domenica 28 febbraio 2010

La creazione cristiana, la creazione nelle Antiche Religioni, la creazione nel Libro dell'Anticristo. Creazione ed evoluzione.

Nell'Antica Religione Egiziana, Ammone, diventato cosciente nel Nun, è solo. Nell'immenso consapevole Ammone starnazzerà finché altre coscienze emergeranno dall'inconsapevole Nun. Davanti ad una visione talmente immensa si può solo dare del "buffone!" al dio dei cristiani e alla sua pretesa di essere il padrone e creatore del mondo.

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Parlare di creazione nella religione Pagana è sempre stato abbastanza complesso.
Da un lato si è soverchiati dall’idea di creazione ex-nihilo imposta dai cristiani ai bambini fin da piccolissimi, dall’altro lato si è sottoposti al martellamento dell’evoluzione e della sua contrapposizione alla creazione tanto da non poter usare il termine creazione in maniera diversa da come è imposto dai cristiani.

Esiste una lotta fra creazionisti cristiani ed evoluzionisti scientifici per contendersi lo scettro della verità.
Bisogna dire che i creazionisti cristiani hanno buon gioco soltanto fra le persone prive di cultura o fra i truffatori che usano le persone prive di cultura. Quando si entra in campo scientifico, culturale o analitico, i creazionisti cristiani scappano con la coda fra le gambe e si rifugiano nella patologia psichiatrica della loro fede.

Questo non significa che non esiste un concetto di creazione della Religione Pagana che, lungi dal contrapporsi all’evoluzione scientifica e dell’intromettersi nel dibattito scientifico, è in grado di contrapporre la propria visione della vita e dell’universo alla creazione infantile imposta dai cristiani.

Gli atei hanno assunto il concetto di evoluzione come modello del venir in essere del mondo in antitesi al concetto cristiano di creazione ex nihilo.
Gli atei si sono dimenticati che il concetto di evoluzione premette, almeno fino ad oggi, che la vita sia già in essere, e non comprende il passaggio della non vita alla vita. Anche se le catene molecolari degli acidi oggi sono molto più chiare che cinquant’anni or sono, i cristiani hanno sempre buon gioco nello sfottere la scienza presupponendo che il loro dio prestigiatore sia superiore alla capacità scientifica di manipolare la materia e di modificare la vita. Nello stesso tempo temono talmente tanto i progressi scientifici da promuovere vere e proprie campagne di aggressione terrorista e criminale nei confronti di chi cerca delle migliori condizioni di vita e di esistenza. E’ il caso del diritto d’aborto al quale i cristiani hanno dichiarato guerra in nome del diritto del loro dio padrone a stuprare e possedere l’utero delle donne; è il caso del diritto ad una morte dignitosa che i cristiani vogliono impedire per salvaguardare il diritto del loro dio di torturare le persone impedendo loro di gestire la loro vita; è il caso delle cellule staminali.
La scienza terrorizza i cristiani perché dimostra la limitatezza e la pochezza del loro dio. Un dio prestigiatore e imbonitore da palcoscenico che trasforma l’umanità in vittime.
Il terrore religioso costringe la scienza a fermarsi davanti alla “fede”: “Se uno crede così ha il diritto di credere!”
Questo è vero, ma non ha il diritto di spacciare la sua credenza come una verità oggettiva che deve essere accettata da altri passivamente.

Ci sono molti veggenti che possono vedere l’inizio dell’universo e della vita.
Di solito, costoro, o veicolano le loro visioni e le loro percezioni nell’ambito della patologia cristiana, oppure sono emarginati.

Eppure io ho visto l’inizio dell’Universo. Il suo venir in essere e, se è avvenuto a me, anche se pratico Stregoneria, ritengo che sia una possibilità comune assistere all’inizio dell’universo anche se spesso, tali visioni, intuizioni e percezioni, sono attivate da malattie, droghe, stati psichici alterati, stati emotivi delle persone. Le persone non ne parlano perché imputano la stranezza della loro visione (quando non risponde ai caratteri della cultura religiosa dominante) alla loro malattia psichica, a stati febbrili, all’assunzioni di droghe o a condizioni particolari. Parlare della loro visione implicherebbe criminalizzarsi per il cammino o per le condizioni che le hanno portate a quella visione.

Quando io ho visto il venir in Essere dell’Universo, poco meno di trent’anni or sono, questa visione fu il primo capitolo de Il Libro dell’Anticristo.

Allora non conoscevo nulla delle Antiche Religioni, né di come quegli individui pensavano la creazione. La contrapposizione che io vissi fu quella tra la mia visione e la creazione ex nihilo dei cristiani.
Ma ci furono altre creazioni; altre culture; altri veggenti.
Così oggi ho affrontato il problema. Il problema della CREAZIONE NELLA RELIGIONE PAGANA e ne è nato un piccolo libro.


1) La creazione ebrea e cristiana nella vita dell’uomo;

2) Dalla creazione infantile cristiana alla maturità delle creazioni sumere ed egiziane;

3) La creazione nei Veda e la creazione egiziana: i sensi come Dèi;

4) La creazione nell’Inno al Purusa alle cosmogonie greche e la creazione del Libro dell’Anticristo;

5) La creazione nel Libro dell’Anticristo, la creazione Sumera e la creazione Egiziana;

6) La creazione nel Libro dell’Anticristo e la creazione nei Veda: dalla creazione alla morte;


Il discorso è unico. E’ stato diviso in sei sezioni per comodità di pubblicazione sull’web.
La creazione ex nihilo dei cristiani è la più alta forma di ateismo che si possa immaginare. I cristiani rubano il divino alla vita, al mondo in cui vivono, trasformando l'esistente in materia inanimata per concedere il potere, la qualità divina che porta alla vita, al loro dio. Con questo i cristiani bestemmiano la vita e la creazione. Bestemmiano il mondo e gli Dèi cercando di legittimare il loro odio contro la scienza, la società civile, i bambini e le donne.
Gli egiziani, i sumeri, gli stessi Veda, avevano una visione della “creazione” da persona mature. Da uomini che avevano affrontato con coraggio la loro vita e non come dei bambini che fissavano la loro crescita all’interno del delirio di onnipotenza.
In questo testo ho trattato sia l’aspetto patologico della visione della creazione dei cristiani, sia le sofferenze che i cristiani hanno imposto alla società civile. Ho trattato alcuni aspetti della creazione degli egiziani, dei greci, del Rg veda, dei sumeri e il tutto in relazione alla creazione propria del Libro dell’Anticristo.

28 febbraio 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

venerdì 19 febbraio 2010

Gli uomini, i pesci, gli animali; percezione ed emozione nella ricerca scientifica.


Come Pagano sono colpito dai percorsi che vengono intrapresi dagli studi scientifici. Io trovo del tutto normale che un pesce provi lo stesso mio dolore e lo stesso dolore psico-emotivo che prova ogni Essere Umano. Esistono le differenze fra un Essere Umano, un Essere Pesce o un Essere Vegetale. Differenze che riguardano il come ci si relaziona con il mondo, ma non la sostanza delle relazioni né i meccanismi che articolano quelle relazioni.
Come Pagano capirei studi scientifici che partendo dal fatto che Esseri Umani ed Esseri Pesce fanno parte del tutto qual è l’Essere Natura studino le differenti veicolazioni sia della percezione che della coscienza e del sentire.
Ciò che come Pagano mi è incomprensibile è la necessità di usare la scienza per capire che i pesci hanno coscienza, consapevolezza, percezione, intelligenza ecc.
La scienza non mi può e né mi deve dire che il pesce ha una struttura emotiva. Questo io lo devo sapere. Deve essere parte della mia consapevolezza nella mia attività di abitare il mondo e di mettermi in relazione con i soggetti del mondo in cui vivo. Qualunque sia la specie cui questi soggetti appartengono.
La scienza mi può spiegare razionalmente come avviene la veicolazione della loro coscienza e gli intenti che persegue, non il fatto che ce l’abbiano.
Riporto da Venerdì di Repubblica i risultati di uno studio norvegese:


Uno studio Norvegese indaga sul processo sensoriale in diverse specie ittiche.
Ecco le conclusioni
E’ Confermato: anche i salmoni (e le trote e i pesci rossi) soffrono


Anche i pesci soffrono. A confermare questa ipotesi è uno studio della Norwegian School of Veterinary Science, condotto da Janicke Nordgreen, sul processo sensoriale che rileva e trasmette i segnali di dolore in tre pesci: il salmone atlantico, la trota arcobaleno e il pesce rosso. In primo luogo la Nordgreen ha dimostrato che la stimolazione elettrica della coda del salmone provoca l’attivazione del telencefalo, l’area del cervello preposta alla percezione e alla risposta agli stimoli esterni, anche dolorosi. Poi ha osservato che i pesci rossi messi ad una temperatura ambientale superiore ai 38 gradi (che può essere mortale per la specie) reagivano con la fuga, dimostrando una reazione di risposta a uno stimolo termico doloroso. Infine, la scienziata ha esaminato la presenza di consapevolezza in questi pesci insegnando loro a preferire cibo collegato ad una luce verde. E’ probabile quindi che i pesci non solo sentano il dolore, ma lo percepiscano coscientemente. Insomma, soffrono (c.v.)

Tratto da Venerdì di repubblica del 12 febbraio 2010

Si può capire la fatica della scienza di uscire dalla gabbia in cui il cristianesimo l’ha rinchiusa con le sue idee aprioristiche: l’uomo creato dal dio padrone per dominare sugli animali, sui pesci, ecc.
Bastava prendere l’idea del Mito secondo cui l’uomo è parte del mondo e si capovolgevano i parametri sui cui avrebbe potuto procedere la ricerca scientifica. E, invece, abbiamo dovuto aspettare Lorenz per far capire alle società che forse non c’è nessuna differenza fra gli uomini e gli animali.

