martedì 4 agosto 2020

Coraggio e vigliaccheria nella Religione Pagana



Quando la Religione Pagana parla di coraggio si riferisce all’individuo, al coraggio con cui l’individuo affronta la propria vita e la propria esistenza. Coraggio è la capacità dell’individuo di pesare alle condizioni e ai problemi della propria vita, di ordinarli, di organizzarsi in funzione della loro soluzione e di affrontarne i lati contraddittori risolvendo le questioni nel miglior modo possibile.

Il coraggio è la capacità di affrontare i problemi distinguendo il problema dall’insieme delle condizioni esistenziali. Si può affrontare i problemi anche distruggendo la condizione esistenziale: suicidandosi o costruendo campi di sterminio. Ma questa è la scelta dei vigliacchi e degli incompetenti. La scelta di chi vuole ridurre l’esistente alla propria dimensione personale. L’esistente non deve disturbare il vigliacco che quando è debole si lamenta per i disturbi subiti e quando è forte distrugge e annienta quanto lo disturba.

Esiste un coraggio sociale, un coraggio religioso e un coraggio politico quando i problemi che si presentano sono di quella natura e quando le persone che li affrontano hanno assunto la funzione di affrontare quei problemi, insieme o per conto della società civile.

Un esempio classico di vigliaccheria contrapposta al coraggio è quella manifestata da Gesù nei vangeli dove ordina di “ammazzare tutti quelli che non volevano sottomettersi a lui”. Il problema per Gesù era quello che alcune persone non volevano riconoscerlo come il loro re. Non era in grado di argomentare i motivi per i quali costoro dovevano sottomettersi, poteva solo usare la forza del vigliacco e ordinare di ammazzarli. Se fosse stato un individuo coraggioso o non avrebbe ordinato a nessuno di sottomettersi, oppure avrebbe argomentato sulla necessità di “sottomettersi” obbedendo ad ordini che li avrebbe avvantaggiati del tipo: “le truppe obbediscono al generale che difende la città da un’aggressione nemica!”. Ma lui diceva: “Sottomettetevi a me che sono il vostro padrone!”

Nella religione Pagana il coraggio è l’attività del singolo soggetto nell’abitare il mondo e nel come affronta i problemi che il mondo, o lui nel mondo, gli presentano.

Tuttavia, la vigliaccheria come il coraggio, non sono caratteristiche intrinseche degli uomini o delle donne. La vigliaccheria e il coraggio sono la manifestazione nell’individuo alle risposte che l’individuo è stato costretto a dare rispetto ai fenomeni e alle sollecitazioni che la società gli ha presentato fin dal primo giorno in cui è nato.

Il coraggio e la vigliaccheria si costruiscono nell’individuo, giorno dopo giorno. La responsabilità non è dell’individuo che manifesta coraggio o vigliaccheria, ma dei diversi ruoli sociali che costringono l’individuo, specialmente nei primissimi giorni della sua vita, a rispondere alle sollecitazioni del mondo. Alle sollecitazioni delle cure della madre, al sistema parentale, a tutto quel gioco di premi e punizioni, ricatti e minacce che gli adulti fanno nei confronti del bambino e della bambina appena nati. Premi e punizioni, ricatti e minacce che attentano alla sua struttura emotiva che viene vissuta come una permanente minaccia alla sua esistenza nel mondo.  L’individuo si costruisce attraverso le risposte che l’individuo, appena nato, riesce a dare, adattandosi, alle aspettative degli adulti. In sostanza, è la società che costruisce l’individuo coraggioso o il vigliacco.

Eppure, anche se noi conosciamo le cause della costruzione nell’individuo di un atteggiamento coraggioso o vigliacco, dobbiamo distinguere fra individui adulti coraggiosi e individui adulti vigliacchi perché, l’uno e l’altro, introducono nella società delle variabili dalle quali noi, oggi, e i nuovi nati non possono prescindere. Ma come possiamo distinguere gli individui coraggiosi dai vigliacchi se a nostra volta non siamo coraggiosi o vigliacchi? Si può dire che il simile si affianca al simile perché simile è la sensibilità con cui si affronta il mondo.

Il coraggioso non si aspetta che qualcuno lo segua o lo sostiene, se arriva tanto meglio; il vigliacco cerca di fare o partecipare al gregge perché senza massa non è in grado di affrontare gli individui coraggiosi.

Concludendo, affianchiamoci agli individui coraggiosi che affrontano i problemi della vita, della società, della politica, della religione, magari da soli contro tutto un sistema di pensiero omologante e osserviamo con sospetto e con diffidenza i vigliacchi che si aggregano in massa omologata per aggredire i diversi, gli emarginabili. Appaiono più forti perché il gregge è massa, ma basta un problema che non possono risolvere con l’annientamento o il genocidio per trasformarli in una massa belante e supplice.

04 agosto 2020

Claudio Simeoni

Nessun commento:

Posta un commento