mercoledì 27 maggio 2020

Riflessione sui contenuti dell'ideologia



Noi veniamo educati a pensare ad un'ideologia come ad un prodotto culturale alla quale si aderisce o che si combatte in nome di una diversa ideologia.

L'ideologia di riferimento è sempre quella educazionalmente imposta fin dalla primissima infanzia. Quell'ideologia non ci abbandonerà mai per tutta la vita. In questa ideologia, una volta che gli uomini diventano adulti, introducono delle variabili che possono sia confermare e radicalizzare l'ideologia dell'infanzia, sia modificarla introducendo un certo numero di variabili, qualitativamente e quantitativamente più o meno ampie e profonde a seconda della capacità dell'individuo di combattere contro le forze ideologiche che gli impongono quei comportamenti.

Spesso vengono proclamate delle etichette, dei nomi, ma si lascia agli spettatori il compito di immaginarne i contenuti.

Se uso l'etichetta di "comunista", che significa? Se uso l'etichetta di "cristiano" che significa? Se uso l'etichetta di "fascista", che significa? Se uso l'etichetta di "liberale", che significa?
Le persone usano le etichette, ma si astengono dal definirne i contenuti. In questo modo possono creare conflitto e impedire il dialogo sui contenuti che le varie etichette indicano.
Ogni etichetta parla di "libertà", ma che cosa intendono per libertà le singole etichette?

Nel cristianesimo, la libertà di Dio (per estensione chi lo rappresenta) è quella di uccidere gli uomini?

Nel comunismo, la libertà del comunista è quella di "portarti via la casa"?

Nel fascismo, la libertà del fascista è quella di essere una razza padrona, alimentare il colonialismo e manganellare gli avversari politici?

Nel liberalismo, la libertà è quella del capitalista di trafficare in schiavi senza dover rispondere ad una legge?

Chi nasconde i contenuti dell'ideologia che proclama, non lo fa "per brevità del discutere", ma per ingannare, truffare, nascondere le proprie intenzioni che maschera proclamando un'etichetta e rimanendo nel vago.

Prendiamo ad esempio Umberto Eco. Scrive "Il nome della Rosa" e come inquisitore prende la figura di Bernardo Gui. Un torturatore e assassino che nella sua ideologia filosofica rappresenta il reale atteggiamento della chiesa cattolica contro eretici, ebrei, streghe e quant'altro desunto dai suoi libri sacri. Il cattolicesimo di quell'epoca, e di questa, è quello manifestato nelle azioni dal vescovo Bernardo Gui. Ma ad Umberto Eco il cattolicesimo rappresentato da Bernardo Gui non piace, così immagina una provvidenza divina che agendo fra le masse "ignoranti" le fa ribellare fino ad uccidere Bernardo Gui.

Il cattolicesimo d Umberto Eco vuole che Dio neghi il cattolicesimo di Bernardo Gui. Così Eco lavora di fantasia, ma la sua fantasia è un delirio. Bernardo Gui non è linciato dalle masse come piace ad Eco, ma muore serenamente, anziano, nel suo letto per aver macellato decine di persone a maggior gloria del suo Dio e del Dio di Umberto Eco.

Umberto Eco non discute dell'ideologia cristiana, è come Bernardo Gui, e quando deve parlare di bestemmie, bestemmia Giove e Venere perché tanto i Pagani non esistono: come Bernardo Gui.
Questa riflessione serve per aprire una premessa: che cos'è l'ideologia Pagana? Ma soprattutto quali sono le variazioni che l'ideologia Pagana può introdurre in una società che pratica la violenza per imporre l'ideologia assolutista cristiana?

Noi Pagani, che cosa vogliamo?

Volgiamoci ai contenuti di ciò che vogliamo e non diamo per scontato che il nostro interlocutore capisca perché noi, come Pagani, non abbiamo interesse ad essere fraintesi. Non non possiamo usare l'etichetta di "Pagano"" e lasciare che gli altri, con la loro fantasia, pensino che noi siamo ciò che loro vogliono che noi siamo.

martedì 24 marzo 2020

Covid 19


Era un freddo giorno di fine autunno e i pipistrelli cercavano tane per poter svernare. Fu in quel giorno che nacque Covid-19. Un frammento di materia divenne consapevole e alla necessità che lo portò a nascere sommò la propria volontà d'esistenza.


Abbandonato l'ambiente in cui era nato entrò in un ricco mercante di componenti elettronici che viaggiava per la Cina. Covid-19 volle vivere e con la sua volontà modificò sé stesso per adattarsi all'ambiente.

Il mercante era felice. Girava di negozio in negozio vendendo i suoi prodotti e Covid-19 pensò bene di svilupparsi lentamente. Ad ogni stretta di mano, ad ogni pacca sulla spalla, Covid-19 entrava continuamente in nuovi ambienti. Non volle fare come suo cugino Ebola troppo avido e troppo ingordo che divorava il suo ospite.

In questo modo Covid-19 viaggiò in tutto il mondo. Era molto intelligente perché non occupava velocemente il suo ospite, ma lo invadeva lentamente, consentendo al suo ospite di incontrare altri umani a cui stringere la mano. Altri umani che bevono un picchiere in allegria, altri umani che si salutano.

In questo modo i figli di Covid-19 conquistarono il mondo. Un mondo di umani che come pulci sopra un cane si contendevano la terra pensandosi onnipotenti.

24 marzo 2020

venerdì 6 marzo 2020

Coronavirus e l'ideologia dell'attesa


Viviamo in una società che si è adattata sul catechismo con cui la chiesa cattolica ha violentato la psiche dei ragazzi che, una volta diventati adulti, non possono far altro che riprodurre i principi ideologici del catechismo nella loro vita quotidiana.

Uno degli elementi ideologici imposti dal catechismo cristiano è il concetto di "attesa". Il cristianesimo deve trasformare le persone in pecore di un gregge da condurre al macello della vita e per lui è necessario che le pecore non siano propositive, dinamiche, o progettuali nella loro vita, ma siano ferme attendendo le direttive del pastore. Il pastore domina il gregge e il gregge pende dalle labbra del pastore.

L'ideologia si sviluppa anche attraverso le scadenze, le tappe, della ritualità cristiana che passa attraverso l'attesa della nascita del loro "salvatore", l'attesa della resurrezione del loro "salvatore". Il cristiano viene educato a vivere in una perenne attesa e ad essere dinamico nell'attendere. E' educato ad investire una grande quantità di tensione emotiva nell'attesa. Qualunque attesa anche quando l'oggetto che attende non soddisfa le aspettative. Il cristiano, anziché sentirsi offeso per aver atteso con ansia quanto si è rivelato inadeguato, si precipita in una diversa attesa alimentando di speranza il suo attendere. Mette in atto azioni che sedimentino dentro di lui la necessità di attendere e riproducano nella società la necessità di attendere. In questo modo si costruisce una vera e propria gerarchia dell'attesa dell'evento salvifico che può essere l'intervento divino o l'intervento del "pastore" che agisce per intercessione divina.

