venerdì 19 marzo 2021

 Costruire una religione è un atto che richiede un lavoro costante.



Costruire la Religione Pagana è un lavoro, non un gioco.

domenica 23 agosto 2020

Il Potere nella Religione Pagana



La Religione Pagana riconosce l'esistenza di due tipi di Potere distinti.

Quello che normalmente le persone pensano come potere inteso come la possibilità di possedere qualche cosa che permette alle persone di comandare altre persone. Nella Religione Pagana si chiama "Potere di avere". Un potere che è determinato dal possesso di qualche cosa di esterno alla persona. Può essere una carica politica, un ruolo nell'economia, un potere finanziario col possesso di molto denaro, una carica Istituzionale capace di ordinare a degli uomini di fare qualche cosa.

E' un potere che deriva dal possesso di qualche cosa che, quando parliamo di religione cristiana, riguarda l'arbitrio di Dio che concede il potere a chi vuole e costringe all'obbedienza chi vuole.

Si tratta di un potere determinato da mezzi esterni all'uomo e che può essere dato o tolto a seconda del dare e togliere quegli stessi mezzi. Come un generale che ha il potere su un esercito e che, una volta messo in pensione, perde quel potere.

L'altro potere è il "Potere di Essere" cioè ciò che ognuno di noi è, come somma delle proprie esperienze e delle trasformazioni che ha messo in atto nel corso della sua vita. Noi non siamo quelli che sono "appena nati", ci siamo modificati giorno dopo giorno. La modificazione di noi stessi è avvenuta mediante le nostre scelte nell'oggettività in cui abbiamo vissuto. Trasformarci giorno per giorno e accumulando esperienza, abbiamo manipolato la nostra energia emotiva costruendo la nostra struttura psicologica e la nostra capacità di percepire e interagire col mondo in cui viviamo.

In ogni momento della nostra esistenza noi ci presentiamo nel mondo, nella società per "come siamo diventati". Questo "come siamo diventati" è il nostro Potere di Essere. E' il Potere di ciò che siamo. E' il Potere di Essere, un potere che riguarda noi stessi. Non dipende da mezzi esterni e nessuno ce lo può togliere perché è tutto dentro di noi. Questo potere si manifesta attraverso la nostra trasformazione fin da quando siamo nella pancia di nostra madre, ma in età adulta siamo noi, con la nostra volontà e con la nostra percezione, che determiniamo la direzione delle nostre trasformazioni prendendoci nelle nostre mani la responsabilità della nostra vita.

Questo è il potere con cui affrontiamo la morte del corpo fisico. Mentre il Potere di avere lo abbandoniamo al momento della morte il Potere di Essere che abbiamo costruito nel corso di tutta la vita, ce lo portiamo oltre la morte.

23 agosto 2020

Claudio Simeoni


martedì 18 agosto 2020

La Religione Pagana e il male assoluto



Nelle antiche religioni prefilosofiche non esisteva il concetto di "male assoluto", ma, a dir il vero, non esisteva nemmeno il concetto di "religione".

Gli Dèi erano parte integrante della vita sociale delle persone, condividevano e partecipavano alle azioni delle persone e i ricordo degli Dèi rappresentavano feste e celebrazioni dell'intera società. Nelle Antiche Religioni gli Dèi sono descritti nell'atto di combattere, per una causa, per dei principi, ma il nemico non era "il male" era colui che voleva fare delle cose diverse da altri e che combatteva con delle ragioni, non per distruggere.

Fu con Platone, l'ebraismo e poi il cristianesimo che prese forma il concetto di "male assoluto" come trattato nella Religione Pagana.

Mentre per il cristianesimo il "male assoluto" è l'avversario alla morale di Dio (come in Platone e come per gli ebrei), nella Religione Pagana il "Male assoluto" è costituito dalla sottomissione. Dalla violenza con cui gli uomini vengono sottomessi ad una morale o a dei comportamenti che sono estranei ai loro bisogni e ai loro desideri.

Per la Religione Pagana, il male assoluto è il Dio dei cristiani che macella l'umanità col diluvio universale o che stermina gli abitanti di Sodoma e Gomorra perché non fanno sesso come lui vuole. Il "male assoluto" è Gesù che ordina di ammazzare chiunque non si sia messo in ginocchio davanti a lui. Il male assoluto è Platone che vuole dominare gli uomini con l'eugenetica e li vuole dividere in classi (tripartizione) per poterli sottomettere e dominare.
Con l'avvento di Platone, gli ebrei e i cristiani la sottomissione dell'uomo fu elevata a principio divino quale volontà del loro Dio. Questa azione uccise il futuro dell'uomo per garantire il potere di Dio sull'uomo.

Questo, per la Religione Pagana, è il "male assoluto". Un male che non poteva esistere prima che gli schiavisti ebrei sottomettessero i loro stessi cittadini circoncidendoli. Non poteva esistere prima che Platone legittimasse la dittatura di Crizia contro la democrazia. Non poteva esistere prima che i cristiani riducessero le società occidentali in miseria per la maggior gloria di Dio.

Ecco perché il concetto di "male assoluto" nella Religione Pagana nasce con l'ebraismo, il platonismo e il cristianesimo.

Oggi possiamo parlare di "male assoluto" nella Religione Pagana mentre non ne possiamo parlare nelle "religioni" che precedettero la filosofia o la deportazione degli ebrei a Babilonia.

