sabato 13 giugno 2020

Lo Stregone e l'arte della Stregoneria



Quando inizio a parlare di Stregoneria, dopo aver fatto molte trasmissioni radiofoniche in merito, decido di pubblicare l'arte della Stregoneria in un libro cartaceo.


La prima difficoltà che mi si presenta è riuscire a far comprendere che per "praticare Stregoneria" è necessario pensare il mondo in un modo specifico. Quando si apre la porta della conoscenza che ci permette di praticare Stregoneria, il mondo assume una diversa forma e una diversa realtà dal come viene pensato normalmente. Mentre nella normale forma quotidiana alberi, animali, sole, terra ecc. sono forme che non parlano o comunicano in maniera relativa, il mondo della Stregoneria è un mondo pieno di voci e di suoni. Nel mondo della Stregoneria si muovono corpi apparentemente privi di sostanza. Nel mondo della Stregoneria, anche quando gli uomini parlano, si veicolano emozioni che si percepiscono e fanno sparire le parole sostituendole con le intenzioni che si percepiscono.

Il mondo della Stregoneria è un mondo estraneo alla ragione che descrive il mondo mediante la forma e la quantità. Non ci sono parole per descrivere il mondo della Stregoneria. Lo si può descrivere mediante assonanze, simboli, similitudini. Se non si è ben consapevoli che sono assonanze, simboli e similitudini, si corre il rischio che la ragione trasformi il tutto in una "realtà" sulla quale fantasticare.

Il libro si pone questo problema: far comprendere la qualità del mondo in Stregoneria mediando fra la percezione che ha lo Stregone del mondo e le possibilità della ragione di descrivere ciò che per essa è inconsueto.

I testi presentati in questo libro sono difficilmente rintracciabili in internet salvo i testi che costituiscono la terza parte che riguarda "Howard Gardner, Manipolazione mentale Gestione delle masse mediante l'illusione".

I testi presentati nel libro sono molto vecchi, scritti spesso alla fine degli anni '90 e sono stati discussi nelle trasmissioni radiofoniche di "Magia, Stregoneria e Paganesimo" a Radio Gamma5 in quegli anni.

Anche se altri libri di Stregoneria (essenzialmente due) completeranno il ciclo, questo testo rimane essenziale perché senza il punto di vista sul mondo, ogni tecnica della Stregoneria perde la sua funzione di alimentare e indirizzare la trasformazione soggettiva e rimane una pura tecnica che rende l'individuo magari astuto, ma vuoto.

Il libro è presentato nella pagina:


In questa pagina trovate l'indice e gli argomenti del libro "Lo Stregone e l'arte della Stregoneria"

In questa pagina e partendo da questa pagina, trovate i capitoli della terza sezione del libro, quella che parla dello Stregone nella società civile e come lo Stregone analizza l'oggettività sociale partendo dalle farneticazioni di un sociologo americano, Howard Gardner, che pensava di aver scoperto qualche cosa di nuovo sulla "manipolazione delle masse". In fondo alla pagina c'è l'elenco dei capitoli ai quali potete accedere cliccando sopra.


La pratica della Stregoneria non è mai stata descritta perché è molto complesso rendere nel mondo statico della forma e della quantità, proprio della ragione, il mondo della trasformazione, il mondo dell'azione e il mondo dell'emozione. Nella ragione abbiamo un'idea del cambiamento. L'idea del cambiamento nella ragione è dato da un presente che chiamiamo ieri (o prima) ad un presente che chiamiamo oggi (ora o dopo). Ma sono sempre pensati come presenti mentre lo spazio fra lo ieri e l'oggi viene cancellato. Tutte le azioni e tutte le rappresentazioni emotive che si sono presentate nello spazio fra lo ieri descritto e l'oggi descritto, sono sparite, cancellate dalla coscienza anche se sono presenti dentro di noi e ci hanno trasformato. Ciò che siamo oggi non è ciò che eravamo ieri e oggi siamo diversi da come saremo domani. Far partecipare la nostra coscienza a questa trasformazione è il senso dell'arte della Stregoneria.

13 giugno 2020

Adorare nella Religione Pagana


Cosa intendono i Pagani quando dicono "noi adoriamo gli Dèi"?

La Religione Pagana moderna riprende il significato più antico attribuito al termine "adorare".

Significava "parlare a…".

I Pagani parlano agli Dèi del mondo. Gli Dèi del mondo capiscono quanto i Pagani dicono?

Con gli Dèi non si comunica mediante le parole, con gli Dèi si comunica mediante le emozioni che vengono veicolate dalle decisioni e dalle azioni.

Tuttavia, l'uomo parla. Nel parlare manifesta intenzioni, desideri e passioni che sono sostanziati da emozioni. Dunque, nel parlare l'uomo esprime delle emozioni e queste emozioni sono quanto gli Dèi, e con essi i soggetti del mondo al di là della specie cui appartengono, percepiscono ed elaborano mediante le proprie emozioni inserendo quell'esperienza emotiva nel proprio modo di costruire conoscenza.

Dunque, parlare agli Dèi serve per manifestare noi stessi nei loro confronti.

E gli Dèi ci ADORANO ogni volta che parlano a noi stessi al di là di come, percependo emozioni che dal mondo giungono a noi, noi le rielaboriamo nella nostra coscienza.

Più noi indirizziamo le nostre emozioni, anche con le parole, verso gli Dèi, più gli Dèi indirizzano le loro emozioni nei nostri confronti. Questo perché nella vita gli uomini, ogni specie, animale e vegetale, e gli Dèi camminano assieme costruendo un reciproco vantaggio e coloro che parlano rivolti agli Dèi manifestano un intento che può essere utile all'intento degli Dèi e viceversa.

L'unica cosa che gli Dèi non tollerano è la supplica, la contrizione, il senso di colpa a cui spesso gli uomini soggiacciono per la violenza imposta loro dalla società. Questo per gli Dèi è intollerabile perché non è possibile fare progetti comuni con chi si ritiene sottomesso a qualcosa che ritiene superiore a lui.

I Pagani non si sottomettono agli Dèi, ma parlano loro da pari a pari anche quando i problemi, che i Pagani vivono tendono a soffocare la loro vita.

13 giugno 2020


venerdì 12 giugno 2020

La Religione di Roma antica nella Religione Pagana moderna



Nel Libro dell'Anticristo c'è un capitolo che tratta delle "Linee di tensione". Nelle mie prime visioni le "Linee di tensione" erano una sorta di reticolato luminoso che collega fra loro ogni essere vivente e non vivente sul pianeta. Impiegai molto tempo per riuscire a capire perché ero così attratto da questo tipo di visioni. Più vivevo queste linee di tensione e più queste "Linee di tensione" prendevano senso e forma. Successe che mi accorsi che io influivo su queste "Linee di tensione" e, nello stesso tempo, queste "Linee di tensioni" influivano sulla mia sensibilità e sulla mia percezione.

In sostanza, compresi che quelle "Linee di tensione" avevano una propria intelligenza, un proprio scopo, una propria volontà con cui direzionarsi. In questo modo scoprii che quelle "Linee di Tensione" erano gli Dèi degli Antichi. Fu una sorta di shock emotivo che mi costrinse a riflettere.

Le mie nozioni di mitologia non coincidevano con quanto percepivo e con quanto stavo vivendo.

Da attivista sociale (politico) ho iniziato a praticare Stregoneria scoprendo modi diversi e inusuali di percepire e interpretare la realtà in cui vivevo ed ora questa realtà si stava rivelando ancora diversa.

La rivelazione successiva fu la scoperta della "Religione popolare di Roma Antica". Non la religione degli imperatori, ma la religione della gente.

Fu così che nella seconda metà degli anni '90 scrissi "Il sentiero d'oro" che non era altro che l'interpretazione Pagana di come gli Antichi interpretavano gli Dèi. Non voleva essere una ricerca storica, questa la lasciamo agli storici e agli archeologi (sempre che vogliano fermarsi ai dati e non pretendano di interpretarli), ma era una ricerca di "senso religioso" che si svincolava dalle interpretazioni con cui i cristiani giudicavano e descrivevano l'Antica Religione delle persone di Roma.