L'ideologia dell'attesa è in contraddizione con le necessità fisiologiche dell'uomo e della vita che per espandersi nel mondo necessita di azioni e di soddisfazioni di bisogni che sorgono dal desiderio e che esprimono la loro urgenza nella sua coscienza. L'ideologia dell'attesa si scontra con le necessità dell'uomo di essere un soggetto dinamico nelle condizioni del mondo. La mediazione della contraddizione fra ideologia dell'attesa e necessità dell'uomo si risolvono, nella gerarchia che il cristianesimo, nell'imporre agli uomini una dinamica sociale che alimenta l'attesa nei propri sottoposti. Come: "tu agisci per la tua famiglia"; "tu agisci per la tua azienda", "tu agisci per i tuoi doveri sul lavoro", "tu agisci nel tuo ambito", "tu agisci per la tua banda", ecc. In questo meccanismo un soggetto agisce bloccando più soggetti a lui sottoposti nell'attesa. L'azione di quell'uomo è circoscritta in un ambito limitato e l'uomo deve perdere la visione dell'insieme sociale che diventa appannaggio solo suo pastore, del capo, del dominante che governa tutti gli ambiti specifici in cui l'uomo agisce.

Poi arriva il coronavirus.

Il coronavirus non è un pastore, non è un capo, non è colui che dà ordini ma è colui che agisce scombinando completamente le gerarchie di comando dell'ordine sociale. Blocca l'azione circoscritta perché tutti si devono fermare per non espandere il contagio del coronavirus. Tutta la struttura gerarchica salta.

Tutti gli ambiti specifici in cui l'uomo agisce si fermano. Sono paralizzati. Tutto si blocca. "Ho comandato bene i dipendenti nel mio ambito, ora mi prendo una vacanza!". No! Non lo puoi fare. Se ti muovi ti ammali. Tutto si ferma. Si fermano gli aerei, si ferma il turismo, si fermano i viaggi. Le persone sono invitate a non spostarsi, obbligate. Spostandosi contagiano altre.

Si fermano le manifestazioni sportive. Si chiudono le scuole. Tutte le attività vengono sospese. Viene sospesa la vita dell'uomo e l'ideologia imposta dal catechismo riaffiora nella mente dell'uomo: l'attesa dell'evento. Mentre nell'ideologia cristiana l'attesa dell'evento appariva come qualcosa di incerto, astratto, lontano, ora, con il coronavirus, diventa immediata, tangibile: attesa che arrivi l'evento della fine del contagio.

Intanto si ferma il traffico aereo, i turisti non arrivano, le conferenze aziendali si sospendono, gli alberghi sono vuoti, le fabbriche non possono vendere, il traffico merci su ruota rallenta e i cittadini rinviano gli acquisti aspettando un momento migliore.

Tutte le strutture gerarchiche del controllo sociale (sono fuori da questo discorso le strutture dello Stato) si appiattiscono sugli ultimi uomini, sugli emarginati perché, come loro, ora vivono in uno stato d'attesa.

Cosa si muove in uno stato sociale d'attesa? Le imprese non sono in grado di soddisfare gli ordini. Il turismo si muove al contrario. Il sistema dei trasporti si muove ma non fa profitto. I magazzini vengono svuotati perché le merci non vengono ordinate. I servizi all'industria vengono fermato o circoscritti. La ristorazione si ferma.

Inizia la moria delle imprese, delle attività. Vengono licenziati i lavoratori precari, l'industria riduce la produzione, molte aziende chiudono e molti impiegati si trovano espulsi dal lavoro.

Le persone sono in attesa, ma il mondo in cui vivono non è sospeso, è un mondo dinamico che chiede alle persone di pagare per la soddisfazione dei propri bisogni. Le persone sono costrette a ridurre le spese e saranno costrette a fare i conti con una nuova e diversa condizione economico-sociale.

Quando l'attesa sarà finita conteremo le morti economiche nella società in cui viviamo e si dovrà fare un bilancio delle nuove condizioni nelle quali le persone dovranno vivere.

Senza l'educazione cristiana le persone non sarebbero state bloccate nell'attesa passiva dell'evento. Avrebbero costruito qualche cosa modificando sé stesse. Ma queste persone sono andate al catechismo e il catechismo ha insegnato loro ad essere passivi davanti alla volontà di Dio che determina gli eventi. E' un po' ciò che sta succedendo negli USA che non avendo un servizio sanitario nazionale comune per tutti i cittadini non sanno da dove cominciare per agire e così sono fermi nell'attesa della provvidenza divina. Il Presidente degli USA ha espresso la speranza che tutto finisca. Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese ha ordinato azioni per circoscrivere il contagio.

Il paese che uscirà per primo dall'emergenza sarà il paese che si rafforzerà sul piano internazionale, sia economicamente che socialmente; la popolazione che sarà riuscita a trasformare l'attesa in un lavoro produttivo di trasformazione di sé stessa, sarà la popolazione più attrezzata per affrontare il futuro.

Il prezzo che l'Italia paga per aver consegnato i suoi figli al cristianesimo è un prezzo sociale altissimo.

6 marzo 2020

sabato 1 febbraio 2020

Menezio e i filosofi rinascimentali e dialettici



"Quante forze vogliono che l'uomo sia sottomesso? E con quali argomentazioni? Io Menezio non ho accettato di sottomettermi al volere della ragione perché la forza che io sono può essere imbrigliata in gloriose imprese, ma mai posseduta e mai domata. Io" continuò Menezio "non temo i fulmini di Zeus, ma temo la dabbenaggine di mio fratello Epimeteo. Lui pensa di vivere in un mondo in cui tutti sono al suo servizio, tutti lo amano e tutti sono disponibili ad aiutarlo. Io Menezio, sono la forza incatenata nel cuore degli uomini, ma anche Epimeteo è incatenato nel cuore degli uomini assieme agli altri miei fratelli, Atlante il reggitore del mondo e Prometeo la conoscenza dell'uomo. Viviamo tutti in catene nel cuore degli uomini. Di tanto in tanto qualche uomo si fa Ercole e nel proprio cuore spezza le catene di uno di noi. Chi è liberato dalle catene può guidare le emozioni degli uomini, ma spesso gli uomini preferiscono liberare Epimeteo piuttosto che un altro dei miei fratelli.

"Come dice Platone nel Timeo alle affermazioni che concernono la divinità, anche se non sono necessarie e non possono essere confermate da argomentazioni verosimili, bisogna prestare fede, perché esse vengono dai figli degli Dèi; infatti egli stesso dice nel II della Repubblica: "La parola Dio è di fatto verissima"; e nel libro III della stessa opera: "Se c’è un figlio di Dio, è veritiero e se non è veritiero, non è figlio di Dio". E tutto ciò suona in religiosa armonia con la nostra religione. Infatti, gli articoli di fede, che per la maggior parte non possono essere dimostrati, essendo stati ricevuti da Dio o dai santi Apostoli, debbono essere accolti da noi senza nessuna dimostrazione dei principi e se contro di essi ci conducessero taluni ragionamenti, da cui non sapremmo districarci, bisognerebbe ascrivere la causa non alla "cosa stessa", ma alla nostra cecità, come attesta Platone nel Fedone."

Pietro Pomponazzi, Tutti i trattati peripatetici, Bompiani, 2013, p. 749

"Ad Epimeteo è sufficiente che il dono arrivi dall'autorità perché sia considerato vero e santo, come Pandora inviatagli dalla ragione col suo vaso." Continuò Menezio "Imparasse a diffidare dei "doni della ragione" e impari ad aprire i vasi che portano la vita anziché le distruzioni."