19 febbraio 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
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venerdì 12 febbraio 2010

I capolavori assoluti dell'Arte contemporanea che la 53esima biennale d'arte di Venezia ha ignorato!

I capolavori dell'arte contemporanea.
Voci che suonano in un nulla e passi distratti che non colgono.
Una contemporaneità fatta di immagini televisive che soffocano ogni espressione emotiva che cerca i comunicare ciò che i media non vogliono cogliere.


I muri non ti chiedono di condividere. Non vogliono i tuoi voti. I muri dicono: io sono questo. Questa è la mia urgenza emotiva. Tu che corri a prendere il treno non ti accorgi che esiste l'urgenza di un pensiero astratto che stai ignorando.


La vita ci porta a scegliere, ma i piccoli uomini scompaiono. I Vincent van Gogh del nostro tempo sono nascosti sotto la retorica di Istituzioni più preoccupate di vendere che non di promuovere l'arte capace di portare gli Esseri Umani al divino.



La realtà scompare dalla retorica politica. Tutto diventa finzione. Una televisione che è solo finzione del male e produttrice di angoscia, porta le persone a rifugiarsi nei meandri della società urbana.





Un luogo in cui le persone scompaiono ad Istituzioni che non vogliono vedere.





E i muri si riempiono di voci e di suoni appena sussurrati.

Voci dal nulla!

Sono i capolavori perduti dell’arte contemporanea.

Si, lo so, al governo e nelle Istituzioni ci sono degli imbecilli!

Trasformano in immondizia i capolavori che ci circondano.


Di Vincent Van Gogh il mondo in cui viviamo è pieno e questi geni esprimono questo tempo, disagio e tensione emotiva, aspettativa e travolgimento al di là di ogni immaginazione.

Questi sono capolavori assoluti.
Ne ho postati solo alcuni.
12 febbraio 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
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mercoledì 13 gennaio 2010

La ricerca scientifica scopre l'intelligenza delle Piante; la Religione Pagana già la conosceva nel suo abitare il mondo.


La ricerca scientifica, ogni volta che approfondisce un aspetto del mondo in cui viviamo, altro non fa che confermare le visioni proprie della religione Pagana.
I Pagani non hanno mai dubitato che le piante fossero intelligenti, sensibili, portatrice di strategie, di progetti di sviluppo e di scopi.
Il fatto che noi umani scopriamo solo ora il linguaggio “chimico” avendo sempre tenuto in gran conto il linguaggio verbale, il verbo dei cristiani, ciò non toglie che, comunque, sappiamo decifrare, quando non siamo in ginocchio davanti al dio padrone cristiano, anche i linguaggi chimici e le emozioni che veicolano fornendo delle risposte al mondo in cui viviamo. L’uomo ha sempre riconosciuto l’intelligenza delle piante, solo gli ebrei e i cristiani hanno negato quell’intelligenza facendo della Natura una creazione del loro padrone.
Riporto l’articolo dal giornale La Repubblica del 12 gennaio 2010


Piante
Sensibili a parole e carezze
anche loro hanno un’anima
Andrea Tarquini


Ascoltare una voce amica e suadente fa bene, una carezza influenza il comportamento, ti muovi sul tuo territorio tastandolo, attento ai segnali ostili. Finora pensavamo che solo il genere umano e gli animali avessero queste doti. Invece no: anche nel mondo della botanica sensazioni, percezioni e valutazione del momento, quasi un embrione d´intelligenza e di anima, esistono. Ce lo rivelano studi scientifici dell´università di Bonn e di ricercatori americani. Il suono d´una voce che ti saluta fa bene alle piante, le radici orientano la loro crescita sotterranea e dialogano tra loro con emissioni di sostanze chimiche, alcuni fiori reagiscono al contatto con la mano dell´uomo, altri attirano gli insetti producendo più polline, perché in cambio gli insetti li liberano dai parassiti. Attenti ogni volta che comprate una pianta, per il giardino, per il balcone, la finestra o il salotto. Anche le piante hanno un´anima, una vita di emozioni. Lentissima, rispetto a uomini e animali, perché il mondo della botanica non dispone di un sistema nervoso, ma funzionante e da rispettare. «Per noi esistono pochissime differenze tra il mondo botanico e la fauna», spiega il professor Dieter Volkmann, dell´università di Bonn, al quotidiano tedesco Die Welt che al tema ha dedicato un paginone. «Le piante - spiega - non hanno nervi come il genere umano o le specie animali, ma dispongono di strutture paragonabili». I segnali chimici viaggiano attraverso una pianta a velocità infinitamente più lenta che non nel corpo umano: un centimetro al secondo, 10mila volte meno veloce che dalla pelle umana al cervello. Eppure il segnale comunica messaggi. Questa "anima delle piante" si esprime in diversi modi. Le radici riconoscono se crescono vicino ad altre piante della stessa specie, e allora limitano la loro crescita per non sottrarre spazio vitale. Oppure deviano il loro sviluppo da ogni punto del terreno in cui sentono sostanze nocive. E non è finita. Gli esperimenti hanno provato che se coltivi due piante di pomodoro una vicino all´altra, e parli con una più che con l´altra, la prima cresce meglio. Forse è così anche perché parlando l´essere umano emette anidride carbonica, vitale per le piante. Ma è noto il recente esperimento in Toscana, di vitigni cresciuti meglio al suono della musica di Mozart. La reazione agli stimoli esterni è anche tattile: la mimosa è una delle piante più veloci a reagire. Se accarezzi una foglia, la chiude, e la riapre dopo pochi minuti. Scienziati californiani hanno coltivato due piante di semi di senape, quella carezzata è cresciuta bassa e larga, quella ignorata si è sviluppata solo in altezza. Non mancano i sistemi di autodifesa. L´acacia è capace di reagire alla minaccia degli animali che divorano le sue foglie: quanto più a lungo vengono mangiate, tanto più velocemente aumenta nel loro tessuto la concentrazione di sostanze tossiche. Attenti alle piante, dunque. Almeno un quarto delle donne che le coltivano in casa parlano con loro. Molto più rari in questa abitudine sono gli uomini. Il più famoso è il principe Carlo del Regno Unito. Guarda caso, l´estetica del giardinaggio inglese è ritenuta la più raffinata del mondo.

Tratto da:
http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/17365051

Non è mai esistita una ricerca scientifica che abbia dimostrato una qualche forma di razionalità nelle credenze cristiane. Invece, la ricerca scientifica non fa altro che trovare prove e riscontri sull’amore per la vita della Religione Pagana che considera l’uomo parte e divenuto nella Natura. La ricerca scientifica conferma l’idea del mondo che l’uomo Pagano si è fatto nel suo abitare il mondo e la validità delle strategie per modificarsi in esso. Una fra le tante specie della Natura.
Il Pagano non nega alle piante la loro intelligenza o le loro strategie d’esistenza, riconosce la diversità anche quando non è in grado di descrivere, mediante la ragione, le peculiarità di intelligenze divenute e sviluppatesi in maniera diversa dalla sua.
C’è un aspetto che la ricerca scientifica non ha ancora affrontato ed è che la comunicazione fra i viventi, al di là di come i viventi la mettono in atto, non è altro che un supporto razionale che serve come mezzo per veicolare la comunicazione emotiva.

Nel riquadro dell’articolo stampato, ci sono varie osservazioni sulle reazioni delle piante. Ce né una che dice:

“Se si coltivano due piante di pomodoro una vicina all’altra, e si parla più verso una che verso l’altra, la prima cresce meglio.”

La questione non è il suono o le parole, ma la veicolazione delle emozioni di chi parla verso la pianta a cui la sua parola si dirige. Si costruisce un legame emotivo che favorisce la crescita.
A noi non interessa dimostrarlo. Sappiamo com’è, come si esprime e come lo possiamo usare nel nostro abitare il mondo.

13 gennaio 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
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lunedì 11 gennaio 2010

I veneti antichi nelle ipotesi di Pier Favero dal libro "La Dea Veneta"


FOTO: La mostra sugli Antichi Veneti, gli Dèi dei Veneti e gli Antichi nel loro abitare il mondo che si tenne a Padova nella Loggia della Gran Guardia in Piazza dei Signori nel settembre del 2009.
Noi, educati nel cristianesimo, quando guardiano alla storia tendiamo sempre a cogliere un processo “lineare” all’interno di un vortice di situazioni estremamente complesse. Abbiamo la tendenza a comprimere il tempo passato in un insieme di presenti ravvicinati, attraverso una scelta di singoli avvenimenti che appaiono uno causa e prologo di un altro.
Quando parliamo di epoche prive di scrittura, dimentichiamo che spesso fra un avvenimento e l’altro passano decine di anni, a volte centinaia e migliaia di anni. Comprendono un gran numero di generazioni e un infinito numero di attimi, secondi di tempo, vissuti da centinaia di migliaia di persone che hanno agito e modificato il loro presente.
Nel scegliere i singoli avvenimenti (dove la scelta è in funzione di ciò che vogliamo dire) selezioniamo, scartiamo, giudichiamo, censuriamo o mettiamo in rilievo, gli aspetti che maggiormente ci interessano.
Ne nasce sempre un quadro, uguale e diverso, di avvenimenti passati che, sia che piaccia o meno, si risolvono tutti nella costruzione del nostro presente quotidiano nel quale rivendichiamo qualcosa come dovuto per ciò che gli “antenati” fecero.
Il Gazzettino pubblica aspetti del libro di Pier Favero che voglio portare all’attenzione:

Tratto dal quotidiano Il Gazzettino


Venerdì 8 Gennaio 2010,

Una decina di grandi insediamenti, dalla Paflagonia (nell’Anatolia centro-settentrionale) alla Bretagna, dal Peloponneso alla Lusazia (nord della Polonia), dalla Pelagonia (Macedonia) al Galles: è la geografia della dislocazione degli antichi Veneti, secondo alcune ricostruzioni in polemica con l’archeologia ufficiale, rilanciate nel nuovo libro di Piero Favero "La dea Veneta - Dal Baltico alla Bretagna", edito da Cierre (€ 14). Un popolo migrante, stando alla studioso (che ha già all’attivo i libri "L’oro di San Marco" e "La Marca gioiosa"), unito nella "civiltà dei campi di urne (dal tipo di sepolture praticato) e dal culto della dea Reitia, di cui è conservata una statua nel Museo Atestino (nella foto a destra). Pubblichiamo un brano dal libro.

