giovedì 30 gennaio 2020

Ilizia e i filosofi fondamentalisti ed esistenzialisti


"Dal momento in cui nasci" continua Ilizia "inizi a scalare la tua montagna dell'esistenza e ad ogni passo ti trasformi. Il trasformarsi trasmette ad ogni Essere la sensazione di "potenza" e a qualcuno la paura che quella sequenza di trasformazioni possa interrompersi."

"Or, subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo, tutte le tribù della terra si batteranno il petto e vedranno il figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con gran potenza e gloria."

Vangelo di Matteo 24, 29-30

"La paura dell'evento è capace di impedire la trasformazione degli Esseri." Riprende Ilizia riflettendo "La paura blocca la trasformazione dell'essere nato come corpo nella natura. Non ha importanza se le condizioni del mondo sono favorevoli alla tua trasformazione, se tu hai paura sei tu stesso colui che blocca le tue trasformazioni".

"Chi è capace di incuterti paura, diventa il tuo padrone perché attraverso la paura può determinare le tue trasformazioni o le tue non trasformazioni. Sei nato in un mondo da esplorare," continua Ilizia "ma se hai paura ti ritiri dal mondo e trasformi lo sconosciuto che ti circonda in un muro invalicabile e tu vivi in un antro pieno di mostri e di pericoli."

"Così hai paura che il "cielo ti cada sulla testa" o che "il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte", per questo rinuncia a vivere e a rinascere sempre uguale (nella forma) e sempre nuovo (in-sé) ogni giorno, giorno dopo giorno. Hai paura che il mondo attorno a te finisca e hai paura di perdere le certezze che ti ancorano ad una vuota esistenza. Sentendoti indegno, sei indegno di vivere nell'infinito e preferisci chiuderti su te stesso."

"Quando vedi un uomo indegno versare fiumi di parole contro la virtù e tenere in grande considerazione cose che si dovrebbero ignorare – ricchezza, fama, piacere, - ed esaltare l'ingiustizia come fonte di ciascuna di esse, sostenendo che sono i prevaricatori a diventare ricchi d'argento, oro e di fama, non ti volgere subito sulla strada opposta per farti povero ed umile e praticare un tenore di vita severo e solitario: in questo modo irriterai l'avversario e aizzerai contro di te un nemico più pericoloso."

Filone d'Alessandria, L'uomo e Dio, Rusconi, 1986, p. 207 – 208

"La complessità dell'uomo che nasce e che vive non può essere rinchiusa in categorie. Cosa deve fare l'uomo? Cosa deve pensare l'uomo? Come deve vivere l'uomo? Perché una cosa è virtù e un'altra l'indegnità? Cosa qualifica un comportamento? Cammini su un sentiero che ti modifica giorno dopo giorno in relazione alle circostanze che incontri. Quanto incontri ti svuota o ti carica solo se quanto incontri è in relazione a quanto sei in gradi di vivere, capire e sostenere."

"Nel cammino della vita," continuò Ilizia, "ci sono uomini che vogliono costringerti a compiere azioni che a loro convengono. A questo ti puoi opporre. Ma come ti opponi quando nessuno ti obbliga, ma tu stesso imiti i comportamenti delle persone che agiscono nel mondo in cui sei nato? Quando impari a tremare nel momento stesso in cui tua madre ha paura, o impari a fuggire quando tua madre e tuo padre tendono a sottrarsi, o impari a sussultare imitando i sussulti di tuo padre davanti ad un altro uomo? Come ti difendi quando tuo padre e tua madre ti dicono che questo è il comportamento conveniente per vivere in questo mondo?"

"Nasciamo per morire, ma spesso nel mondo ci viene tolta la volontà d'esistenza e ci si offre una morte lenta. Una morte nella quale camminiamo e ci pensiamo di essere ancora vivi, ma nell'uomo non c'è più mutamento della struttura emotiva, non c'è più passione, non c'è ricerca di sfida, rimane solo il ritirarsi dalla volontà d'esistenza. Quando la volontà d'esistenza si ritira, rimane solo la violenza della prevaricazione come veicolazione disperata di emozioni prigioniere di una morale o di un'etica a loro estranea. Ci si ritira in un cantuccio dell'esistenza e ci si immagina al sicuro mentre l'uomo è diventato nemico di sé stesso."