"Cosa significa affermare che " Come dice Platone nel Timeo alle affermazioni che concernono la divinità, anche se non sono necessarie e non possono essere confermate da argomentazioni verosimili, bisogna prestare fede, perché esse vengono dai figli degli Dèi; infatti egli stesso dice nel II della Repubblica: "La parola Dio è di fatto verissima"; e nel libro III della stessa opera: "Se c’è un figlio di Dio, è veritiero e se non è veritiero, non è figlio di Dio". E tutto ciò suona in religiosa armonia con la nostra religione.". Un falso" continua Menezio "non rende vero un falso e chiamare un'autoritas per confermare un falso qualifica quell'autoritas come falsa. Che cos'è l'armonia della religione affermata da Pomponazzi? Egli dice "Se". Dice "Se c'è un figlio di Dio è veritiero e se non è veritiero non è figlio di Dio". Epimeteo è capace di questi voli pindarici per legittimare i doni che riceve dal mondo. Non distingue la realtà da ciò che desidera sia la realtà. I suoi discorsi iniziano col "se" e continuano con le "certezze" che lui desidera. Per questo, Epimeteo considera vero solo ciò che lui desidera e cerca coloro che hanno i medesimi desideri per affermare come oggettivamente vero ciò che soggettivamente desidera".

"Il mondo di Epimeteo si genera come un'idea che legittima la sottomissione dell'uomo. Quest'idea, uscita dal suo cuore, si diffonde come un'epidemia diventando l'idea di mondo di molti uomini che finisce per soffocare il vero in funzione del desiderio. In questo modo gli uomini sono costretti a vivere nella menzogna di una verità immaginata da altri uomini che serve solo a legittimare il loro essere padroni di schiavi."

"E' in questa condizione dell'esistenza che io Menezio scuoto le catene con le quali sono incatenato nel cuore degli uomini e nello scuotere le catene li rendo consapevoli della realtà nella quale stanno vivendo."

"Tutto il lavoro pratico del nostro partito, qualsiasi direzione giusta è necessariamente basata sul seguente principio: dalle masse alle masse. Questo significa che bisogna raccogliere le idee delle masse (disperse, non sistematiche) concentrarle (attraverso lo studio trasformarle in idee concentrate e sistematiche), quindi portarle di nuovo alle masse, diffondere e spiegare queste idee finché la masse non le assimilano vi aderiscano fermamente e le traducono in azione; e verificare in tale azione la giustezza di tali idee. Poi concentrare ancora una volta le idee delle masse e riportarle quindi alle masse perché queste idee siano applicate con fermezza e fino in fondo. E sempre così, indefinitivamente, come una spirale senza fine; le idee ogni volta saranno più giuste, vitali e ricche. Questa è la teoria marxista della conoscenza."

Mao Tse-Tung, Libretto rosso, tascabili Newton, 1994, p. 47

"Gli uomini lottano come singoli o come insiemi sociali, ma sono sempre io, Menezio, che dal fondo del loro cuore scuoto le mie catene e alimento la loro forza e la loro determinazione. Qualche volta Atena mi è amica. Qualche volta l'intelligenza strategica veicola la mia forza e allora avviene il cambiamento, nulla è mai più come prima."

"Io Menezio sono consapevole che non è sufficiente la mia forza per sconfiggere Zeus, ma sono consapevole che Zeus, senza la mia forza, non avrebbe il potere di impugnare la folgore. E così gli uomini, senza il mio scuotimento di catene si adatterebbero ad essere pecore del gregge, ma senza l'intelligenza di mio fratello Prometeo veicolata dalla strategia di Atena, veicolerebbero nel mondo solo la violenza per la violenza distruggendo sé stessi nel tentativo di dare l'assalto al cielo delle illusioni con cui descrivono i loro desideri del momento."

"La mia forza, continua Menezio, può essere preziosa quando gli uomini: " Questo significa che bisogna raccogliere le idee delle masse (disperse, non sistematiche) concentrarle (attraverso lo studio trasformarle in idee concentrate e sistematiche), quindi portarle di nuovo alle masse, diffondere e spiegare queste idee finché la masse non le assimilano vi aderiscano fermamente e le traducono in azione; e verificare in tale azione la giustezza di tali idee. Poi concentrare ancora una volta le idee delle masse e riportarle quindi alle masse perché queste idee siano applicate con fermezza e fino in fondo. E sempre così, indefinitivamente, come una spirale senza fine; le idee ogni volta saranno più giuste, vitali e ricche". Allo stesso tempo la mia forza può essere vana se gli uomini rincorrono il denaro come feticcio o come ideale."

"C’è bisogno di una prospettiva più profonda, per comprendere che gli uomini, con le condizioni materiali di vita, con le loro relazioni sociali, con le loro esistenze sociali, cambiano anche le rappresentazioni, i modi di vedere, i concetti, in una parola la coscienza? Che cos’altro dimostra la storia delle idee se non che la produzione dello spirito si trasforma assieme a quella materiale? Le idee dominanti di un’epoca sono state, in ogni momento, soltanto le idee della classe dominante."

Marx-Engels, Manifesto del Partito Comunista, acquarelli Demetra, 1996, p. 39

"Io scuoto le catene nel cuore degli uomini." disse Menezio "Il cuore è corpo, il cuore è carne, il cuore è materia vivente che si emoziona e che abita un mondo di materia nella quale mette in atto le sue azioni. Chi pensa che le emozioni dell'uomo vadano separate dal suo corpo è colui che vuole rendere un corpo schiavo mentre lui dice allo schiavo come deve usare le sue emozioni. L'uomo agisce, pensa, parla spinto dai suoi bisogni e dalle sue necessità e nell'agire, nel pensare e nel parlare l'uomo usa la forza che trae da me e con essa tenta di soddisfare i suoi bisogni e i suoi desideri."

E più l'uomo agisce, pensa, comunica ed agisce e più modifica il mondo in cui vive modificando il suo agire, il suo pensare, il suo comunicare e il suo modo di desiderare.


Fine citazione….
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NOTA: La pagina fa parte della Partita mondiale di calcio della filosofia con cui vengono definiti i principi filosofici propri della Religione Pagana.


giovedì 30 gennaio 2020

Ilizia e i filosofi fondamentalisti ed esistenzialisti


"Dal momento in cui nasci" continua Ilizia "inizi a scalare la tua montagna dell'esistenza e ad ogni passo ti trasformi. Il trasformarsi trasmette ad ogni Essere la sensazione di "potenza" e a qualcuno la paura che quella sequenza di trasformazioni possa interrompersi."

"Or, subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo, tutte le tribù della terra si batteranno il petto e vedranno il figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con gran potenza e gloria."

Vangelo di Matteo 24, 29-30

"La paura dell'evento è capace di impedire la trasformazione degli Esseri." Riprende Ilizia riflettendo "La paura blocca la trasformazione dell'essere nato come corpo nella natura. Non ha importanza se le condizioni del mondo sono favorevoli alla tua trasformazione, se tu hai paura sei tu stesso colui che blocca le tue trasformazioni".

"Chi è capace di incuterti paura, diventa il tuo padrone perché attraverso la paura può determinare le tue trasformazioni o le tue non trasformazioni. Sei nato in un mondo da esplorare," continua Ilizia "ma se hai paura ti ritiri dal mondo e trasformi lo sconosciuto che ti circonda in un muro invalicabile e tu vivi in un antro pieno di mostri e di pericoli."

"Così hai paura che il "cielo ti cada sulla testa" o che "il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte", per questo rinuncia a vivere e a rinascere sempre uguale (nella forma) e sempre nuovo (in-sé) ogni giorno, giorno dopo giorno. Hai paura che il mondo attorno a te finisca e hai paura di perdere le certezze che ti ancorano ad una vuota esistenza. Sentendoti indegno, sei indegno di vivere nell'infinito e preferisci chiuderti su te stesso."

"Quando vedi un uomo indegno versare fiumi di parole contro la virtù e tenere in grande considerazione cose che si dovrebbero ignorare – ricchezza, fama, piacere, - ed esaltare l'ingiustizia come fonte di ciascuna di esse, sostenendo che sono i prevaricatori a diventare ricchi d'argento, oro e di fama, non ti volgere subito sulla strada opposta per farti povero ed umile e praticare un tenore di vita severo e solitario: in questo modo irriterai l'avversario e aizzerai contro di te un nemico più pericoloso."

