lunedì 27 settembre 2010

La Religione Pagana e le diverse modalità d'approccio nel Paganesimo per le Antiche Religioni


Quando si parla di Religione Pagana si finisce sempre per pensare a cose diverse dalla religione non tenendo presente che ci sono diverse modalità d’approccio al problema religioso pagano che spesso ha origine in condizioni sociali diverse.
Può diventare interessante sviluppare il confronto fra modalità diverse di affrontare le antiche realtà religiose italiche.

Durante il Congresso Wcer di Bologna sia Claudio Simeoni che Renato Del Ponte hanno tenuto due brevi conferenze relative al loro modo di approcciare alla Religione Pagana o aspetti delle antiche religioni.

Dal mio punto di vista, il grande problema è la forma religiosa. Dumezil ha dato la sua impronta al problema della Religione Antica (specialmente quella italica) trasferendovi in essa la tripartizione elaborata da Platone nella Repubblica. Tale sistema proiettato sulle Antiche Religioni ha ottenuto un certo credito che in certi ambienti culturali permane. Tale schema, elaborato da Platone per esaltare l’aristocrazia sulle persone sottomesse, ha successo solo fintanto che le persone si identificano nell’aristocrazia e non nei servi della gleba. Lo stesso vale per gli Dèi e le categorie divine. Inoltre, tale schema ha un certo valore solo fintanto che noi consideriamo la scienza in ambito monoteista e il “cervello dell’uomo” con la sua ragione, il punto più “alto” dell’evoluzione umana. Da quel punto di vista possiamo fare l’operazione monoteista di proiettare l’idea del dio dei cristiani a ritroso nel tempo, attribuire allo stesso significato agli Dèi Antichi come se la “cultura” cristiana avesse un carattere di oggettività.
Nella religione cristiana e nel monoteismo, “gli uomini credono in qualche cosa”; nelle antiche religioni, “gli uomini vivono qualche cosa”.

A mio avviso, questa differenza è riscontrabile anche nel diverso approccio all’Antica Religione Romana fatto da Del Ponte e da me, Simeoni, nelle relative conferenze che abbiamo tenuto al Wcer presentando le cose che ci erano care.

Le conferenze le ho divise per stare nei tempi imposti da You Tube. In due parti quella di Del Ponte e in tre parti la mia (la mia ha in contemporanea la traduzione in inglese e, inoltre, è fatta a braccio perché improvvisata). Inoltre, la conferenza di Renato Del Ponte è avvenuta al momento del cambio di videocassetta e pertanto ne manca una piccola parte, ma non cambia il senso del suo approccio all’antica religione di Roma.

Le metto in ordine prelevandole dal canale di You Tube:

http://www.youtube.com/user/stregoneriapagana

Prima parte della conferenza tenuta da Renato Del Ponte al Congresso Wcer di Bologna:








Seconda parte della conferenza tenuta da Renato Del Ponte al Congresso Wcer di Bologna:








Prima parte della conferenza tenuta da Claudio Simeoni al Congresso Wcer di Bologna:






Seconda parte della conferenza tenuta da Claudio Simeoni al Congresso Wcer di Bologna:






Terza parte della conferenza tenuta da Claudio Simeoni al Congresso Wcer di Bologna:






Dai confronti appaiono evidenti le diverse modalità d’approccio al problema religioso.
In ogni ambiente Pagano ci sono le specifiche modalità d’approccio al sistema religioso di riferimento. Per questo, per capire i pagani, non basta elencare le categorie generiche alle quali fanno riferimento, ma è necessario che ogni Pagano riempi le proprie “categorie” con idee e contenuti ben identificabili. Solo in questo modo può avvenire un confronto serio o una seria separazione che non si basi semplicemente sulle simpatie o sulle antipatie personali.

27 settembre 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

domenica 19 settembre 2010

La medicina degli antichi Romani e Greci e l'odio per le società dei cristiani: hanno distrutto la medicina per imporre la sofferenza del crocifisso.