17 agosto 2020

Claudio Simeoni

sabato 15 agosto 2020

Religione Pagana: riflessioni sulla scienza.



Noi siamo abituati a pensare alla scienza come un'attività dell'uomo capace di presentare dei risultati che ci permettono di capire e descrivere sempre meglio il mondo in cui viviamo.

Se c'è un problema, gli uomini non si rivolgono a Dio, ma a coloro che praticano la scienza e che assumono il nome di scienziati.

L'errore grande è quello di pensare alla scienza come un soggetto che afferma delle verità, come le persone sono abituate a sentire da Dio o da Gesù. Assumere la qualifica di "scienziato" significa assumere la qualifica di "competente" la cui voce viene ascoltata come una voce di verità.
In realtà, per parlare di scienza dobbiamo innanzi tutto distinguere fra le scienze. Ci sono scienze di ordine fisico-matematico e ci sono scienze sociali le quali necessitano di approcci diversi.

Fra le scienze fisico-matematiche dobbiamo distinguere fra due comportamenti messi in atto dall'uomo, i risultati della sperimentazione e le ipotesi (spesso chiamate teorie) che guidano la ricerca. Il risultato della sperimentazione è la verità scientifica di quell'esperimento o di quella soluzione; le ipotesi di lavoro (dette teorie) sono solo delle opinioni o, se preferite, delle ipotesi sulle quali condurre una ricerca scientifica che può scaturire in risultati che chiamiamo verità o abortire perché non supportate da risultati di laboratorio.

Per quanto riguarda le scienze sociali, non esistono scienziati.  Esistono solo persone che sanno articolare un maggior numero di dati, forniscono delle ipotesi che, per essere vere, devono essere argomentate. La verità nelle scienze sociali non esiste. Esiste l'argomentazione. Agli argomenti di chi fa affermazioni, si oppongono argomenti di chi nega tali affermazioni e la logica vincente è quella che il momento culturale può accettare e fare propria.

La verità nelle scienze sociali, sempre relativa al momento socio-culturale che si sta vivendo, è determinata dalle argomentazioni che gli individui possono portare a supporto di quella specifica affermazione.

Per concludere, se, come i cristiani fanno, affermano che "Dio ha creato il mondo" rispetto a chi dice che "nessuno ha creato il mondo" la verità non sta nelle due affermazioni, ma nelle argomentazioni che supportano le due affermazioni.

C'è da osservare che l'abitudine dei cristiani di puntare le pistole alla testa dei cittadini affinché accettino l'affermazione secondo cui "Dio ha creato il mondo" è un'argomentazione sufficiente che porta gli uomini a riconoscere che il loro Dio ha creato il mondo.

15 agosto 2020

Claudio Simeoni

giovedì 6 agosto 2020

L’emergere degli Dèi nella coscienza



Nella Religione Pagana vige l'idea secondo cui ogni Essere della Natura è un coacervo di Dèi che sono divenuti plasmandosi all'interno degli Esseri della Natura legandoli l'uno all'altro fin da quando gli Esser vivevano in quell'ipotetico brodo primordiale che usiamo pensare come origine della vita.

Gli Dèi sono la vita e in quanto tali partecipano alle nostre emozioni. La vita la possiamo pensare come "materia che si emoziona" e che costruisce relazioni con altra materia che si emoziona. Le emozioni sono il minimo comune denominatore della vita, la materia (intesa anche come energia perché l'una e l'altra sono interscambiabili) sono il sostrato senza il quale non può esistere l'emozione che rende la materia vivente.

Nel corso dell'evoluzione noi Esseri Umani (ma vale anche per animali e piante, solo che voglio circoscrivere il discorso) abbiamo sviluppato la ragione che è la capacità di descrivere il mondo mediante le categorie di forma e di quantità e abbiamo relegato il conoscere emotivo in aree fisiche separate dalla coscienza che diventava regno esclusivo della ragione.

Abbiamo, in sostanza, relegato gli Dèi nel nostro io profondo o, se preferite, nel Tartaro che sta dentro di noi. Tuttavia la ragione non è in grado di risolvere i nostri problemi esistenziali. La soluzione dei nostri problemi è sempre un'intuizione, un'illuminazione che squarcia la nostra coscienza sottraendola, per un attimo, al controllo della ragione.

Questa intuizione, questa illuminazione è l'emergere di uno specifico Dio dentro di noi. E' emerso, si è presentato alla nostra coscienza,  ha presentato un fattore nuovo che la coscienza non considerava e si è ritirato costringendo la ragione a ristrutturare l'intera coscienza affinché comprenda la nuova intuizione con tutte le implicazioni esperienziali e le conseguenze logiche che ne derivano.

Esistono individui che hanno ragioni molto agili che permettono alle intuizioni di arrivare facilmente alla coscienza ed esistono persone con una ragione talmente fissa da rifiutare ogni intuizione.

E' difficile dare il nome al Dio che emerge in quel momento, ma il suo vero nome è dato dalla nostra percezione dell'intuizione che ha raggiunto la nostra coscienza e che la costringe a guardare il mondo con occhi diversi da come lo guardava un attimo prima che l'intuizione giungesse alla coscienza.