Filone d'Alessandria, L'uomo e Dio, Rusconi, 1986, p. 207 – 208

"La complessità dell'uomo che nasce e che vive non può essere rinchiusa in categorie. Cosa deve fare l'uomo? Cosa deve pensare l'uomo? Come deve vivere l'uomo? Perché una cosa è virtù e un'altra l'indegnità? Cosa qualifica un comportamento? Cammini su un sentiero che ti modifica giorno dopo giorno in relazione alle circostanze che incontri. Quanto incontri ti svuota o ti carica solo se quanto incontri è in relazione a quanto sei in gradi di vivere, capire e sostenere."

"Nel cammino della vita," continuò Ilizia, "ci sono uomini che vogliono costringerti a compiere azioni che a loro convengono. A questo ti puoi opporre. Ma come ti opponi quando nessuno ti obbliga, ma tu stesso imiti i comportamenti delle persone che agiscono nel mondo in cui sei nato? Quando impari a tremare nel momento stesso in cui tua madre ha paura, o impari a fuggire quando tua madre e tuo padre tendono a sottrarsi, o impari a sussultare imitando i sussulti di tuo padre davanti ad un altro uomo? Come ti difendi quando tuo padre e tua madre ti dicono che questo è il comportamento conveniente per vivere in questo mondo?"

"Nasciamo per morire, ma spesso nel mondo ci viene tolta la volontà d'esistenza e ci si offre una morte lenta. Una morte nella quale camminiamo e ci pensiamo di essere ancora vivi, ma nell'uomo non c'è più mutamento della struttura emotiva, non c'è più passione, non c'è ricerca di sfida, rimane solo il ritirarsi dalla volontà d'esistenza. Quando la volontà d'esistenza si ritira, rimane solo la violenza della prevaricazione come veicolazione disperata di emozioni prigioniere di una morale o di un'etica a loro estranea. Ci si ritira in un cantuccio dell'esistenza e ci si immagina al sicuro mentre l'uomo è diventato nemico di sé stesso."

"I dolori e i piaceri eccessivi, poi, devono essere posti fra i mali più grandi per l'anima. Infatti, l'uomo che è eccessivamente lieto, o che all'opposto per dolore si trova nello stato contrario, per la fretta che ha nel prendere una cosa e nel fuggirne un'altra nel momento non giusto, non è più in grado né di vedere né di udire nulla in modo retto, ma si infuria, e, in quel momento, non è più in grado di seguire la ragione.
E colui nel cui midollo si produca seme abbondante e impetuoso, e sia come un albero che porta frutti più del conveniente, prova per ogni cosa molti dolori e molti piaceri nelle passioni e in ciò che da esse deriva. E nella maggior parte della sua vita diventa esagitato, proprio a causa di questi piaceri e dolori grandissimi. E malgrado egli abbia l'anima ammalata e dissennata a causa del corpo, non viene giudicato come uno che è ammalato, bensì come uno che è per sua natura malvagio."

Platone, Tutte le Opere, Timeo, Bompiani, 2014, p. 1406

"La volontà d'esistenza viene censurata come il "male". Hanno inventato l'anima per uccidere i corpi." Continua Ilizia  "Corpi che dovrebbero vivere mentre la loro struttura emotiva dovrebbe morire e rinascere continuamente. Ma i corpi continuano a calpestare la terra mentre le loro emozioni vengono frustrate affinché si adeguino ai doveri imposti. In questa ottica, l'uomo appassionato, l'uomo che cerca la conoscenza e il piacere di un'esistenza nella quale versa la sua struttura emotiva trasformandosi in continuazione, viene accusato di essere il "male". Calunniato, perseguitato, deriso e torturato. Questi uomini e queste donne che con le loro passioni alimentano il divenire dell'uomo sono accusati di essere: " colui nel cui midollo si produca seme abbondante e impetuoso, e sia come un albero che porta frutti più del conveniente, prova per ogni cosa molti dolori e molti piaceri nelle passioni e in ciò che da esse deriva. E nella maggior parte della sua vita diventa esagitato, proprio a causa di questi piaceri e dolori grandissimi. E malgrado egli abbia l'anima ammalata e dissennata a causa del corpo, non viene giudicato come uno che è ammalato, bensì come uno che è per sua natura malvagio". Loro provano piacere, loro provano passione, loro plasmano la loro energia della vita e plasmandola costruiscono un corpo capace di trasformare la morte del corpo fisico in una nuova nascita. Ad ogni passione la loro struttura emotiva si trasforma, quell'uomo muore pronto a rinascere diverso. Eppure quell'uomo, quella donna, quel seme può affrontare le sfide dell'esistenza solo se il mondo in cui vive offre uno spiraglio, un po' di acqua per mettere radici."

"Perché, infatti noi attribuiamo al corpo-per-altri la stessa realtà che al corpo-per-noi. O meglio, il corpo-per-altri è il corpo-per-noi, ma impercettibile ed espropriato. Ci sembra allora che altri compia per noi un atto di cui noi non siamo capaci e che pur si impone: "vederci come siamo"."

Sartre, L'Essere e il nulla, il Saggiatore, 2002, p.414

"Nella società, per come è divenuta, tu sei il soggetto che viene osservato perché tu, proprio tu, devi rinunciare alla volontà d'esistenza perché quella società ritiene necessario che tu ti trasformi in una preda." Continuò con veemenza Ilizia "Per diventare una preda, devi obbedire. Devi rinunciare alla tua volontà d'esistenza, devi rinunciare a cercare il piacere e devi soddisfare il tuo bisogno solo attraverso il possesso dell'altro o stuprando l'altro. In questa azione di appropriazione e di stupro tu sei morto alla trasformazione. Tu non ti modifichi. La tua struttura emotiva rimane paralizzata, annichilita. Il corpo ha cessato di pulsare per l'emozione. L'emozione non insorge, non disgrega la tua coscienza e non la riaggrega fagocitando l'esperienza. Il "corpo-per-altri" vuole impossessarsi del "corpo-per-noi" e noi, per loro, non dobbiamo essere per noi, ma ter loro. In questo modo noi cessiamo di morire e di rinascere e iniziamo un lento cammino verso la morte di tutto ciò che siamo."


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NOTA: La pagina fa parte della Partita mondiale di calcio della filosofia con cui vengono definiti i principi filosofici propri della Religione Pagana.

martedì 28 gennaio 2020

Hera e i filosofi esistenzialisti e rinascimentali




E ancora, disse Hera: "Che cos'è la libertà del Dio? Non certo quella di "creare dal nulla" perché ogni Dio che viene vissuto dagli Esseri della Natura è figlio degli Esseri della Natura. Ma gli Esseri della Natura e gli Dèi creano nel senso che continuamente modificano il loro presente facendo germinare un nuovo e diverso presente."

"Come comunità dello spirito questo regno è l'associazione dei membri, in base al sapere di un tutto, con questo tutto in quanto loro idea. Ma lo spirito è sempre solo un tutto, non il tutto. In quanto tutto, esso deve legarsi ad un altro tutto e rimane sempre di fatto incompleto, anche nella propria realtà."