A questo testo seguì, dopo breve tempo, un secondo testo sempre sull'Antica religione popolare di Roma da titolo "Ciò che porta a diventare eterni nella Religione di Roma Antica". In questo testo riprendevo le idee espresse ne "Il sentiero d'oro" e dimostrare come la Religione Pagana sia  una religione che garantisce, a determinate condizioni esistenziali, l'eternità degli individui oltre la morte del corpo fisico.

Entrambi i testi, presentati e discussi anche durante le trasmissioni radiofoniche di "Magia, Stregoneria e Paganesimo" a Radio Gamma5, circolarono per anni sotto forma di ciclostilato.

Poi, cinque anni fa, iniziai una sistemazione lunga e laboriosa. Molte figure vennero riscritte e arricchite e, alla fine, nel 2019, sono riuscito a pubblicare i due libri in un unico volume dal titolo "La Religione di Roma antica nella Religione Pagana moderna".


Il libro fissa il senso della Religione di Roma Antica per come noi intendiamo usarla nella costruzione della Religione Pagana di oggi.

La trasformazione della mia percezione delle "Linee di Tensione", che ebbi all'inizio del mio percorso di Stregoneria, fu un continuo approfondimento e svelamento di una realtà immensa nella quale noi viviamo e dalla quale la nostra ragione, intesa come capacità di descrivere il mondo come forma e quantità, ci mantiene separati per garantire la nostra sanità mentale.

In seguito scoprirò altre cose a riguardo della "Linee di tensione" che riguarda, essenzialmente, la loro qualità emotiva, ma questo viene sviluppato in ambiti diversi, più legati ai processi di trasformazione di uomini e donne che non alla forma religiosa che, comunque, in seguito si svilupperà ulteriormente portandomi ad incontrare gli Dèi come descritti dai Greci e dagli altri popoli antichi (Egiziani e Sumeri).

Il libro "Il sentiero d'oro" rappresenta il mio passaggio (forse sarebbe stato meglio parlare di "transizione") dalla Stregoneria, come trasformazione personale della percezione e interpretazione del mondo, alla definizione religiosa della qualità del mondo in cui viviamo.

Dobbiamo essere consapevoli che ogni volta che apriamo una porta della conoscenza su un nuovo aspetto del mondo e della vita, c'è un immenso da esplorare e analizzare.

Con i testi, contenuti in questo libro, nasce la Religione Pagana moderna.

Il libro è presentato in questa pagina web che presenta l'introduzione, la quarta di copertina e l'indice.


In fondo alla pagina ci sono i link per raggiungere gli indici in cui sono presentati tutti i capitoli (molti dei quali tradotti in lingua Portoghese)

I capitolo de "Il sentiero d'Oro":

I capitoli di "Ciò che porta a diventare eterni nella Religione di Roma Antica":

12 giugno 2020

giovedì 11 giugno 2020

La creazione nella Religione Pagana


Questo piccolo libro nasce dall'esigenza di distinguere il concetto di creazione proprio della Religione Pagana dai concetti di creazione delle varie "religioni" nel mondo.


In linea di massima ci sono due concetti a fondamento di ogni religione. Il concetto di creazione e il concetto di morte del singolo individuo. Nelle "Antiche Religioni" precristiane c'erano vari concetti di nascita dell'universo e di morte. Spesso alcuni concetti si sovrappongono e l'invenzione platonica della reincarnazione, diffusa dai filosofi al seguito di Alessandro Magno, ha condizionato le culture dal 300 a.c. fino al neoplatonismo rinascimentale di Marsilio Ficino e i derivati esoterici.

Chiarire il concetto di creazione, significa chiarire la qualità della vita che vive un Pagano.

Il libro inizia con l'analisi dei concetti di creazione di ebrei, cristiani, perché sono quelli che noi stiamo vivendo immediatamente. Analizza la creazione nel Rg Veda, nell'Antico Egitto (varie cosmologie) e le creazioni proprie della Religione dell'Antica Grecia preplatoniche come l'orfismo e le mette in relazione con il concetto di creazione proprie delle mie prime visioni, quando ho iniziato a praticare Stregoneria, come descritto nella prima sezione del Libro dell'Anticristo.

Io non penso di riuscire a rimuovere le convinzioni o le credenze delle persone, penso di fornire sia spunti di riflessione che argomentazioni sufficienti per far comprendere, almeno per ora, che il concetto di creazione della Religione Pagana è perfettamente inserito nel dibattito esistenziale della società moderna. Una società moderna che può progredire solo riprendendo concetti più antichi di quel platonismo che sembra condizionare e inquinare la vita dell'uomo.


 Su internet trovate tutti i capitoli del libro. Questo è l'indirizzo al primo capitolo, alla fine del capitolo, trovate l'indirizzo di tutti gli altri capitoli.

Il discorso sulla creazione comprende sei capitoli:

1) La creazione ebrea e cristiana e i suoi effetti nella vita dell'uomo;
2) Il significato delle creazioni Sumere ed Egiziane. Dalla maturità degli antichi all'infantilismo ebreo e cristiano;
3) La creazione nei Veda e la creazione egiziana: i sensi come Dèi;
4) La creazione nell'Inno al Purusa alle cosmogonie greche e la creazione del Libro dell'Anticristo;
5) La creazione nel Libro dell'Anticristo, come continuità alle creazioni Sumera ed Egiziana;
6) La creazione nel Libro dell'Anticristo e la creazione nei Veda: dalla creazione alla morte;

  

 Il libro "La creazione nella Religione Pagana" in internet è inserito all'interno di un indice più vasto che comprende molti argomenti propri della Religione Pagana sviluppati nel tempo e raggruppati, sia pur approssimativamente, in questa pagina.

Qui trovate la presentazione rapida del libro:


Questa è una semplice presentazione del libro che è legata all'elenco dei libri portatori di codice ISBN con i quali intendo portare le idee proprie della Religione Pagana all'interno di un dibatti to culturale che in Italia, come nel resto del mondo, sta languendo per mancanza di idee e di idealità.

11 giugno 2020

mercoledì 10 giugno 2020

Il libro dell'Anticristo



Il Libro dell'Anticristo rappresenta il momento di passaggio fra l'impegno sociale finalizzato alla libertà e alla sicurezza dell'uomo, inteso come cittadino, e la scoperta della Stregoneria. La scoperta del "non razionale" e della relazione che il "non-razionale" ha con la vita quotidiana dell'uomo.


Il libro nasce da esperienze personali ed è scritto fra il 1985 e il 1991.
L'uso del termine "anticristo" ha messo in difficoltà molte persone che per "Anticristo" pensavano alla figura dell'"Anticristo" cristiano o dell'"anticristo" di Nietzsche.

In realtà fin dai primi momenti in cui affrontai la Stregoneria, anche per effetto dell'attività sociale che avevo messo in atto prima di allora, sottolineavo il ruolo del cristianesimo nell'imporre sottomissione e deferenza e le difficoltà dell'uomo di liberarsi dalla sottomissione imposta dal cristianesimo. Mentre Gesù predica la sottomissione dell'uomo a sé stesso chiamando sé stesso "verità", l'Anticristo è l'insieme di forze sociali, economiche, psicologiche che spingono l'uomo a cercare la libertà dalla sottomissione.

Pur sapendo che tutto l'odio cristiano era manifestato dal suo Dio e da Gesù, non avevo ancora chiaro quanto questo fosse ideologicamente profondo e coinvolgente. Non avevo ancora una preparazione culturale adeguata e mi limitavo ad esporre più una percezione soggettiva della realtà che non un progetto per un futuro possibile.

Questo è il primo lavoro che apre a studi successivi. In questo libro ancora non mi dichiaro Pagano, pur avendo incontrato molte potenze della vita nei miei percorsi di Stregoneria.

