domenica 30 gennaio 2011

Archivio trasmissioni di "Magia Stregoneria e Paganesimo" da Radio Gamma 5: per non dimenticare!

Archivio di Radio Pagana

Per non dimenticare.

Argomenti delle trasmissioni radio in rete.

Di che cosa parlavano i Pagani Politeisti nel 1997?

Di che cosa discutevano con la gene e con le persone chi non avendo mai usato una radio ha iniziato a discutere di religione, storia, attualità con i cittadini del Veneto confrontandosi sulle tematiche?

http://www.federazionepagana.com/radiopagana/1997-1.htm


L’archivio delle trasmissioni radiofoniche è ricchissimo e comprende 120 mesi dal 1996 al 2007.
Alcuni esempi:


1) Numeraria nell’Opus Dei. Sei uno zero Sei uno zero (Radio Maria). [45’08”L’Oco]. Presentazione della conferenza di Vicenza. [54’20”t.] Mano nera a Torino. [58’14” Francesca] L’agire con Giustizia alimenta Moneta. “Non parlare con il catechista cattolico”. [65’14”] “Attraverso questo albero hai contatto con me”. [67’40” Miranda]. [69’14”t.] Telepatia e l’empatia. [71’50” Padre Giuliano] Complimenti. [72’32”t.] Empatia con il circostante. Perseguitata dagli spiriti.



2) Santo Domenico di Guzman un tagliatore di teste umane. [29’00”] 1789 si ritagliano gli spazi di Libertà. [31’40”] Richiesta dei Sacrifici nel Paganesimo (Testa di cipolla). [34’50”t.] La serenità interiore. [40’06” Giampaolo] [42’00” Francesca] Rivoluzione francese. Franco Zizola e la negazione del sesso nel cristianesimo “La chiave nel pozzo”. [50’36” L’Oco] L’Agguato. [53’32”] “Perché Dio non interviene negli affari umani” Dio non esiste. [55’04”t.] Terrorismo della religione. [54’54” Cesarina] Soldi per le chiese! (e per mettere in ginocchio i bambini). Adozioni e istituti cattolici. [62’10”t.] Discorso di un cattolico. [62’40”Marco] “Do’ ragione sempre a tutti” Guarda le mani. [66’44” Angelo] Cristianesimo equivalenza di mafia. [71’04” Anna].


3) Bollettino dell’Istituto Mediterraneo Studi Politeisti. [20’06”] Rivista Kaos. [22’02”] La chiesa cattolica è la madre di tutte le sette e la setta attentato metropolitana di Tokio “Suprema Verità” (cose monoteiste). [25’06”] Il Mondo è sacro di se per se stesso. [27’50”] Orfeo e Dioniso. [29’20”] Sul concetto di vittoria e sconfitta riferito alla via per lo sviluppo della coscienza di se

Questo è un esempio delle infinite tematiche trattate.
Per il solo mese di gennaio 1997 vedi la pagina:

http://www.federazionepagana.it/radiopaganagennaio1997.html

Ascoltare trasmissioni così vecchie, quando i conduttori non sapevano parlare per radio, è sicuramente interessante. Come disse il mio maestro di Stregoneria: “A me non interessa come tu fai le cose, mi interessa che tu le faccia, ci provi e usi la tua volontà per affrontare la vita!”


Entra nel circuito del pensiero religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!

30 gennaio 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

lunedì 17 gennaio 2011

Seconda parte: La Stregoneria commenta le "idee" comuni sulla Ragione


Quando Lei dice:

“La ragione è la facoltà di elaborazione dei dati sensibili (esterni e interni). Può essere definita come l'insieme di regole e procedure seguite dalla coscienza nell'esercizio dell'intelligenza.”