Nell'accennare agli Dèi che emergono nella coscienza, come sto facendo per la Devotio del Sentiero d'Oro, faccio il contrario di come avviene nella realtà. Mentre nella realtà è l'intuizione che emerge in noi e che dà il nome al Dio che si presenta alla coscienza, nel descrivere gli Dèi della Devotio parto dal nome usato nell'Antica Roma per tentare di far comprendere il tipo di sollecitazione che l'arrivo alla nostra coscienza di quel Dio comporta e il suo opposto, cioè l'azione messa in atto dall'uomo per sollecitare l'arrivo di quel Dio alla sua coscienza.

06 agosto 2020

Claudio Simeoni

martedì 4 agosto 2020

Coraggio e vigliaccheria nella Religione Pagana



Quando la Religione Pagana parla di coraggio si riferisce all’individuo, al coraggio con cui l’individuo affronta la propria vita e la propria esistenza. Coraggio è la capacità dell’individuo di pesare alle condizioni e ai problemi della propria vita, di ordinarli, di organizzarsi in funzione della loro soluzione e di affrontarne i lati contraddittori risolvendo le questioni nel miglior modo possibile.

Il coraggio è la capacità di affrontare i problemi distinguendo il problema dall’insieme delle condizioni esistenziali. Si può affrontare i problemi anche distruggendo la condizione esistenziale: suicidandosi o costruendo campi di sterminio. Ma questa è la scelta dei vigliacchi e degli incompetenti. La scelta di chi vuole ridurre l’esistente alla propria dimensione personale. L’esistente non deve disturbare il vigliacco che quando è debole si lamenta per i disturbi subiti e quando è forte distrugge e annienta quanto lo disturba.

Esiste un coraggio sociale, un coraggio religioso e un coraggio politico quando i problemi che si presentano sono di quella natura e quando le persone che li affrontano hanno assunto la funzione di affrontare quei problemi, insieme o per conto della società civile.

Un esempio classico di vigliaccheria contrapposta al coraggio è quella manifestata da Gesù nei vangeli dove ordina di “ammazzare tutti quelli che non volevano sottomettersi a lui”. Il problema per Gesù era quello che alcune persone non volevano riconoscerlo come il loro re. Non era in grado di argomentare i motivi per i quali costoro dovevano sottomettersi, poteva solo usare la forza del vigliacco e ordinare di ammazzarli. Se fosse stato un individuo coraggioso o non avrebbe ordinato a nessuno di sottomettersi, oppure avrebbe argomentato sulla necessità di “sottomettersi” obbedendo ad ordini che li avrebbe avvantaggiati del tipo: “le truppe obbediscono al generale che difende la città da un’aggressione nemica!”. Ma lui diceva: “Sottomettetevi a me che sono il vostro padrone!”

Nella religione Pagana il coraggio è l’attività del singolo soggetto nell’abitare il mondo e nel come affronta i problemi che il mondo, o lui nel mondo, gli presentano.

Tuttavia, la vigliaccheria come il coraggio, non sono caratteristiche intrinseche degli uomini o delle donne. La vigliaccheria e il coraggio sono la manifestazione nell’individuo alle risposte che l’individuo è stato costretto a dare rispetto ai fenomeni e alle sollecitazioni che la società gli ha presentato fin dal primo giorno in cui è nato.

Il coraggio e la vigliaccheria si costruiscono nell’individuo, giorno dopo giorno. La responsabilità non è dell’individuo che manifesta coraggio o vigliaccheria, ma dei diversi ruoli sociali che costringono l’individuo, specialmente nei primissimi giorni della sua vita, a rispondere alle sollecitazioni del mondo. Alle sollecitazioni delle cure della madre, al sistema parentale, a tutto quel gioco di premi e punizioni, ricatti e minacce che gli adulti fanno nei confronti del bambino e della bambina appena nati. Premi e punizioni, ricatti e minacce che attentano alla sua struttura emotiva che viene vissuta come una permanente minaccia alla sua esistenza nel mondo.  L’individuo si costruisce attraverso le risposte che l’individuo, appena nato, riesce a dare, adattandosi, alle aspettative degli adulti. In sostanza, è la società che costruisce l’individuo coraggioso o il vigliacco.

Eppure, anche se noi conosciamo le cause della costruzione nell’individuo di un atteggiamento coraggioso o vigliacco, dobbiamo distinguere fra individui adulti coraggiosi e individui adulti vigliacchi perché, l’uno e l’altro, introducono nella società delle variabili dalle quali noi, oggi, e i nuovi nati non possono prescindere. Ma come possiamo distinguere gli individui coraggiosi dai vigliacchi se a nostra volta non siamo coraggiosi o vigliacchi? Si può dire che il simile si affianca al simile perché simile è la sensibilità con cui si affronta il mondo.

Il coraggioso non si aspetta che qualcuno lo segua o lo sostiene, se arriva tanto meglio; il vigliacco cerca di fare o partecipare al gregge perché senza massa non è in grado di affrontare gli individui coraggiosi.

Concludendo, affianchiamoci agli individui coraggiosi che affrontano i problemi della vita, della società, della politica, della religione, magari da soli contro tutto un sistema di pensiero omologante e osserviamo con sospetto e con diffidenza i vigliacchi che si aggregano in massa omologata per aggredire i diversi, gli emarginabili. Appaiono più forti perché il gregge è massa, ma basta un problema che non possono risolvere con l’annientamento o il genocidio per trasformarli in una massa belante e supplice.