Nel libro vengono sottolineati gli "Esseri di sola energia vitale stagnata" e la relazione che hanno con gli uomini. Fu una scoperta che a quei tempi mi colpì molto anche se in seguito, a mano a mano che le mie visioni continuavano, ho modificato molto il loro ruolo nella vita degli uomini in quanto, a differenza delle prime visioni, appaiono più dei parassiti passivi che non dei protagonisti attivi nella vita dell'uomo.

Da questo libro prende via il percorso che nei successivi trenta anni andarono a costruire la Religione Pagana.


In internet potete scaricare i vari capitoli partendo da questo indice.

Il Libro dell'Anticristo è diviso in 5 sezioni e ogni sezione è divisa in capitoli più o meno omogenei. La prima sezione, la prima che scrissi fatta di capitoli brevissimi è "Il vangelo dell'Anticristo". Il termine "vangelo" non è copiato dai cristiani, ma deriva da un significato "sumerico-babilonese" che significa, più o meno "esposizione di concetti di una realtà in essere".

10 giugno 2020


domenica 7 giugno 2020

La passione nella Religione Pagana


La passione è ciò che "mi appassiona", ciò che coinvolge non solo io come persona, ma io come corpo emotivo, nelle attività che svolgo nel mondo. Coinvolgere il corpo emotivo nelle azioni che facciamo significa plasmare le proprie emozioni in una sorta di compressione emotiva che plasma ciò che noi siamo. Nelle cose che ci appassionano noi non ci comportiamo "razionalmente", ma emotivamente. Coinvolgiamo la nostra intelligenza emotiva che sospende il giudizio razionale sulle cause e sulle finalità nelle azioni appassionate che mettiamo in essere.

L'individuo appassionato non è un "giudice degli avvenimenti", è l'individuo coinvolto negli avvenimenti, è colui che li promuove, è colui che reagisce adattandosi, è colui la cui azione non media con il linguaggio diplomatico. La passione travolge. Travolge l'individuo appassionato che espone le sue emozioni nel mondo. Un individuo che è facile ferire, ma del quale i razionalisti temono gli scoppi emotivi che non sono in grado di gestire e controllare mediante le parole.

L'individuo travolto da passioni plasma la sua energia vitale. Quando la passione insorge inizia nella persona un accumulo di tensioni emotive e subito la sua ragione tenta di indirizzare quelle tensioni verso obbiettivi razionalmente gestibili. A mano a mano che le tensioni si accumulano nell'individuo, la sua coscienza razionale inizia a sospendersi, inizia a ritrarsi e a fare posto all'intelligenza emotiva, a quella capacità di percezione e analisi degli oggetti del mondo mediante il loro campo emotivo che alla ragione appare come sconosciuto e inconoscibile perché mancano le parole per descriverlo.

A mano a mano che l'intelligenza emotiva prende il controllo della persona, le tensioni emotive soggettive si riversano nel mondo e agganciano ogni struttura emotiva con cui vengono in contatto. E' lo scoppio, la scarica delle emozioni nel mondo che permette alle tensioni desideranti di raggiungere la soddisfazione nell'azione che le emozioni ritenevano urgente. 

Dopo la scarica delle tensioni emotive che soddisfano la passione, nell'individuo subentra un rilassamento in cui l'intelligenza emotiva si ritira dalla coscienza e permette all'intelligenza razionale di riprendere il controllo dell'individuo. Nel rilassamento, l'individuo capitalizza gli effetti della sua passione sotto forma di compressione e compattazione della propria energia vitale. 

Quando l'intelligenza razionale riprende il controllo dell'individuo, l'individuo non è più quello che era prima, ma ricompone la propria coscienza sedimentando la propria esperienza emotiva in cui ha riversato le sue tensioni esistenziali, la sua passione. La coscienza di quell'individuo si ricompone su un altro piano, che comprende l'esperienza, ma viene modificato tutto l'insieme dell'individuo affinché tutto l'individuo, corpo e psiche, si adatti a ciò che è avvenuto e si prepari a ciò che deve avvenire.

domenica 31 maggio 2020

La Religione Pagana e la scienza



Sento molte persone fare affermazioni di natura “esistenziale”, cioè religiosa, partendo da osservazioni scientifiche. In effetti le scoperte scientifiche e le teorie fatte come ipotesi per la ricerca scientifica dovrebbero modificare e dirigere le idee sociali, ma non le idee religiose che dovrebbero precedere la scienza.

Le idee religiose nascono dalla necessità dell’uomo di relazionarsi nel mondo. Questa necessità, manifestata nella vita dell’uomo, costruisce le idee dell’uomo. Nei tempi moderni noi, a parte la Religione Pagana,  conosciamo le idee religiose quali prodotte da uomini che necessitano di dominare altri uomini. Attraverso quelle idee religiose, una massa di uomini viene ridotta a gregge mentre altri si proclamano pastori del gregge. Queste idee sono il prodotto di una “necessità di dominio” che si è espressa, e che si esprime, nella vita dell’uomo. Questa “necessità di dominio” si esprime mediante idee farneticanti perché solo le idee farneticanti possono portare un uomo a considerarsi superiore e padrone di altri uomini. Le idee farneticanti costruiscono una descrizione del mondo farneticante come, per esempio, “Dio ha creato il mondo”. La ricerca scientifica mette in discussione le idee farneticanti dimostrando come il mondo, in realtà, è il prodotto di trasformazioni e non di “Dio che crea il mondo”. Nonostante la dimostrazione, la società non abbandona l’idea che “Dio ha creato il mondo” perché la dimostrazione scientifica scalfisce solo l’aspetto descrittivo dell’idea farneticante “Dio ha creato il mondo” e non il suo fondamento emotivo della necessità di credere che “Dio ha creato il mondo” che consente al credente di rivendicare il dominio su altri uomini in nome della creazione di Dio.

La ricerca scientifica è nemica della farneticazione religiosa perché alle idee farneticanti oppone i risultati della ricerca.

Tuttavia, non si può costruire un’idea religiosa partendo dalla scienza perché la scienza non determina una verità, ma svela uno sconosciuto che a sua volta è parziale perché in attesa di un altro sconosciuto da svelare.

La religione è costruita dalla necessità degli uomini; la ricerca scientifica aiuta a stabilire la differenza fra farneticazione e realtà religiosa nelle relazioni fra l’uomo e il mondo.

In quaranta anni che io lavoro per costruire la Religione Pagana e definire i percorsi di Stregoneria penso di aver preceduto almeno un paio di decine delle scoperte scientifiche (relative alla relazione fra l’uomo e il mondo) definendole nei testi in cui descrivo la Religione Pagana. La ricerca scientifica ha confermato una serie di elementi che ho messo a fondamento della Religione Pagana. Nella costruzione di una religione noi non possiamo confidare sulla ricerca scientifica, ma sulle nostre necessità. Quanto più le nostre necessità soggettive sono oggettivate, comprendendo le necessità di tutti gli Esseri che ci circondano, umani e non umani, tanto più la nostra necessità è in grado di definire una relazione emotiva fra l’uomo e il mondo che chiamiamo RELIGIONE. Tanto più noi separiamo la nostra necessità dal mondo in cui viviamo e tanto più la definizione emotiva fra noi e il mondo, che chiamiamo RELIGIONE, è farneticante e suscettibile di facili smentite da parte della ricerca scientifica.

Lusiana, 31 maggio 2020



mercoledì 27 maggio 2020

Riflessione sui contenuti dell'ideologia



Noi veniamo educati a pensare ad un'ideologia come ad un prodotto culturale alla quale si aderisce o che si combatte in nome di una diversa ideologia.

L'ideologia di riferimento è sempre quella educazionalmente imposta fin dalla primissima infanzia. Quell'ideologia non ci abbandonerà mai per tutta la vita. In questa ideologia, una volta che gli uomini diventano adulti, introducono delle variabili che possono sia confermare e radicalizzare l'ideologia dell'infanzia, sia modificarla introducendo un certo numero di variabili, qualitativamente e quantitativamente più o meno ampie e profonde a seconda della capacità dell'individuo di combattere contro le forze ideologiche che gli impongono quei comportamenti.