Lei sta prendendo in considerazione sé stesso e quanto di sé stesso considera ragione.
Solo che quel sé stesso, come insieme razionale, lei non lo incontra nelle scelte del paramecio, dell’ameba, del virus o del battere.
Un conto è la pulsione di vita o volontà d’esistenza e un altro conto sono le strategie di specie o di individuo in cui veicoliamo la volontà d’esistenza sia come specie che come singoli Esseri.
Il ragionamento può essere risolto affermando che, comunque la visione della vita del virus, del paramecio, dell’ameba o del battere, sono comunque delle ragioni soggettive. Questo pone vari problemi; innanzi tutto su che cos’è l’intelligenza e in secondo luogo abbattere l’onnipotenza della ragione umana per assimilarla a quella dei virus e dei batteri e nessuna ragione umana è disposta a fare un’operazione del genere.

Infatti, Lei stesso scrive della ragione:

La ragione è la facoltà di elaborazione dei dati sensibili (esterni e interni). Può essere definita come l'insieme di regole e procedure seguite dalla coscienza nell'esercizio dell'intelligenza. Essa crea una mappa del mondo utilizzando la quale dirige le azioni. Ma tra i dati a disposizione della ragione non ci sono solo quelli della mappa. La ragione (l'intelligenza) sa che la mappa è solo una mappa, cioè sa anche che la mappa si riferisce a qualcos'altro, e quindi sa che per acquisire nuove informazioni deve interrompere il filtraggio (che effettua normalmente per restringere l'ambito della sua elaborazione alle informazioni già elaborate e inserite nella mappa - che altro non è che un sistema di definizioni e relazioni) e lasciar entrare informazioni prive di relazioni riconosciute con quelle già inserite nella mappa (e che quindi la ragione non sa ancora dove mettere). In sostanza si tratta di destinare una certa quantità di risorse (memoria e capacità di elaborazione) a elementi non immediatamente relazionabili e quindi non inseribili nella mappa. Questo garantisce una continua evoluzione e un continuo adattamento, a patto che le nuove informazioni vengano poi elaborate e inserite della mappa, arricchendola in quantità e qualità d'informazione.

E questo dà addito ad altre difficoltà di ordine pratico. I cardinali che condannarono Galilei erano talmente terrorizzati da non poter mettere i loro occhi dietro al cannocchiale e verificare di persona quanto Galilei diceva. La ragione di quei cardinali era preclusa a dei fenomeni. E questo vale per tutta la nostra vita. Per esempio, quanti fenomeni provenienti dalla “materia oscura” o fenomeni dovuti a risposte di modificazioni ambientali dovute “all’antimateria”, la nostra ragione ignora? Eppure, anche se ignorati alla nostra ragione, il nostro corpo vi si adatta fin dalla nascita della vita su questo pianeta. Questi adattamenti, che appartengono alla vita, sono ignorati dalla ragione la quale dà delle spiegazioni solo a posteriori e spesso del tipo: lo ha voluto dio!
Per affermare quello che dice Lei è necessario essere convinti che l’intelligenza, attribuita alla ragione, sia un oggetto in sé. E’ necessario affermare il non-sense secondo cui l’intelligenza risolve il problema anziché descrivere il problema a soluzioni date. Le faccio un esempio. L’uomo costruisce navi e barche e risolve i problemi di galleggiamento. Ma non sa perché. Dà varie spiegazioni, tutte irrazionali però funzionali. Poi, arriva Archimede e dà la spiegazione razionale. Alla soluzione data, Archimede descrive qual è il problema risolto. Quel “eureka” di Archimede altro non è che l’euforia di un’illuminazione dovuta ad un’emozione che ha disarticolato la sua ragione e l’ha ricomposta includendo il principio di galleggiamento. La cultura assorbe, tutti noi dovremmo conoscere il principio di galleggiamento (dillo a quelli che venivano derisi perché costruirono la prima nave in ferro), ma solo Archimede fece l’atto divino di ampliare la sua ragione mediante l’emozione che modificava la descrizione razionale del mondo vissuto. I virus e i batteri sono bravissimi in tutto questo: hanno costruito anche il nostro corpo in risposta alla pulsione di vita che li spingeva ad elaborare le migliori condizioni per continuare a vivere. In più non hanno la necessità di trasformare la loro azione in principio razionale.