04 agosto 2020

Claudio Simeoni

domenica 2 agosto 2020

La Religione Pagana e la medicina


E' un argomento molto delicato perché troppe persone associano il paganesimo alla "medicina alternativa" di pratiche orientaleggianti o di uso di erbe o di cristalli.

Tolto il fatto che il miglior trattato di erboristeria in Italia, fino a poco tempo fa, era il manuale delle erbe del servizio medico militare italiano, il concetto di "pratica magica per curare" attribuito al Paganesimo, ci viene dagli USA, Effettivamente gli statunitensi hanno bisogno di ogni aiuto medicale possibile perché la loro assistenza sanitaria non è solo carente, ma per la maggior parte della popolazione non esiste. Dagli USA è stata importata in Europa l'ideologia della guarigione associata a pratiche magiche o sciamaniche o stregonesche legate a forme cristianeggianti di paganesimo. L'importazione avviene prima dalla New Age e poi attraverso i ciarlatani della wicca che anziché riconoscere come in Italia il servizio medico funziona per tutta la popolazione (come del resto in Europa) preferiscono costruire ansie e insicurezza per rendere le persone ostili alla medicina ufficiale. Che ha le sue pecche, ma dovere di un cittadini è indicare e aggredire le pecche, non criminalizzare la medicina per trarne profitto.

In Europa la medicina funziona, negli USA no. Come Pagani affermiamo che è inutile ricorrere a pratiche alternative, è necessario fare in modo che la medicina funzioni anche negli USA.

Come Pagani noi vogliamo che la medicina funzioni. La medicina è in mano a degli affaristi? Non c'è dubbio, ma che facciano affari garantendo la salute pubblica. Vogliamo dedicarci alla "cura con le erbe"? Va benissimo, Sempre purché ne riconosciamo i limiti. Non si possono sentire aberrazioni di gente che pretende di curare il cancro con il rosmarino o fermare la pandemia virale con le tisane. Nel mondo ci sono decine di migliaia di laboratori medici e clinici in cui decine di migliaia di persone lavorano per perfezionare tecniche e migliorare le cure. Forse il vostro medico di base non è all'altezza delle vostre aspettative? Medici superficiali e incapaci ce ne sono a migliaia, ma se è incapace, si cerca un altro medico, si va al pronto soccorso, non si va con un cancro dal pranoterapista sperando nel miracolo.

Non è più il tempo di quando si andava di notte a dissotterrare i cadaveri per studiare l'anatomia umana o quando si andava dalla donna anziana che aiutava a partorire. Tutto questo rimane nella leggenda, nella storia oggi dobbiamo imparare ad usare gli strumenti che la società ci mette a disposizione.

02 agosto 2020

Claudio Simeoni

venerdì 31 luglio 2020

I limiti ideali nella Religione Pagana



Quando parliamo di Religione Pagana parliamo di un complesso religioso estremamente articolato e complesso. In queste condizioni è normale che chi si avvicina alla Religione Pagana non lo faccia spinto dallo studio del complesso religioso che stiamo presentando, ma spinto da un sentimento o da un'idea che ha maturato nel corso della sua vita.

Dobbiamo considerare che, comunque le persone si avvicinano, sono sempre ben accette, qualunque sia la loro visione del mondo, della vita e del paganesimo.
Dal punto di vista culturale si presume che le persone confrontino le loro idee sulla visione del mondo, sulla vita e sul paganesimo con le idee che incontrano avvicinandosi a noi.

Si presume sempre che le persone possano con la loro critica ideale modificare le stesse nostre idee e noi, presumiamo, di arricchire il bagaglio culturale di queste persone che, anche se decidono che quanto offriamo per loro non va bene, si possono allontanare con un bagaglio di argomentazioni capace di rendere più forte e più articolata la loro visione del mondo per quanto diversa da quella che presento.
Io non aggredisco il credere di una persona. Se una persona mi dice di credere nella reincarnazione o in una sorta di inferno e paradiso, io non aggredisco il suo credere, ma se devo discutere preferisco discutere su ciò che induce una persona a credere in questo.

C'è però una questione che separa il Pagano da ogni altra forma, sempre religiosa, che troviamo nelle altre religioni e che ci separa in un modo tanto netto da non consentire nessun tipo di mediazione. Si tratta della mancanza di empatia fra il soggetto e il mondo.

Questo stato psicologico lo riscontriamo nei sovranisti, nei nazisti, nei fondamentalisti cristiani, ebrei, musulmani, buddisti ed induisti. Si tratta di uno stato psicologico impresso nella struttura emotiva dell'individuo che lo porta a separare le sue emozioni dal mondo in cui vive. Il mondo e gli Esseri del mondo in cui vive gli sono estranei, oggetti da usare, uccidere e sottomettere per il proprio piacere di dominare.
Si tratta di uno stato psico-emotivo insito nei mammiferi. I mammiferi se ne servono, strumentalmente, quando devono uccidere una preda o brucare l'erba. Per farlo devono separare le loro emozioni dalla preda, la preda diventa un oggetto senza sentimento. 