Spesso vengono proclamate delle etichette, dei nomi, ma si lascia agli spettatori il compito di immaginarne i contenuti.

Se uso l'etichetta di "comunista", che significa? Se uso l'etichetta di "cristiano" che significa? Se uso l'etichetta di "fascista", che significa? Se uso l'etichetta di "liberale", che significa?
Le persone usano le etichette, ma si astengono dal definirne i contenuti. In questo modo possono creare conflitto e impedire il dialogo sui contenuti che le varie etichette indicano.
Ogni etichetta parla di "libertà", ma che cosa intendono per libertà le singole etichette?

Nel cristianesimo, la libertà di Dio (per estensione chi lo rappresenta) è quella di uccidere gli uomini?

Nel comunismo, la libertà del comunista è quella di "portarti via la casa"?

Nel fascismo, la libertà del fascista è quella di essere una razza padrona, alimentare il colonialismo e manganellare gli avversari politici?

Nel liberalismo, la libertà è quella del capitalista di trafficare in schiavi senza dover rispondere ad una legge?

Chi nasconde i contenuti dell'ideologia che proclama, non lo fa "per brevità del discutere", ma per ingannare, truffare, nascondere le proprie intenzioni che maschera proclamando un'etichetta e rimanendo nel vago.

Prendiamo ad esempio Umberto Eco. Scrive "Il nome della Rosa" e come inquisitore prende la figura di Bernardo Gui. Un torturatore e assassino che nella sua ideologia filosofica rappresenta il reale atteggiamento della chiesa cattolica contro eretici, ebrei, streghe e quant'altro desunto dai suoi libri sacri. Il cattolicesimo di quell'epoca, e di questa, è quello manifestato nelle azioni dal vescovo Bernardo Gui. Ma ad Umberto Eco il cattolicesimo rappresentato da Bernardo Gui non piace, così immagina una provvidenza divina che agendo fra le masse "ignoranti" le fa ribellare fino ad uccidere Bernardo Gui.

Il cattolicesimo d Umberto Eco vuole che Dio neghi il cattolicesimo di Bernardo Gui. Così Eco lavora di fantasia, ma la sua fantasia è un delirio. Bernardo Gui non è linciato dalle masse come piace ad Eco, ma muore serenamente, anziano, nel suo letto per aver macellato decine di persone a maggior gloria del suo Dio e del Dio di Umberto Eco.

Umberto Eco non discute dell'ideologia cristiana, è come Bernardo Gui, e quando deve parlare di bestemmie, bestemmia Giove e Venere perché tanto i Pagani non esistono: come Bernardo Gui.
Questa riflessione serve per aprire una premessa: che cos'è l'ideologia Pagana? Ma soprattutto quali sono le variazioni che l'ideologia Pagana può introdurre in una società che pratica la violenza per imporre l'ideologia assolutista cristiana?

Noi Pagani, che cosa vogliamo?

Volgiamoci ai contenuti di ciò che vogliamo e non diamo per scontato che il nostro interlocutore capisca perché noi, come Pagani, non abbiamo interesse ad essere fraintesi. Non non possiamo usare l'etichetta di "Pagano"" e lasciare che gli altri, con la loro fantasia, pensino che noi siamo ciò che loro vogliono che noi siamo.

martedì 24 marzo 2020

Covid 19


Era un freddo giorno di fine autunno e i pipistrelli cercavano tane per poter svernare. Fu in quel giorno che nacque Covid-19. Un frammento di materia divenne consapevole e alla necessità che lo portò a nascere sommò la propria volontà d'esistenza.


Abbandonato l'ambiente in cui era nato entrò in un ricco mercante di componenti elettronici che viaggiava per la Cina. Covid-19 volle vivere e con la sua volontà modificò sé stesso per adattarsi all'ambiente.

Il mercante era felice. Girava di negozio in negozio vendendo i suoi prodotti e Covid-19 pensò bene di svilupparsi lentamente. Ad ogni stretta di mano, ad ogni pacca sulla spalla, Covid-19 entrava continuamente in nuovi ambienti. Non volle fare come suo cugino Ebola troppo avido e troppo ingordo che divorava il suo ospite.

In questo modo Covid-19 viaggiò in tutto il mondo. Era molto intelligente perché non occupava velocemente il suo ospite, ma lo invadeva lentamente, consentendo al suo ospite di incontrare altri umani a cui stringere la mano. Altri umani che bevono un picchiere in allegria, altri umani che si salutano.

In questo modo i figli di Covid-19 conquistarono il mondo. Un mondo di umani che come pulci sopra un cane si contendevano la terra pensandosi onnipotenti.

24 marzo 2020

venerdì 6 marzo 2020

Coronavirus e l'ideologia dell'attesa


Viviamo in una società che si è adattata sul catechismo con cui la chiesa cattolica ha violentato la psiche dei ragazzi che, una volta diventati adulti, non possono far altro che riprodurre i principi ideologici del catechismo nella loro vita quotidiana.

Uno degli elementi ideologici imposti dal catechismo cristiano è il concetto di "attesa". Il cristianesimo deve trasformare le persone in pecore di un gregge da condurre al macello della vita e per lui è necessario che le pecore non siano propositive, dinamiche, o progettuali nella loro vita, ma siano ferme attendendo le direttive del pastore. Il pastore domina il gregge e il gregge pende dalle labbra del pastore.

L'ideologia si sviluppa anche attraverso le scadenze, le tappe, della ritualità cristiana che passa attraverso l'attesa della nascita del loro "salvatore", l'attesa della resurrezione del loro "salvatore". Il cristiano viene educato a vivere in una perenne attesa e ad essere dinamico nell'attendere. E' educato ad investire una grande quantità di tensione emotiva nell'attesa. Qualunque attesa anche quando l'oggetto che attende non soddisfa le aspettative. Il cristiano, anziché sentirsi offeso per aver atteso con ansia quanto si è rivelato inadeguato, si precipita in una diversa attesa alimentando di speranza il suo attendere. Mette in atto azioni che sedimentino dentro di lui la necessità di attendere e riproducano nella società la necessità di attendere. In questo modo si costruisce una vera e propria gerarchia dell'attesa dell'evento salvifico che può essere l'intervento divino o l'intervento del "pastore" che agisce per intercessione divina.

L'ideologia dell'attesa è in contraddizione con le necessità fisiologiche dell'uomo e della vita che per espandersi nel mondo necessita di azioni e di soddisfazioni di bisogni che sorgono dal desiderio e che esprimono la loro urgenza nella sua coscienza. L'ideologia dell'attesa si scontra con le necessità dell'uomo di essere un soggetto dinamico nelle condizioni del mondo. La mediazione della contraddizione fra ideologia dell'attesa e necessità dell'uomo si risolvono, nella gerarchia che il cristianesimo, nell'imporre agli uomini una dinamica sociale che alimenta l'attesa nei propri sottoposti. Come: "tu agisci per la tua famiglia"; "tu agisci per la tua azienda", "tu agisci per i tuoi doveri sul lavoro", "tu agisci nel tuo ambito", "tu agisci per la tua banda", ecc. In questo meccanismo un soggetto agisce bloccando più soggetti a lui sottoposti nell'attesa. L'azione di quell'uomo è circoscritta in un ambito limitato e l'uomo deve perdere la visione dell'insieme sociale che diventa appannaggio solo suo pastore, del capo, del dominante che governa tutti gli ambiti specifici in cui l'uomo agisce.

Poi arriva il coronavirus.

Il coronavirus non è un pastore, non è un capo, non è colui che dà ordini ma è colui che agisce scombinando completamente le gerarchie di comando dell'ordine sociale. Blocca l'azione circoscritta perché tutti si devono fermare per non espandere il contagio del coronavirus. Tutta la struttura gerarchica salta.