Quando Lei dice nello specifico “lasciar entrare informazioni prive di relazioni riconosciute con quelle già inserite nella mappa” Lei sta parlando di “illuminazione”. In sostanza sta parlando di quell’atto per cui la struttura emotiva dell’individuo, dopo un processo di tensione-carica si scarica destrutturando la ragione in essere nell’individuo e, nella fase di rilassamento dalla scarica emotiva, la ristruttura su un piano diverso inglobando nuovi fenomeni del mondo e adattando al nuovo la ragione (che, fra l’altro mette in atto strategie di recupero del suo stato precedente).

Quando Padre Zeus fece la sua Titanomachia, altro non fece che rivendicare il diritto di far nascere nuovi Dèi attraverso le strategie di vita della Natura mediante la forma e la quantità. Tuttavia, sia i Titani che i figli di Urano Stellato, sono strutture fondamentali con cui Zeus ha fatto germinare la vita della Natura. Zeus è la ragione, la forma e la quantità; ma i Titani sono le pulsioni della trasformazione della vita (della ragione stessa) e i figli di Urano Stellato sono le emozioni: cioè la vita in sé.

Non esiste un’evoluzione mediante la ragione. La ragione registra e giustifica atti dei quali non comprende il senso. Il senso appartiene alla vita e alle pulsioni di vita, la ragione tenta di giustificarle. Secondo un’indagine sociologica, nei supermercati le scelte dei clienti obbediscono a dei criteri assolutamente irrazionali; partono da scelte che emergono dalla psiche profonda che la ragione ignora. Poi, una volta che il cliente ha fatto la sua scelta, allora la ragione dà delle spiegazioni: che sono dei Giudizi di necessità.

Lei dice:

Non vedo motivo per contrapporre la ragione ad altre (spesso indefinite o vaghe) facoltà di apprendimento. La percezione ha anch'essa una “ragione”, una razionalità, che è diversa rispetto alla ragione associata alla coscienza ordinaria. La ragione in generale non è altro che ordinamento (attraverso relazioni) ed elaborazione dei dati ricevuti attraverso tutti i canali di comunicazione disponibili. La percezione deve essere il risultato di una forma di elaborazione (quindi opera di una forma di ragione) perchè i dati forniti sono già strutturati e in relazione tra loro senza un intervento cosciente. Ad esempio vedo un uomo e una donna che camminano abbracciati. Le immagini dei corpi, ben distinti tra loro e la relazione spaziale tra loro e con l'ambiente circostante sono già definiti a livello percettivo, ossia inconscio (dal punto di vista della coscienza ordinaria). La ragione “ordinaria” elabora poi questa percezione, associando, ad esempio, il pensiero “quei due stanno insieme”.

Mi sembra ovvio che se io affermo che la ragione è una capacità per descrivere il mondo, devono esistere altri strumenti attraverso i quali la vita è venuta in essere. Se io affermo che la ragione umana arriva sulla scena della storia dell’uomo in epoca recente ( a seconda degli elementi con cui la significhiamo andiamo più o meno indietro nel tempo, quando l’uomo aveva la forma di una scimmia o la forma di un piccolo topo o quella di un rettile: sempre uomini sono, perché sono i nostri antenati, ma le ragioni che hanno sono diverse), altre pulsioni dell’uomo devo attribuirle ad altri strumenti. Non posso fare la stupidaggine di Platone che divideva il corpo dall’anima. E non posso fare le stupidaggini di religioni orientali che dividono la materia dall’energia, se non come modello discorsivo.