Solo così può essere catturata e distrutta. Se un leone diventa amico di una gazzella, non se la mangia. Lo stesso vale per gli erbivori nei confronti dell'erba, i sentimenti dell'erba sono separati dall'erbivoro che di quella si nutre: non percepisce le emozioni dell'erba.

Il fondamentalismo religioso cristiano, ebreo, musulmano, buddista, induista, fascista, sovranista, nazista e quant'altro, portano a separare l'uomo dalle emozioni del mondo che ai loro occhi appare come forma e non come emozione. Questo viene trasferito negli Esseri Umani. Gli Esseri Umani, per loro, sono solo forma e oggetti d'uso per i loro scopi. A volte oggetti vecchi ed intriganti che vanno annientati. Questa separazione emotiva dell'uomo dal mondo non produce solo quello che viene chiamato il "negazionismo" dei campi di sterminio, ma induce un'ideale di pratica di sterminio idealizzata (pensate solo al Dio dei cristiani che per il suo divertimento macella le persone e incita a macellare perone) che li porta, di volta in volta, a giustificare il genocidio degli ebrei, il genocidio dei neri con tutto il traffico di schiavi, il genocidio degli indios, il genocidio dei nativi nord-americani ed oggi, il genocidio prodotto dal covid-19 per la gloria dei vari sovranisti che dominano in vari paesi del mondo.

Il Pagano non può accettare non tanto di risolvere i problemi mediante il genocidio, ma l'idea stessa che il genocidio, che comporta la trasformazione di uomini in oggetti d'uso, possa in qualche modo essere ammesso come semplice idea nella società.

Questo è un limite ideologico invalicabile. Superato questo limite la persona, sovranista o delle religioni su citate, non è più in grado di comprendere la Religione Pagana o il percorso di Stregoneria perché il delirio di onnipotenza ha invaso tutto il suo modo di pensare il mondo e la vita e, separato emotivamente dal mondo, sta solo attendendo la morte del suo corpo fisico.  In altre parole, il mondo non ti parla più. Si è sordi ai richiami del mondo e arroganti rispetto alle altre persone.

31 luglio 2020

giovedì 30 luglio 2020

Pensare agli Dèi nella Religione Pagana



Nella Devotio, il Sentiero d'Oro, il Dio che emerge dentro di noi non si limita a costringerci a guardare il mondo con i suoi occhi, ma collega sé stesso al sé stesso presente in ogni essere con cui costruiamo la relazione.

Quando dico che Marte emerge dentro di me, non sono il "figo" in cui Marte si manifesta mentre non si manifesta in tutti gli altri Esseri Umani o animali e piante nella natura.

Marte è presente in ogni Essere della Natura e quando emerge in un Essere che attraverso le caratteristiche di Marte si mette in relazione col mondo, il Marte che emerge in quell'Essere entra in relazione e in sintonia col Marte presente in ogni Essere con cui costruisco la relazione.

Il Dio, prendiamo parte come esempio, non è un uomo armato di lancia e spada. Questo appartiene alla raffigurazione con la quale noi ce lo rappresentiamo. Il Dio Marte, come ogni altro Dio, abita in ogni Essere della Natura qualunque sia la specie e la natura.

Noi diciamo che gli Dèi sono dentro di noi perché ci abitano e noi li dobbiamo richiamare alla coscienza mediante le nostre azioni, scelte, emozioni, tensioni, desideri, ecc. e sono fuori di noi perché abitano ogni altro Essere del mondo in cui viviamo.
Si tratta di reti di energia emotiva, di tensioni, che collegano ogni vivente e che hanno la capacità di sollecitare i viventi a evocarli e manifestarli e nello stesso tempo i viventi li possono manifestare ed evocare nella loro attività di abitare il mondo in cui viviamo.

Agli Dèi vengono attribuiti epiteti o caratteristiche che hanno il compito di indicare quali sono le azioni che noi possiamo mettere in atto per evocarli.

Io nello spiegare la Devotio, il Sentiero d'Oro, metto in rilievo le caratteristiche degli Dèi che emergono dentro di noi. Che poi noi li sappiamo usare o non li sappiamo usare, questo dipende da noi.

Vi ricordate che cos'era il Paganesimo prima che incominciassi a raccontare la Natura degli Dèi? Troppi si dicevano Pagani nel masturbarsi davanti alle statue nude delle divinità e facevano riti orgiastici del tipo di quelli rappresentati nel Codice da Vinci o i riti vestiti di luce dei wicca, degli incappucciati massonici o crowleriani che si masturbavano in una "ricerca" del potere dell'energia sessuale che rivelava dei repressi sessuali che usavano la scusa dei riti per fare sesso.

31 luglio 2020

domenica 19 luglio 2020

Le morti e le rinascite nella Religione Pagana



Il concetto di rinascita è stato storpiato dalla filosofia. I filosofi, estranei alla vita e assisi sul trono al posto di Dio, anziché vivere la vita degli uomini hanno preferito giudicare la vita degli uomini e dire che cosa gli uomini, secondo la loro alienazione, pensavano.

Gli uomini, dal canto loro, non erano in grado di opporsi ai filosofi perché la conoscenza non può essere condivisa con chi non sa che farsene della conoscenza e preferisce una rigida descrizione del mondo che, per sopravvivere, necessita di fantasia e di illazione priva del vissuto che caratterizza la conoscenza dell'uomo.