Karl Jaspers, Della verità, Bompiani, 2015, p. 759

"Questa idea" commentò Hera "di soggetti che formano una comunità, un'associazione dei membri è quanto di più depravato si possa pensare. Sembra quasi che i soggetti abbiano delle alternative e fra le varie alternative hanno scelto di unirsi in una comunità associandosi come membri. Quando mai? Si nasce, si cresce e ci si trasforma veicolando i propri bisogni e le proprie necessità. Un individuo della Natura è sempre un insieme che si separa dal mondo, da altri insiemi. Insiemi che tentano di sopravvivere in relazioni continue, in contraddizioni continue. Io Hera sono la coscienza della Natura formata da tutti gli Esseri della Natura. Io progetto il mutare di me stessa che diventa il mutare delle cose, ma i miei progetti hanno il limite nella volontà d'esistenza dei singoli Esseri della Natura. Non esiste uno "spirito" al di fuori degli Esseri, esistono le pulsioni d'esistenza dei singoli Esseri della Natura che alimentano le mie pulsioni d'esistenza.

"Non è dato ad ogni filosofia di comprendere una Rivelazione. Il presupposto fondamentale è un rapporto non meramente ideale, mediato attraverso la ragione, ma uno reale della natura umana con Dio."
 Schelling, Filosofia della Rivelazione, Rusconi, 1997, p. 923

Che cos'è una rivelazione? I piedi percorrono la terra e questa è la realtà. Si comprende il cammino delle trasformazioni che si vivono e si comprendono i soggetti che entrano nelle nostre relazioni. La vita della Natura è pura materia che si trasforma in continuazione ed io, Hera, comprendo tutti gli Esseri della Natura e nessuno di loro comprende Hera o entra in relazione con Hera. Io non sono al di sopra degli Esseri della Natura, io sono figlia degli Esseri della Natura e progetto me stessa alimentando le trasformazioni fra gli Esseri della Natura.

Poi, come se stesse riflettendo disse Hera: "Io divoro gli Esseri della Natura. Mi nutro della loro consapevolezza. Mi nutro degli sforzi che fanno in ogni trasformazione. Quando muoiono la loro consapevolezza diventa la mia consapevolezza. Hanno avuto la loro occasione di diventare eterni, di vivere con passione, di alimentare il desiderio. Molti di loro afferrano l'occasione della loro esistenza e vanno oltre "la mia bocca" oltre "il becco dell'aquila" per continuare a trasformarsi nell'eternità dei mutamenti. Troppi uomini preferiscono vivere per sottomissione, pregare e idealizzano il bisogno di un padrone che chiamano "Dio". Ed io mi nutro di loro. Mi nutro del loro fallimento. Fallirono nel momento stesso in cui rinunciarono alla loro "volontà d'esistenza".
"Se qualcuno vuole persuadere o dissuadere gli uomini di qualcosa che non è di per sé noto, costui allora, perché essi lo accolgano, deve dedurre la cosa che gli sta a cuore da ciò che è comunemente ammesso e convincerli con l'esperienza o con la ragione, vale a dire deve dedurre o dalle cose che essi hanno esperimentato per mezzo dei sensi verificarsi in natura, oppure dagli assiomi intellettuali per sé noti."
Spinoza, Trattato teologico-politico, Rusconi, 1999, p. 223

"Io" disse Hera "mi nutro della consapevolezza di uomini persuasi, mediante l'esperienza e la ragione, a rinunciare a veicolare nel mondo le loro emozioni e costretti, o convinti, a non affrontare le contraddizioni della vita e dell'esistenza. Io mi nutro di consapevolezze che hanno rinunciato a vivere e che attendono solo di morire cercando, magari, solo le piccole soddisfazioni che concede loro il dominio e il possesso su altri uomini incapaci di determinare la loro vita. Questi piccoli uomini che vivono di assiomi intellettuali noti solo alle loro convinzioni, invadono la Natura come una malattia che si propaga da individuo ad individuo. Disarmano le persone e le costringono a confidare nella provvidenza che benevola li accompagna alla loro distruzione. Per persuadere gli uomini ad essere sottomessi è necessario agire sulla loro infanzia con genitori che si sottomettono dimostrando all'infante che la sottomissione è la regola aurea della società. Convinci le persone ad essere sottomesse ed io mi nutrirò della loro vita."

"Povero filosofo: vedi una pianta che vegeta, e dici "vegetazione", oppure "anima vegetativa". Osservi che i corpi sono dotati di moto e lo trasmettono, e dici "forza"; vedi il tuo cane da caccia imparare il suo mestiere sotto la tua guida, e gridi "istinto", "anima sensitiva"; hai idee complesse, e dici "spirito". Ma, di grazia, che cosa intendi con queste parole? Questo fiore vegeta, ma esiste forse un essere reale che si chiama "vegetazione"? Questo corpo ne spinge un altro, ma possiede in sé un essere distinto che si chiama "forza"? Questo cane riporta una pernice, ma c'è un essere che si chiama "istinto"? Non rideresti di un ragionatore (quand'anche fosse stato precettore di Alessandro) che ti dicesse: "Tutti gli animali vivono, dunque c'è in essi un ente, una forma sostanziale che è la vita"? Se un tulipano potesse parlare, e ti dicesse: "La mia vegetazione ed io siamo due esseri uniti evidentemente insieme", non ti burleresti del tulipano?"
Voltaire, Dizionario di filosofia “tutti i romanzi e i racconti e Dizionario di filosofia", Mammut Newton, 1995, p. 449

"Se gli uomini affermano oggetti fuori dai sensi, li devono dimostrare. Quanto meno devono dimostrare che tali oggetti sono utili alla vita dell'uomo, ma se l'uomo si convince che il leone è utile nella sua esistenza e pretende di farlo convivere nella sua quotidianità, non si deve stupire se qualche leone decide di mangiarsi qualche uomo. Se scegli, perché vuoi o non sai fare altro, di essere sottomesso non ti devi stupire se sei la preda dei predatori sociali.

Fine citazione….
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NOTA: La pagina fa parte della Partita mondiale di calcio della filosofia con cui vengono definiti i principi filosofici propri della Religione Pagana.

domenica 26 gennaio 2020

Ares e i filosofi fondamentalisti e dialettici



Cito dalla pagina presentata

Gli uomini non hanno riscontri sull'efficacia delle preghiere, gli uomini hanno riscontro solo della loro impotenza davanti alle condizioni del mondo. Un'impotenza che ha costruito Atena quando, alimentando il bisogno di possesso degli uomini, ha alimentato la loro intelligenza per trasformare altri uomini in uno stato di schiavitù. Ci vuole l'intelligenza per costruire la schiavitù; ci vuole l'emozione per spezzare le catene. Ma spesso è troppo tardi e all'uomo sottomesso non resta che pregare. Non resta che attendere la liberazione dalla schiavitù che gli concede la morte del suo corpo fisico".
"Schiavi, obbedite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne, non solo quando vi vedono, come per piacere agli uomini, ma con sincerità di cuore, per timore del signore, tutto quello che fate, fatelo di cuore, come per il signore e non per gli uomini, sapendo che riceverete in ricompensa l'eredità dalle mani stesse di dio. E' a cristo signore che voi servite. Chiunque, invece, commette ingiustizia, commetterà secondo l'ingiustizia commessa: non vi sarà accettazione di persone."
Paolo di Tarso, lettera ai Colossesi 3, 22-25
 "Obbedite, obbedite" afferma sbuffando ed imprecando Ares " non mi sentite fremere dentro di voi? Non anelate a grandi spazi o ad una vita felice senza obblighi né catene? I vostri genitori vi hanno allevati come animali affinché siate sottomessi al loro servizio e voi vi comportate da animali facendo della sottomissione il piacere del vostro padrone, del vostro Dio. In questo modo usarono Atena per costruire un branco di lupi che si contendevano uomini trasformati in greggi di pecore che i lupi portano al macello della vita. E poi" riflettè Ares "i lupi possono cibarsi di pecore, ma non trasformano uomini in pecore, allo stesso modo la pecora non teme il lupo quanto dovrebbe temere l'uomo che vuole essere il suo padrone. Sterminarono più pecore gli uomini che non tutti i predatori fin da quando le pecore divennero per diversificazione di specie precedenti. E, dopo aver distrutto l'uomo trasformandolo in pecora sottomessa e violentato l'Ares dentro di lui, chiamarono giustizia la schiavitù dell'uomo e ingiustizia il suo desiderio di libertà."