Tutti gli ambiti specifici in cui l'uomo agisce si fermano. Sono paralizzati. Tutto si blocca. "Ho comandato bene i dipendenti nel mio ambito, ora mi prendo una vacanza!". No! Non lo puoi fare. Se ti muovi ti ammali. Tutto si ferma. Si fermano gli aerei, si ferma il turismo, si fermano i viaggi. Le persone sono invitate a non spostarsi, obbligate. Spostandosi contagiano altre.

Si fermano le manifestazioni sportive. Si chiudono le scuole. Tutte le attività vengono sospese. Viene sospesa la vita dell'uomo e l'ideologia imposta dal catechismo riaffiora nella mente dell'uomo: l'attesa dell'evento. Mentre nell'ideologia cristiana l'attesa dell'evento appariva come qualcosa di incerto, astratto, lontano, ora, con il coronavirus, diventa immediata, tangibile: attesa che arrivi l'evento della fine del contagio.

Intanto si ferma il traffico aereo, i turisti non arrivano, le conferenze aziendali si sospendono, gli alberghi sono vuoti, le fabbriche non possono vendere, il traffico merci su ruota rallenta e i cittadini rinviano gli acquisti aspettando un momento migliore.

Tutte le strutture gerarchiche del controllo sociale (sono fuori da questo discorso le strutture dello Stato) si appiattiscono sugli ultimi uomini, sugli emarginati perché, come loro, ora vivono in uno stato d'attesa.

Cosa si muove in uno stato sociale d'attesa? Le imprese non sono in grado di soddisfare gli ordini. Il turismo si muove al contrario. Il sistema dei trasporti si muove ma non fa profitto. I magazzini vengono svuotati perché le merci non vengono ordinate. I servizi all'industria vengono fermato o circoscritti. La ristorazione si ferma.

Inizia la moria delle imprese, delle attività. Vengono licenziati i lavoratori precari, l'industria riduce la produzione, molte aziende chiudono e molti impiegati si trovano espulsi dal lavoro.

Le persone sono in attesa, ma il mondo in cui vivono non è sospeso, è un mondo dinamico che chiede alle persone di pagare per la soddisfazione dei propri bisogni. Le persone sono costrette a ridurre le spese e saranno costrette a fare i conti con una nuova e diversa condizione economico-sociale.

Quando l'attesa sarà finita conteremo le morti economiche nella società in cui viviamo e si dovrà fare un bilancio delle nuove condizioni nelle quali le persone dovranno vivere.

Senza l'educazione cristiana le persone non sarebbero state bloccate nell'attesa passiva dell'evento. Avrebbero costruito qualche cosa modificando sé stesse. Ma queste persone sono andate al catechismo e il catechismo ha insegnato loro ad essere passivi davanti alla volontà di Dio che determina gli eventi. E' un po' ciò che sta succedendo negli USA che non avendo un servizio sanitario nazionale comune per tutti i cittadini non sanno da dove cominciare per agire e così sono fermi nell'attesa della provvidenza divina. Il Presidente degli USA ha espresso la speranza che tutto finisca. Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese ha ordinato azioni per circoscrivere il contagio.

Il paese che uscirà per primo dall'emergenza sarà il paese che si rafforzerà sul piano internazionale, sia economicamente che socialmente; la popolazione che sarà riuscita a trasformare l'attesa in un lavoro produttivo di trasformazione di sé stessa, sarà la popolazione più attrezzata per affrontare il futuro.

Il prezzo che l'Italia paga per aver consegnato i suoi figli al cristianesimo è un prezzo sociale altissimo.

6 marzo 2020

sabato 1 febbraio 2020

Menezio e i filosofi rinascimentali e dialettici



"Quante forze vogliono che l'uomo sia sottomesso? E con quali argomentazioni? Io Menezio non ho accettato di sottomettermi al volere della ragione perché la forza che io sono può essere imbrigliata in gloriose imprese, ma mai posseduta e mai domata. Io" continuò Menezio "non temo i fulmini di Zeus, ma temo la dabbenaggine di mio fratello Epimeteo. Lui pensa di vivere in un mondo in cui tutti sono al suo servizio, tutti lo amano e tutti sono disponibili ad aiutarlo. Io Menezio, sono la forza incatenata nel cuore degli uomini, ma anche Epimeteo è incatenato nel cuore degli uomini assieme agli altri miei fratelli, Atlante il reggitore del mondo e Prometeo la conoscenza dell'uomo. Viviamo tutti in catene nel cuore degli uomini. Di tanto in tanto qualche uomo si fa Ercole e nel proprio cuore spezza le catene di uno di noi. Chi è liberato dalle catene può guidare le emozioni degli uomini, ma spesso gli uomini preferiscono liberare Epimeteo piuttosto che un altro dei miei fratelli.

"Come dice Platone nel Timeo alle affermazioni che concernono la divinità, anche se non sono necessarie e non possono essere confermate da argomentazioni verosimili, bisogna prestare fede, perché esse vengono dai figli degli Dèi; infatti egli stesso dice nel II della Repubblica: "La parola Dio è di fatto verissima"; e nel libro III della stessa opera: "Se c’è un figlio di Dio, è veritiero e se non è veritiero, non è figlio di Dio". E tutto ciò suona in religiosa armonia con la nostra religione. Infatti, gli articoli di fede, che per la maggior parte non possono essere dimostrati, essendo stati ricevuti da Dio o dai santi Apostoli, debbono essere accolti da noi senza nessuna dimostrazione dei principi e se contro di essi ci conducessero taluni ragionamenti, da cui non sapremmo districarci, bisognerebbe ascrivere la causa non alla "cosa stessa", ma alla nostra cecità, come attesta Platone nel Fedone."

Pietro Pomponazzi, Tutti i trattati peripatetici, Bompiani, 2013, p. 749

"Ad Epimeteo è sufficiente che il dono arrivi dall'autorità perché sia considerato vero e santo, come Pandora inviatagli dalla ragione col suo vaso." Continuò Menezio "Imparasse a diffidare dei "doni della ragione" e impari ad aprire i vasi che portano la vita anziché le distruzioni."

"Cosa significa affermare che " Come dice Platone nel Timeo alle affermazioni che concernono la divinità, anche se non sono necessarie e non possono essere confermate da argomentazioni verosimili, bisogna prestare fede, perché esse vengono dai figli degli Dèi; infatti egli stesso dice nel II della Repubblica: "La parola Dio è di fatto verissima"; e nel libro III della stessa opera: "Se c’è un figlio di Dio, è veritiero e se non è veritiero, non è figlio di Dio". E tutto ciò suona in religiosa armonia con la nostra religione.". Un falso" continua Menezio "non rende vero un falso e chiamare un'autoritas per confermare un falso qualifica quell'autoritas come falsa. Che cos'è l'armonia della religione affermata da Pomponazzi? Egli dice "Se". Dice "Se c'è un figlio di Dio è veritiero e se non è veritiero non è figlio di Dio". Epimeteo è capace di questi voli pindarici per legittimare i doni che riceve dal mondo. Non distingue la realtà da ciò che desidera sia la realtà. I suoi discorsi iniziano col "se" e continuano con le "certezze" che lui desidera. Per questo, Epimeteo considera vero solo ciò che lui desidera e cerca coloro che hanno i medesimi desideri per affermare come oggettivamente vero ciò che soggettivamente desidera".

"Il mondo di Epimeteo si genera come un'idea che legittima la sottomissione dell'uomo. Quest'idea, uscita dal suo cuore, si diffonde come un'epidemia diventando l'idea di mondo di molti uomini che finisce per soffocare il vero in funzione del desiderio. In questo modo gli uomini sono costretti a vivere nella menzogna di una verità immaginata da altri uomini che serve solo a legittimare il loro essere padroni di schiavi."

