martedì 28 gennaio 2020

Hera e i filosofi esistenzialisti e rinascimentali




E ancora, disse Hera: "Che cos'è la libertà del Dio? Non certo quella di "creare dal nulla" perché ogni Dio che viene vissuto dagli Esseri della Natura è figlio degli Esseri della Natura. Ma gli Esseri della Natura e gli Dèi creano nel senso che continuamente modificano il loro presente facendo germinare un nuovo e diverso presente."

"Come comunità dello spirito questo regno è l'associazione dei membri, in base al sapere di un tutto, con questo tutto in quanto loro idea. Ma lo spirito è sempre solo un tutto, non il tutto. In quanto tutto, esso deve legarsi ad un altro tutto e rimane sempre di fatto incompleto, anche nella propria realtà."

Karl Jaspers, Della verità, Bompiani, 2015, p. 759

"Questa idea" commentò Hera "di soggetti che formano una comunità, un'associazione dei membri è quanto di più depravato si possa pensare. Sembra quasi che i soggetti abbiano delle alternative e fra le varie alternative hanno scelto di unirsi in una comunità associandosi come membri. Quando mai? Si nasce, si cresce e ci si trasforma veicolando i propri bisogni e le proprie necessità. Un individuo della Natura è sempre un insieme che si separa dal mondo, da altri insiemi. Insiemi che tentano di sopravvivere in relazioni continue, in contraddizioni continue. Io Hera sono la coscienza della Natura formata da tutti gli Esseri della Natura. Io progetto il mutare di me stessa che diventa il mutare delle cose, ma i miei progetti hanno il limite nella volontà d'esistenza dei singoli Esseri della Natura. Non esiste uno "spirito" al di fuori degli Esseri, esistono le pulsioni d'esistenza dei singoli Esseri della Natura che alimentano le mie pulsioni d'esistenza.

"Non è dato ad ogni filosofia di comprendere una Rivelazione. Il presupposto fondamentale è un rapporto non meramente ideale, mediato attraverso la ragione, ma uno reale della natura umana con Dio."
 Schelling, Filosofia della Rivelazione, Rusconi, 1997, p. 923

Che cos'è una rivelazione? I piedi percorrono la terra e questa è la realtà. Si comprende il cammino delle trasformazioni che si vivono e si comprendono i soggetti che entrano nelle nostre relazioni. La vita della Natura è pura materia che si trasforma in continuazione ed io, Hera, comprendo tutti gli Esseri della Natura e nessuno di loro comprende Hera o entra in relazione con Hera. Io non sono al di sopra degli Esseri della Natura, io sono figlia degli Esseri della Natura e progetto me stessa alimentando le trasformazioni fra gli Esseri della Natura.

Poi, come se stesse riflettendo disse Hera: "Io divoro gli Esseri della Natura. Mi nutro della loro consapevolezza. Mi nutro degli sforzi che fanno in ogni trasformazione. Quando muoiono la loro consapevolezza diventa la mia consapevolezza. Hanno avuto la loro occasione di diventare eterni, di vivere con passione, di alimentare il desiderio. Molti di loro afferrano l'occasione della loro esistenza e vanno oltre "la mia bocca" oltre "il becco dell'aquila" per continuare a trasformarsi nell'eternità dei mutamenti. Troppi uomini preferiscono vivere per sottomissione, pregare e idealizzano il bisogno di un padrone che chiamano "Dio". Ed io mi nutro di loro. Mi nutro del loro fallimento. Fallirono nel momento stesso in cui rinunciarono alla loro "volontà d'esistenza".
"Se qualcuno vuole persuadere o dissuadere gli uomini di qualcosa che non è di per sé noto, costui allora, perché essi lo accolgano, deve dedurre la cosa che gli sta a cuore da ciò che è comunemente ammesso e convincerli con l'esperienza o con la ragione, vale a dire deve dedurre o dalle cose che essi hanno esperimentato per mezzo dei sensi verificarsi in natura, oppure dagli assiomi intellettuali per sé noti."
Spinoza, Trattato teologico-politico, Rusconi, 1999, p. 223

"Io" disse Hera "mi nutro della consapevolezza di uomini persuasi, mediante l'esperienza e la ragione, a rinunciare a veicolare nel mondo le loro emozioni e costretti, o convinti, a non affrontare le contraddizioni della vita e dell'esistenza. Io mi nutro di consapevolezze che hanno rinunciato a vivere e che attendono solo di morire cercando, magari, solo le piccole soddisfazioni che concede loro il dominio e il possesso su altri uomini incapaci di determinare la loro vita. Questi piccoli uomini che vivono di assiomi intellettuali noti solo alle loro convinzioni, invadono la Natura come una malattia che si propaga da individuo ad individuo. Disarmano le persone e le costringono a confidare nella provvidenza che benevola li accompagna alla loro distruzione. Per persuadere gli uomini ad essere sottomessi è necessario agire sulla loro infanzia con genitori che si sottomettono dimostrando all'infante che la sottomissione è la regola aurea della società. Convinci le persone ad essere sottomesse ed io mi nutrirò della loro vita."

"Povero filosofo: vedi una pianta che vegeta, e dici "vegetazione", oppure "anima vegetativa". Osservi che i corpi sono dotati di moto e lo trasmettono, e dici "forza"; vedi il tuo cane da caccia imparare il suo mestiere sotto la tua guida, e gridi "istinto", "anima sensitiva"; hai idee complesse, e dici "spirito". Ma, di grazia, che cosa intendi con queste parole? Questo fiore vegeta, ma esiste forse un essere reale che si chiama "vegetazione"? Questo corpo ne spinge un altro, ma possiede in sé un essere distinto che si chiama "forza"? Questo cane riporta una pernice, ma c'è un essere che si chiama "istinto"? Non rideresti di un ragionatore (quand'anche fosse stato precettore di Alessandro) che ti dicesse: "Tutti gli animali vivono, dunque c'è in essi un ente, una forma sostanziale che è la vita"? Se un tulipano potesse parlare, e ti dicesse: "La mia vegetazione ed io siamo due esseri uniti evidentemente insieme", non ti burleresti del tulipano?"
Voltaire, Dizionario di filosofia “tutti i romanzi e i racconti e Dizionario di filosofia", Mammut Newton, 1995, p. 449

"Se gli uomini affermano oggetti fuori dai sensi, li devono dimostrare. Quanto meno devono dimostrare che tali oggetti sono utili alla vita dell'uomo, ma se l'uomo si convince che il leone è utile nella sua esistenza e pretende di farlo convivere nella sua quotidianità, non si deve stupire se qualche leone decide di mangiarsi qualche uomo. Se scegli, perché vuoi o non sai fare altro, di essere sottomesso non ti devi stupire se sei la preda dei predatori sociali.

Fine citazione….
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NOTA: La pagina fa parte della Partita mondiale di calcio della filosofia con cui vengono definiti i principi filosofici propri della Religione Pagana.

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