"La rivoluzione borghese non può accogliere attorno alla borghesia, per un periodo di una certa durata, masse di milioni di lavoratori e di sfruttati, appunto perché loro sono lavoratori e sfruttati, mentre invece la rivoluzione proletaria se vuole assolvere al proprio compito essenziale, che è di consolidare il potere proletario e di edificare una nuova economia socialista, può e deve legare i lavoratori e gli sfruttati al proletariato in un'alleanza durevole, appunto perché essi sono degli sfruttati e dei lavoratori."

Stalin, Questioni del leninismo, l'Unità, 1945, p. 137-138

"La storia umana del tempo della filosofia è la storia della guerra finalizzata a rendere gli uomini sottomessi. Questa storia "dice Ares "è una storia che toglie agli uomini la loro capacità di critica del presente. Combattere significa disarmare il nemico e meno gli uomini sono in grado di analizzare il presente in cui vivono, tanto più sono disarmati nei confronti di chi li vuole sottomettere quando presenta loro una verità immaginaria dalla quale non sono in grado di sottrarsi. Ma io prorompo" continua Ares "nei bisogni, nelle necessità e nei desideri. Afrodite è la compagna di Efesto, ma io sono il desiderio che combatte nelle contraddizioni dell'esistenza e Afrodite non può negarsi là dove il desiderio e la passione degli uomini invade il mondo in cui vivono. Gli uomini possono essere ridotti in schiavitù, ma il desiderio, la passione, i bisogni, quando si riempiono di emozione, tendono a rompere i legami e io, Ares, insorgo dentro di loro. A volte Atena mi affianca e allora anche lo schiavo, anziché gettarsi come un toro infuriato contro il suo mulino a vento, progetta, medita, soppesa come usare la forza emotiva dentro di sé per rendere stabile la rimozione delle catene che in quel momento lo stanno soffocando."

Fine citazione….
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giovedì 23 gennaio 2020

Inganno e i filosofi rinascimentali e dialettici

Cito da questa pagina:
L'inganno è offriti quello che tu devi pensare. Se Bacone avesse detto "loro dicono queste o quelle cose", tu avresti potuto decidere se loro sono "stupratori di spirito". Ma tu non puoi decidere, devi scegliere se accettare quello che Bacone dice o rifiutarlo. Non stai dando un giudizio sugli "stupratori di spirito", stai schierandoti per tifare. Questo" continua Inganno "è l'inganno di tutti gli inganni. L'affermazione che offre l'aggettivo anziché offrire i fatti che tu puoi definire mediante un aggettivo. Vieni derubato della tua capacità di usare gli aggettivi per definire qualcosa perché sei stato derubato della conoscenza dei fatti e, in ultima analisi, della tua capacità di dare dei giudizi.
"Quelli di loro che volevano ribellarsi e giocare al liberalismo in modo troppo rumoroso e troppo incomodo per il regime imperiale furono naturalmente scartati, soffocati. Ma tutti gli altri, quelli che lasciarono le fisime politiche al popolo si applicarono esclusivamente e seriamente al grande affare della borghesia, cioè allo sfruttamento del popolo furono potentemente protetti e incoraggiati: si diedero loro perfino, per salvare l'onore, tutte le apparenze della libertà."
Bakunin, Là dove c'è lo Stato non c'è libertà, Acquerelli Demetra, 1996, p. 210
"Il gioco dell'inganno" continuò Inganno "spesso consiste nel vendere apparenza per impedire all'ingannato di afferrare la sostanza, i contenuti, delle cose. Contenuti e realtà dalla quale viene allontanato giocando sulla sua non conoscenza e sulla sua disposizione a credere per vero ogni cosa che gli viene detta capace di soddisfare le sue aspettative. Lasciamo che il "popolo" si illuda di tutti quei privilegi politici ai quali non accederà mai. E mentre lui combatte per i principi politici, viene violentato nel quotidiano con la promessa che domani le cose cambieranno. Ma le cose non cambiano a meno che l'imperatore o il potere finanziario non comprendono che è nel loro interesse poter disporre di un popolo colto e benestante perché aumenta la circolazione di denaro e favorisce l'accumulo di ricchezza. Ma fino ad allora ogni rivendicazione sociale ha il solo scopo di individuare i "facinorosi", le persone sensibili, quelle pronte a sacrificare sé stesse per la causa e per poterle colpire rendendole innocue privando quel "popolo" dei suoi potenziali campioni. Protesta per la politica sociale, battiti sulle barricate e sottrarrai te stesso alla società civile perché sarai colui che deve essere reso impotente per fermare ogni tipo di protesta. E mentre tu combatti per ideali, veri o immaginati che siano, altri agiscono per i loro interessi e tu diventi pedina di un gioco di cui non conosci fini o confini. Alla fine di ogni gioco, vince sempre il trafficante di schiavi che nei momenti peggiori cambia maschera e cambia tecniche di sfruttamento mentre, nei momenti migliori, si assicura bestiame umano a basso costo."
"Bisogna stimare come massimi doveri, rispetto a tutto il resto, quelli che rispondono all'interesse della Città, affinché sia ben amministrata, e non bisogna caldeggiare la rivalità oltre il conveniente e neanche imporsi con la forza contro l'utile comune. Infatti, una Città ben amministrata è l'appoggio più grande e ciò riguarda ogni aspetto: dove questo viene ben amministrato, tutto è salvato; mentre dove questo viene distrutto, tutto va in rovina."
Democrito, Raccolta di frammenti interpretazione e commentario di Salomon Luria, Bompiani, 2007, p. 741
"In una società gruppi economici e gruppi sociali, a volte anche gruppi criminali, si scontrano per assicurarsi dei vantaggi economici e sociali." Continua Inganno "Le persone spesso non sono in grado di distinguere
---fine citazione-----
Continua nella pagina linkata.....


lunedì 13 gennaio 2020

Giorno Pagano Europeo della Memoria 2020


Il Rito religioso che commemora il Giorno Pagano Europeo della Memoria viene celebrato presso il Bosco Sacro in Jesolo – Venezia sabato 22 febbraio 2020 dalle ore 17.00.

Il Rito serve a ricordare i martiri delle Antiche Religioni che furono macellati da ebrei e cristiani per puro odio religioso in nome del loro Dio assassino che intendeva imporre la sua morale di morte e di genocidio. Si vuole idealmente ricordare l'olocausto con cui il Dio di ebrei e cristiani si vanta di aver macellato tutti gli uomini sulla faccia della terra col "diluvio universale", non tanto per il diluvio in sé stesso che sappiamo non essere mai avvenuto, quanto per l'orrore di aver introdotto nell'ideologia religiosa di ebrei e cristiani il principio etico, sociale e giuridico secondo cui l'altro va macellato per sottometterlo ad un'idea religiosa, a Dio.



Questo orrore ha insanguinato la storia dal genocidio dei sacerdoti di Baal, il principio maschile della vita, che gli ebrei affermano di aver macellato per conto e ordine del loro Dio, al genocidio di popoli messo in atto dai cristiani in nome del loro Dio.