"I dolori e i piaceri eccessivi, poi, devono essere posti fra i mali più grandi per l'anima. Infatti, l'uomo che è eccessivamente lieto, o che all'opposto per dolore si trova nello stato contrario, per la fretta che ha nel prendere una cosa e nel fuggirne un'altra nel momento non giusto, non è più in grado né di vedere né di udire nulla in modo retto, ma si infuria, e, in quel momento, non è più in grado di seguire la ragione.
E colui nel cui midollo si produca seme abbondante e impetuoso, e sia come un albero che porta frutti più del conveniente, prova per ogni cosa molti dolori e molti piaceri nelle passioni e in ciò che da esse deriva. E nella maggior parte della sua vita diventa esagitato, proprio a causa di questi piaceri e dolori grandissimi. E malgrado egli abbia l'anima ammalata e dissennata a causa del corpo, non viene giudicato come uno che è ammalato, bensì come uno che è per sua natura malvagio."

Platone, Tutte le Opere, Timeo, Bompiani, 2014, p. 1406

"La volontà d'esistenza viene censurata come il "male". Hanno inventato l'anima per uccidere i corpi." Continua Ilizia  "Corpi che dovrebbero vivere mentre la loro struttura emotiva dovrebbe morire e rinascere continuamente. Ma i corpi continuano a calpestare la terra mentre le loro emozioni vengono frustrate affinché si adeguino ai doveri imposti. In questa ottica, l'uomo appassionato, l'uomo che cerca la conoscenza e il piacere di un'esistenza nella quale versa la sua struttura emotiva trasformandosi in continuazione, viene accusato di essere il "male". Calunniato, perseguitato, deriso e torturato. Questi uomini e queste donne che con le loro passioni alimentano il divenire dell'uomo sono accusati di essere: " colui nel cui midollo si produca seme abbondante e impetuoso, e sia come un albero che porta frutti più del conveniente, prova per ogni cosa molti dolori e molti piaceri nelle passioni e in ciò che da esse deriva. E nella maggior parte della sua vita diventa esagitato, proprio a causa di questi piaceri e dolori grandissimi. E malgrado egli abbia l'anima ammalata e dissennata a causa del corpo, non viene giudicato come uno che è ammalato, bensì come uno che è per sua natura malvagio". Loro provano piacere, loro provano passione, loro plasmano la loro energia della vita e plasmandola costruiscono un corpo capace di trasformare la morte del corpo fisico in una nuova nascita. Ad ogni passione la loro struttura emotiva si trasforma, quell'uomo muore pronto a rinascere diverso. Eppure quell'uomo, quella donna, quel seme può affrontare le sfide dell'esistenza solo se il mondo in cui vive offre uno spiraglio, un po' di acqua per mettere radici."

"Perché, infatti noi attribuiamo al corpo-per-altri la stessa realtà che al corpo-per-noi. O meglio, il corpo-per-altri è il corpo-per-noi, ma impercettibile ed espropriato. Ci sembra allora che altri compia per noi un atto di cui noi non siamo capaci e che pur si impone: "vederci come siamo"."

Sartre, L'Essere e il nulla, il Saggiatore, 2002, p.414

"Nella società, per come è divenuta, tu sei il soggetto che viene osservato perché tu, proprio tu, devi rinunciare alla volontà d'esistenza perché quella società ritiene necessario che tu ti trasformi in una preda." Continuò con veemenza Ilizia "Per diventare una preda, devi obbedire. Devi rinunciare alla tua volontà d'esistenza, devi rinunciare a cercare il piacere e devi soddisfare il tuo bisogno solo attraverso il possesso dell'altro o stuprando l'altro. In questa azione di appropriazione e di stupro tu sei morto alla trasformazione. Tu non ti modifichi. La tua struttura emotiva rimane paralizzata, annichilita. Il corpo ha cessato di pulsare per l'emozione. L'emozione non insorge, non disgrega la tua coscienza e non la riaggrega fagocitando l'esperienza. Il "corpo-per-altri" vuole impossessarsi del "corpo-per-noi" e noi, per loro, non dobbiamo essere per noi, ma ter loro. In questo modo noi cessiamo di morire e di rinascere e iniziamo un lento cammino verso la morte di tutto ciò che siamo."


