni fanno per dirigere la propria trasformazione psico-fisica in funzione dei loro intenti.
Oggi la scienza, un po’ alla volta, scopre i meccanismi della Stregoneria.
I meccanismi attraverso i quali la vita costruisce sé stessa divenendo nell’infinito dei mutamenti nei singoli individui e nei singoli esseri di ogni singola specie della Natura.

Mentre la scienza, faticosamente, scopre i meccanismi della vita, chi, invece, è abituato a vivere il mondo, ad abitare il mondo, comprende come le scoperte della scienza lui le ha sempre praticate con l’intento di modificare sé stesso.
Il dormire e il sognare permette di trasferire l’esperienza nella struttura emotiva al fine di adeguarla alle tensioni che il mondo presenta all’individuo.
Questa attività di adattamento soggettivo alle variabili oggettive è messa in atto dai soggetti fin dal primo istante della loro esistenza ed è il meccanismo di selezione e adattamento dell’individuo alla vita.
Riporto:



Dolce dormire: i sogni nascono nel grembo materno

Anche i feti sognano: un nuovo strumento diagnostico sarebbe in grado di scoprire il momento in cui il cervello del feto “si abbandona al sonno”. La scoperta, effettuata dai ricercatori dell’Università Friedrich Schiller di Jena in Germania, e pubblicata su Chaos, consentirebbe una maggiore comprensione del ruolo del sonno tramite l’individuazione del momento in cui il feto “inizia a sognare”.Dal momento che, almeno per adesso, risulta impossibile determinare direttamente l`attività del cervello di un feto umano nel grembo materno, gli studiosi hanno finora associato la capacità di dormire con la rilevazione del movimento degli occhi. Di solito i primi moti oculari si registrano intorno al settimo mese di sviluppo del feto, con cicli di durata dai 20 ai 40 minuti distribuiti tra il sonno Rem, durante il quale l’attività cerebrale prosegue, e la fase di sonno non-Rem, in cui il cervello riposa. Tuttavia gli studiosi tedeschi avrebbero scoperto che il feto inizia a dormire già poche settimane dopo la sua formazione.La ricerca è stata condotta su alcuni feti di pecore, simili per dimensioni e peso a quelli umani e con uno sviluppo cerebrale comparabile. Tramite l’uso di specifiche tecniche matematiche gli scienziati hanno registrato l`attività elettrica cerebrale dei feti rilevando una serie di cicli sonno-veglia che variavano dai 5 ai 10 minuti, e la cui durata si modificava con la crescita.Secondo i ricercatori i risultati getterebbero nuova luce sulle origini del sonno e consentirebbero una migliore comprensione dello sviluppo cerebrale, che a sua volta porterebbe allo studio sulla predisposizione a malattie che il bambino potrebbe sviluppare dopo la nascita. Il passo successivo, affermano gli studiosi, sarà esaminare l`impatto degli stimoli ambientali - come il rumore o lo stress - sul feto in via di sviluppo, per comprendere se possa determinare un aumento del rischio di patologie in età adulta.
Data: 15-04-2009
Tratto da:
http://salute24.ilsole24ore.com/biotech/diagnostica/1973_Dolce_dormire:i_sogni_nascononel_grembo_materno.php



La Stregoneria è arrivata un po’ prima!
Con la differenza che la Stregoneria è il vivere e l’abitare il mondo, mentre la scienza è la descrizione del mondo.
Si può vivere il mondo senza descriverlo; ma non si può descrivere il mondo senza viverlo!


17 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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martedì 7 aprile 2009

Usare l'8x1000 allo Stato per finanziare i terremotati d'Abruzzo!

Usare l’otto per mille per finanziare le persone terremotate dell’Abruzzo.

L’8x1000 è una scelta delle persone.

Dire alle persone di firmare l’otto per mille per lo Stato e che lo Stato si impegni ad erogare l’otto per mille alle popolazioni terremotate.