E ancora

Venerdì 8 Gennaio 2010,

Ci vuole abbastanza coraggio per sostenere, come fa l’archeologia ufficiale, che il trovare in Europa un cospicuo numero di popoli con lo stesso nome sia solo un capriccio del caso dovuto a somiglianze fonetiche. Senza contare che quasi tutti questi pseudo-Veneti sparsi per l’Europa erano grandi navigatori e viaggiatori (i Wendi del Baltico, i Veneti di Bretagna) e avevano tutti in comune il culto del cavallo e, ancora, tutti accendevano roghi votivi quale elemento centrale delle cerimonie di culto. Tutto ciò che concerne l’origine e l’identità di Reitia, la somma dea dei Veneti, è avvolto in un fitto mistero. Pochissimi i reperti che la ritraggono. Il disco bronzeo di Montebelluna ci mostra un’elegante dea con la chiave magica in mano in compagnia di un lupo e un’anatra dalle zampe palmate. (...) Il mito di Antenore non deve far ritenere che i Veneti abbiano avuto una sola migrazione: nel corso della loro lunga storia probabilmente ci sono stati più episodi di spostamenti. Per cui, se le migrazioni e gli influssi culturali dei Veneti furono un processo «continuo» (...) É logico pensare a dei «corridoi» preferenziali in cui lo scambio commerciale, culturale e di popolazione avveniva in entrambe le direzioni e comunque principalmente lungo il vasto ponte tra Anatolia - Macedonia - Alpi Orientali - Baltico e, prima, lungo il corridoio Ponto-Baltico: Paflagonia - Mar Nero - Fiumi dell’Europa Orientale - Lusazia. Queste due famose strade dell’ambra, la via Transalpina e la via Ponto-Baltica, sono in assoluto le più antiche rotte a lunga distanza di tutta l’Europa; dalla loro traccia originarono le vie di comunicazioni dell’età del Bronzo, nel secondo millennio a. C. (anteriormente dunque al 1300 a.C. ed alla Cultura dei campi di urne). Alcuni ricercatori si sono lasciati affascinare dalla nozione dei Veneti come una delle primissime civiltà che hanno colonizzato il continente europeo. I vari toponimi veneti, oggi così distanti fra loro nella mappa geografica, forse un tempo erano legati ad una rete intessuta tra numerose tribù venete che occupavano una vasta regione dall’Anatolia al Baltico. Durante l’epoca della Cultura dei campi di urne l’area veneta era un territorio contiguo, poi, a causa delle espansioni di altre stirpi, si sarebbe ridimensionata in isole non più comunicanti. Ancora prima di quell’epoca gli Ittiti, i Frigi e gli antenati dei Troiani (Wilusa) avrebbero già separato gli Eneti della Lidia (Lukka) e del lago Van da quelli della Paflagonia. Poi nei Balcani gli Illiri, di lingua diversa dal venetico, avrebbero scompaginato e messo in movimento le tribù veneto della Pelagonia (800 a.C.); in seguito in Europa centrale, l’espansione demografica celtica prima ed i feroci attacchi dei Germani poi, avrebbero isolato i Veneti baltici e bretoni da quelli della Baviera e delle Alpi orientali. I romani a loro volta avrebbero controllato e circoscritto le zone di influenza veneta. Per arrivare infine alla emarginazione riservata dalle grandi nazioni odierne ad una popolazione saccheggiata del proprio patrimonio culturale e oramai ridotta ovunque minoranza etnica, sebbene di antichissima ascendenza e formazione. Da questo quadro generale affiorerebbe dunque un civiltà importante ed omogenea, improntata ad una fortissima religiosità; civiltà che, all’alba dell’epoca storica, prima dei Greci e prima dei Romani, avrebbero posto le fondamenta culturali e genetiche dell’Europa.


*da "La dea veneta" Ed. Cierre

di Pietro Favero*



E’ una visione del passato che, come “fatto storico”, vuole stabilire un “inizio” dal quale partire per interpretare degli avvenimenti. Sicuramente in Europa ci fu una civiltà estesa dal mediterraneo al Baltico prima del 1000 a.c. Ma di essa non conosciamo nulla. Possiamo solo immaginare dai reperti che qua e là riaffiorano. Sicuramente, per quanto è stato accertato, gli Esseri Umani, nella forma attuale, provengono dall’Africa. Sicuramente hanno occupato il pianeta in un continuo andare e venire. Gli studiosi attuali dicono che la lingua dei veneti era affine al latino, ma certamente quando arrivarono, con le buone o con le cattive, si fusero con le popolazioni già presenti in Veneto. Per cui, dire che i “veneti” arrivarono è scorretto se riferito alla popolazione del Veneto. Alcuni arrivarono, altri erano già presenti (vedi la fusione con i popoli Euganei ), la popolazione e la cultura che sorse non era né l’una né l’altra, ma un’integrazione. Lo stesso alfabeto dei veneti era l’alfabeto etrusco.
Dobbiamo uscire dall’ottica razzista cristiana che vede una razza imporsi sull’altra. Lo stesso concetto di “conquistare” non ha il significato che siamo abituati ad attribuire nell’esperienza cristiana. Gli antichi non avevano il discorso del “sangue” o della discendenza, proprio dei cristiani. La stessa radice ven- secondo vari studiosi attuali, ha il significato di “amato, amico” o quello di “conquistatori, vincitori”. Non è certo quale dei significati quei veneti attribuivano a sé stessi.
In ogni caso, fra i vari studi, se qualcuno è appassionato di storia, vale la pena di prendere quelle ipotesi in considerazione.


11 gennaio 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
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giovedì 17 dicembre 2009

Discutere di religione Pagana con dei cattolici che si spacciano per atei: una lezione di Paganesimo Politeista

A volte cedo all’invito di qualcuno di partecipare a qualche “gruppo di discussione”.
In questo caso si trattava di un gruppo di persone che si definivano atee che desideravano confrontarsi con i cristiani su Facebook.
La mia convinzione è che non esistono atei che discutono di religione, ma cristiani travestiti da atei che pretendono di imporre il cristianesimo chiamandolo con un diverso nome.
Dopo un po’ mi sento preso in giro e dopo un paio di giorni che non si risponde ai miei post, preferisco lasciarli alle loro discussioni e andarmene via.
Nella cascata di messaggi elimino il nome e cognome con cui costoro si presentano, lascio, per indicazione le iniziali.
Si tratta di due discussioni, una iniziata da me e una a seguito di tale M. G.
Le due discussioni le separo con un’immagine:

Prima cascata di messaggi.

Ho scritto per far partire la discussione:

Non ho mai avuto molta considerazione per atei, anticlericali o agnostici. Li ho sempre considerati dei cattolici sofferenti: il dio che leggono non coincide con l'immagine di dio che proiettano nel mondo. Personaggi che disprezzano la vita, senza passioni e incapaci di aprirsi al futuro, sia personale che emotivo e sociale. Come i cristiani non sono capaci di incontrare il divino negli oggetti del mondo, né di cogliere il divino negli esseri della Natura di cui l’uomo è parte. Persone che leggono la bibbia e i vangeli, non per individuare ciò che non va nella vita, ma per fornire nuove interpretazioni con cui sostenere le attività del dio padrone. Persone che non sono capaci di condannare il dio padrone per delitti (veri o millantati che siano), ma devono negarne l’esistenza per assolverlo e lasciare i delitti impuniti.
Renzo dice: per confrontarsi! Ma, sarà!
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo


R. S.
Da un'altra parte ho scritto che ritengo opportuno comportarsi bene perché è giusto, non in vista di un premio o nel timore di un castigo.Ateo mi sembra riduttivo, non ritengo di dover contestare credenze e superstizioni di altri: semplicemente trovo 'infondata' la spiegazione che attribuisce l'esistente alla volontà di un essere superiore. (Inventato.)


G. V
Claudio....guardando le cose da una prospettiva diversa, si potrebbe considerare i credenti come "atei mancati", o meglio "non credenti in nuce", vista la natura riduttiva del termine "ateo" come bene indica Renzo.Per di più, mi sembra un po’ eccessivo dire che gli atei (o comunque li si voglia chiamare) disprezzano la vita, non hanno passioni e sono incapaci di aprirsi al futuro: mi sembrano siano tutte qualità che ben si adattano al profilo del credente, cattolico in particolare.
E poi che cosa vuol dire “incapaci di condannare il dio padrone”?
Se “al dio padrone non ci credo”, non posso condannarlo.
Condanno, piuttosto, chi si spaccia per suo rappresentante in terra...