Fine citazione….
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NOTA: La pagina fa parte della Partita mondiale di calcio della filosofia con cui vengono definiti i principi filosofici propri della Religione Pagana.

martedì 28 gennaio 2020

Hera e i filosofi esistenzialisti e rinascimentali




E ancora, disse Hera: "Che cos'è la libertà del Dio? Non certo quella di "creare dal nulla" perché ogni Dio che viene vissuto dagli Esseri della Natura è figlio degli Esseri della Natura. Ma gli Esseri della Natura e gli Dèi creano nel senso che continuamente modificano il loro presente facendo germinare un nuovo e diverso presente."

"Come comunità dello spirito questo regno è l'associazione dei membri, in base al sapere di un tutto, con questo tutto in quanto loro idea. Ma lo spirito è sempre solo un tutto, non il tutto. In quanto tutto, esso deve legarsi ad un altro tutto e rimane sempre di fatto incompleto, anche nella propria realtà."

Karl Jaspers, Della verità, Bompiani, 2015, p. 759

"Questa idea" commentò Hera "di soggetti che formano una comunità, un'associazione dei membri è quanto di più depravato si possa pensare. Sembra quasi che i soggetti abbiano delle alternative e fra le varie alternative hanno scelto di unirsi in una comunità associandosi come membri. Quando mai? Si nasce, si cresce e ci si trasforma veicolando i propri bisogni e le proprie necessità. Un individuo della Natura è sempre un insieme che si separa dal mondo, da altri insiemi. Insiemi che tentano di sopravvivere in relazioni continue, in contraddizioni continue. Io Hera sono la coscienza della Natura formata da tutti gli Esseri della Natura. Io progetto il mutare di me stessa che diventa il mutare delle cose, ma i miei progetti hanno il limite nella volontà d'esistenza dei singoli Esseri della Natura. Non esiste uno "spirito" al di fuori degli Esseri, esistono le pulsioni d'esistenza dei singoli Esseri della Natura che alimentano le mie pulsioni d'esistenza.

"Non è dato ad ogni filosofia di comprendere una Rivelazione. Il presupposto fondamentale è un rapporto non meramente ideale, mediato attraverso la ragione, ma uno reale della natura umana con Dio."
 Schelling, Filosofia della Rivelazione, Rusconi, 1997, p. 923

Che cos'è una rivelazione? I piedi percorrono la terra e questa è la realtà. Si comprende il cammino delle trasformazioni che si vivono e si comprendono i soggetti che entrano nelle nostre relazioni. La vita della Natura è pura materia che si trasforma in continuazione ed io, Hera, comprendo tutti gli Esseri della Natura e nessuno di loro comprende Hera o entra in relazione con Hera. Io non sono al di sopra degli Esseri della Natura, io sono figlia degli Esseri della Natura e progetto me stessa alimentando le trasformazioni fra gli Esseri della Natura.

Poi, come se stesse riflettendo disse Hera: "Io divoro gli Esseri della Natura. Mi nutro della loro consapevolezza. Mi nutro degli sforzi che fanno in ogni trasformazione. Quando muoiono la loro consapevolezza diventa la mia consapevolezza. Hanno avuto la loro occasione di diventare eterni, di vivere con passione, di alimentare il desiderio. Molti di loro afferrano l'occasione della loro esistenza e vanno oltre "la mia bocca" oltre "il becco dell'aquila" per continuare a trasformarsi nell'eternità dei mutamenti. Troppi uomini preferiscono vivere per sottomissione, pregare e idealizzano il bisogno di un padrone che chiamano "Dio". Ed io mi nutro di loro. Mi nutro del loro fallimento. Fallirono nel momento stesso in cui rinunciarono alla loro "volontà d'esistenza".
"Se qualcuno vuole persuadere o dissuadere gli uomini di qualcosa che non è di per sé noto, costui allora, perché essi lo accolgano, deve dedurre la cosa che gli sta a cuore da ciò che è comunemente ammesso e convincerli con l'esperienza o con la ragione, vale a dire deve dedurre o dalle cose che essi hanno esperimentato per mezzo dei sensi verificarsi in natura, oppure dagli assiomi intellettuali per sé noti."
Spinoza, Trattato teologico-politico, Rusconi, 1999, p. 223