Ad ogni azione che noi facciamo, ad ogni emersione delle emozioni dentro di noi; noi cambiamo. Non siamo più quelli di prima, ma siamo leggermente diversi. Questo fa parte della crescita di uomini e donne. Una crescita che è una trasformazione continua.

L'accento lo poniamo sulla trasformazione; una trasformazione che va dalla nascita del corpo fisico alla morte del corpo fisico. Questo è culturalmente accettato. In questa trasformazione ci sono delle tappe così grandi e così violente di modificazione sia del soggetto che dell'oggettività che non possiamo più trattarle come "trasformazione", ma come delle vere e proprie morti seguite da rinascite.

Per esempio, si dice che il bambino nasce dalla pancia della madre. Non si dice che il feto muore. Prima che il bambino nasca, deve morire il feto. Il feto muore nel suo mondo e rinasce in un mondo nuovo: inizia a respirare (è un discorso che è già stato fatto con Dioniso riguardo al Mito). Dunque, una morte seguita da una rinascita. Dobbiamo parlare di morte perché muore tutta la conoscenza accumulata dal feto nella pancia della madre. Il feto si ritrova nel mondo extrauterino privo di riferimenti, privo di strumenti e con la struttura emotiva imprintata dalla qualità delle emozioni che al feto giungevano ogni volta che la madre affrontava le contraddizioni nel mondo durante il suo quotidiano.

Noi sappiamo che il bambino nasce come corpo che abita la natura, almeno per quanto riguarda i mammiferi, con la necessità di cure parentali. Abita il mondo, ma non ha una propria indipendenza. Soprattutto, le sue emozioni sono volte alla crescita del corpo fisico, dentro sé stesso in un costante sforzo di adattarsi in una perenne esplorazione del mondo. La modificazione è molto grande e molto violenta. Una modificazione che non può continuare all'infinito dentro il giovane e la giovane perché l'accumulo di tensioni deve necessariamente essere scaricato. La scarica di quelle tensioni si traduce nella maturità sessuale. In sostanza, il bambino e la bambina non crescono più solo in sé stessi, ma in relazione col mondo. Questo cambiamento è una vera e propria morte perché muore il bambino e nasce l'individuo adulto.  Muore una coscienza infantile e nasce la coscienza che inizia a comprendere la sessualità e, per far questo, struttura tutto il corpo in funzione della pratica sessuale. L'individuo adulto, a differenza del bambino, ha la capacità (dovrebbe avere la capacità) di prendersi la responsabilità della propria vita nelle proprie mani. Il bambino era irresponsabile rispetto alle relazioni parentali, le subiva e si adattava ad esse. L'adulto, dunque, è colui che, a differenza del bambino, sceglie ed è colui che veicola le proprie emozioni nel mondo essenzialmente nella sua attività sessuale. Un'attività sessuale che non si limita al rapporto sessuale, ma che si estende a tutta l'attività e a tutte le relazioni col mondo in cui vive veicolando in gradi diversi l'energia sessuale o, se preferite, l'Energia Vitale (quella che normalmente ci permette di distinguere il vivente dal non vivente).

Diciamo che muore il bambino e nasce l'individuo adulto. Come in ogni nascita ci sono i suoi aborti. In questo caso la nascita dell'individuo adulto può essere abortita quando si genera sì la maturità sessuale, ma l'adulto continua a porsi davanti al mondo dipendendo sempre dalle cure parentali o cercando la preminenza del suo vivere facendo persistere le cure parentali. Come quando si dice che per una mamma i figli sono sempre bambini, In questo modo uccidi sia la madre che i figli.

Anche l'individuo adulto, nel corso della sua vita, accumula tensioni. Ad ogni azione in cui veicola le proprie emozioni, cambia e si trasforma. Queste trasformazioni si accumulano dentro di lui modificando sia il suo corpo che la sua psiche e, inevitabilmente, andrà verso la morte del corpo fisico.

A questo punto entriamo nel mondo della speculazione teologica. Sappiamo che il feto, una volta morto, ha trasferito nel bambino la qualità delle emozioni che ha costruito nella pancia di sua madre. Sappiamo che il bambino ha trasferito nell'individuo adulto le emozioni che ha manipolato durante la sua crescita. Sappiamo che l'adulto si porta alla morte del corpo fisico la qualità prodotta dalle emozioni che ha manipolato nel corso della sua vita. Sappiamo che con quella qualità emotiva, al di là che ne sia cosciente o meno, affronta la morte del corpo fisico.

In altre parole, questo è lo schema d'esistenza della Religione Pagana. Questo, naturalmente, apre a tutta una serie di interrogativi, di considerazioni, di riflessioni, a una parte delle quali darò delle risposte.

Per ampliare questo discorso vedi:

http://www.federazionepagana.it/index.html

19 luglio 2020

domenica 12 luglio 2020

Come io penso l'altro



Cosa siamo noi, come persone, nel mondo in cui viviamo? Come pensiamo noi stessi? Come ci pensiamo in rapporto alle altre persone?

E' facile che le risposte scadano nella politica partitica dove il credere e l'immaginazione ci porta a sposare questa o quella causa che noi siamo indotti ad attribuire a questo o a quel partito. Ma la questione non è politica-partitica, la questione è religiosa.

Tu, che stai davanti a me, chi sei?