Sono perfettamente d’accordo che le infinite percezioni extrasensoriali abbiamo una loro razionalità nel senso che appartengono alla vita dell’uomo anche se sono trascendenti alla descrizione della ragione. Ma è proprio questa la divisione che io opero: io so che esistono un alto numero di elaborazioni profonde dei fenomeni del mondo in ogni soggetto della Natura. So che esistono fenomeni sconosciuti e non considerati dalla ragione che vengono elaborati in parti più antiche del cervello. E so che queste elaborazioni (proprio per la Titanomachia di Zeus) sono separate dalla coscienza razionale. Sono elaborazioni di percezioni proprie dell’uomo, ma trascendenti alla ragione.
Fermare la ragione per permettere a queste elaborazioni di emergere nella coscienza, è proprio dell’attività dello Stregone.
Nell’uomo qualunque queste si presentano sotto forma di illuminazioni; di intuizioni; di scelte irrazionali; qualche volta emergono in presenza di un grande pericolo davanti al quale la ragione perde il controllo della coscienza.
Costruire delle associazioni di idee nate dall’esperienza è una cosa abbastanza banale anche perché tutto sommato, le associazioni di idee nascono da preconcetti. Infatti nel suo esempio ignora l’altro aspetto proprio della ragione: se io voglio indurre in Lei il pensiero che “stiamo insieme” ci è sufficiente prendere una postura fisica e la sua ragione è ingannata. La ragione descrive il mondo, non lo vive e nemmeno lo penetra. Gli attori lo fanno normalmente. Gli inganni sono propri della ragione: è la ragione che presume. Non l’apparato emotivo. Proprio perché la ragione è una capacità descrittiva il giudizio che emerge dalla descrizione è un giudizio sempre fallace, non per questo non è necessario.
La ragione presume che l’attacco epilettico sia dovuto al demonio. Questa verità non viene messa in discussione. Solo la ricerca scientifica, il metodo induttivo, contrapposto al metodo deduttivo, apre le porte a soluzioni diverse dopo che le emozioni delle persone dicono che bruciare vive le persone accusandole di essere delle indemoniate è un atto criminale: lo ordinava il dio dei cristiani, la verità!

Quando Lei dice:

Quanto sopra lascia intendere una concezione del giudizio che, pur essendo quella più diffusa e appartenente al senso comune, considero falsa e deviante. Il giudizio, se vogliamo essere seri, non può mai essere “vero o falso”, “bianco o nero”. Se, una volta che ho deciso che una cosa è “vera”, mi comporto come chi ha la certezza che le cose stanno in quel modo, non sto esercitando la ragione. Perchè la certezza è estranea alla ragione, che invece è cosciente della provvisorietà e dell'incompletezza di ogni rappresentazione.

Il giudizio è sempre falso in quanto obbedisce a me, alla mia esperienza, alla descrizione che ne ho del mondo e alle idee preconcette che ho sul mondo. Non è falso nel senso che mi imbroglia, ma è falso nel senso che non è una verità in quanto è prodotto da fattori che la mia percezione isola da un contesto immenso.
E qui nasce un problema. Io non mi comporto in base al mio giudizio, ma mi comporto in base al mio intento. Non mi comporto in base ad un passato in cui il giudizio è emesso, ma mi comporto in funzione di un futuro possibile in cui il giudizio risponde ad una relazione contingente che mi ha obbligato ad emetterlo, ma del quale facevo tranquillamente a meno. Io vengo costretto ad emettere un giudizio, ma non ho bisogno di emettere un giudizio per affrontare la vita verità dopo verità (meglio Estia dopo Estia).
La ragione è fatta di certezze: tutti sono assolutamente certi che il Sole gira attorno alla terra. E uccidono per certificare questa certezza. Tutti sono assolutamente certi che il demonio si impossessa delle persone: e mettono sul rogo le persone, tanto sono certi della verità cui sono portatori. La ragione è certezza. Assolutezza. La scienza, con le sue scoperte, distrugge la certezza della ragione e la ricostruisce con una diversa conoscenza che diventa, in quel momento, una nuova certezza. La donna è un vaso in cui l’uomo mette il seme. E’ una certezza che condiziona la società. La donna contribuisce per il 50% al patrimonio genetico del nascituro: un’altra certezza che modifica la certezza precedente. L’ovulo sceglie lo spermatozoo più confacente e si apre a quello e solo a quello: è un’altra certezza!
Ognuno di queste certezze diventa verità apriori della ragione.
La ragione procede per certezze: dio ha creato il mondo! E’ una certezza sottoscritta da ogni ragione che considera sé stessa il dio creatore del mondo.