"Io" disse Hera "mi nutro della consapevolezza di uomini persuasi, mediante l'esperienza e la ragione, a rinunciare a veicolare nel mondo le loro emozioni e costretti, o convinti, a non affrontare le contraddizioni della vita e dell'esistenza. Io mi nutro di consapevolezze che hanno rinunciato a vivere e che attendono solo di morire cercando, magari, solo le piccole soddisfazioni che concede loro il dominio e il possesso su altri uomini incapaci di determinare la loro vita. Questi piccoli uomini che vivono di assiomi intellettuali noti solo alle loro convinzioni, invadono la Natura come una malattia che si propaga da individuo ad individuo. Disarmano le persone e le costringono a confidare nella provvidenza che benevola li accompagna alla loro distruzione. Per persuadere gli uomini ad essere sottomessi è necessario agire sulla loro infanzia con genitori che si sottomettono dimostrando all'infante che la sottomissione è la regola aurea della società. Convinci le persone ad essere sottomesse ed io mi nutrirò della loro vita."

"Povero filosofo: vedi una pianta che vegeta, e dici "vegetazione", oppure "anima vegetativa". Osservi che i corpi sono dotati di moto e lo trasmettono, e dici "forza"; vedi il tuo cane da caccia imparare il suo mestiere sotto la tua guida, e gridi "istinto", "anima sensitiva"; hai idee complesse, e dici "spirito". Ma, di grazia, che cosa intendi con queste parole? Questo fiore vegeta, ma esiste forse un essere reale che si chiama "vegetazione"? Questo corpo ne spinge un altro, ma possiede in sé un essere distinto che si chiama "forza"? Questo cane riporta una pernice, ma c'è un essere che si chiama "istinto"? Non rideresti di un ragionatore (quand'anche fosse stato precettore di Alessandro) che ti dicesse: "Tutti gli animali vivono, dunque c'è in essi un ente, una forma sostanziale che è la vita"? Se un tulipano potesse parlare, e ti dicesse: "La mia vegetazione ed io siamo due esseri uniti evidentemente insieme", non ti burleresti del tulipano?"
Voltaire, Dizionario di filosofia “tutti i romanzi e i racconti e Dizionario di filosofia", Mammut Newton, 1995, p. 449

"Se gli uomini affermano oggetti fuori dai sensi, li devono dimostrare. Quanto meno devono dimostrare che tali oggetti sono utili alla vita dell'uomo, ma se l'uomo si convince che il leone è utile nella sua esistenza e pretende di farlo convivere nella sua quotidianità, non si deve stupire se qualche leone decide di mangiarsi qualche uomo. Se scegli, perché vuoi o non sai fare altro, di essere sottomesso non ti devi stupire se sei la preda dei predatori sociali.

Fine citazione….
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NOTA: La pagina fa parte della Partita mondiale di calcio della filosofia con cui vengono definiti i principi filosofici propri della Religione Pagana.

domenica 26 gennaio 2020

Ares e i filosofi fondamentalisti e dialettici



Cito dalla pagina presentata

Gli uomini non hanno riscontri sull'efficacia delle preghiere, gli uomini hanno riscontro solo della loro impotenza davanti alle condizioni del mondo. Un'impotenza che ha costruito Atena quando, alimentando il bisogno di possesso degli uomini, ha alimentato la loro intelligenza per trasformare altri uomini in uno stato di schiavitù. Ci vuole l'intelligenza per costruire la schiavitù; ci vuole l'emozione per spezzare le catene. Ma spesso è troppo tardi e all'uomo sottomesso non resta che pregare. Non resta che attendere la liberazione dalla schiavitù che gli concede la morte del suo corpo fisico".
"Schiavi, obbedite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne, non solo quando vi vedono, come per piacere agli uomini, ma con sincerità di cuore, per timore del signore, tutto quello che fate, fatelo di cuore, come per il signore e non per gli uomini, sapendo che riceverete in ricompensa l'eredità dalle mani stesse di dio. E' a cristo signore che voi servite. Chiunque, invece, commette ingiustizia, commetterà secondo l'ingiustizia commessa: non vi sarà accettazione di persone."
Paolo di Tarso, lettera ai Colossesi 3, 22-25
 "Obbedite, obbedite" afferma sbuffando ed imprecando Ares " non mi sentite fremere dentro di voi? Non anelate a grandi spazi o ad una vita felice senza obblighi né catene? I vostri genitori vi hanno allevati come animali affinché siate sottomessi al loro servizio e voi vi comportate da animali facendo della sottomissione il piacere del vostro padrone, del vostro Dio. In questo modo usarono Atena per costruire un branco di lupi che si contendevano uomini trasformati in greggi di pecore che i lupi portano al macello della vita. E poi" riflettè Ares "i lupi possono cibarsi di pecore, ma non trasformano uomini in pecore, allo stesso modo la pecora non teme il lupo quanto dovrebbe temere l'uomo che vuole essere il suo padrone. Sterminarono più pecore gli uomini che non tutti i predatori fin da quando le pecore divennero per diversificazione di specie precedenti. E, dopo aver distrutto l'uomo trasformandolo in pecora sottomessa e violentato l'Ares dentro di lui, chiamarono giustizia la schiavitù dell'uomo e ingiustizia il suo desiderio di libertà."