Quando parliamo di medicina e dei suoi “progressi” ci dimentichiamo che quei “progressi” avvengono in un ambiente in cui i cristiani hanno distrutto la medicina antica per permettere al loro dio di imporre sofferenza e dolore fra gli Esseri Umani.
I cristiani, nel loro odio sociale, hanno distrutto la conoscenza. Eppure, tuttavia, dal deserto, dalle profondità della terra e dal mare, emergono ricordi di un tempo che fu. Un tempo in cui gli uomini coraggiosi affrontavano le contraddizioni della vita e non si abbandonavano ad un fatalismo imposto da un dio criminale come quello degli ebrei.
Il vascello di Pozzino racconta di una medicina antica attenta ai bisogni degli Esseri Umani. Una medicina Antica che ci viene dalla Grecia e dall’Antica Roma. Ma se noi riceviamo l’informazione dai medici di Roma Antica, la loro medicina ci racconta di una cultura medica che attraversava ogni paese dell’area mediterranea e oltre fino al lontano oriente, e la più vicina India ed Etiopia.
Ma ci parlano di conoscenze mediche da svelare: il girasole. Come hai fatto a mettercelo? Oppure gli antichi conoscevano piante simili all’odierno girasole? O navigavano fino all’oriente? O banalmente del girasole ha contaminato le pillole scoperte sotto il mare che testimoniano di una medicina antica e altamente sofisticata tanto da non essere riscoperta dall’umanità che nel XIX e XX secolo?
I cristiani hanno distrutto la medicina proprio per favorire la diffusione della sofferenza: del loro crocifisso. Hanno costretto i popoli alla sofferenza e solo l’archeologia ci può dimostrare come il mondo Antico precristiano fosse più simile alle società moderne che non all’orrore medioevale al quale i cristiani, vigliaccamente, tendono di associarlo. Ormai sappiamo che le piramidi non furono costruite da schiavi, ma da lavoratori liberi ben pagati. Sappiamo che la schiavitù antica non ha nulla a che vedere con la schiavitù cristiana, feroce e inumana al di là dei rapporti economici. Sappiamo che i fenici non bruciavano i loro figli, ma ne onoravano i decessi prematuri. Sappiamo che i commerci delle popolazioni antiche andavano dalla Scandinavia fino all’Africa profonda, dal Portogallo fino all’estremo oriente. Sappiamo che calcolavano, con calcolatori meccanici, le rotte marine in base alla processione delle costellazioni; sappiamo che conoscevano la meccanica dei venti e dei monsoni. Sapevano ciò che i cristiani ignoravano e ciò che i cristiani hanno distrutto per annientare la conoscenza umana.
Ma in tutto questo padre Zeus, Padre Ade, madre Tellus, Padre Posidone, ce ne conservano i ricordi e, ogni tanto, qualche cosa viene alla luce ricordandoci di un tempo che fu e sottolinea l’orrore e l’odio che i cristiani hanno avuto per la vita.
Come questa. Riporto l’articolo:


IL RITROVAMENTO
Farmaci millenari nel relitto


erano cure per greci e romani
Ricercatori americani hanno analizzato delle pastiglie rinvenute a bordo del vascello di Pozzino, in Toscana. Risalenti al 140-120 a. C., rappresentano le prime prove empiriche dei composti con cui si curavano gli antichi


