mercoledì 27 luglio 2011

La Creazione, la Teologia, la Via alla Conoscenza, nella Religione Pagana. Antichi e moderni Pagani.

Le persone sono spesso portate a pensare la religione Pagana come un qualche cosa di vago, indistinto. I Pagani sono quelli che adorano gli antichi Dèi. Nessuno si chiede perché adorano gli antichi Dèi e qual è la loro concezione religiosa.
Qualcuno legge qualche libro di mitologia e pensa che la mitologia che legge sia il pensiero dei Pagani.
Qualcuno sogna l’impero Romano o la grande Germania e pensa che Giove Optimus maximus o Wotan siano come il dio dei cristiani.
In foto:


Non si chiede minimamente se ciò che legge lo comprende con il significato che a quelle parole e a quegli episodi davano gli antichi o se, per caso, egli interpreta le parole e gli episodi con le categorie di pensiero del cristianesimo in cui è nato e vissuto.
Se un pagano parla di creazione, intende la stessa cosa del cristiano?
Un tempo si usava il termine di creazione, poi vennero i cristiani e dettero un significato al termine “creare” che non aveva nulla a che vedere col significato delle antiche religioni. Per questo siamo stati costretti a coniare il termine “germinazione” o l’affermazione del “venir in essere” per trasmettere il significato che gli antichi attribuivano al termine “creazione” che nulla aveva a che vedere con l’idea ebrea e cristiana di creazione.

Anche la Teologia Pagana non ha nulla a che vedere con la teologia cristiana che viene costruita al solo scopo di legittimare una patologia delirante in cui la ragione del cristiano si identifica con l’assoluto che attribuisce al proprio dio padrone e, mediante la sua teologia, giustifica tali deliri.
In foto:


Esiste una teologia della Religione Pagana capace di descrivere il mondo, gli Dèi e le relazioni fra gli Dèi e l’uomo, a prescindere dai racconti mitici delle singole antiche religioni? Già perché solo una Teologia che possa inglobare i vari culti delle Antiche Religioni senza prescindere da esse e senza legittimarne una a discapito delle altre, può chiamarsi Teologia Pagana. Una teologia che metta ordine nelle relazioni fra l’uomo e gli Dèi definendo l’uomo e gli Dèi con gli strumenti di oggi mettendo ordine all’interpretazione del mito antico.
Una teologia Pagana che non è il Neoplatonismo. Una teologia Pagana che non viene generata dalle scuole filosofiche greche, ma che le supera attingendo direttamente dal mito e dalle interpretazioni del mito che ne davano le scuole misteriche.

Esiste una via alla conoscenza della Religione Pagana capace ad opporsi alle elaborazioni cristiane, sufi, talmudiche, buddiste e induiste?
Esiste un processo di modificazione dell’uomo nel mondo e nella Natura capace di modificare il proprio presente senza dover sottomettere l’uomo ad una morale coercitiva, a regole predefinite, a destini che comprendono il paradiso o l’inferno, una reincarnazione, una metempsicosi, un karma o un nirvana?
Il monaco buddista, l’asceta induista, il monaco cristiano, ecc. si distaccano dal mondo disinteressandosi del mondo, com’è la via alla conoscenza della Religione Pagana che, al contrario, vive di partecipazione, con-passione, coinvolgimento, empatia, impegno, sia nel mondo sociale che nel mondo della Natura? Come si articola la magia dell’uomo che è consapevole di camminare assieme agli Dèi in un comune futuro sia come individuo che come individuo sociale, come individuo della natura, come specie della Natura e Natura nel suo insieme?
Cosa significa, dal punto di vista religioso, pensare l’uomo uscito dal brodo primordiale con tutte le specie della Natura. Un uomo che combatte la sua quotidianità portando alla diversificazione delle specie e che solo pensandosi uscito dal brodo primordiale, come specie della Natura, può, se vuole, ancor oggi, continuare quel cammino di trasformazione riprendendo il proprio ruolo nella Natura.
Qual è la concezione della realtà del mondo in cui viviamo? L’Olimpo, il Walhalla, il Tartaro, l’Erebo, il Duat e l’Amenti, che cosa sono? Davvero sono come i cristiani pensano al loro paradiso?
In foto:


Le antiche religioni forgiarono il presente, ma il Mito non è la preistoria della filosofia e del monoteismo. Il Mito è la più alta manifestazione della realtà del mondo che gli uomini ebbero prima che la filosofia, con la sua ricerca di spiegazioni razionali, conchiudesse la conoscenza dell’uomo nella follia patologica di un dio padrone e creatore del mondo. La filosofia condusse all’irrazionale assoluto in cui la ragione, elevatasi a padrona degli individui, elevò a religione le sue patologia psichiatriche.