"La rivoluzione borghese non può accogliere attorno alla borghesia, per un periodo di una certa durata, masse di milioni di lavoratori e di sfruttati, appunto perché loro sono lavoratori e sfruttati, mentre invece la rivoluzione proletaria se vuole assolvere al proprio compito essenziale, che è di consolidare il potere proletario e di edificare una nuova economia socialista, può e deve legare i lavoratori e gli sfruttati al proletariato in un'alleanza durevole, appunto perché essi sono degli sfruttati e dei lavoratori."

Stalin, Questioni del leninismo, l'Unità, 1945, p. 137-138

"La storia umana del tempo della filosofia è la storia della guerra finalizzata a rendere gli uomini sottomessi. Questa storia "dice Ares "è una storia che toglie agli uomini la loro capacità di critica del presente. Combattere significa disarmare il nemico e meno gli uomini sono in grado di analizzare il presente in cui vivono, tanto più sono disarmati nei confronti di chi li vuole sottomettere quando presenta loro una verità immaginaria dalla quale non sono in grado di sottrarsi. Ma io prorompo" continua Ares "nei bisogni, nelle necessità e nei desideri. Afrodite è la compagna di Efesto, ma io sono il desiderio che combatte nelle contraddizioni dell'esistenza e Afrodite non può negarsi là dove il desiderio e la passione degli uomini invade il mondo in cui vivono. Gli uomini possono essere ridotti in schiavitù, ma il desiderio, la passione, i bisogni, quando si riempiono di emozione, tendono a rompere i legami e io, Ares, insorgo dentro di loro. A volte Atena mi affianca e allora anche lo schiavo, anziché gettarsi come un toro infuriato contro il suo mulino a vento, progetta, medita, soppesa come usare la forza emotiva dentro di sé per rendere stabile la rimozione delle catene che in quel momento lo stanno soffocando."

Fine citazione….
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giovedì 23 gennaio 2020