di GIULIA BELARDELLI


CAROTA, ravanello e sedano, ma anche ibisco, erba medica e Achillea millefoglie. Sono solo alcuni dei reperti trovati vent'anni fa in fondo al mare della Toscana sotto forma di pastiglie, e ora passati al setaccio dai ricercatori della Smithsonian Institution e dell'Institute for the Preservation of Medical Traditions di Washington DC. A ospitare le medicine per più di ventuno secoli è stato un vascello di pino, quercia e noce affondato al largo del Golfo di Baratti attorno al 140-120 avanti Cristo. Il suo rinvenimento fece la gioia di scienziati e botanici appassionati ai segreti della medicina antica: dentro, insieme a vetri, ceramiche e anfore colorate, c'era una cassetta contenente un rifornimento di pasticche quasi intatte. Le sostanze, simili a quelle descritte da medici e farmacisti come Dioscoride e Galeno, sono considerate la prima prova empirica dei composti curativi utilizzati nell'Antica Grecia e poi a Roma. Il "tesoro" del Pozzino. A individuare il relitto nel Golfo di Baratti fu il Centro Sperimentale di Archeologia Sottomarina di Albenga, nel 1974. Una prima spedizione organizzata dalla Sovraintendenza Archeologica della Toscana, in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, portò alla luce due strumenti che parlavano chiaro sulla presenza di un medico a bordo: un uncino utilizzato a scopi chirurgici e una ventosa per il sangue. Fu nel 1989, però, che gli archeologi incapparono nel corrispettivo di una cassetta del dottore ante litteram: 136 fiale di legno e scatolette di pastiglie. A più di vent'anni dal ritrovamento, oggi quelle pasticche sono state studiate dal punto di vista della genetica. I risultati della ricerca, condotta da Alain Touwaide, storico delle scienze presso il National Museum of Natural History e direttore scientifico dell'Institute for the Preservation of Medical Traditions, sono stati presentati al Quarto Simposio Internazionale di Archeologia Biomolecolare di Copenhagen. Gli altri reperti sono custoditi in un acquario nel Museo Archeologico di Piombino, ancora immersi in quello che ormai è diventato il loro elemento naturale.Dai fondali al laboratorio. Le analisi del Dna su queste medicine millenarie hanno riscontrato la presenza di diversi tipi di piante, dalla cipolla selvatica al cavolo, dalla quercia al girasole. Robert Fleischer, direttore dello Smithsonian Conservation Biology Institute presso il National Zoological Park di Washington, ha confrontato alcuni frammenti con le sequenze del database dei geni gestito dai National Institutes of Health. "In ogni pastiglia abbiamo trovato almeno dieci piante", ha spiegato Fleischer a Repubblica. it. "Alcuni estratti sembrano essere più comuni di altri, come l'alfa alfa, la carota, la cipolla e la noce. Altri corrispondono a biancospino, Achillea millefolium, Canavalia ensiformis e ibisco, probabilmente importato dall'est dell'Asia o dalle odierne India ed Etiopia. "In molti casi - ha aggiunto il ricercatore - si tratta di sostanze le cui proprietà benefiche sono elencate nei libri chiave della medicina antica".Sulle tracce dell'arte medica. Dioscoride, ad esempio, medico, botanico e farmacista greco, descriveva la carota come panacea a una serie di mali, dal morso dei rettili ai problemi di contraccezione. La sua opera in cinque libri, De Materia Medica, è considerata il primo erbario della medicina occidentale. Il lavoro venne copiato verso il 512 d. C. per la principessa bizantina Giuliana Anicia, che gli assicurò così lunga vita presso la comunità scientifica. Tra le piante descritte nel De Materia Medica e ritrovati sul relitto del Pozzino c'è anche l'Achillea millefolium, il cui nome viene dalla leggenda secondo cui fu proprio la foglia di questa pianta a guarire il piede del prode Achille. In linea con il mito, sia Dioscoride che Galeno la raccomandavano come emostatico, ossia sostanza capace di arrestare le perdite di sangue. Da qui deriverebbe la sua denominazione popolare di "erba dei tagli".L'incognita del girasole. In questa vicenda a metà strada tra scienza, mito e avventura, c'è posto anche per alcune speculazioni sulla storia della botanica. Dai primi rilevamenti, infatti, sembra che le pastiglie contengano delle tracce di girasole, una pianta la cui comparsa in Europa viene di solito fatta risalire a dopo la scoperta delle Americhe. "Si potrebbe trattare di una contaminazione avvenuta nella fase di prelievo o in laboratorio", ha spiegato Fleischer. "In caso contrario, potremmo essere di fronte a un elemento in grado di rivoluzionare la storia tradizionale di queste piante e della loro diffusione nel mondo", ha aggiunto Touwaide.Tra passato e futuro. Lo studio sulle pastiglie del Pozzino rappresenta un caso affascinante di contatto tra la medicina antica e la scienza più moderna. Per rilevare la composizione delle pastiglie, gli scienziati si sono avvalsi di diverse tecniche di biologia molecolare, focalizzandosi in particolare sul Dna contenuto nei cloroplasti. "E' stato grazie a metodi di sequenziamento all'avanguardia che siamo riusciti a identificare le piante da cui provengono gli estratti meno abbondanti", ha precisato Fleischer. Ma il ruolo del relitto dei farmacisti non è finito qui: nei prossimi mesi i ricercatori americani continueranno ad analizzare le pastiglie nella speranza di scoprire la teriaca, una medicina descritta da Galeno che dovrebbe contenere più di 80 estratti diversi. "Conoscere dosi, quantità e sistemi di misurazione utilizzati nell'antichità è interessante non solo dal punto di vista storico e antropologico", ha commentato Touwaide. L'idea è custodita nel motto dell'Institute for the Preservation of Medical Traditions: ispirare l'innovazione a partire dalla tradizione, nella speranza di individuare nuove possibilità per la ricerca sui farmaci. "E' la prima volta che abbiamo tra le mani medicine così antiche. Finora le nostre conoscenze si limitavano ai libri. E' possibile che questi composti millenari siano in grado di sorprenderci ancora, magari aprendo nuovi percorsi per la ricerca farmacologica".
(11 settembre 2010)

Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2010/09/11/news/farmaci_nel_relitto-6969117/



Anche se i cristiani hanno costruito l’orrore, dall’orrore una civiltà può riemergere. Il rimpianto non sta per i “vecchi tempi”, ma per la perdita della civiltà nei duemila anni di odio cristiano. Se pensiamo che ancora nel 1500 Galeno è considerato il medico di riferimento e che alla sua arte medica nulla era stato aggiunto, dobbiamo davvero onorare gli anatomisti che per conoscere l’anatomia umana erano costretti di notte ad andare a rubare i cadaveri nei cimiteri.
Anche nella notte più buia c’è sempre un Prometeo che conserva la scintilla della conoscenza, ma questo non ci esime dall’odio e dal disprezzo nei confronti di coloro che hanno fatto calare il buio sul genere umano: I CRISTIANI!