In questo momento di crisi si usano meglio le risorse disponibili e non si sottraggono risorse alla crisi economica.

07 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
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lunedì 6 aprile 2009

Terremoto all'Aquila: la speranza nella provvidenza e l'ascoltare il mondo attorno a noi.

Si dice: “Non serve recriminare!”
E ancora: “Non è questo il momento!”
Sbagliato!
E’ questo il momento. Questo presente.
In altri presenti, quando questa emergenza ancora non c’era, era il momento per progettare un futuro. L’ospedale dell’Aquila è fortemente lesionato. Non ha retto ad una scossa di terremoto così leggera. Cosa ne sarebbe stato di quell’ospedale se la scossa di terremoto fosse stata come quella in Cina qualche mese prima delle olimpiadi?
Questo è il momento di recriminare; quando ancora si estraggono i morti dalle macerie.

La terra ha parlato: ma chi vive di speranza in un dio padrone e provvidenziale, non sa ascoltare i segnali che arrivano dal mondo.

Madre Terra ha avvertito le persone. Ha detto loro: “Mettete in atto strategie di difesa!”. Lo ha fatto con sciami sismici continui. Sciami sismici in accelerazione non in decelerazione. La terra diceva. “Mi sto girando su un fianco; proteggiti!”

Ma chi era delegato per proteggere la popolazione si riteneva creato ad immagine e somiglianza del dio padrone. Pensava che la provvidenza divina avrebbe allontanato i problemi. Che cos’è, in fondo, Madre Terra rispetto al dio onnipotente padrone e creatore del mondo?

Se non si è ascoltata Madre terra quando si dovevano costruire le case, i palazzi e gli ospedali, si ascolti il suo sussulto. Quante porte non si sono aperte perché chiuse a doppia mandata di chiave per paura dei ladri? Quante angosce hanno assalito le che impotenti subivano l’evento?

Ora, finalmente, potremmo assistere ai comportamenti eroici dei cristiani. L’emergenza spazza via dalle loro emozioni il fatalismo della provvidenza. L’emergenza ripulisce l’attesa del dio padrone e della fine del mondo. L’emergenza li costringe ad agire liberi dai legami della dipendenza e della sottomissione al loro dio padrone.

Qual è stato il ruolo di Ottaviano del Turco in questa emergenza? E della precedente amministrazione? Come vennero dati i permessi di ristrutturazione e di ricostruzione?

Il cristiano costruisce le emergenze sociali. Solo nell’emergenza degli altri il cristiano può liberare le sue emozioni dalla costrizione. Allora il cristiano viene messo da parte dall’uomo che ricorda di essere nato per vivere una vita eroica e non per aspettare il padrone che venga con grande potenza dalle nubi. E il cristiano trionfa estraendo il suo vicino dalle macerie. Come il Buon Samaritano che aiuta chi è stato massacrato dai ladri. Ci si dimentica che quell’emergenza è stata costruita dalla fede cristiana. Dalle persone che avevano dipendenza dal loro dio padrone. Persone che non hanno affilato i loro strumenti perché, tanto, c’era ancora tempo per farlo. Finché tempo non ce ne fu più e i loro strumenti per agire non erano pronti.

Bortolaso ha offeso e calunniato chi vedeva il terremoto come imminente (la protezione civile ha denunciato per procurato allarme il tecnico che aveva preannunciato il terremoto imminente). Perché lo ha calunniato? Lo ha calunniato in un’ottica di “ottimismo a tutti i costi”; per le emergenze naturali come per la crisi economica. Queste persone che chiamano inutili allarmi. Persone memori degli allarmi inutili e pretestuosi che loro lanciavano per aggredire il governo Prodi. Poi è arrivata l’emergenza: del terremoto come della crisi economica e loro a inveire: “Non è questo il momento delle polemiche!”. E solo per allontanare il momento nella speranza che il loro dio padrone provveda alla loro emergenza personale.

Chissà se anche questa volta qualcuno se ne verrà fuori che il terremoto è stato mandato dal suo dio padrone per punire l’Aquila dai peccati che ha commesso!