RISPONDO a R:
Le emozioni dell'uomo, come di ogni Essere Vivente della Natura, determinano la propria concezione di DIVINO o di DIVINTA'. Possiamo considerare il mondo in cui viviamo proprietà di un soggetto esterno al mondo, il dio padrone e creatore che determina il dovere e la morale; oppure, possiamo considerare il mondo in cui viviamo come divino in sé e per sé divenuto per caratteristiche proprie. In questo secondo caso il DIVINO è nel mondo, negli infiniti soggetti che compongono la natura, nelle infinite azioni che cercano gli equilibri. Il mondo non è materia muta, è energia in continua trasformazione attraverso relazioni fra soggetti che usano la propria energia mediante la loro volontà, la loro intelligenza, i loro sentimenti e le loro strategie d'esistenza.
Possiamo considerare tutto questo crogiolo di vita muto, e rifugiarci nell'illusione della ragione (che non avevano quando eravamo una singola cellula, un piccolo verme o un piccolo topo) oppure, possiamo vivere con intensità e passione la nostra vita perché ogni gesto che facciamo, ogni nostra scelta, esprime emozioni e passioni con cui ci leghiamo a passioni ed emozioni di ogni soggetto che dal mondo giunge a noi: da questo nasce il MITO prima della filosofia. Dal mito nasce il concetto che "SIAMO CIRCONDATI DA UN NUMERO INFINITO DI DEI" che ci chiedono di giocare e non di separarci dalla vita. Ognuno di noi è un CROGIOLO DI DEI o, se preferite, un CROGIOLO DI PASSIONI, che cercano le rispettiva passioni o i rispettivi Dèi nel mondo.
Quando ciò non avviene nasce la malattia psichiatrica da delirio di onnipotenza con identificazione soggettiva in un dio padrone che, in quanto prodotto della malattia mentale da dipendenza, angoscia, terrore, delirio, nevrosi, depressione ecc. non esiste se non nel desiderio malato dei singoli.
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo



G.V.
Prendo atto delle tue dichiarazioni, ma se tu volessi anche rispondere alle osservazioni che abbiamo posto poc'anzi...


RISPONDO:

X G. V.



A volte è necessario metterci d'accordo.
Tu dici:
"guardando le cose da una prospettiva diversa, si potrebbe considerare i credenti come "atei mancati", o meglio "non credenti in nuce", vista la natura riduttiva del termine "ateo" come bene indica R."

Questo potrebbe essere se gli atei avessero elaborato un sistema di pensiero capace di intervenire o di veicolare le pulsioni emotive dell'uomo. L'unica scienza che agisce sulla struttura emotiva dell'uomo, capace di condizionare il suo "abitare il mondo" o la sua "interpretazione del mondo", sono solo le religioni. L'ateismo nega l'oggetto di riferimento della religione, in questo caso cattolica, ma non la sua azione nella manipolazione emotiva degli individui (che non sono creati ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino, ma crescono adattandosi soggettivamente alle variabili oggettive che incontrano) fin quando sono ancora nella pancia della madre. Già Celso dimostrò come il cristianesimo fosse infantilismo superstizioso.
Il “credente”, come dici tu, può negare il suo dio, ma non la manipolazione mentale subita: cioè, sono sempre cristiani. Un esempio sono i vari “mangiapreti” che si convertono quando sono vecchi o vicino alla morte.
Tu dici:

"Per di più, mi sembra un po' eccessivo dire che gli atei (o comunque li si voglia chiamare) disprezzano la vita, non hanno passioni e sono incapaci di aprirsi al futuro: mi sembra siano tutte qualità che ben si adattano al profilo del credente, cattolico in particolare."

Qui la cosa va precisata. Ogni persona si ritiene il meglio che potrebbe essere e non ha torto. Ciò che ella sente e ciò che ella percepisce; è il suo assoluto. Dire, pertanto a qualcuno: “Tu non...” suona quasi sempre come offesa alle orecchie dell’altro. Ma io non intendevo questo. Quando l’attenzione del divino, di una persona, è legata ad un trascendente esterno alla vita, organizza i propri comportamenti in base a quell’idea. Quando i suoi comportamenti, organizzati in riferimento a quell’idea permangono anche quando l’idea del trascendente viene negata, di fatto, quella persona, mantiene sempre l’idea creazionista con la quale guarda alla vita e al mondo. Il moribondo mangiapreti che ritorna all’ovile in punto di morte, non ha mai pensato alla vita in una forma diversa da quella “creata ad immagine e somiglianza...”. L’educazione cristiana e la morale cristiana vengono riproposte anche quando si nega il dio della chiesa cattolica.

Tu dici:
“E poi che cosa vuol dire “incapaci di condannare il dio padrone”?
Se “al dio padrone non ci credo”, non poso condannarlo”
Si tratta di un vecchio discorso il cui meccanismo emotivo e religioso gli atei non hanno mai compreso.
Cercherò di spiegarmi. Non esiste nessuna persona che in Italia si chiami “Costituzione della Repubblica Italiana”. Esattamente come non è mai esistito uno che si chiami dio della bibbia o Gesù di Nazareth.
Detto questo, non è possibile che in Italia sia fatta una legge che non sia conforme alla Costituzione della Repubblica Italiana, esattamente come non è mai stata fatta una legge morale, prima del 1948, che non sia conforme alle indicazioni del dio della bibbia o del Gesù di Nazareth.
La Costituzione della Repubblica, come il dio della bibbia o il Gesù di Nazareth, esistono solo in quanto sono delle norme, delle storie da imitare e alle quali piegare gli uomini.
Fintanto che non processerai il dio della bibbia o il Gesù di Nazareth secondo le leggi della Costituzione della Repubblica, ci sarà sempre qualcuno che sostituirà alle norme della Costituzione le norme e le leggi del dio dei cristiani, i suoi ordini e i suoi esempi o del Gesù di Nazareth che ordina di scannare chi non si mette in ginocchio davanti a lui.
Se le storie del dio della bibbia e del Gesù di Nazareth non vengono sottoposte a processo, ci sarà sempre il prete che stupra il bambino perché, come Gesù, si ritiene al di sopra e al di fuori della legge. Ci sarà sempre chi propone il Lodo Alfano per sottrarre qualcuno all’uguaglianza.
Il vero problema è che una religione veicola le emozioni delle persone fin da quando sono piccolissime e questa modificazione può essere modificata solo da un’altra religione che a principi di morte sostituisca principi di vita.
L’ateo non condannerà mai il dio padrone dei cristiani perché lui non è in grado di farlo. Può condannare le gerarchie della chiesa cattolica, ma non il dio padrone. E questo perché ogni forma di dio che pensa (e che nega) è descrizione del proprio desiderio educazionalmente imposto e se lui processasse il dio della bibbia, processerebbe sé stesso.
L’idea di dio del cristiano è retta dal dio della bibbia e dal Gesù di Nazareth; ma il dio che il cristiano pensa è IL SE STESSO ONNIPOTENTE E ASSOLUTO.
E’ più facile spogliare nudo un cristiano in pubblico che mettere in discussione la struttura emotiva del cristiano che non può vivere senza pensare a sé stesso come un assoluto: piuttosto ti brucia vivo. Provare per credere.

Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo



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Seconda cascata di messaggi:

Afferma G. M.

Vedo che è molto difficile rimanere in argomento. Molti interventi sono dichiarazioni o difese o obbiezioni ad ateismo, agnosticismo o anticlericalismo. Il tema invece sarebbe la qualità della conoscenza del cristianesimo, sia nella sua forma attuale sia nelle sue fasi storiche, da parte di chi si dichiara credente (ma anche dei non credenti che vi si oppongono).
Per essere un po’ più propositivo consiglio due libri di Gerd Theisse (Teologo protestante, molto equilibrato):
- “Il nuovo testamento”, Carocci: breve ma dà un quadro piuttosto preciso di quello che si sa sulla storia, la stesura e la formazione dei vangeli ed egli altri testi base; leggibile anche in treno:)
- “Il Gesù storico. Un manuale”, Queriniana: è esattamente quello che dice di essere: un manuale completissimo, con tutti i riferimenti bibliografici commentati, su tutto ciò che riguarda Gesù; decisamente più “pesante” anche fisicamente. anche dei non credenti che vi si oppongono).


RISPONDO:
Non troverai nessun cristiano che argomenta di cristianesimo. Il cristianesimo è FEDE, che si esprime acriticamente. La FEDE si accetta. Alla FEDE ci si sottomette. La fede è pura espressione di patologia psichiatrica da dipendenza emotiva che viene giustificata mediante un atto di fede. Nessun cristiano dimostrerà mai l'esistenza del suo dio (in 2000 anni non è mai stato fatto) come non dimostrerà l'esistenza di Gesù (che significa "colui che guarisce") o di Mosè. Sono dei falsi, inventati per gestire la sottomissione di un gregge, più legati ad intossicazioni da oppiacei che non a realtà storiche (anche se qua e là si ritrovano culti e credenze precristiane e le gesta di qualche personaggio storico più o meno esistito, come la nascita di Annibale da madre vergine ad opera della luce di un dio; o Giasone, stessa radice di Gesù, e i suoi miracoli con il Vello d'Oro, o la discesa degli inferi di Orfeo, o la pasqua cristiana sul modello della rinascita di Adone nel culto di Cibele).Il cristianesimo è solo "ideologia della sottomissione" capace di agire sulle emozioni infantili ed imprimere un imprinting tale da perdurare per tutta la vita.Religione significa legame; legame emotivo!Gli uomini sono sempre RELIGIOSI!possono solo scegliere fra la religione di sottomissione, quella che impone la verità; e la religione di libertà. Possono scegliere se legarsi ad un dio padrone o alla vita.
Le religioni sono costruite dagli uomini, ma non tutti gli uomini hanno coraggio sufficiente per manipolare le proprie emozioni e varcare le barriere dello sconosciuto che ci circonda. Sono educati ad essere paurosi e preferiscono fuggire davanti all’ignoto anziché fare come Ulisse e governare la loro barca nelle acque pericolose della vita
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo


M. G.
E infatti non si tratta di argomentare pro o contro il Cristianesimo, ma di conoscerne dogmi, credenze e storia. Uno poi crede quello che vuole.