Continua nella terza parte.


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17 gennaio 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
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lunedì 10 gennaio 2011

La Stregoneria commenta le "idee" comuni sulla Ragione - Prima parte


Da quanto ho capito, per ora, la differenza fondamentale sta nel significato che attribuiamo al termine “ragione”.

Io per ragione intendo una capacità descrittiva del mondo che hanno gli Esseri della Natura. Una capacità che si conchiude nella quantità e nella forma. Per estensione, in campo umano, ha il suo compimento della matematica e nelle sue formule in quanto ogni oggetto pensato e misurato occupa un posto nell’equazione che, nella testa delle persone si fa “pensiero parlato”. Io, partendo da questo presupposto, incontro uomini che hanno ragioni molto complesse ed articolate e uomini che esprimono ragioni molto povere.

Da quanto posso capire, Lei usa il termine ragione in maniera molto vicina a come la usavano gli illuministi quando contrapponevano la ragione alla superstizione e all’oscurantismo facendo nascere l’era dei lumi.
Lei dice:

La ragione non si oppone o contrappone a nulla, perchè la ragione vuole comprendere qualsiasi cosa, e non ha interessa ad escludere nulla. Ogni dato di fatto è per la ragione indiscutibile e irrinunciabile, per la ragione conta solo cio che è, e tutto ciò che è. I problemi sorgono quando la coscienza viene manomessa, imprigionata in una rete di inibizioni e coazioni imposta dall'esterno (dalla società costituita). A quel punto la ragione diventa una anti-ragione (una sorta di antimateria razionale).

Quando io leggo questo, nel mio sistema di pensiero non è ciò che “vuole la ragione”, ma ciò che vuole l’individuo dalla sua ragione. Ogni soggetto della Natura è innanzi tutto una “volontà di vivere” non è una “ragione”. La ragione, qualunque ragione, è un modo per veicolare e controllare la volontà di vivere. Quando nell’ipotetico brodo primordiale il primo essere separò sé stesso dal mondo in cui viveva facendo sorgere la coscienza, era spinto dalla volontà di vivere, non dalla ragione.
Se lei usa l’affermazione “perchè la ragione vuole comprendere qualsiasi cosa” attribuisce alla ragione una qualità che in realtà appartiene alla volontà di vivere del soggetto di cui la ragione è uno strumento.

Gli Illuministi non opponevano la ragione alla vita; gli illuministi opponevano la ragione all’oscurantismo cristiano. Opponevano una ragione aperta alla conoscenza (aperta allo sviluppo di quell’equazione matematica che è la conoscenza soggettiva dell’uomo) alle soluzioni oscurantiste che una ragione povera opponeva alla ricerca del sapere. In sostanza il dio padrone dei cristiani, il demonio dei cristiani, la vagina vergine della madonna, erano delle “descrizioni razionali” in cui gli uomini dovevano risolvere la loro “ricerca di verità” perché quella era la verità assoluta del mondo dettata da dio. Gli illuministi si oppongono all’oscurantismo con la “Dea Ragione”, cioè con una ragione portatrice di “volontà di espansione” capace di abbattere le barriere imposte dall’oscurantismo e di espandere il sapere. Gli Idola di Francesco Bacone sono un esempio.

Tutto questo scontro è all’interno della ragione, dipende da come noi interpretiamo i fenomeni del mondo. Sia che noi attribuiamo gli effetti degli spasmi al demonio o che noi li attribuiamo all’epilessia; sempre di ragione di stratta.