06 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

venerdì 3 aprile 2009

I Corvi, le scoperte scientifiche e i Miti della Religione Pagana

Per chi conosce i miti delle Antiche religioni sui Corvi sa perfettamente che lo sguardo dei corvidi dirige la loro percezione emotiva.
Nel sito:
http://www.religionepagana.it è ben descritto il ruolo dei Corvi nelle scelte umane.
Che poi oggi la scienza ci dice che i Corvi hanno sviluppato una capacità particolare, a noi, come Pagani Politeisti, fa un po’ sorridere. Come se la scienza avesse preso atto dell’esistenza dell’acqua calda. Sapare osservare il mondo attorno a noi attribuendo agli oggetti del mondo la stessa nostra intelligenza, la stessa nostra volontà e i nostri stessi bisogni, ci permette di invividuare, nelle diverse specie della Natura, come queste veicolano queste doti comuni anche quando non hanno il nostro stesso cervello o la nostra fisicità.


Animali: i corvi riescono a intercettare lo sguardo umano
03 apr 12:05

MILANO - Corvi, gracchi, taccole e simili, sono in grado di intercettare lo sguardo umano, se 'individuare' dove guardiamo li aiuta a trovare del cibo. La scoperta e' di un team di biologi britannici delle Universita' di Oxford, Cambridge e Queen Mary di Londra, ed e' pubblicata su Current Biology. Hanno messo nove taccole in una gabbia con due contenitori, e sotto uno di questi hanno nascosto il cibo. Poi la persona che normalmente si prende cura di questi animali e' entrata nella gabbia e ha puntato lo sguardo su quel contenitore. L'esperimento e' stato ripetuto piu' volte e le taccole hanno scelto il contenitore giusto piu' spesso di quanto sarebbe avvenuto se la scelta fosse stata casuale. Secondo i ricercatori, questa capacita' potrebbe derivare dal modo in cui le coppie di taccole cooperano tra loro per cercare il cibo oppure potrebbe essere frutto dell'allevamento in cattivita'. (Agr)

Tratto da:
http://www.corriere.it/ultima_ora/notizie.jsp?id=%7B9597D8B9-9842-4B73-A040-2EB933404922%7D


Noi sappiamo che il mondo si trasforma continuamente, come sappiamo che gli Esseri Animali vivono da centinaia di milioni di anni e hanno usato la loro intelligenza e la loro volontà per trasformarsi. Scoprire che gli animali e gli uomini sono uguali è normale per un Pagano. I corvi sul trono di Odino o i corvi e le cornacchie sacre ad Apollo e Atena. Oppure, come cantano i bambini giapponesi: “Perché canta il corvo? Perché sulla montagna vi è un bambino di sette anni a lui diletto. Il corvo canta: “Mio diletto! Mio diletto!” Egli canta: “ Mio diletto! Mio diletto!”.

E volete che il corvo non sappia percepire le emozioni umane attraverso lo sguardo?

03 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
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domenica 29 marzo 2009

Scoperte scientifiche e manipolazione mentale nell'interpretarle. L'uomo, la natura, dio e l'evoluzione della specie.