Non sei un "oggetto d'uso", sei una persona. Una persona desiderante che vuole progettare la sua vita. Tu non sei ciò che io vorrei che tu fossi, ma sei ciò che sei e nemmeno io, come persona desiderante, posso essere ciò che tu desideri che io sia.

Questa è una questione religiosa perché coinvolge i rapporti fra le persone dove la religione altro non è che sintesi ideale delle regole morali che governano i rapporti fra le persone. il "tu devi fare" appartiene ad un tipo di religione, diciamo cristiana, ma vale per induisti, ebrei, islamici e buddisti. "tu devi fare", ma io chi sono? Sono colui che "deve fare" o sono colui che ti ordina di "dover fare"? Dio dice che "non devi peccare", ma tu sei colui che "non deve peccare" o sei colui che dice che "Dio dice che tu non devi peccare"? Questa dualità esiste solo nelle religioni assolutiste. Ed è un problema religioso. Io, come Pagano, posso dire a qualcuno che cosa si deve fare, ma solo se sto perseguendo un progetto comune e solo all'interno di quel progetto. Ma se dico a qualcuno che cosa deve fare, per controllare la sua vita e i suoi comportamenti, questo è cristianesimo, è islamismo, è induismo, è ebraismo, è buddismo. Magari può piacere come viene imposto l'ordine, ma è sempre un ordine dato ad un sottomesso.

Riconoscere che l'altro, colui che mi sta davanti, è portatore delle stesse necessità che ho io, significa riconoscere il valore della persona in quanto persona e non in quanto oggetto di possesso o oggetto d'uso. Si tratta in sostanza del principio di uguaglianza che vige in tutte le società civili. La pratica nell'esercizio di questo principio ci porta davanti alla natura prima e all'universo poi. Se io riconosco nella persona che mi sta davanti un soggetto desiderante uguale a me o comunque con gli stessi desideri e le stesse necessità, il passaggio a riconoscere le medesime cose negli animali, nelle piante e negli oggetti dell'universo, è, tutto sommato, abbastanza breve.

Per questo motivo la questione delle relazioni umane è una questione religiosa: come io penso l'altro?

Questa è una delle grandi questioni aperte dalla Religione Pagana.

lunedì 6 luglio 2020

L'ideologia dell'emarginazione della donna


Un esempio di opinione, che non è una fake, ma che nella storia è stata usata come giustificazione per la discriminazione della donna, la troviamo leggendo fra i “Pitagorici antichi”.

Scrive Censorinus:

Alcuni respingono questa opinione che il seme provenga dal midollo, come Anassagora, Democrito e Alcmeone di Crotone: essi infatti ribattono che dopo la monta i maschi sono impoveriti non solo di midollo, ma anche di grasso e di molta carne. Sopra un’altra questione c’è controversia tra gli autori, se cioè il figlio nasca soltanto dal seme del padre, come scrissero Diogene, Ippone e gli Stoici, ovvero anche da quello della madre, come parve ad Anassagora e ad Alcmeone, e anche a Parmenide, a Empedocle e ad Epicuro. Ma sulla formazione de feto Alcmeone riconosceva di non saper nulla di preciso, e riteneva che nessuno possa discernere quale parte del bambino si formi per prima. Secondo Alcmeone nel ventre della madre si forma per prima la testa, nella quale risiede il principio direttivo.

Tratto da: “Pitagorici Antichi” a cura di Maria Timpanaro Cardini, editore Bompiani, 2010, pag. 157

Come si può leggere, l’opinione dei greci non era quella che ci vogliono trasmettere i cristiani secondo cui i greci pensavano che la donna fosse la terra nella quale l’uomo pianta il seme. Questo tipo di credenza apparteneva a pochi “unti del signore”, padroni delle persone come gli stoici o Platone e Aristotele. I frammenti che ci sono pervenuti di Ippone non ci permettono di classificarne le idee come dichiarato da Censorinus.

Tuttavia, lo stesso Censorinus ci dice come la madre era partecipe attiva alla formazione del feto e questa credenza non era secondaria in Grecia. La credenza della compartecipazione maschile e femminile nella formazione del feto era dichiarata da Anassagora,  Alcmeone, Parmenide, Empedocle ed Epicuro.

Quando arrivarono i cristiani, questi cancellarono Epicuro, Parmenide, Empedocle, Anassagora e Alcmeone e considerarono “greca” solo l’idea di Aristotele, Platone e degli stoici.

Fin da allora ci fu una vera e propria guerra di idee. La verità fu sconfitta e il potere relegò la donna in uno stato servile.