M. G.
@Claudio: Prima di argomentare bisogna conoscere alcuni fatti basilari, altrimenti il confronto si basa sul nulla. Che solo due vangeli su quattro parlino della nascita di Cristo e che non dicano le stesse cose sono FATTI che vanno conosciuti prima di intavolare qualsiasi discussione al riguardo.Il tema di questo gruppo riguarda il grado di ignoranza di fatti come questi da parte di credenti o non credenti.
Ma “se mi sbaglio mi corrigerete”:)ignoranza di fatti come questi da parte di credenti e non credenti. Ma "se mi sbaglio mi corrigerete" :)



RISPONDO:
OK. Gianni. Quello che dici sembra razionale, ma che differenza c'è fra "conoscere un fatto" e "argomentare" di un fatto?

Non esiste "l'oggettività di un fatto storico", ma esiste "l'opinione di un fatto storico". Se io e te vivessimo un evento e questo evento lo raccontassimo ad una parte terza, la realtà dell'evento non sarebbe ciò che l'evento è, ma come noi abbiamo vissuto l'evento e le necessità emotive che abbiamo cercato nell'evento. Sarebbe solo un argomentare sull'evento e non un discutere dell'evento.
Questo vale anche per i vangeli: non esistono dei fatti dei quali cercare una verità storica. Non è mai esistito un Gesù e i vangeli furono scritti per controllare il gregge, o se preferisci, la piccola setta, dei singoli evangelisti. Pertanto sono scritti partendo dalle esigenze, dalla capacità di argomentare, di ogni singolo evangelista, in base alle sue esigenze di controllo. Che poi abbiano copiato la crocifissione dalla crocifissione di Ermia, la nascita miracolosa da Annibale, la discesa agli inferi di Orfeo, la resurrezione da Adone e Cibele, non è un FATTO, ma un'opinione confermata da argomentazioni. Se poi, invece di aver copiato la resurrezione da Adone sono state copiate quelle di Asclepio, e il viaggio agli inferi, quello di Ercole, poco importa.
Quello che noi abbiamo, oggi come oggi, sono i vangeli. I quattro vangeli dai quali la chiesa cattolica fa scaturire la REALTA' del suo Gesù. Sono scritti, nero su bianco. Hanno sia un senso ideologico, E SONO LA REALTA' OGGETTIVA DELLA MANIFESTAZIONE ATTUALE DI GESU' NEL MOMENTO PRESENTE!
Questa realtà oggettiva nel momento presente è l'unica "parvenza" di realtà sulla quale possiamo argomentare: quali sono gli effetti? Ora, sui bambini e sugli adulti?
Quali sono gli effetti sulla crescita?
Che cosa significano i "comandamenti"?
Che cosa significa socialmente, sbattere la polvere dai sandali o distruggere il fico?
Cosa significa: "Non ammazzare"? Cosa dignifica "Io sono il signore dio tuo non avrai altro dio fuori di me"?


http://www.stregoneriapagana.it/bibbiaprimocomandamento.html

E si può fare solo attraverso le argomentazioni!
I fatti esistono solo nella forma di opinioni. Opinioni che la propaganda vuole trasformare in fatti, come la bufala della scoperta dell’urna di “Giacomo fratello di Gesù” che hanno finto di scoprire qualche anno fa.
Argomentare è la cosa più difficile che ci sia perché richiede che le persone si espongano in prima persona e non si nascondano dietro ad un “autoritas” di un qualche libro che le confermi; ma che sappiano fagocitare, digerire e vomitare la cultura del tempo in cui vivono.
E questo è un atto di Stregoneria!
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
---fine---

17 dicembre 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it



venerdì 27 novembre 2009

Sonno-sogno e le trasformazioni in Stregoneria: o ti trasformi per vivere o ti trasformi per morire.


Sonno-sogno sono i terreni della crescita e della trasformazione dell’individuo. Fin da quando sta in pancia della madre; fin da quando, appena nato, passa più ore a dormire che non a star sveglio. Il sonno-sogno come terreno di crescita della struttura psico-emotiva dell’individuo che si fissa nella struttura fisica modificandola per sopportare i fenomeni del mondo e le risposte soggettive.
Da sempre era conosciuta la capacità di fissare i ricordi e la specializzazione soggettiva nell’ambito culturale quotidiano attraverso il momento del sonno. Nel sonno le emozioni, per fissarsi, passano attraverso un’elaborazione “sensitiva” che ha, nelle immagini del sogno, una sua espressione.
Da sempre la Stregoneria usa il sogno come terreno di esercizio e crescita del corpo luminoso. Da sempre i superstiziosi attribuiscono al sogno una relazione con il loro divino o con mondi “astrali”.
Quando nel sonno la nostra coscienza si disintegra, è pronta per riaggregarsi in un diverso modello adattandosi alle sollecitazioni ricevute durante il giorno. E sono le sollecitazioni ricevute durante il giorno, l’oggetto dell’esperimento che viene illustrato in questo articolo.
Se anziché vivere in un ambiente urbano, vivessimo in un ambiente rurale, il nostro cervello, la nostra memoria, la nostra capacità di attenzione e gli oggetti che portiamo all’attenzione, si organizzerebbero e si ristrutturerebbero in maniera diversa. Come per le cavie di questo esperimento. La ristrutturazione si fissa come riorganizzazione dei ricordi mediante il rafforzamento di collegamenti neuronali che allo spettatore appaiono come un uso diverso dell’attenzione e dell’apprendimento.
Riporto l’articolo:



RICERCA
Noi dormiamo, il cervello noe il sonno aiuta la memoria
Durante il riposo si consolida quel che abbiamo imparato.
E' la tesi di una ricerca pubblicata da "Science",
che può migliorare i metodi dell'apprendimento.
di PAM BELLUCK


La scienza non ha mai dato molto credito alle affermazioni secondo cui per apprendere il francese o il cinese è sufficiente ascoltare una lezione su cd mentre si dorme. Secondo la maggior parte degli scienziati, se mai apprendimento dovesse esserci, la lezione di lingue probabilmente sveglierebbe colui che dorme, senza però far penetrare verbi e vocaboli in una mente profondamente addormentata. Un nuovo studio, però, incentrato su un metodo diverso di ascolto durante il sonno, permette di comprendere meglio in che modo funzioni un cervello addormentato. Gli scienziati della Northwestern University hanno reso noto che trasmettere alcuni suoni specifici mentre si dorme è servito ad alcune persone che si sono sottoposte all'esperimento a ricordare meglio ciò che avevano studiato prima di addormentarsi, al punto che la memoria di tutti loro è risultata notevolmente migliorata. La rivista Science ha pubblicato un articolo sullo studio nel corso del quale i ricercatori hanno insegnato ad alcuni soggetti a collocare una cinquantina di immagini al loro posto giusto su uno schermo. Ogni immagine era accompagnata da un suono particolare, per esempio un miagolio per l'immagine del gatto e un turbinio di pale per quella di un elicottero. Dodici soggetti hanno quindi fatto un sonnellino, durante il quale 25 dei suoni ascoltati in precedenza sono stati trasmessi insieme al rumore bianco. Quando si sono svegliati nessuno di loro si è reso conto di essere stato sottoposto a un simile concerto di suoni. Nondimeno, quasi tutti hanno ricordato con maggiore precisione la disposizione sul computer delle immagini i cui suoni erano stati ritrasmessi mentre dormivano, mentre hanno incontrato qualche difficoltà in più per le restanti 25 immagini. "Siamo stati in grado di rievocare nelle persone informazioni specifiche su quello che avevano appreso", ha detto Ken A. Paller, neuroscienziato cognitivo della Northwestern, coautore dello studio. "L'idea è che durante il sonno il processo di consolidamento delle informazioni apprese continui e sia anzi un buon metodo per rafforzare i ricordi. Abbiamo dimostrato che si possono acquisire informazioni anche dormendo grazie all'apparato acustico e che si può rafforzarne il ricordo tramite suoni specifici a ciascuna fase dell'apprendimento".

Questo studio avalla la teoria secondo la quale il sonno permette al cervello di analizzare e consolidare i ricordi. Non tutti gli esperti sono rimasti colpiti dall'esito di questa ricerca. Robert P. Vertes, professore di neuroscienze alla Florida Atlantic University, ha detto che i risultati hanno evidenziato "un effetto talmente secondario da non essere nemmeno significativo". Gli autori dello studio pensano che sicuramente varrà la pena proseguire questa ricerca, ma hanno altresì aggiunto che mentre era prevedibile che le persone sveglie avessero ricordi migliori grazie agli indizi sonori, lo studio è importante perché ha dimostrato che di fatto si potrebbe apprendere dormendo. I soggetti sottoposti alla ricerca hanno dormito per circa 90 minuti, un tempo sufficiente a sperimentare il sonno profondo o a onde corte, ma non il sonno Rem. Alcuni scienziati credono che nel sonno a onde corte il cervello rafforzi i ricordi fattuali, mentre nel sonno Rem il cervello selezioni e organizzi i ricordi. Gli autori dello studio e altri esperti affermano che il contributo principale della loro ricerca consiste nell'aver aiutato a comprendere il processo di formazione e di consolidamento dei ricordi, sintetizzato da Walker in questi termini: "Soprattutto una cosa: quanto è importante farsi otto buone ore di sonno".