Quando la nostra specie inserì la corteccia cerebrale e, con essa, la ragione come noi oggi la usiamo, si allontanò progressivamente dalla percezione emotiva del mondo in cui viveva e iniziò ad allontanarsi dalla comprensione dei segnali che dal mondo giungevano a lei.
La ragione, progressivamente, iniziò ad occupare ogni anfratto dell’agire umano sicché nulla poteva avvenire senza che venga spiegato. DESCRITTO! Anche ciò che non poteva essere spiegato doveva, per imposizione della ragione, essere descritto attraverso l’immaginazione o la supposizione. Immaginazione e supposizione che formarono idee aprioristiche dalle quali la ragione deduceva le sue “idee sulla realtà del mondo”. Idee che potevano essere variate soltanto mediante una dura lotta in opposizione ad altre idee sulla realtà del mondo.
Da allora, per la ragione umana, tutto il mondo cortocircuitava all’interno delle sue possibilità descrittive. NON ESISTEVA ALTRO MONDO AL DI FUORI DI QUELLO CHE LA RAGIONE DESCRIVEVA. Lo stesso concetto di “materia oscura” poteva essere introdotto nella ragione, mediante la sua espressione superiore rappresentata dalla scienza fisica, solo dopo che altre idee o modi di descrivere il mondo si sono dimostrati superati.
Eppure, il corpo degli Esseri Umani, che nel corso dell’evoluzione aveva sedimentato in un processo di crescita, struttura a struttura, fino a costruire la corteccia cerebrale, aveva sempre risposto, mediante i suoi processi di adattamento, ad ogni fenomeno che gli giungeva dal mondo, compresa la materia oscura.
Il corpo non aveva mai cessato di inviare “necessità adattative” alla ragione umana pur scontrandosi con le interpretazioni del mondo che la ragione umana imponeva al corpo dell’individuo.
Un esempio di interpretazione di una realtà scientifica fra necessità della ragione di interpretarla mediante la superstizione e le necessità del corpo che inviano alla ragione segnali di relazione empatica con il mondo, sono presenti in questo articolo di Elena Dusi:

RICERCA
Ecco la zona del cervellodove nasce la fede in Dio
L'ultima scoperta di uno studio americano su alcuni volontari. Se si parla di religiosità, si attiva una specifica area cerebrale. La risonanza magnetica fotografa reazioni simili in credenti e non credenti di ELENA DUSI
(10 marzo 2009)

SE DIO esiste, il cervello dell'uomo è lo specchio ideale per rifletterlo. Nei credenti come nei non credenti, la questione dell'esistenza di un aldilà impegna aree della corteccia cerebrale molto evolute che sono - così come la facoltà di credere in una divinità - assenti nelle specie diverse dall'uomo. Con una serie di domande a sfondo religioso e una "macchina fotografica" del cervello come la risonanza magnetica funzionale, un gruppo di ricercatori dei National Institutes of Health (Nih) americani è andato a pizzicare le aree del senso divino. Le immagini delle varie porzioni di cervello attivate da domande come "la vita ha fini superiori?" o "che effetti ha la rabbia divina?" appaiono sul numero di oggi della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). "L'argomento è delicato. Il nostro obiettivo non era trovare Dio nel cervello, ma capire cosa accade nel cervello quando si pensa a Dio" spiega Giovanna Zamboni, la ricercatrice italiana oggi all'università di Oxford che ha partecipato alla ricerca quando era ai Nih. "Abbiamo scoperto che chi non crede reagisce alle domande sulla fede in maniera simile a chi crede. Indipendentemente dalla risposte che ognuno si dà, gli strumenti intellettivi usati per affrontare il tema del divino sono comuni a tutte le persone". Chiedendo a una sessantina di volontari se Dio è coinvolto o meno nelle vicende del mondo, attraverso domande come "la sua volontà guida i tuoi atti?" o "ti aspetti una punizione da lui?", nel cervello si attivano aree della corteccia frontale legate al pensiero astratto e alle decisioni su quale sia il comportamento migliore da adottare. Riflettendo sulle emozioni attribuite a Dio (rabbia, amore, senso di protezione), l'organo del pensiero reagisce esattamente come se si trovasse di fronte a un'altra persona e cercasse di decifrare il suo stato mentale attraverso le espressioni del viso o i comportamenti. Dottrine complesse come la trinità o la creazione del mondo hanno bisogno della funzione del pensiero astratto, molto specializzata nella nostra specie. Ricordare invece preghiere o cerimonie particolari attiva l'area visiva del cervello.
OAS_RICH('Middle');Giorgio Vallortigara, che insegna neuroscienze all'università di Trento e ha scritto con Telmo Pievani e Vittorio Girotto "Nati per credere", commenta che "probabilmente nel cervello non esiste un modulo specifico per l'idea di Dio, ma la fede nel soprannaturale si appoggia a strutture cerebrali". La psicologia della religione "è nata per spiegare come mai le diverse espressioni di fede mostrano nuclei comuni, come se esistesse un nocciolo di credenza universale con una base biologica nel cervello".