Si ricordano tutti i martiri marchiati dai cristiani come "eretici" che hanno sacrificato la loro vita per costruire la libertà sociale. Si ricordano tutte le donne chiamate "streghe" che i cristiani si sono divertiti a bruciare sui roghi per tentare di avere sollievo nel buio e nella disperazione del loro fallimento esistenziale. Si ricordano tutti i bambini violentati dai cristiani per imporre loro la fede in un criminale in croce che ordina di ammazzare chiunque non si metta in ginocchio davanti a lui. Si ricorda il genocidio di popoli operato dai cristiani per imporre la fede cristiana. Il genocidio chiamato colonialismo con cui i cristiani hanno devastato la terra e tutt'ora la devastano in nome e per conto del loro Dio padrone che fa dell'odio sociale la sua unica ragione di vita.

Si vogliono ricordare tutti i singoli uomini, i "Giusti" quelli che convinti che la libertà dall'odio ebreo e cristiano fosse nella società più importante della sottomissione all'odio di un Dio che ordina agli ebrei di ammazzare uomini, donne e bambini per il loro divertimento.

Se noi dimentichiamo gli orrori imposti dai cristiani in 2000 anni della loro storia, allora ci faremmo complici di quegli orrori. Fu la nostra Corte di Cassazione a decretare che i "Delitti contro l'umanità non cadono mai in prescrizione" eppure, questo principio, così importante per la società civile Italiana, non viene applicato permettendo continuamente al terrore di espandersi nella società civile e costruendo sofferenza negli uomini per favorire l'attività di terrore ed odio del Dio dei cristiani e dei cristiani che, in nome di quel Dio, continuano a violentare bambini e a diffondere il loro odio contro le Istituzioni sacre di questo paese.

Per informazioni vedi:

13 gennaio 2020

sabato 11 gennaio 2020

La Religione Pagana


La difficoltà nella costruzione della Religione Pagana consiste nel fatto che oggi come oggi non si possono usare i mezzi e i metodi con cui si costruiva e si definiva una religione 2000-2600 anni or sono. La costruzione della Religione Pagana obbedisce alle leggi di relazione emotiva fra l'uomo e il mondo e alle regole sociali proprie del 2000.

Purtroppo siamo circondati da truffatori che sfruttando la manipolazione mentale messa in atto dai cristiani sull'infanzia si trasformano in tanti profeti, salvatori, annunciatori di verità misteriche in una relazione mistica con un Assoluto che altro non è che la loro struttura psichica malata e disperata. Costoro trovano facile esca fra una classe sociale semi benestante che da un lato vive una condizione psicologica di vuoto esistenziale e dall'altra parte è alla ricerca della veicolazione di un proprio delirio di onnipotenza pensandosi alla destra di un onnipotente al quale vogliono mettersi al servizio.

Di questi personaggi ne vediamo molti, tutti cristiani. Tutti deliranti rispetto ad un assoluto che descrivono con familiarità. Tutti falliti esistenziali che si nutrono, come vampiri, della disperazione psichica sociale. Dai No-Vax ai Di Bella, dai guru indiani agli sciamani, dai cartomanti ai taroccari, dai preti cattolici falliti a preti cattolici stupratori di bambini.

La costruzione della Religione Pagana non può passare attraverso meccanismi pseudo-sociali di questo tipo. La Religione Pagana non raggruppa masse di uomini disperati alla ricerca di un qualche miracolo che rimedi ad una vita di disperazione.

La Religione Pagana è la religione che costruisce le relazioni fra l'uomo e il mondo inteso come un insieme di Esseri Viventi che trasformano continuamente sé stessi. La Religione Pagana è l'arte di vivere. L'arte di costruire le relazioni sociali e, in quest'ottica, la Religione Pagana interpreta sia la storia che la filosofia, intesa come storia del pensiero umano generato dalla necessità di liberazione dall'assolutismo che opprime le possibilità di trasformazioni dell'uomo, sia come storia dell'orrore imposto all'uomo. Dove, per uomo, non si intende il "possessore di uomini" a qualunque livello o in qualunque forma, ma l'uomo come soggetto, come struttura fondante di sé stesso, che abita un mondo nel quale si trasforma e diviene giorno dopo giorno.

La Religione Pagana non sostiene, come Eraclito "Un uomo non può bagnarsi nella stessa acqua" perché tutto scorre, ma sostiene che l'uomo scorre in una continua trasformazione e pertanto non sarà mai lo stesso uomo che si bagna nello stesso fiume perché, come l'acqua che scorre nello stesso fiume è diversa, così è diverso l'uomo ogni giorno, in ogni istante della sua esistenza.

Essendo sempre diverso l'uomo ed essendo sempre diversi ogni elemento che forma l'oggettività in cui viviamo, la Religione Pagana non è in grado di definire una "verità" dell'esistenza perché ogni verità ucciderebbe le trasformazioni e il divenire dell'uomo. La Religione Pagana definisce i mezzi e gli strumenti per leggere l'oggettività nella quale viviamo e definisce gli strumenti mediante i quali l'uomo può vivere e affrontare il mondo in cui vive.

Per questo motivo la costruzione della Religione Pagana non può usare gli strumenti di 2000 anni or sono, ma deve usare gli strumenti di oggi. Deve rispondere alle esigenze degli uomini di oggi diventando uno strumento attraverso il quale gli uomini affrontano oggi i loro problemi.


11.01.2020

lunedì 11 novembre 2019

Filosofia e mafia


Per capire l'importanza di Marsilio Ficino nella storia della filosofia riporto parte dell'introduzione di Enrico Vitale alla "Teologia Platonica di Marsilio edito da Bompiani.

Sicuramente la posizione di Marsilio come "filosofo del regime" è una posizione molto criticabile, ma non credo che allora ci fossero molte alternative per affrontare l'assolutismo cristiano e la pratica dell'uso sistematico della tortura e dei roghi.

Da un lato Marsilio Ficino è il filosofo fondamentale del rinascimento italiano, dall'altro lato lo stesso rinascimento nasce come "potere" che si contrappone ad un altro "potere", quello assoluto della chiesa cattolica che si nutre di strage e genocidio. Pertanto, lo sviluppo del pensiero filosofico nasce da una "mafia" che ha l'esigenza di costruirsi spazi di potere all'interno del più vasto circuito mafioso rappresentato dalla chiesa cattolica. La "mafia" più debole deve cercare alleati e, nel farlo, offre qualche frammento di libertà maggiore rispetto alla mafia dominante rappresentata dalla chiesa cattolica.

Anche nel lavoro di analisi filosofica noi non dobbiamo mai confondere la differenza che c'è fra uno scontro fra "mafie" che, comunque, offre degli spiragli di libertà all'uomo, da quella che è la "lotta alla mafia" che oppone i diritti dei cittadini all'assolutismo del controllo "mafioso". Se si confondono le due cose, nella lotta fra "mafie", la "mafia" vincente, o un eventuale equilibrio fra "mafie", tenderà comunque a ripristinare l'assolutismo sui cittadini e i cittadini che si sono schierati sperando in un qualche beneficio saranno le vittime del ripristino del potere "mafioso". Quando, al contrario, si fa una guerra alla "mafia" sicuramente molti diritti dei cittadini vengono affermati giuridicamente e il tentativo di ripristino del controllo "mafioso" passa attraverso un'erosione dei diritti sociali che per concludersi necessita di parecchi anni in cui i diritti sociali vengono negati nei fatti pur rimanendo nella forma giuridica.