19 settembre 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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giovedì 16 settembre 2010

La Religione Pagana e il suo concetto di Creazione. L'infantilismo creazionista delle religioni rivelate.




La Religione Pagana non è un qualche cosa di vago e di indefinito che sta all’interno di un impreciso paganesimo. La Religione Pagana è una RELIGIONE.
Un sistema religioso che risponde ad un’ideologia precisa capace di guidare l’uomo nella società civile per uscire dall’orrore imposto dalle religioni rivelate dai monoteismi, sia esso ebreo, cristiano, musulmano o buddista.
A differenza di tutti costoro che separano l’uomo dalla sua società e dalla vita rinchiudendolo in un isolamento sociale, la Religione Pagana vive delle e nelle contraddizioni che si sviluppano nella società senza in questo pretendere dominio o possesso della e nella società stessa.
Il pensiero religioso della Religione Pagana trova il pensiero religioso di ebrei, cristiani e musulmani, infantile e privo di interesse sociale se non fosse per l’imposizione della violenza che i monoteisti ne fanno. Sia con le armi che con l’aggressione alle singole persone fino alla legittimazione dello stupro dei bambini.

E’ il caso della Creazione: da come una religione pensa il venir in essere del mondo, così organizza la vita nel mondo in cui vive.
La Religione Pagana ha una sua precisa idea della creazione e, in questo libro, non solo la confronta con i concetti propri del cristianesimo e dell’ebraismo, ma anche dei concetti di creazione delle Antiche Religioni.
Come una religione pensa la creazione, così pensa la vita delle persone che a quella religione partecipano. Se una religione pensa che il mondo sia creato da un dio padrone al di fuori del mondo stesso, pensa al mondo come ad un oggetto di proprietà di quel dio padrone e di chi lo rappresenta. Anche se una società è “democratica” il fatto stesso che la religione dominante indichi nella creazione del mondo gli uomini quali proprietà del dio creatore, quegli uomini non saranno mai in un regime democratico, ma saranno sempre sottoposti ad una dittatura della monarchia assoluta anche se le leggi garantiscono loro, formalmente, dei diritti.
Così è per i paesi cristiani, ebrei e islamici.
In questo libro la Religione Pagana confronta l’idea di creazione con le idee della creazione del monoteismo e le confronta con le idee della creazione delle Antiche religioni. Ricerca la percezione dei veggenti e le motivazioni che i veggenti antichi adottarono per scrivere molte delle creazioni che oggi leggiamo.
Non esiste “una” religione Pagana che abbia un concetto religioso sulla creazione diverso da quello che abbiamo descritto in questo libro.

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=518184


Alcuni “neopagani” fanno riferimento al Neoplatonismo. Ma il Neoplatonismo non è Paganesimo, ma Neoplatonismo. Il Paganesimo è quella religione “dei paesi” che sopravviveva all’avvento del cristianesimo. Il Paganesimo è la resistenza dei contadini in Val Rendena contro il terrorismo del vescovo Vigilio che voleva distruggere la statua di Saturno. Quel sentimento religioso che lega gli Esseri Umani al mondo in cui vivono e che non ha nulla a che vedere con la filosofia che si sviluppò in Grecia partendo da Platone e dal suo Timeo.

Il Paganesimo è la religione di relazione fra l’uomo e il mondo in cui vive. Un mondo in cui ogni singolo individuo si identifica nella Società e nella Natura non per esserne il “padrone” in nome di un folle dio creatore, ma per essere parte di una società e di una Natura che hanno i loro bisogni rivolti alla costruzione di un futuro migliore di quello di oggi.
Pensare alla creazione, al venir in essere del mondo, significa pensare al come organizzare la propria vita e la vita nella società in cui viviamo.
Non ha senso l’anticlericalismo o l’ateismo in quanto questi negano la vita e le strategie della vita con cui trasformarsi nella società. Negano la magia come trasformazione soggettiva dell’uomo nel mondo in cui è nato.

16 settembre 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
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