Oggi, grazie alla scienza che si è liberata dai legacci della superstizione cristiana, possiamo inquadrare gli antichi concetti in un ordine religioso assolutamente sconosciuto per il cristianesimo, l’islam, l’ebraismo e il moderno induismo.
La Religione Pagana è la religione di oggi, gli antichi chiamavano il loro sentimento che li legava al mondo con altri nomi, altre definizioni.
E’ necessario mettere ordine nel mondo della Religione Pagana. Fra bambini che giocano con le “Nebbie di Avalon” o “Herry Potter” o imperialisti di vario genere che pensano di sostituire Gesù con Cesare, il Paganesimo oggi è ridotto ad uno squallore assoluto fra l’integralismo cattolico di Evola e il ribellismo individuale ottocentesco di Nietzsche. Fra l’eroismo di Walter Otto contro il nazismo e la psicologia di Jung. Fra l’intimismo di Hillman e le superstizioni della wicca.

E’ necessario mettere ordine nella Religione Pagana partendo dalla percezione del mondo e spiegarla usando anche, quando è necessario, le recentissime scoperte scientifiche. Questo perché l’uomo vive nel mondo e non è creato da un dio pazzo e cretino per la propria goduria come affermano ebrei, cristiani e musulmani e, prima di loro, Platone e Plotino.

Entra nel circuito del pensiero religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!

27 luglio 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

venerdì 1 luglio 2011

La Religione Pagana, l'adolescenza e i problemi sociali generati dal cristianesimo, dal Gesù in croce e dal suo dio onnipotente