© 2009, The New York Times

Traduzione Anna Bissanti

Il sognare come arte è proprio della Stregoneria. E’ proprio della costruzione del terreno in cui viene ad allenarsi il corpo luminoso che cresce dentro all’individuo. In questo terreno non si può solo sviluppare il corpo luminoso, ma anche la patologia psichiatrica che si presenta sotto forma di bisogni insoddisfatti, desideri repressi, sensi di colpa, allucinazioni, patologie nevrotiche o depressioni.
Noi concepiamo l’uomo come un “andare avanti” in una trasformazione ideale. Ma non è così. L’uomo, una volta nato, inizia a crescere adattandosi ad un ambiente che ne condiziona e determina le risposte. Quelle risposte vengono codificate e trasferite a livello emotivo e neuronale per specializzare, in quella direzione, le risposte dell’individuo. Ma non è solo crescita. E’ un adattamento e, come tale, una volta che l’ambiente non è più in grado di stimolare adeguatamente l’individuo e l’individuo non cerca stimoli, inizia a cortocircuitare su sé stesso. Si adatta al nulla; alla non stimolazione dalla quale, spesso, si separa con barriere emotive, anche di negazione dell’evidenza. Così, mente il sonno-sogno sedimenta l’apprendimento, quando l’apprendimento viene a mancare il sonno-sogno sedimenta la patologia. La patologia altro non è che un’illusione di desiderio sul quale l’individuo investe la propria carica emotiva. Per questo il sonno-sogno, anziché sedimentare l’individuo per adattarlo al mondo in cui vive, lo piega su sé stesso. Il conflitto, anziché essere fra il soggetto e il mondo, avviene dentro all’individuo che immagina il suo mondo e agisce in quel mondo psichico. Mettendolo in conflitto con forme patologiche.
O si vive o si muore: la Natura non lascia alternative ai suoi figli. Affrontare il quotidiano e sedimentare la propria capacità di trasformarci è l’unica garanzia per allontanare la patologia psichiatrica degenerativa. In altre parole: fin che continui a crescere, al di là dell’età, non invecchi. Quando cessi di crescere, inizi ad invecchiare e ti prepari a morire.

27 novembre 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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mercoledì 25 novembre 2009

Cibo spazzatura e obesità come risposte fisiche al condizionamento mentale religioso nella prima infanzia


Il condizionamento educazionale non è limitato alla psiche delle persone, ma psiche, desideri e corpo, sono un tutt’uno attraverso il quale l’individuo abita il mondo. Così il bisogno di cibo, stimolato dal desiderio, ha il suo fondamento nella struttura psichica dell’individuo che interagisce con il corpo in quanto manifestazione del corpo. Gli stati depressivi, imposti nella primissima infanzia mediante stimoli che sollecitano nel bambino ansia e angosce, devono essere in qualche modo compensati dal corpo. La compensazione consiste nello sviluppo del desiderio vorace di “cibo spazzatura”, fritti, grassi e carboidrati, che quando non sono controllati trasformano l’individuo in un obeso. Il corpo dice: “Meglio obeso che incapace di vivere perché immerso nelle patologie psichiatriche di ansia ed angoscia!”
Così anche i risultati di questa ricerca ci dimostrano la concretezza e la realtà dei principi fondamentali della Religione Pagana. Quando gli individui non curano il futuro, loro, della loro società e della loro specie, costringono le generazioni a sforzi titanici per sopravvivere.
E’ la piaga dell’obesità che nei paesi industrializzati e nei paesi “nuovi ricchi” si diffonde come risposta al disprezzo che gli adulti hanno nei confronti dell’infanzia. Un disprezzo che dipende dall’educazione che hanno ricevuto, loro stessi e fin dalla prima infanzia, dall’ideologia del crocifisso.
Riporto l’articolo dall’Ansa:


La depressione si combatte con il cibo 'spazzatura'
Studio: grassi, zucchero e carboidrati aiutano a risanare le ferite dell'infanzia
25 novembre, 15:00


SYDNEY - Scienziati australiani hanno dimostrato che mangiare 'cibo spazzatura', ricco di grassi, zucchero e carboidrati, aiuta a risanare le ferite dell'infanzia.
Era già noto che questo tipo di cibo, detto appunto 'comfort food', dà un senso di benessere nei momenti di ansia e depressione, ma i ricercatori della Scuola di scienze mediche dell'università del Nuovo Galles del sud volevano osservare gli effetti sul cervello. Negli esperimenti su topi di laboratorio, l'equipe guidata dalla docente di farmacologia Margaret Morris ha diviso gli animali in due gruppi.
I topi del primo gruppo erano stati isolati dalle madri, per 3 ore al giorno nelle prime due settimane di vita, ed i loro livelli di ormoni dell'ansia e dello stress erano più elevati, mentre si riducevano i recettori di steroidi nella parte del cervello che controlla il comportamento. I livelli però si normalizzavano quando ve
nivano alimentati con dolci, biscotti e cibo fritto. Nei topi dell'altro gruppo invece non si è registrato alcun beneficio dalla dieta grassa e dolce.
Secondo Morris i risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Psychoneuroendocrinology, sono significativi perché è noto come negli esseri umani i traumi e l'abbandono nell'infanzia contr
ibuiscano a disturbi psicosociali in età adulta. Il 'comfort food' - scrive - può invertire gli effetti dei traumi subiti in tenera età, ridisegnando la mappa cerebrale in una maniera simile agli antidepressivi, che promuovono le crescita dei nervi nel cervello.
Tratto da:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2009/11/25/visualizza_new.html_1620470187.htmlalizza_new.html_1620470187.html25/visualizza_new.html_1620470187.html



L’abbandono non è solo l’abbandono della persona, ma è l’abbandono da parte della famiglia delle pulsioni che spingono verso il futuro dei ragazzi. Abbandono non solo come atto fisico, ma abbandono come atto psicologico di disattenzione nei confronti dei figli che, rispetto all’adulto, hanno tutti i diritti e nessun dovere!
Una disattenzione che porta la famiglia, sempre di educazione cristiana o monoteista, a considerare il bambino una bestia da allevare. Allevare davanti ad un televisore o allevare come un animale emarginato dalle scelte sociali e dalle scelte familiari: deve solo obbedire.
Mangiare grassi e carboidrati come compensazione alle disfunzioni prodotte dall’ansia e dall’angoscia educazionalmente imposte. Mangiarne in maniera ossessiva e compulsiva con la stessa violenza con cui le angosce sottomettono l’individuo. Mangiare in maniera smodata per non impazzire. Se non curiamo il futuro, il futuro cerca di sopravvivere comunque, ma non sempre è un buon futuro.
Molti problemi di obesità, e con essi le difficoltà di un adulto ad affrontare la sua vita, sono dovuti alla manipolazione mentale imposta dai cristiani: comprese le disfunzioni alimentari.

25 novembre 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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giovedì 5 novembre 2009

La Corte Europea per i diritti dell'Uomo e il terrore imposto ai cittadini.


Riuscire a comprendere che ieri era il giorno 04 novembre ed era l’anniversario della ratifica a Roma nel 1950 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che sancirono la definitiva uscita dall’ideologia assolutista fascista, si comprende anche che le proteste contro la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo suonano come offese ad ogni singola persona dell’Unione.

Il crocifisso rappresenta i valori nazisti e fascisti in cui l’uomo è proprietà: di dio o dello stato. Rappresenta i valori attraverso i quali vennero violentati per centinaia di anni l’infanzia. Rappresentano i valori di odio contro cui ha combattuto per secoli l’Europa dal Rinascimento, all’illuminismo, fino alle Costituzioni moderne.

Il crocifisso rappresenta un atto di violenza contro i principi fondamentali, i valori morali, della Costituzione della Repubblica.

La pagina che ho fatto:

http://www.federazionepagana.it/europacrocifisso.html

tende a dimostrare come le polemiche che seguono la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo non siano semplici opinioni, ma veri e propri atti di eversione e di terrore al fine di impedire agli individui la fruizione dei diritti Costituzionali che le Istituzioni nazionali dovrebbero garantire loro.
Non si tratta solo di togliere il crocifisso dalle aule scolastiche, ma di togliere la morale di morte e di sottomissione che i cristiani impongono ai ragazzi attraverso l’uso del crocifisso e iniziare, una buona volta, a fornire ai ragazzi quei principi morali e giuridici propri della Costituzione Italiana e della società civile.

05 novembre 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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giovedì 22 ottobre 2009

Ancora sulle differenze fra Paganesimo e wicca: le pratiche della wicca estranee alla Religione Pagana.


Esiste una sostanziale differenza fra chi si chiama Pagano e chi si dichiara Wicca.
Quando si vanno a “tirare le somme” la differenza si chiama: CULTURA!
Cultura intesa come capacità dell’uomo di rappresentare sé stesso nel mondo che, attraverso il conoscere e il comprendere, svela e penetra. La wicca è un “movimento” più appetibile del Paganesimo da parte dei “giovani” sia perché la sua ideologia è elementare, sia perché poco si discosta dall’educazione cattolica che hanno ricevuto. La wicca non costringe le persone a impegnare le proprie emozioni e a modificare la loro descrizione del mondo, si limita ad alimentare la loro immaginazione e il loro desiderio. Per la wicca è il destino che guida le persone, non le loro scelte. Nell’immaginazione e nel desiderio il wicca, come il cristiano, tende a separarsi dal mondo rinchiudendosi in una dimensione personale in cui i problemi del mondo sono reali solo nella misura in cui lo toccano nel suo presente. E’ il suo presente, misurato attraverso la sua persona, la dimensione oggettiva del mondo wicca; come nel mondo cristiano. L’altro, per il wicca, esiste solo nella misura in cui è funzionale alla propria immaginazione. Per questo, il Paganesimo nella wicca, è uno strumento con cui giustificare l’immaginazione e non un sistema di relazione con gli altri, il mondo e la società.
Mentre il Pagano Politeista è aperto al mondo, il wicca riduce il mondo alla propria dimensione. Per il Pagano Politeista il mondo è “uno sconosciuto da esplorare”, per il wicca il mondo è la misura della propria personale immaginazione.
Nell’articolo viene apprezzata la sottolineatura dell’intervistatrice dell’estraneità di quesa wicca, con i suoi comportamenti, dalla Federazione Pagana.
E’ necessario partire da queste considerazioni per comprendere questo articolo del Tgcom elaborato sull’intervista di una wicca il 21.10.2009:


Le streghe son tornate!
In Italia una costola della Wicca

Riunire le "streghe" in nome della trasparenza. Nessun sabba, semmai un'associazione, la Wiccan Italian Association, che si propone di garantire a coloro che consultano i tarocchi di evitare le truffe e ottenere i servizi divinatori a un prezzo ragionevole. Ma cosa è la Wicca? E' un vero e proprio movimento culturale che affonda le sue radici in un paganesimo ricco di elementi riconducibili alla natura ma anche alle vecchie tradizioni misteriche ed esoteriche.
“Fai ciò che vuoi finchè non nuoci a nessuno" recita uno dei dogmi della Rede Wicca, ovvero l'insieme delle linee guida morali per il comportamento di chi segue questa "religione" che esiste in diverse forme, tante quante sono le tradizioni e le congreghe.E Carla Brambini, la creatrice di Wiccan Association Italia, fa ciò che vuole e si inventa appunto l'associazione suddetta, per mettere il talento suo e di altri esperti di divinazione e ritualistica al servizio del pubblico.