Inganno e i filosofi rinascimentali e dialettici

Cito da questa pagina:
L'inganno è offriti quello che tu devi pensare. Se Bacone avesse detto "loro dicono queste o quelle cose", tu avresti potuto decidere se loro sono "stupratori di spirito". Ma tu non puoi decidere, devi scegliere se accettare quello che Bacone dice o rifiutarlo. Non stai dando un giudizio sugli "stupratori di spirito", stai schierandoti per tifare. Questo" continua Inganno "è l'inganno di tutti gli inganni. L'affermazione che offre l'aggettivo anziché offrire i fatti che tu puoi definire mediante un aggettivo. Vieni derubato della tua capacità di usare gli aggettivi per definire qualcosa perché sei stato derubato della conoscenza dei fatti e, in ultima analisi, della tua capacità di dare dei giudizi.
"Quelli di loro che volevano ribellarsi e giocare al liberalismo in modo troppo rumoroso e troppo incomodo per il regime imperiale furono naturalmente scartati, soffocati. Ma tutti gli altri, quelli che lasciarono le fisime politiche al popolo si applicarono esclusivamente e seriamente al grande affare della borghesia, cioè allo sfruttamento del popolo furono potentemente protetti e incoraggiati: si diedero loro perfino, per salvare l'onore, tutte le apparenze della libertà."
Bakunin, Là dove c'è lo Stato non c'è libertà, Acquerelli Demetra, 1996, p. 210
"Il gioco dell'inganno" continuò Inganno "spesso consiste nel vendere apparenza per impedire all'ingannato di afferrare la sostanza, i contenuti, delle cose. Contenuti e realtà dalla quale viene allontanato giocando sulla sua non conoscenza e sulla sua disposizione a credere per vero ogni cosa che gli viene detta capace di soddisfare le sue aspettative. Lasciamo che il "popolo" si illuda di tutti quei privilegi politici ai quali non accederà mai. E mentre lui combatte per i principi politici, viene violentato nel quotidiano con la promessa che domani le cose cambieranno. Ma le cose non cambiano a meno che l'imperatore o il potere finanziario non comprendono che è nel loro interesse poter disporre di un popolo colto e benestante perché aumenta la circolazione di denaro e favorisce l'accumulo di ricchezza. Ma fino ad allora ogni rivendicazione sociale ha il solo scopo di individuare i "facinorosi", le persone sensibili, quelle pronte a sacrificare sé stesse per la causa e per poterle colpire rendendole innocue privando quel "popolo" dei suoi potenziali campioni. Protesta per la politica sociale, battiti sulle barricate e sottrarrai te stesso alla società civile perché sarai colui che deve essere reso impotente per fermare ogni tipo di protesta. E mentre tu combatti per ideali, veri o immaginati che siano, altri agiscono per i loro interessi e tu diventi pedina di un gioco di cui non conosci fini o confini. Alla fine di ogni gioco, vince sempre il trafficante di schiavi che nei momenti peggiori cambia maschera e cambia tecniche di sfruttamento mentre, nei momenti migliori, si assicura bestiame umano a basso costo."
"Bisogna stimare come massimi doveri, rispetto a tutto il resto, quelli che rispondono all'interesse della Città, affinché sia ben amministrata, e non bisogna caldeggiare la rivalità oltre il conveniente e neanche imporsi con la forza contro l'utile comune. Infatti, una Città ben amministrata è l'appoggio più grande e ciò riguarda ogni aspetto: dove questo viene ben amministrato, tutto è salvato; mentre dove questo viene distrutto, tutto va in rovina."
Democrito, Raccolta di frammenti interpretazione e commentario di Salomon Luria, Bompiani, 2007, p. 741
"In una società gruppi economici e gruppi sociali, a volte anche gruppi criminali, si scontrano per assicurarsi dei vantaggi economici e sociali." Continua Inganno "Le persone spesso non sono in grado di distinguere
---fine citazione-----
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lunedì 13 gennaio 2020

Giorno Pagano Europeo della Memoria 2020


Il Rito religioso che commemora il Giorno Pagano Europeo della Memoria viene celebrato presso il Bosco Sacro in Jesolo – Venezia sabato 22 febbraio 2020 dalle ore 17.00.

Il Rito serve a ricordare i martiri delle Antiche Religioni che furono macellati da ebrei e cristiani per puro odio religioso in nome del loro Dio assassino che intendeva imporre la sua morale di morte e di genocidio. Si vuole idealmente ricordare l'olocausto con cui il Dio di ebrei e cristiani si vanta di aver macellato tutti gli uomini sulla faccia della terra col "diluvio universale", non tanto per il diluvio in sé stesso che sappiamo non essere mai avvenuto, quanto per l'orrore di aver introdotto nell'ideologia religiosa di ebrei e cristiani il principio etico, sociale e giuridico secondo cui l'altro va macellato per sottometterlo ad un'idea religiosa, a Dio.



Questo orrore ha insanguinato la storia dal genocidio dei sacerdoti di Baal, il principio maschile della vita, che gli ebrei affermano di aver macellato per conto e ordine del loro Dio, al genocidio di popoli messo in atto dai cristiani in nome del loro Dio.

Si ricordano tutti i martiri marchiati dai cristiani come "eretici" che hanno sacrificato la loro vita per costruire la libertà sociale. Si ricordano tutte le donne chiamate "streghe" che i cristiani si sono divertiti a bruciare sui roghi per tentare di avere sollievo nel buio e nella disperazione del loro fallimento esistenziale. Si ricordano tutti i bambini violentati dai cristiani per imporre loro la fede in un criminale in croce che ordina di ammazzare chiunque non si metta in ginocchio davanti a lui. Si ricorda il genocidio di popoli operato dai cristiani per imporre la fede cristiana. Il genocidio chiamato colonialismo con cui i cristiani hanno devastato la terra e tutt'ora la devastano in nome e per conto del loro Dio padrone che fa dell'odio sociale la sua unica ragione di vita.

Si vogliono ricordare tutti i singoli uomini, i "Giusti" quelli che convinti che la libertà dall'odio ebreo e cristiano fosse nella società più importante della sottomissione all'odio di un Dio che ordina agli ebrei di ammazzare uomini, donne e bambini per il loro divertimento.