Secondo la Stregoneria e le Antiche Religioni, nell’adolescenza muore il fanciullo e inizia a formarsi, nasce, l’individuo adulto. Pensare che la morte di un equilibrio psico-fisico e la formazione di un altro equilibrio psico-fisico come nascita dell’individuo adulto fosse una trasformazione indolore, appartiene solo alla stupidità e alla volontà criminale dei cristiani nel loro progetto di violenza alla crescita delle persone.
Il periodo dell’adolescenza viene vissuto con una modificazione della veicolazione dell’Eros, che ha portato in essere il fanciullo, nel reclamare nuove e diverse veicolazioni. Nuove veicolazioni che portano l’adolescente a ristrutturare la sua relazione col mondo spostando la sua energia vitale dalla pulsione di crescita (che è ancora in corso) alla pulsione della sessualità e della riproduzione in un mondo in cui esiste l’ignoranza sui processi di trasformazione psico-emotiva del soggetto e che per questo ha messo in atto processi repressivi e criminali nei confronti di fanciulli e fanciulle.
L’idea cristiana che l’individuo fosse creato ad immagine e somiglianza del suo dio padrone, calata nella società con la violenza, ha trasformato la crescita dei ragazzi in un vero e proprio campo di concentramento comportamentale. Non è il ragazzo che vive le tensioni psico-emotive e deve essere accompagnato nella formazione dei nuovi processi di adattamento durante la sua crescita, ma è il ragazzo inadeguato alla società in cui vive e pertanto è necessario costringerlo, mediante la violenza, ad adeguarsi alle richieste di dio e della società.
Mentre nelle società antiche le trasformazioni psico-emotive dei ragazzi e delle ragazze erano assorbite nella loro partecipazione all’attività sociale, il cristianesimo ha reso i ragazzi e le ragazze dei paria da allontanare dalla società e da sottomettere alla volontà del padre, del padrone, del prete, dell’autorità. Padre, padrone, prete, autorità, esercitano il loro arbitrio sui ragazzi, la loro violenza, ma non si assumono le responsabilità della loro crescita né le conseguenze delle risposte che i ragazzi mettono in atto alle loro pretese criminali di sottomissione. Per questo il dio padrone dei cristiani, che si esprime nel padre, nella famiglia dei ruoli, nel prete, nel padrone, nell’autorità, è un irresponsabile la cui attività è finalizzata a distruggere la società mediante la violenza che esercita sugli adolescenti.
La trasformazione psico-fisica-emotiva degli adolescenti determina l’adulto futuro. Non solo il cervello è ancora in formazione costruendo le connessioni neuronali (per cui le predilezioni soggettive, le idee, le passioni, veicola i desideri dell’individuo, ecc.) fino ad un’età attorno ai 25 anni, ma l’energia che l’adolescente impiega per rispondere a sollecitazioni violente e costrittive del mondo sociale in cui vive non solo lo rende più debole, pauroso e fragile, ma gli distorce la percezione del mondo rendendolo un futuro adulto socialmente inadeguato.
Le situazioni di stress sono situazioni di forte squilibrio dovute ad accumulo di tensioni psico-fisico-emotive. Nell’adolescenza tali situazioni si risolvono con un maggior impatto nella modificazione della struttura neuro-vegetativa dell’individuo e a seconda della direzione in cui le situazioni di stress si risolvono si ha un guadagno nelle capacità di relazione col mondo o una perdita della capacità di relazione col mondo. Come l’individuo soggettiva condizioni psicosomatiche che ne condizionano e ne limitano la capacità di affrontare il mondo, così l’individuo somatizza caratteri più funzionali con i quali affrontare il mondo. Nell’età dell’adolescenza o la società favorisce l’espansione dell’individuo nel mondo o le ostacola e le annulla costruendo un individuo pauroso, timoroso, insicuro, psicologicamente menomato, attraverso un’azione di sottomissione continua delle sue pulsioni a condizioni morali estranee all’individuo stesso. E’ il caso della costrizione mediante la quale l’individuo è costretto a pregare un criminale in croce (con la cui attività criminale tende ad identificarsi, imitandolo) o la vagina vergine della madonna attraverso la quale tende a violentare le sue pulsioni sessuali andando verso comportamenti malati come necessità di esprimere la sua sessualità violentata.
Riporto l’articolo degli ultimi esperimenti eseguiti all’università della California a Los Angeles:


Più stressati degli adulti
adolescenti, quante ansie
Lo studio della neurologa Adriana Galván dell'università della California di Los Angeles pubblicato su ScienceNation mostra il mondo dei teenagers come una sorta di campo minato dove ogni decisione viene messa alla prova se non ostacolata dallo stress
di SARA FICOCELLI