Tgcom l'ha intervistata; sentite un pò.
Carla, può spiegare finalità e senso dell'associazione che ha creato?

Leggo le carte da ventisei anni e a marzo ho aperto un negozio a Piacenza, "La bottega della strega". Da sempre sono a conoscenza di casi in cui la gente si accosta alla divinazione e alle pratiche legate all'esoterismo e viene truffata per cifre che vanno dai mille ai 20mila euro. E' una sorta di associazione dei consumatori. Nel mio negozio sono attive consulenze gratuite di cartomanzia e certo la mia associazione non ha nulla a che fare con ciarlatani e simili.
La Wicca: filosofia, religione, superstizione?

La Wicca è una religione ma anche una filosofia di vita che viene abbracciata anche da coloro che appartengono ad altre religioni. Consiste nello svolgere piccoli rituali in armonia con la natura. Nessun rituale in sè dà garanzia di riuscita ma certo smuovere l'energia, catalizzarla in modo positivo è uno dei fondamenti della Wicca. E poi come prescrive una dei dogmi Wicca, la cosa più importante è "fare ciò che si vuole ma non nuocere a nessuno"
Le interessa più propugnare un’idea o garantire un servizio?

Entrambe. Ci interessa far conoscere la Wicca per come realmente è e non per delle credenze che la collegano alla magia nera, al demonio.
Dite di voler garantire un servizio a prezzo modico: tariffario?

Non c’è un tariffario fisso ma ogni cartomante deve agire con coscienza. E’ giusto farsi pagare le divinazioni ma senza esagerare come quelli che fanno sborsare 150euro per un’ora di consulto. Invece per quanto riguarda la ritualistica, invece di chiedere soldi, è meglio fare didattica e insegnare. Il fulcro della Wicca è l’energia, la volontà, ognuno può accostarsi. Non bisogna illudere la gente, carpirne la fiducia. Una buona consulenza di un’ora costa trenta euro con l’Iva. Dobbiamo essere corretti verso lo Stato, no?
E’ vicina al resto del mondo Wicca, coi suoi gruppi, i portali? Conosce la Federazione Pagana? (organizzazione senza scopo di lucro riservata ai pagani politeisti, n.d.r)

No. Faccio tutto in solitaria. Ci sono vari tipi di streghe, vari modelli di divinazione, di magia ma la mia non è una congregazione, è un associazione al servizio del pubblico.
Cosa ci vuole per diventare una strega, o per fare la cartomante?

Predisposizione e tanta passione. Io sono autodidatta ma ho ereditato il talento da una mia parente. La persona che vuole avvicinarsi alla Wicca deve avere grande apertura mentale, grande flessibilità, si lavora tantissimo con la mente e bisogna imparare ad aprire il "terzo occhio".
Nella Wicca è importante la capacità di plasmare il fato: dove vanno a finire i tarocchi e la predizione?

Dominare il fato è impossibile, al massimo si possono controllare gli effetti negativi. Quando leggo i tarocchi consiglio di seguire una strada piuttosto che un'altra ma non vi sono indicazioni assolute, solo suggerimenti che una persona può decidere di seguire o meno. Le faccio un esempio.


Prego...

Una signora mi chiama e non sa se decidere tra amante e marito. Io posso dire cosa dicono i tarocchi e cosa eventualmente seguirà alla sua scelta, ma poi spetta a lei. Lo stesso vale quando mi interrogano sul lavoro.
Come si spiega il successo di un fenomeno simile?

Il numero delle persone che seguono la Wicca è in crescita in concomitanza anche con la crisi generale delle religioni e del cattolicesimo in particolare. La Chiesa sta mettendo troppi paletti e la gente si stanca. Io sono sempre stata cattolica ma, le dirò, credo in Dio, non negli uomini che gestiscono la Chiesa. Il fatto di non permettere alle persone di accedere ai sacramenti dopo un divorzio, magari subìto, non è giusto. La Wicca invece è una filosofia aperta, che non giudica.

Strega, cartomante: non le capita mai di incontrare gente ostile o di subire critiche, anche in famiglia?

Certo. Non sono mai mancate le situazioni in cui mi sono sentita isolata dal pregiudizio, dall’ignoranza di chi crede che faccia chissà cosa. Ignoranza intesa come mancanza di sapere, di conoscenza.

Affinità con le colleghe medievali?

Al giorno d’oggi le streghe incutono ancora timore. E poi venivano bruciate perché facevano cose che si fanno tutt’oggi: le fumicazioni con erbe e incenso. Ma l’incenso non si brucia anche in Chiesa?

Tarocco preferito?

La Giustizia. Simbolo di equilibrio. Sa, io sono Bilancia.


Maria Rosaria Iovinella

Tratto da:
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo463581.shtml?2&fontsize=medium



Non è difficile immaginare come la necessità di ridurre il mondo alla propria dimensione porti gli wicca a separarsi dalla società e a coinvolgere, mediante l’immaginazione, torme di ragazzini favorite da fantasy e desideri adolescenziali.
In questa intervista sono presenti gli elementi dell’ideologia religiosa cristiana filtrati attraverso un’immaginazione che pretende di metterli al proprio servizio. Come il prete cattolico è il rappresentante del dio creatore sulla terra, così questa wicca, con i suoi suggerimenti, si inserisce in un destino (lo chiama Fato) determinato nel quale condurre le persone. La credenza in un “destino” è una credenza cattolica, educazionalmente imposta, elaborata dalla filosofia greca e dal messianesimo ebraico, che impone all’uomo i limiti morali delle sue scelte di cui qualcuno vuole farsi padrone, artefice o profeta.
Come nella religione ebrea e cristiana, anche gli wicca discendono da dio o da una qualche stirpe reale. Del suo essere Strega dice: “Io sono autodidatta ma ho ereditato il talento da una mia parente” . Già, la stirpe del sangue, quell’aberrazione ebrea che ha certificato il razzismo. Come Gesù discende da David, che ne certifica la sua stirpe reale e gli concede il dono del “profeta”, lei discende da una parente da cui ha ereditato il talento. Una specie di “unzione del DNA”.
Però, consolatevi, vi fa un prezzo modico!
Pertanto, quando parlate con un wicca, non potrete mai parlare di “un’ideologia religiosa del wicca”, ma del “wicca in quanto persona”; non è lui che si apre al mondo ma, al contrario, pretende che il mondo accetti il suo “faccio quello che voglio perché, tanto, non fa male a nessuno” (che poi è una interpretazione del motto di Crowley “Fai quello che vuoi, è tutta la legge”).
E questo, non è Paganesimo.

22 ottobre 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

giovedì 15 ottobre 2009

Il Bosco Sacro, la Federazione Pagana e i quotidiani Il Mattino di Padova e La Nuova Venezia.


Il giornale La Nuova Venezia e il giornale Il Mattino di Padova parlano del Bosco Sacro e della Federazione Pagana oggi, 15 ottobre 2009.
L’Altare Pagano è stato da poco accatastato come “Luogo di culto” e da molti anni a Jesolo il Bosco Sacro è considerato parte del territorio.
Oggi i giornali de La Nuova Venezia e Il Mattino di Padova, hanno tenuto, e questo va apprezzato, distinguere la Federazione Pagana e le sue attività religiose da strani movimenti e voci di attività occulte, non propriamente documentate e non propriamente edificanti, che girano nella zona di S. Donà e di Jesolo.
Il luogo di culto della Religione Pagana è ben individuato a Jesolo con grandi cartelli gialli che informano sulla sacralità del luogo.
Questo è l’articolo di La Nuova Venezia e del Mattino di Padova 15.10.2009:

Un ettaro di terra in via Ca' Gamba per i rituali della
Federazione Pagana durante equinozi e solstizi
Un bosco sacro per onorare gli dei della natura


JESOLO. Non sono maghi o streghe, ma credono negli dei. Tutti gli dei della natura che celebrano con precisi rituali, solitamente coincidenti con equinozi e solstizi. La Federazione Pagana ha una sede riconosciuta a Jesolo Lido (e un sito internet nazionale), addirittura un «bosco sacro» presso la settima trasversale di via Ca' Gamba dove abita Franco Santin, cittadino jesolano, il quale ha messo a disposizione della federazione un intero ettaro di bosco nell'immediato entroterra del lido.Il presidente della federazione, Claudio Simeoni, di Mestre, ha più volte celebrato i rituali nel bosco sacro (nella foto), accendendo fuochi e pregando gli dei. Persona di cultura, moderato e riflessivo, Simeoni ha spiegato che la venerazione degli dei precede nei secoli quella in un solo dio. Ha raccontano le persecuzioni nei confronti dei pagani, spiegando che gli dei sono molto legati alla natura che ci circonda.Alcuni anni fa la storia del bosco sacro era stata diffusa pubblicamente dalla stessa Federazione, stanca dei sussurri, le mezze voci e i pettegolezzi sulla presenza a Jesolo di maghi e streghe. Nulla da nascondere, tutto alla luce del sole, o della luna. Avevano accettato anche di essere intervistati e fotografati direttamente nel bosco sacro, popolato di galline ed esteso in mezzo a tanto verde.Passeggiando nella radura avevamo scoperto che questi pagani erano persone assolutamente normali. Professionisti, impiegati, operai, tutti con le loro famiglie al seguito, bambini compresi intenti a giocare come se nulla fosse. Non adoravano o pregavano un unico dio, ma tanti dei della natura.E la Federazione aveva fatto solo una richiesta: poter pregare e celebrare i propri rituali in pace rispettando le altre religioni per essere a loro volta rispettati. Poi erano scomparsi, apparentemente nel nulla, tanto che oggi del bosco sacro non parla più nessuno. (g. ca.)