Se noi dimentichiamo gli orrori imposti dai cristiani in 2000 anni della loro storia, allora ci faremmo complici di quegli orrori. Fu la nostra Corte di Cassazione a decretare che i "Delitti contro l'umanità non cadono mai in prescrizione" eppure, questo principio, così importante per la società civile Italiana, non viene applicato permettendo continuamente al terrore di espandersi nella società civile e costruendo sofferenza negli uomini per favorire l'attività di terrore ed odio del Dio dei cristiani e dei cristiani che, in nome di quel Dio, continuano a violentare bambini e a diffondere il loro odio contro le Istituzioni sacre di questo paese.

Per informazioni vedi:

13 gennaio 2020

sabato 11 gennaio 2020

La Religione Pagana


La difficoltà nella costruzione della Religione Pagana consiste nel fatto che oggi come oggi non si possono usare i mezzi e i metodi con cui si costruiva e si definiva una religione 2000-2600 anni or sono. La costruzione della Religione Pagana obbedisce alle leggi di relazione emotiva fra l'uomo e il mondo e alle regole sociali proprie del 2000.

Purtroppo siamo circondati da truffatori che sfruttando la manipolazione mentale messa in atto dai cristiani sull'infanzia si trasformano in tanti profeti, salvatori, annunciatori di verità misteriche in una relazione mistica con un Assoluto che altro non è che la loro struttura psichica malata e disperata. Costoro trovano facile esca fra una classe sociale semi benestante che da un lato vive una condizione psicologica di vuoto esistenziale e dall'altra parte è alla ricerca della veicolazione di un proprio delirio di onnipotenza pensandosi alla destra di un onnipotente al quale vogliono mettersi al servizio.

Di questi personaggi ne vediamo molti, tutti cristiani. Tutti deliranti rispetto ad un assoluto che descrivono con familiarità. Tutti falliti esistenziali che si nutrono, come vampiri, della disperazione psichica sociale. Dai No-Vax ai Di Bella, dai guru indiani agli sciamani, dai cartomanti ai taroccari, dai preti cattolici falliti a preti cattolici stupratori di bambini.

La costruzione della Religione Pagana non può passare attraverso meccanismi pseudo-sociali di questo tipo. La Religione Pagana non raggruppa masse di uomini disperati alla ricerca di un qualche miracolo che rimedi ad una vita di disperazione.

La Religione Pagana è la religione che costruisce le relazioni fra l'uomo e il mondo inteso come un insieme di Esseri Viventi che trasformano continuamente sé stessi. La Religione Pagana è l'arte di vivere. L'arte di costruire le relazioni sociali e, in quest'ottica, la Religione Pagana interpreta sia la storia che la filosofia, intesa come storia del pensiero umano generato dalla necessità di liberazione dall'assolutismo che opprime le possibilità di trasformazioni dell'uomo, sia come storia dell'orrore imposto all'uomo. Dove, per uomo, non si intende il "possessore di uomini" a qualunque livello o in qualunque forma, ma l'uomo come soggetto, come struttura fondante di sé stesso, che abita un mondo nel quale si trasforma e diviene giorno dopo giorno.

La Religione Pagana non sostiene, come Eraclito "Un uomo non può bagnarsi nella stessa acqua" perché tutto scorre, ma sostiene che l'uomo scorre in una continua trasformazione e pertanto non sarà mai lo stesso uomo che si bagna nello stesso fiume perché, come l'acqua che scorre nello stesso fiume è diversa, così è diverso l'uomo ogni giorno, in ogni istante della sua esistenza.

Essendo sempre diverso l'uomo ed essendo sempre diversi ogni elemento che forma l'oggettività in cui viviamo, la Religione Pagana non è in grado di definire una "verità" dell'esistenza perché ogni verità ucciderebbe le trasformazioni e il divenire dell'uomo. La Religione Pagana definisce i mezzi e gli strumenti per leggere l'oggettività nella quale viviamo e definisce gli strumenti mediante i quali l'uomo può vivere e affrontare il mondo in cui vive.

Per questo motivo la costruzione della Religione Pagana non può usare gli strumenti di 2000 anni or sono, ma deve usare gli strumenti di oggi. Deve rispondere alle esigenze degli uomini di oggi diventando uno strumento attraverso il quale gli uomini affrontano oggi i loro problemi.


11.01.2020