"E' in questa condizione dell'esistenza che io Menezio scuoto le catene con le quali sono incatenato nel cuore degli uomini e nello scuotere le catene li rendo consapevoli della realtà nella quale stanno vivendo."

"Tutto il lavoro pratico del nostro partito, qualsiasi direzione giusta è necessariamente basata sul seguente principio: dalle masse alle masse. Questo significa che bisogna raccogliere le idee delle masse (disperse, non sistematiche) concentrarle (attraverso lo studio trasformarle in idee concentrate e sistematiche), quindi portarle di nuovo alle masse, diffondere e spiegare queste idee finché la masse non le assimilano vi aderiscano fermamente e le traducono in azione; e verificare in tale azione la giustezza di tali idee. Poi concentrare ancora una volta le idee delle masse e riportarle quindi alle masse perché queste idee siano applicate con fermezza e fino in fondo. E sempre così, indefinitivamente, come una spirale senza fine; le idee ogni volta saranno più giuste, vitali e ricche. Questa è la teoria marxista della conoscenza."

Mao Tse-Tung, Libretto rosso, tascabili Newton, 1994, p. 47

"Gli uomini lottano come singoli o come insiemi sociali, ma sono sempre io, Menezio, che dal fondo del loro cuore scuoto le mie catene e alimento la loro forza e la loro determinazione. Qualche volta Atena mi è amica. Qualche volta l'intelligenza strategica veicola la mia forza e allora avviene il cambiamento, nulla è mai più come prima."

"Io Menezio sono consapevole che non è sufficiente la mia forza per sconfiggere Zeus, ma sono consapevole che Zeus, senza la mia forza, non avrebbe il potere di impugnare la folgore. E così gli uomini, senza il mio scuotimento di catene si adatterebbero ad essere pecore del gregge, ma senza l'intelligenza di mio fratello Prometeo veicolata dalla strategia di Atena, veicolerebbero nel mondo solo la violenza per la violenza distruggendo sé stessi nel tentativo di dare l'assalto al cielo delle illusioni con cui descrivono i loro desideri del momento."

"La mia forza, continua Menezio, può essere preziosa quando gli uomini: " Questo significa che bisogna raccogliere le idee delle masse (disperse, non sistematiche) concentrarle (attraverso lo studio trasformarle in idee concentrate e sistematiche), quindi portarle di nuovo alle masse, diffondere e spiegare queste idee finché la masse non le assimilano vi aderiscano fermamente e le traducono in azione; e verificare in tale azione la giustezza di tali idee. Poi concentrare ancora una volta le idee delle masse e riportarle quindi alle masse perché queste idee siano applicate con fermezza e fino in fondo. E sempre così, indefinitivamente, come una spirale senza fine; le idee ogni volta saranno più giuste, vitali e ricche". Allo stesso tempo la mia forza può essere vana se gli uomini rincorrono il denaro come feticcio o come ideale."

"C’è bisogno di una prospettiva più profonda, per comprendere che gli uomini, con le condizioni materiali di vita, con le loro relazioni sociali, con le loro esistenze sociali, cambiano anche le rappresentazioni, i modi di vedere, i concetti, in una parola la coscienza? Che cos’altro dimostra la storia delle idee se non che la produzione dello spirito si trasforma assieme a quella materiale? Le idee dominanti di un’epoca sono state, in ogni momento, soltanto le idee della classe dominante."

Marx-Engels, Manifesto del Partito Comunista, acquarelli Demetra, 1996, p. 39

"Io scuoto le catene nel cuore degli uomini." disse Menezio "Il cuore è corpo, il cuore è carne, il cuore è materia vivente che si emoziona e che abita un mondo di materia nella quale mette in atto le sue azioni. Chi pensa che le emozioni dell'uomo vadano separate dal suo corpo è colui che vuole rendere un corpo schiavo mentre lui dice allo schiavo come deve usare le sue emozioni. L'uomo agisce, pensa, parla spinto dai suoi bisogni e dalle sue necessità e nell'agire, nel pensare e nel parlare l'uomo usa la forza che trae da me e con essa tenta di soddisfare i suoi bisogni e i suoi desideri."

E più l'uomo agisce, pensa, comunica ed agisce e più modifica il mondo in cui vive modificando il suo agire, il suo pensare, il suo comunicare e il suo modo di desiderare.


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NOTA: La pagina fa parte della Partita mondiale di calcio della filosofia con cui vengono definiti i principi filosofici propri della Religione Pagana.


giovedì 30 gennaio 2020

Ilizia e i filosofi fondamentalisti ed esistenzialisti


"Dal momento in cui nasci" continua Ilizia "inizi a scalare la tua montagna dell'esistenza e ad ogni passo ti trasformi. Il trasformarsi trasmette ad ogni Essere la sensazione di "potenza" e a qualcuno la paura che quella sequenza di trasformazioni possa interrompersi."

"Or, subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo, tutte le tribù della terra si batteranno il petto e vedranno il figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con gran potenza e gloria."

Vangelo di Matteo 24, 29-30

"La paura dell'evento è capace di impedire la trasformazione degli Esseri." Riprende Ilizia riflettendo "La paura blocca la trasformazione dell'essere nato come corpo nella natura. Non ha importanza se le condizioni del mondo sono favorevoli alla tua trasformazione, se tu hai paura sei tu stesso colui che blocca le tue trasformazioni".

"Chi è capace di incuterti paura, diventa il tuo padrone perché attraverso la paura può determinare le tue trasformazioni o le tue non trasformazioni. Sei nato in un mondo da esplorare," continua Ilizia "ma se hai paura ti ritiri dal mondo e trasformi lo sconosciuto che ti circonda in un muro invalicabile e tu vivi in un antro pieno di mostri e di pericoli."

"Così hai paura che il "cielo ti cada sulla testa" o che "il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte", per questo rinuncia a vivere e a rinascere sempre uguale (nella forma) e sempre nuovo (in-sé) ogni giorno, giorno dopo giorno. Hai paura che il mondo attorno a te finisca e hai paura di perdere le certezze che ti ancorano ad una vuota esistenza. Sentendoti indegno, sei indegno di vivere nell'infinito e preferisci chiuderti su te stesso."

"Quando vedi un uomo indegno versare fiumi di parole contro la virtù e tenere in grande considerazione cose che si dovrebbero ignorare – ricchezza, fama, piacere, - ed esaltare l'ingiustizia come fonte di ciascuna di esse, sostenendo che sono i prevaricatori a diventare ricchi d'argento, oro e di fama, non ti volgere subito sulla strada opposta per farti povero ed umile e praticare un tenore di vita severo e solitario: in questo modo irriterai l'avversario e aizzerai contro di te un nemico più pericoloso."

Filone d'Alessandria, L'uomo e Dio, Rusconi, 1986, p. 207 – 208

"La complessità dell'uomo che nasce e che vive non può essere rinchiusa in categorie. Cosa deve fare l'uomo? Cosa deve pensare l'uomo? Come deve vivere l'uomo? Perché una cosa è virtù e un'altra l'indegnità? Cosa qualifica un comportamento? Cammini su un sentiero che ti modifica giorno dopo giorno in relazione alle circostanze che incontri. Quanto incontri ti svuota o ti carica solo se quanto incontri è in relazione a quanto sei in gradi di vivere, capire e sostenere."

"Nel cammino della vita," continuò Ilizia, "ci sono uomini che vogliono costringerti a compiere azioni che a loro convengono. A questo ti puoi opporre. Ma come ti opponi quando nessuno ti obbliga, ma tu stesso imiti i comportamenti delle persone che agiscono nel mondo in cui sei nato? Quando impari a tremare nel momento stesso in cui tua madre ha paura, o impari a fuggire quando tua madre e tuo padre tendono a sottrarsi, o impari a sussultare imitando i sussulti di tuo padre davanti ad un altro uomo? Come ti difendi quando tuo padre e tua madre ti dicono che questo è il comportamento conveniente per vivere in questo mondo?"