Quando lei dice:

A quel punto la ragione diventa una anti-ragione (una sorta di antimateria razionale). Applica filtri non più in base alle necessità temporanee di elaborazione delle informazioni, ma in base a leggi precostituite e prive di relazione con gli scopi della ragione stessa. Appare come asservita a una volontà esterna, anche se non sappiamo di che volontà si tratti, e a chi o cosa faccia riferimento. Infatti le costrizioni imposte dalla “civiltà” per mezzo delle religioni, le leggi dello stato, le regole morali, le tradizioni, le usanze, eccetera, spesso non sono funzionali a niente che riguardi la conservazione o l'evoluzione dell'individuo o della specie. Assomigliano piuttosto a processi di parassitismo, dal momento che buona parte dell'energia dell'individuo viene deviata verso azioni ed emozioni disfunzionali sia per l'individuo sia per la specie, anche se i “parassiti” restano invisibili (gli stessi detentori del potere sono personalità maniacali e coatte, quindi essi stessi vittima di questo “parassitismo energetico”).


Non fa altro che parlare di “tipi diversi di ragione”. Le regole morali appartengono alle categorie della ragione non della vita; le tradizioni, le usanze, le leggi, lo Stato, appartengono a forme di ragione. Di come la ragione vuole organizzare la vita dell’individuo. Da qui i conflitti fra ragioni diverse.
Conosco le idee di Freud e di coloro che sostennero che gli uomini barattarono la libertà per la sicurezza. Ma sono idee sul mondo che appartengono ad un individuo che stava combattendo contro la feroce educazione ebrea che aveva subito e che pensava l’uomo creato dal suo dio. Ben altri sono i meriti di Freud. Freud è colui che si inventa la stupidaggine della discendenza del monoteismo ebraico dal monoteismo di Akenaton; solo che, poveraccio, non sapeva che Mosè non era mai esistito. Combattere la ragione imposta mediante l’educazione comporta trasformazioni emotive che nulla hanno a che vedere con la ragione, ma che nella ragione hanno i suoi effetti come modificazione dei punti di vista soggettivi della ragione stessa.
La ragione è una protezione rispetto alla vita, ma diventa una barriera terribile e paurosa (alimenta la superstizione) quando da protezione si trasforma in dittatura e poi in padrona dell’individuo come autoidentificazione col dio padrone (la cui immagine lei stessa elabora) quando l’individuo non è più in grado di controllarla con la volontà di vivere.

Quando noi leggiamo un manuale di psicologia al termine emozione ci dice che l’emozione è una destrutturazione delle categorie razionali dell’individuo, coinvolgendo l’apparato neurovegetativo, che poi, quando l’emozione si esaurisce, la ragione dell’individuo viene ricomposta su un piano diverso da quello vissuto all’arrivo dello scoppio emotivo.

Spesso gli atei si fermano a Marx e alle sue idee sulla religione, ma spesso non lo hanno letto attentamente. Preferiscono citare il motto “la religione è l’oppio dei popoli”. E in effetti Marx esaurisce quella tensione della ragione oscurata dalla fede. Esaurisce quel processo di uscita dall’oscurantismo che è iniziato col Rinascimento Italiano (quando Boccaccio riscopre gli Dèi degli antichi) e passa attraverso il libertinismo, l’illuminismo, il positivismo, e si esaurisce nel materialismo storico e dialettico. Dopo Marx la storia cambia: cambia la descrizione della natura dell’uomo. C’è Darwin, Freud, le ricerche psicoanalitiche, ci sono diverse idee sulla vita, si scopre l’intelligenza degli animali, cambia la nozione di intelligenza, si scopre la genetica, nascono le scienze sociali, si scopre il ruolo della scienza neuronale, si scopre, oggi, l’intelligenza strategica delle piante, ecc.

Cambia la dimensione di leggere la vita.


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