SCONTROSI, irascibili, romantici. Pronti a scoppiare a ridere o a piangere, come se tutto fosse questione di vita o di morte. Gli adolescenti sono così, semplici e diretti ma anche incomprensibili. Il loro cervello ancora in via di sviluppo sembra identico a quello di un adulto ma in realtà è ipersensibile. E sopporta lo stress molto meno, e molto peggio, di quello dei "grandi". Altro che età spensierata e mente leggera, insomma.
Dallo studio della neurologa Adriana Galván dell'università della California di Los Angeles, pubblicato su ScienceNation, il mondo dei teenager emerge come una sorta di campo minato dove ogni decisione viene messa alla prova, se non ostacolata, dallo stress. Secondo la ricercatrice, ci sarebbe una relazione diretta tra l'incapacità dei ragazzi di essere assertivi e propositivi e il sovraccarico che il loro cervello non sempre riesce a smaltire. I motivi di questo "intasamento neuronale" sono diversi ma, secondo la scienza, in gran parte riconducibili a un'eccessiva attivazione dei meccanismi della ricompensa, che entrano in funzione a livello cerebrale ogni volta che un essere umano deve prendere una decisione.
Per capirlo la studiosa, sponsorizzata dalla National Science Foundation (NSF), ha scansionato con la risonanza magnetica funzionale il cervello di un gruppo di volontari in età adolescenziale, al termine di una giornata valutata da loro stessi come "estremamente stressante" in una scala da uno a 7. Le rilevazioni hanno evidenziato scompensi nei meccanismi di funzionamento della corteccia prefrontale, l'area del cervello responsabile dell'equilibrio del comportamento e della comprensione del peso e delle conseguenze future delle proprie azioni. "Quando sei stressato come un adolescente, prendere decisioni diventa quasi impossibile, ma conoscere il problema ci porta già a metà dell'opera", spiega la Galván. Secondo la quale, per abbassare i livelli di stress ed evitare di prendere decisioni avventate nelle situazioni importanti, i ragazzi dovrebbero ricorrere alla più semplice delle soluzioni: fermarsi a pensare un minuto prima di agire, focalizzandosi sulle possibili conseguenze del proprio comportamento.
"L'adolescenza - spiega la dottoressa Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista SPI-IPA e presidente della SIPSIeS, Società Internazionale di Psichiatria Integrativa e Salutogenesi di Roma - non è affatto il periodo più spensierato della vita. Durante questa fase si verificano avvenimenti nuovi e sconvolgenti nella vita dei ragazzi e delle ragazze: lo scatto puberale con la maturazione sessuale, l'inizio della vita sociale come scoperta e l'ingresso nel gruppo dei "pari", indipendente dalla famiglia. Oltre a ciò, gli adolescenti hanno strumenti diversi rispetto agli adulti per rispondere e far fronte a situazioni stressanti, sia per ragioni biologiche che psicologiche".
Dal punto di vista biologico, si sa che la piena maturazione neurologica del cervello si compie tre i 20 e i 22 anni, con il completamento della mielinizzazione delle fibre di collegamento fra due emisferi cerebrali. Da quello psicologico, i teenagers hanno una maggiore difficoltà a gestire le situazioni di stress perché la maturazione sessuale produce un notevole aumento delle pulsioni e del livello emozionale, ma la comparsa di queste sensazioni legate allo sviluppo neuroendocrino e sessuale non si accompagna a uno sviluppo delle capacità psicologiche e mentali, che permetterebbero invece di organizzare le nuove emozioni e utilizzarle fin da subito in modo ordinato e coerente.
Considerando che gli adolescenti hanno prima di tutto bisogno di scoprire cosa accade intorno a loro e di farne esperienza, per poi riuscire solo in un secondo momento a comprenderlo e utilizzarlo, si capisce perché questo continuo confronto con l'esterno non generi altro che turbamento, irrequietezza e insicurezza. "In ogni individuo - conclude l'esperta - per avere un funzionamento mentale armonico ed equilibrato, è importante che non ci siano grandi influenze emotive. Le emozioni non gestite o non gestibili determinano un'interferenza con le funzioni cognitive, razionali, ovvero con la capacità di pensare, con l'attenzione e la concentrazione. Da qui, spesso, le difficoltà scolastiche, spesso erroneamente scambiate per mancanza di voglia o scarso amore per lo studio".
(24 giugno 2011)

Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2011/06/24/news/adolescenti_stress-18114306/

Va da sé che il primo problema, per riuscire ad avere futuri adulti consapevoli per una società consapevole, è la rimozione del cristianesimo dalla società civile. Fintanto che si violentano ragazzi costringendoli ad aderire a modelli comportamentali come quelli del dio padrone, del criminale in croce, della vagina vergine della madonna e questi ragazzi vengono separati dalla partecipazione attiva nella società, magari relegati negli oratori e nelle parrocchie, la società sarà sempre formata da una grandissimo numero di persone malate. Malate da crescita anche se con la loro malattia saranno costrette a convivere e a mediare fra ciò che la loro malattia esige da loro e ciò che la società in cui viviamo consente di veicolare.
Allevare i figli, come imposto dal cristianesimo, produce un altissimo tasso di individui emarginati che faranno della sofferenza, subita ed imposta, un modo per sopravvivere nella loro inadeguatezza. La società retta dal criminale in croce ricorrerà soltanto alla violenza in quanto è convinta che l’inadeguatezza dei suoi figli sia il prodotto della volontà del suo dio e non dell’attività dei cristiani che veicolano la violenza criminale del loro dio e del loro Gesù in ambiti della vita e della società in cui il loro dio e il loro Gesù è il vero criminale da emarginare.


Entra nel circuito del pensiero religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!

01 luglio 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it