Per noi è importante essere riusciti a far comprendere che la Religione Pagana è un’entità fattiva della società civile e non qualche cosa che deve essere nascosto ed occulto. Riuscire a convincere i Pagani a rivendicare pubblicamente il loro essere persone religiose e persone sociali.
I riti religiosi che celebriamo nel Bosco Sacro ormai continuano da 10 anni e sono diventati parte delle abitudini degli abitanti della zona.
E’ in questo modo che si costruisce una religione, non separando le persone dalla società civile.

15 ottobre 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
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mercoledì 7 ottobre 2009

La Religione Pagana e l'impossibilità del dialogo con i cristiani.


Dopo 1.200 volte che è stato aperto l’index del sito Religione Pagana, il cui tema conduttore era “La Religione Pagana e le difficoltà di relazione religiosa fra Pagani”, il tema è stato trasferito in un’apposita pagine web.
Il tema conduttore, per le prossime 500-1000 visite al sito, sarà: “ La Religione Pagana e l’impossibilità del dialogo con i cristiani”.

Il sito della Religione Pagana è un sito che riguarda i temi religiosi dei Pagani e tratta le varie questioni che agitano il mondo Pagano in relazione alla vita di tutti i giorni.

Il tema su “La Religione Pagana e l’impossibilità del dialogo con i cristiani” riprende uno scritto che era stato fatto per i gruppi di discussione e leggermente modificato per l’occasione. Lo scritto è stato integrato, a mo’ di esempio di quanto si è sostenuto, col Salmo n. 1 della bibbia dei cristiani dal tema “le due vie” e una parafrasi dello stesso salmo fatto dal punto di vista della Religione Pagana e come la Religione Pagana lo ha visto applicarsi nella storia.

I temi, sul sito La Religione Pagana, hanno lo scopo di far discutere tutti coloro che chiamano sé stessi Pagani e di far comprendere alla società civile il punto di vista religioso della Religione Pagana.

07 ottobre 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
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domenica 4 ottobre 2009

Nuova puntata di "Ritorno ad Alessandria"

E' online il nuovo episodio di "Ritorno ad Alessandria", il podcast pagano di libri e informazione, che per il ciclo "Echi del Mito" tratta in questa puntata della letteratura italiana del Seicento e del suo rapporto con il mito. La puntata è scaricabile dal sito come al solito, ma al momento sembrano esserci problemi con l'aggiornamento del player che si trova sul profilo di MySpace, per cui per il punto d'ascolto bisognerà aspettare domani.

sabato 26 settembre 2009

La Stregoneria e le possibilità di usare la percezione diversa della realtà: i ciechi, la vista, abitare il mondo.


E’ da chiedersi da dove derivano le pretese degli Stregoni di leggere il mondo in maniera diversa dalla forma e dall’usuale?
Nella foto: La Contemplazione nel Crogiolo dello Stregone al rito dell'Equinozio d'Autunno: l'attenzione, mediante la vista, si fissa sul fuoco!
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Uno Stregone non può dimostrare perché vede il mondo in quel modo e nemmeno da dove scaturiscono le sue intuizioni e le sue descrizioni del mondo in quanto i suoi interlocutori ascoltano soltanto parole soggettive che a loro non dicono nulla.
La scienza neurologica ha fatto passi da gigante negli ultimi 10 anni e proprio per questo oggi di analizzare strutture che erano sconosciute fino a non molto tempo fa. Questa che riporto, riguarda la riorganizzazione cerebrale sui sensi. Ne ho già parlato quando affermavo che la vista è una struttura abbastanza recente nella scala dell’evoluzione dei mammiferi e che si è sovrapposta alla struttura relativa alla percezione emotiva e alla struttura cerebrale legata al tatto. Si era affermato che la struttura cerebrale deputata alla vista risponde anche al tatto e alla struttura emotiva e che nei malati patologici questa struttura è la stessa che produce allucinazioni.
La scienza scopre i meccanismi in atto, ma la scienza si guarda bene di dire alle persone come potrebbero affinare le loro capacità e le loro possibilità. Si limita a prendere atto di una possibilità che registra in alcuni individui:



CERVELLO
I ciechi "vedono" il mondoLa scoperta di un team italiano
I non vedenti possono conoscere l'ambiente in cui si muovono attraverso gli altri sensi. I 'neuroni-specchio' si attivano allo stesso modo delle persone vedenti



PERCEPIRE e conoscere il mondo esterno anche quando gli occhi non funzionano è possibile, ma non c'è bisogno di nessuna protesi. Infatti, il cervello umano è in grado di "vedere" la realtà che ci circonda grazie ad una vera e propria regia, capace di ricavare informazioni utili da tutti e cinque i sensi. Infatti, cellule nervose finora considerate il motore dell'imitazione visiva, i cosiddetti neuroni specchio, funzionano perfettamente anche in chi è cieco dalla nascita. E' quanto emerge da una ricerca italiana pubblicata sul Journal of Neuroscience e coordinata da Pietro Pietrini, direttore del dipartimento di Medicina di laboratorio e Diagnostica molecolare dell'Azienda ospedaliera universitaria di Pisa. Lo studio è stato condotto in collaborazione con la cattedra di Psicologia clinica diretta da Mario Guazzelli e con il Centro di Risonanza magnetica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Pisa. "Ci siamo chiesti se il sistema dei neuroni specchio fosse strettamente dipendente dall'esperienza visiva, oppure se fosse in grado di svilupparsi anche in assenza di questa e di rispondere anche ad altri stimoli, come quelli sonori", spiega Emiliano Ricciardi, uno degli autori della ricerca. Per trovare la risposta gli studiosi hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale per osservare come risponde ad alcuni stimoli il cervello di un gruppo di volontari con cecità congenita e un gruppo di vedenti. I due gruppi dovevano riconoscere azioni presentate attraverso immagini e suoni. Si è visto così che i neuroni specchio dei non vedenti si attivano al suono di un'azione compiuta, come quelli prodotti bussando alla porta o piantando un chiodo. E che l'attivazione era simile a quella osservata nei volontari che vedevano compiere la stessa azione e sentivano i relativi rumori. "I risultati dimostrano che il cervello è organizzato in modo più articolato di quanto si credesse e che utilizza tutte le informazioni, a prescindere dalla singola attività sensoriale", rileva Pietrini. Il cervello è insomma una macchina complessa "programmata per svilupparsi anche quando manca l'esperienza visiva". Di conseguenza "in termini di educazione il cervello dei non vedenti non ha differenze grazie a questa capacità di riorganizzazione plastica. La vista resta importantissima, ma adesso sappiamo che la capacità di rappresentare il mondo esterno non dipende strettamente da questa".
(12 agosto 2009)

Tratto da:
http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/scienze/cervello/ciechi-vedono/ciechi-vedono.html


Se queste possibilità non fossero, non ci comprenderebbe come gli Esseri Animali che hanno sensi diversi da quelli umani, compresi insetti, virus e batteri, siano in grado di mettere in atto vere e proprie strategie conoscendo il mondo in cui vivono.
La questione importante è quella secondo cui: noi possiamo capire che “diminuendo” la capacità di percezione il cervello si organizza, ma aumentando la capacità di percezione? E variando la capacità di percezione? La scienza di laboratorio può studiare i soggetti in essere, oppure può studiare le capacità dei soggetti riducendo le loro capacità di percezione della realtà (i menomati), ma la scienza di laboratorio non può studiare soggetti le cui capacità si sono sviluppate oltre alle capacità dello sperimentatore. A meno che lo sperimentatore non metta a punto strumenti capaci di riportare le capacità aumentate alla sua dimensione, oppure, se le capacità aumentate non si limitano alla sfera intuitiva (legata alla vita) di chi le ha, ma costui può usarle come uno strumento nella realtà quotidiana della forma in maniera sistematica come se fossero uno strumento in modo da ricondurne gli effetti all’interno della sfera dello sperimentatore.
E’ la pratica di vita che costringe la persona ad organizzare la propria sensibilità e la propria percezione in relazione con il mondo.
Così, se si costringono bambini in ginocchio a pregare si sviluppa dentro di loro una capacità di percezione della realtà miserabile, se, invece si forniscono ai bambini gli strumenti per agire ed organizzarsi per i propri intenti nella società, costoro sviluppano una percezione gloriosa del mondo.
Diventare Streghe o Stregoni non dipende né dal sangue, né dal suolo, ma solo da come organizziamo la nostra percezione in relazione al mondo in cui viviamo.

27 settembre 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
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