"Nasciamo per morire, ma spesso nel mondo ci viene tolta la volontà d'esistenza e ci si offre una morte lenta. Una morte nella quale camminiamo e ci pensiamo di essere ancora vivi, ma nell'uomo non c'è più mutamento della struttura emotiva, non c'è più passione, non c'è ricerca di sfida, rimane solo il ritirarsi dalla volontà d'esistenza. Quando la volontà d'esistenza si ritira, rimane solo la violenza della prevaricazione come veicolazione disperata di emozioni prigioniere di una morale o di un'etica a loro estranea. Ci si ritira in un cantuccio dell'esistenza e ci si immagina al sicuro mentre l'uomo è diventato nemico di sé stesso."

"I dolori e i piaceri eccessivi, poi, devono essere posti fra i mali più grandi per l'anima. Infatti, l'uomo che è eccessivamente lieto, o che all'opposto per dolore si trova nello stato contrario, per la fretta che ha nel prendere una cosa e nel fuggirne un'altra nel momento non giusto, non è più in grado né di vedere né di udire nulla in modo retto, ma si infuria, e, in quel momento, non è più in grado di seguire la ragione.
E colui nel cui midollo si produca seme abbondante e impetuoso, e sia come un albero che porta frutti più del conveniente, prova per ogni cosa molti dolori e molti piaceri nelle passioni e in ciò che da esse deriva. E nella maggior parte della sua vita diventa esagitato, proprio a causa di questi piaceri e dolori grandissimi. E malgrado egli abbia l'anima ammalata e dissennata a causa del corpo, non viene giudicato come uno che è ammalato, bensì come uno che è per sua natura malvagio."

Platone, Tutte le Opere, Timeo, Bompiani, 2014, p. 1406

"La volontà d'esistenza viene censurata come il "male". Hanno inventato l'anima per uccidere i corpi." Continua Ilizia  "Corpi che dovrebbero vivere mentre la loro struttura emotiva dovrebbe morire e rinascere continuamente. Ma i corpi continuano a calpestare la terra mentre le loro emozioni vengono frustrate affinché si adeguino ai doveri imposti. In questa ottica, l'uomo appassionato, l'uomo che cerca la conoscenza e il piacere di un'esistenza nella quale versa la sua struttura emotiva trasformandosi in continuazione, viene accusato di essere il "male". Calunniato, perseguitato, deriso e torturato. Questi uomini e queste donne che con le loro passioni alimentano il divenire dell'uomo sono accusati di essere: " colui nel cui midollo si produca seme abbondante e impetuoso, e sia come un albero che porta frutti più del conveniente, prova per ogni cosa molti dolori e molti piaceri nelle passioni e in ciò che da esse deriva. E nella maggior parte della sua vita diventa esagitato, proprio a causa di questi piaceri e dolori grandissimi. E malgrado egli abbia l'anima ammalata e dissennata a causa del corpo, non viene giudicato come uno che è ammalato, bensì come uno che è per sua natura malvagio". Loro provano piacere, loro provano passione, loro plasmano la loro energia della vita e plasmandola costruiscono un corpo capace di trasformare la morte del corpo fisico in una nuova nascita. Ad ogni passione la loro struttura emotiva si trasforma, quell'uomo muore pronto a rinascere diverso. Eppure quell'uomo, quella donna, quel seme può affrontare le sfide dell'esistenza solo se il mondo in cui vive offre uno spiraglio, un po' di acqua per mettere radici."

"Perché, infatti noi attribuiamo al corpo-per-altri la stessa realtà che al corpo-per-noi. O meglio, il corpo-per-altri è il corpo-per-noi, ma impercettibile ed espropriato. Ci sembra allora che altri compia per noi un atto di cui noi non siamo capaci e che pur si impone: "vederci come siamo"."

Sartre, L'Essere e il nulla, il Saggiatore, 2002, p.414

"Nella società, per come è divenuta, tu sei il soggetto che viene osservato perché tu, proprio tu, devi rinunciare alla volontà d'esistenza perché quella società ritiene necessario che tu ti trasformi in una preda." Continuò con veemenza Ilizia "Per diventare una preda, devi obbedire. Devi rinunciare alla tua volontà d'esistenza, devi rinunciare a cercare il piacere e devi soddisfare il tuo bisogno solo attraverso il possesso dell'altro o stuprando l'altro. In questa azione di appropriazione e di stupro tu sei morto alla trasformazione. Tu non ti modifichi. La tua struttura emotiva rimane paralizzata, annichilita. Il corpo ha cessato di pulsare per l'emozione. L'emozione non insorge, non disgrega la tua coscienza e non la riaggrega fagocitando l'esperienza. Il "corpo-per-altri" vuole impossessarsi del "corpo-per-noi" e noi, per loro, non dobbiamo essere per noi, ma ter loro. In questo modo noi cessiamo di morire e di rinascere e iniziamo un lento cammino verso la morte di tutto ciò che siamo."


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NOTA: La pagina fa parte della Partita mondiale di calcio della filosofia con cui vengono definiti i principi filosofici propri della Religione Pagana.

martedì 28 gennaio 2020

Hera e i filosofi esistenzialisti e rinascimentali




E ancora, disse Hera: "Che cos'è la libertà del Dio? Non certo quella di "creare dal nulla" perché ogni Dio che viene vissuto dagli Esseri della Natura è figlio degli Esseri della Natura. Ma gli Esseri della Natura e gli Dèi creano nel senso che continuamente modificano il loro presente facendo germinare un nuovo e diverso presente."

"Come comunità dello spirito questo regno è l'associazione dei membri, in base al sapere di un tutto, con questo tutto in quanto loro idea. Ma lo spirito è sempre solo un tutto, non il tutto. In quanto tutto, esso deve legarsi ad un altro tutto e rimane sempre di fatto incompleto, anche nella propria realtà."

Karl Jaspers, Della verità, Bompiani, 2015, p. 759

"Questa idea" commentò Hera "di soggetti che formano una comunità, un'associazione dei membri è quanto di più depravato si possa pensare. Sembra quasi che i soggetti abbiano delle alternative e fra le varie alternative hanno scelto di unirsi in una comunità associandosi come membri. Quando mai? Si nasce, si cresce e ci si trasforma veicolando i propri bisogni e le proprie necessità. Un individuo della Natura è sempre un insieme che si separa dal mondo, da altri insiemi. Insiemi che tentano di sopravvivere in relazioni continue, in contraddizioni continue. Io Hera sono la coscienza della Natura formata da tutti gli Esseri della Natura. Io progetto il mutare di me stessa che diventa il mutare delle cose, ma i miei progetti hanno il limite nella volontà d'esistenza dei singoli Esseri della Natura. Non esiste uno "spirito" al di fuori degli Esseri, esistono le pulsioni d'esistenza dei singoli Esseri della Natura che alimentano le mie pulsioni d'esistenza.

"Non è dato ad ogni filosofia di comprendere una Rivelazione. Il presupposto fondamentale è un rapporto non meramente ideale, mediato attraverso la ragione, ma uno reale della natura umana con Dio."
 Schelling, Filosofia della Rivelazione, Rusconi, 1997, p. 923

Che cos'è una rivelazione? I piedi percorrono la terra e questa è la realtà. Si comprende il cammino delle trasformazioni che si vivono e si comprendono i soggetti che entrano nelle nostre relazioni. La vita della Natura è pura materia che si trasforma in continuazione ed io, Hera, comprendo tutti gli Esseri della Natura e nessuno di loro comprende Hera o entra in relazione con Hera. Io non sono al di sopra degli Esseri della Natura, io sono figlia degli Esseri della Natura e progetto me stessa alimentando le trasformazioni fra gli Esseri della Natura.