L'ermetismo, che inizia con Marsilio Ficino, è la stessa cosa. Un lavoro di una "mafia" periferica che ideologicamente tenta di garantire a Lorenzo il Magnifico, gran duca di Toscana, vantaggi ideologici sullo strapotere ideologico della chiesa cattolica. L'ermetismo si trasforma in una cloaca ideologica in cui confluisce tutta l'ideologia che legittima il dominio "mafioso" sull'uomo. Dal platonismo al neoplatonismo con lo stoicismo, dal cristianesimo all'ebraismo, alla scolastica all'ermetismo di Giamblico, Proclo e la magia di Ermete Trimegisto. Il tutto condito nella ricerca di un immaginifico filosofico che non è altro che riproduzione delle vecchie ideologia di dominio dell'uomo sull'uomo. Tuttavia, questa attività di controllo "mafioso" sugli uomini, allarga gli interessi sociali e coinvolge nel dibattito filosofico strati maggiori di popolazione.

Il desiderio di "potere sociale" delle persone, sia nella direzione della miracolistica che del controllo di altre persone formando nuovi greggi e nuove associazioni, modifica il presente consentendo la nascita di nuove idee che interpretano la vita dell'uomo in maniera diversa.

Scrive Enrico Vitale nella presentazione della "Teologia Platonica di Marsilio edito da Bompiani:

Marsilio Ficino (1433-1499) è tra i maggiori filosofi del Quattrocento. Dalla personalità complessa, egli fu insieme medico, astrologo, teologo, filologo e filosofo, fine interprete e sottile pensatore, tanto votato alla più astratta speculazione dialettica, quanto consacrato all'impegno presbiterale, secondo una particolare visione del rapporto tra ricerca filosofica e dignità sacerdotale, fondata sulla unità di sapientia e religio.

In una fase di trasformazione del ruolo dell'intellettuale all'interno della società fiorentina, a differenza degli umanisti delle generazioni precedenti, quali il Salutati ed il Bruni, e di alcuni suoi contemporanei, come Donato Acciaiuoli, Marsilio incarna la figura del letterato integralmente votato allo studio, lontano da impegni civili o politici, che preferisce la vita contemplativa a quella attiva; «libero» nel rapporto con la auctoritas filosofica e scientifica, ma non altrettanto autonomo nei confronti di quella politica, cui apertamente esprime riconoscenza e gratitudine in ragione del sostegno morale e materiale che ne riceve: «A te, magnanimo Lorenzo», scrive nel proemio della Theologia Platonica dedicato a Lorenzo de' Medici, «più che ad ogni altro ho giudicato di dover dedicare quest'opera […]  perché grazie a te ho trovato quella tranquillità (otium) nella quale è più facile filosofare»; sovente inclinando, come ebbe ad affermare il Garin, all'esplicita adulazione dei suoi potenti protettori, sicché con il Ficino compare «nella Firenze del '400, la prima grande figura di filosofo cortigianos", sempre ossequioso, devoto e pronto a dar lustro ai propri signori.

Se gli va ascritto il merito di aver, alle soglie dell'età moderna, offerto al mondo latino la conoscenza dei testi fondamentali della tradizione platonica greca, primi fra tutti il Corpus platonicum e le Enneadi plotiniane, che ebbero sulla coscienza occidentale un influsso equiparabile a quello esercitato dalle opere di Aristotele sul pensiero medioevale del XIII secolo, nondimeno va riconosciuto che, assumendosi consapevolmente e pienamente il compito di affiancare alle traduzioni che andava compiendo i necessari strumenti ermeneutici, quali introduzioni e commentari, da un lato egli seppe realizzare una sintesi dottrinaria che assurge alla dignità di un autentico sistema filosofico; dall'altro, come ha affermato il Vasoli, concorse in modo decisivo alla «nascita di una nuova immagine e di un nuovo linguaggio della filosofia, non più patrimonio esclusivo dei magistri, ma presente e operante nella cultura di letterati e filologi, storici e uomini politici e, addirittura, di un nuovo ceto di tecnici e artisti», contribuendo alla fine della egemonia aristotelica in seno alle università.

All'interno di questa nuova cultura, con un paziente, attento e costante lavoro di scavo e recupero delle dottrine degli antichi filosofi, operò tanto sul piano filologico, quanto su quello teologico, al fine di «abbattere le distinzioni tra cultura cristiana e cultura pagana», rifondando l'idea di humanitas secondo modalità che autorevoli critici non hanno esitato a definire innovative, attestando su questo versante l'attualità del filosofo fiorentino.

Marsilio Ficino, Teologia Platonica, Bompiani, 2011, introduzione di Enrico Vitale.

Non si può ignorare Marsilio Ficino nella nascita della filosofia moderna. Ficino fa qualche cosa di più che la pura speculazione filosofica, vuole fondare una nuova Accademia a Firenze. Un centro di gravità per la nuova speculazione filosofica che diventerà fondamentale per la nascita dell'esoterismo moderno. Al Dio persona si sostituisce l'Uno al quale il filosofo partecipa e del quale il filosofo è il nuovo portavoce. Questo scatenerà la filosofia cristiana che non avrà più pudore nel parlare in nome di Dio e di dire agli uomini che cosa Dio vuole che gli uomini facciano.

Nello scontro fra la nuova "mafia" sponsorizzata da Ficino, che ha in Platone, Plotino e Paolo di Tarso, il suo ideale e la "mafia" cristiana e cattolica che gestiscono il Dio-persona dominando la vita degli uomini, inizia quello scontro che va sotto il nome di "rinascimento Italiano" e che diventerà il motore propulsore dello sviluppo filosofico di tutta l'Europa.

Claudio Simeoni

domenica 31 marzo 2019

Paganesimo passaggio fuoco

https://youtu.be/GCRFRA1Mm68

martedì 19 febbraio 2019

Buddhism and Pagan Religion


What are the differences between Pagan Religion and Buddhism?

This is Buddhism:

1) The truth of suffering: All life is pain.
2) The truth of the origin of suffering: The cause of pain lies in the desire to live.
3) The truth of the cessation of suffering: Pain is annihilated by annihilating the will to live.
4) The truth of the path to the cessation of suffering. Pain ceases by denying desires and denying participation in life in the world.

This is Pagan Religion:

1) Life is desire in a world of bodies that desire
2) Desire organizes man in the pursuit of happiness by participating in a world that seeks happiness
3) Happiness consists in the satisfaction of desire that satisfies the world in which everyone desires
4) The men’s efforts to satisfy the desires in a wishing world transform the death of the physical body in the birth of the luminous body.

The desire entered in the matter and life was born.
The living matter wanted to continue living.
The pain killed life because it kills the desire.

This is why we are Pagans. We love life.

domenica 10 febbraio 2019

Who are pagans?


Pagan people must explain their religious beliefs.

We can’t expect people to know our intentions when we use the word “Pagan”.

There are Nazis who say they are pagans. They are not pagans. They are Nazis.

         The Christians call “pagans” all people who don’t submit to their God.

         There are people who fancy about the Roman Empire. These people say they are pagans. They are not pagans. They are nostalgic of past time.

         There are some the people who call “paganism” some kind Christian superstitions practiced in the Middle Ages. These people are not pagans. They are Christians.

There are people who call “paganism” Neoplatonism and Stoicism. These philosophies are not paganism. They are Neoplatonism and Stoicism.

There are some people who think that Plato’s philosophy is pagan philosophy. Plato’s philosophy is not paganism. It is Platonism.

We practice the Pagan Religion so it’s ours to say what are the religious principles of Pagan Religion. What about you who are reading me: what do you believe Pagan Religion is?