Tratto da:
http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/scienze/cervello/fede-dio/fede-dio.html

La relazione empatica con il mondo e con la vita viene, da questo articolo e da questa ricerca, trasformato in “relazione col dio padrone”.
Dove, i quesiti della vita che si pone la ragione per alimentare la sua sindrome assoluta da onnipotenza (la ragione si pensa la padrona dell’individuo e non uno strumento con cui l’individuo affronta la sua vita) vengono usati per veicolare le pulsioni emotive dell’individuo la cui forza è quella di veicolare la percezione del mondo in cui l’individuo vive e dal quale è stato generato. Col quale mantiene le relazioni a dispetto dell’individualismo separatista della sua ragione.
La ricerca pone delle domande assolute. Domande la cui risposta risiede nella struttura emotiva dell’individuo la cui realtà oggettiva viene negata dalla ragione a meno che tale realtà non si esprima attraverso le categorie della ragione.
Così Elena Dusi scopre l’onnipotenza della superstizione che impone all’individuo una separazione fra sé e il mondo. Una separazione che per gli Esseri Umani è estremamente dolorosa. Una separazione che è la fonte della depressione e della malattia mentale imposta al singolo individuo dalla ragione (e sfruttata dalla società “civile”) per assicurarsi il controllo della persona.
Noi siamo nati per vivere; la ragione ci stupra al fine di costringerci a crederci un dio onnipotente che proiettiamo in un assoluto con cui noi ci identifichiamo.
Tanto maggiore è quell’identificazione, tanto maggiore è la distanza fra noi e la Natura!
29 marzo 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

giovedì 19 marzo 2009

Il rito religioso dell'Equinozio di Primavera

Rito religioso di celebrazione dell'Equinozio di Primavera organizzato dalla Federazione Pagana.
Come ogni anno.
Per i riti precedenti:
Per i video dei riti precedenti:
oppure
Il rito celebra la nascita; ogni trasformazione del Pagano perché il Pagano ad ogni trasformazione nasce.
E' il ritorno di Persefone dall'Ade, ma è anche l'uscita del feto dall'utero, del pulcino dall'uomo e del germoglio dal seme. E' l'uscita del corpo luminoso dopo la morte del corpo fisico.
Il rito dell'Equinozio di Primavera è un Inno alla Vita che nasce da condizioni precedenti. Un fondamento religioso della Religione Pagana Politeista: la sacralità della nascita come fondamento del divenire di ogni singolo individuo nella Natura.
Ricordo ai partecipanti di portare i propri tamburi per chiamare il mondo a partecipare e ad indossare scarpe chiuse qualora partecipassero al passaggio fra i fuochi.
Il rito si terrà sabato 21 marzo alle ore 17.00 presso il Bosco Sacro di Jesolo Venezia in Via Ca' Gamba, Settima traverso interno 2B.
Tutti in zona conoscono il Bosco Sacro e il luogo dei riti religiosi.
Dopo il rito, per chi vuole, ci si trova in una pizzeria vicina.
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo

domenica 8 marzo 2009

Fontes per la Giornata Internazionale della Donna

Per la Giornata Internazionale della Donna ecco un nuovo episodio di Fontes, podcast di cultura pagana di Radio Giorno Pagano della Memoria, che questa volta tratta del rapporto tra Paganesimo e culto mariano. Secondo alcuni pagani sarebbe infatti possibile scorgere dei residui pagani dietro il culto di Maria, ma quanto è effettivamente così? Questa la domanda cui cerchiamo di rispondere in questa puntata, scaricabile dal sito oppure ascoltabile dal punto d'ascolto di MySpace.