Poi, come se stesse riflettendo disse Hera: "Io divoro gli Esseri della Natura. Mi nutro della loro consapevolezza. Mi nutro degli sforzi che fanno in ogni trasformazione. Quando muoiono la loro consapevolezza diventa la mia consapevolezza. Hanno avuto la loro occasione di diventare eterni, di vivere con passione, di alimentare il desiderio. Molti di loro afferrano l'occasione della loro esistenza e vanno oltre "la mia bocca" oltre "il becco dell'aquila" per continuare a trasformarsi nell'eternità dei mutamenti. Troppi uomini preferiscono vivere per sottomissione, pregare e idealizzano il bisogno di un padrone che chiamano "Dio". Ed io mi nutro di loro. Mi nutro del loro fallimento. Fallirono nel momento stesso in cui rinunciarono alla loro "volontà d'esistenza".
"Se qualcuno vuole persuadere o dissuadere gli uomini di qualcosa che non è di per sé noto, costui allora, perché essi lo accolgano, deve dedurre la cosa che gli sta a cuore da ciò che è comunemente ammesso e convincerli con l'esperienza o con la ragione, vale a dire deve dedurre o dalle cose che essi hanno esperimentato per mezzo dei sensi verificarsi in natura, oppure dagli assiomi intellettuali per sé noti."
Spinoza, Trattato teologico-politico, Rusconi, 1999, p. 223

"Io" disse Hera "mi nutro della consapevolezza di uomini persuasi, mediante l'esperienza e la ragione, a rinunciare a veicolare nel mondo le loro emozioni e costretti, o convinti, a non affrontare le contraddizioni della vita e dell'esistenza. Io mi nutro di consapevolezze che hanno rinunciato a vivere e che attendono solo di morire cercando, magari, solo le piccole soddisfazioni che concede loro il dominio e il possesso su altri uomini incapaci di determinare la loro vita. Questi piccoli uomini che vivono di assiomi intellettuali noti solo alle loro convinzioni, invadono la Natura come una malattia che si propaga da individuo ad individuo. Disarmano le persone e le costringono a confidare nella provvidenza che benevola li accompagna alla loro distruzione. Per persuadere gli uomini ad essere sottomessi è necessario agire sulla loro infanzia con genitori che si sottomettono dimostrando all'infante che la sottomissione è la regola aurea della società. Convinci le persone ad essere sottomesse ed io mi nutrirò della loro vita."

"Povero filosofo: vedi una pianta che vegeta, e dici "vegetazione", oppure "anima vegetativa". Osservi che i corpi sono dotati di moto e lo trasmettono, e dici "forza"; vedi il tuo cane da caccia imparare il suo mestiere sotto la tua guida, e gridi "istinto", "anima sensitiva"; hai idee complesse, e dici "spirito". Ma, di grazia, che cosa intendi con queste parole? Questo fiore vegeta, ma esiste forse un essere reale che si chiama "vegetazione"? Questo corpo ne spinge un altro, ma possiede in sé un essere distinto che si chiama "forza"? Questo cane riporta una pernice, ma c'è un essere che si chiama "istinto"? Non rideresti di un ragionatore (quand'anche fosse stato precettore di Alessandro) che ti dicesse: "Tutti gli animali vivono, dunque c'è in essi un ente, una forma sostanziale che è la vita"? Se un tulipano potesse parlare, e ti dicesse: "La mia vegetazione ed io siamo due esseri uniti evidentemente insieme", non ti burleresti del tulipano?"
Voltaire, Dizionario di filosofia “tutti i romanzi e i racconti e Dizionario di filosofia", Mammut Newton, 1995, p. 449

"Se gli uomini affermano oggetti fuori dai sensi, li devono dimostrare. Quanto meno devono dimostrare che tali oggetti sono utili alla vita dell'uomo, ma se l'uomo si convince che il leone è utile nella sua esistenza e pretende di farlo convivere nella sua quotidianità, non si deve stupire se qualche leone decide di mangiarsi qualche uomo. Se scegli, perché vuoi o non sai fare altro, di essere sottomesso non ti devi stupire se sei la preda dei predatori sociali.

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domenica 26 gennaio 2020

Ares e i filosofi fondamentalisti e dialettici



Cito dalla pagina presentata

Gli uomini non hanno riscontri sull'efficacia delle preghiere, gli uomini hanno riscontro solo della loro impotenza davanti alle condizioni del mondo. Un'impotenza che ha costruito Atena quando, alimentando il bisogno di possesso degli uomini, ha alimentato la loro intelligenza per trasformare altri uomini in uno stato di schiavitù. Ci vuole l'intelligenza per costruire la schiavitù; ci vuole l'emozione per spezzare le catene. Ma spesso è troppo tardi e all'uomo sottomesso non resta che pregare. Non resta che attendere la liberazione dalla schiavitù che gli concede la morte del suo corpo fisico".
"Schiavi, obbedite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne, non solo quando vi vedono, come per piacere agli uomini, ma con sincerità di cuore, per timore del signore, tutto quello che fate, fatelo di cuore, come per il signore e non per gli uomini, sapendo che riceverete in ricompensa l'eredità dalle mani stesse di dio. E' a cristo signore che voi servite. Chiunque, invece, commette ingiustizia, commetterà secondo l'ingiustizia commessa: non vi sarà accettazione di persone."
Paolo di Tarso, lettera ai Colossesi 3, 22-25
 "Obbedite, obbedite" afferma sbuffando ed imprecando Ares " non mi sentite fremere dentro di voi? Non anelate a grandi spazi o ad una vita felice senza obblighi né catene? I vostri genitori vi hanno allevati come animali affinché siate sottomessi al loro servizio e voi vi comportate da animali facendo della sottomissione il piacere del vostro padrone, del vostro Dio. In questo modo usarono Atena per costruire un branco di lupi che si contendevano uomini trasformati in greggi di pecore che i lupi portano al macello della vita. E poi" riflettè Ares "i lupi possono cibarsi di pecore, ma non trasformano uomini in pecore, allo stesso modo la pecora non teme il lupo quanto dovrebbe temere l'uomo che vuole essere il suo padrone. Sterminarono più pecore gli uomini che non tutti i predatori fin da quando le pecore divennero per diversificazione di specie precedenti. E, dopo aver distrutto l'uomo trasformandolo in pecora sottomessa e violentato l'Ares dentro di lui, chiamarono giustizia la schiavitù dell'uomo e ingiustizia il suo desiderio di libertà."

"La rivoluzione borghese non può accogliere attorno alla borghesia, per un periodo di una certa durata, masse di milioni di lavoratori e di sfruttati, appunto perché loro sono lavoratori e sfruttati, mentre invece la rivoluzione proletaria se vuole assolvere al proprio compito essenziale, che è di consolidare il potere proletario e di edificare una nuova economia socialista, può e deve legare i lavoratori e gli sfruttati al proletariato in un'alleanza durevole, appunto perché essi sono degli sfruttati e dei lavoratori."

Stalin, Questioni del leninismo, l'Unità, 1945, p. 137-138

"La storia umana del tempo della filosofia è la storia della guerra finalizzata a rendere gli uomini sottomessi. Questa storia "dice Ares "è una storia che toglie agli uomini la loro capacità di critica del presente. Combattere significa disarmare il nemico e meno gli uomini sono in grado di analizzare il presente in cui vivono, tanto più sono disarmati nei confronti di chi li vuole sottomettere quando presenta loro una verità immaginaria dalla quale non sono in grado di sottrarsi. Ma io prorompo" continua Ares "nei bisogni, nelle necessità e nei desideri. Afrodite è la compagna di Efesto, ma io sono il desiderio che combatte nelle contraddizioni dell'esistenza e Afrodite non può negarsi là dove il desiderio e la passione degli uomini invade il mondo in cui vivono. Gli uomini possono essere ridotti in schiavitù, ma il desiderio, la passione, i bisogni, quando si riempiono di emozione, tendono a rompere i legami e io, Ares, insorgo dentro di loro. A volte Atena mi affianca e allora anche lo schiavo, anziché gettarsi come un toro infuriato contro il suo mulino a vento, progetta, medita, soppesa come usare la forza emotiva dentro di sé per rendere stabile la rimozione delle catene che in quel momento lo stanno soffocando."

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