06 luglio 2020

venerdì 3 luglio 2020

Riflessione sulla Religione Pagana

La filosofia, la metafisica, la teologia e la visione sociale della Religione Pagana appaiono complesse perché sono fuori dal complesso educazionale imposto nell'infanzia e richiedono un certo impegno per essere comprese. Questo è il problema di ogni sistema di pensiero che non comprende il "delirio di onnipotenza", quella sensazione intima che pone le persone in una condizione psicologica che le fa pensare: "Io e Dio siamo forti", oppure "Io e Dio contro il mondo che deve riconoscerci", oppure ancora, "verrà il momento in cui verrà la fine del mondo e io sarò riconosciuto da Gesù...". Questa forma di delirio che, comunque non rende inabile l'individuo rispetto alla vita sociale, si innesta in una forma di "autopromozione dell'Io" che condiziona le scelte dell'individuo nei problemi sociali propri del suo vissuto in cui sembra non abbia strumenti per padroneggiarli. Questo smarrimento che di fatto è un legame fra sé e un trascendente di sé, è una forza che produce il bisogno di un'idea guida: Dio, il Dio padrone che viene immaginato come Dio creatore. 
La Religione Pagana nega questa relazione e, negando questa relazione lascia l'individuo, educato a vivere costruendo la sua vita con questo legame, vuoto e smarrito qualora non ricostruisca, sia pur in una forma diversa, questo stesso legame. Per questo motivo è più facile che un individuo educato cristianamente si faccia musulmano o buddista, sostituendo una diversa forma di legame psichico, anziché Pagano. E' più facile che un individuo diventi wicca sostituendo al Dio della sua educazione una Dea, piuttosto che provare smarrimento in un mondo popolato da un infinito numero di Dèi. E' più facile che un individuo, per la sua struttura psicologica, cerchi un diverso dittatore, ad imitazione del Dio cristiano, magari più buono o più comprensivo, piuttosto che vivere in una democrazia dove le scelte dipendono da lui anziché dall'obbedienza ad una morale imposta.
 La filosofia, la teologia, la sociologia, della Religione Pagana richiede un certo grado di impegno. Per questo, io non mi aspetto applausi né grandi consensi per il lavoro che la Religione Pagana sta facendo nel tentativo di migliorare gli uomini, le donne e la società civile nella quale stiamo vivendo.
 04 luglio 2020

venerdì 19 giugno 2020

Teoria della Filosofia Aperta volume 1


Scrivere di una filosofia che parli dell'uomo che abita il mondo in contrapposizione ad una storia della filosofia che tratta delle idee sul come dominare e sottomettere l'uomo. Io non pretendo di elevarmi al livello di studiosi di filosofia. Io pretendo di trasformare in filosofia la percezione del mondo che una costante pratica di impegno esistenziale ha prodotto.


Il 25 aprile del 2012 ho deciso di riprendere gli argomenti che avevo iniziato a trattare con la Teoria della Filosofia Aperta a metà degli anni '90.

Dopo aver cercato inutilmente qualche autore che esprimesse una filosofia esistenziale relativa alla Religione Pagana, sono stato costretto ad arrendermi e a prendere atto che se doveva esserci una filosofia che trattasse la vita dal punto di vista della Religione Pagana era necessario scriverla. Autori che inizialmente avevo affrontato con un certo entusiasmo, da Nietzsche a Plotino, da Platone a Proclo, mi lasciarono la bocca amara e una cocente delusione.

Per questo motivo, prendendo lo schema di lavoro degli anni '90, mi sono limitato ad analizzare gli ultimi 200 anni della storia della filosofia. Ho iniziato dai post kantiani fino a giungere vicino ai giorni nostri.

Ora la Teoria della Filosofia Aperta consta di 6 volumi, alcuni più generici, come questo, altri più specializzati, come il quarto volume sulle idee attuali del cristianesimo e la disarticolazione cristiana della società democratica in funzione dell'assolutismo.

La filosofia della Religione Pagana nasce dalla critica al presente filosofico. Sono consapevole che molti filosofi vengono citati con una sorta di vergogna, ma quegli stessi filosofi, attraverso la scuola, entrano nella mentalità finalizzata alla costruzione di una mentalità filosofica legata all'ideologia cristiana dell'assolutismo in antitesi ad una ideologia democratica.

Costruire una filosofia Pagana ci permette di affrontare ogni altra filosofia avendo messo in ordine i concetti e i principi della Religione Pagana, la sua visione del mondo, della vita e della società.

Significa sottolineare cosa distingue un Pagano da un cristiano, perché pensiamo e viviamo in maniera diversa la società e percepiamo in maniera diversa la realtà del mondo.

La critica alla filosofia è la critica all'oscurantismo cristiano e alla violenza che l'oscurantismo cristiano impone alla nostra società civile dalla quale si ritiene estraneo.

La critica alla filosofia non va intesa come una sterile accusa, ma come l'atto di chi, leggendo i filosofi alle loro idee oppone un diverso modo di vivere e interpretare la realtà del mondo.

Qui trovate la presentazione del libro La Teoria della Filosofia Aperta vol 1, la premessa, le varie considerazioni, la quarta di copertina e l'indice dei temi trattati nel volume.


In questa "pagina indice" trovate tutti i capitoli sulla Teoria della Filosofia Aperta che, come tutti i libri Pagani, sono presentati, capitolo per capitolo (di tutti e 6 i volumi), scaricabili gratuitamente.


La Teoria della Filosofia Aperta è stata interrotta al sesto volume, ma l'analisi delle idee filosofiche e dei vari autori continua perché infinito è il lavoro che va fatto per costruire una filosofia che rispecchi i principi della Religione Pagana.

20 giugno 2020

lunedì 15 giugno 2020

La formazione della percezione e la qualità dei fenomeni percepiti



Questo libro, " La formazione della percezione e la qualità dei fenomeni percepiti" vuole rispondere ad una domanda: come si forma la percezione umana?

Poi, partendo dalla Stregoneria, la domanda viene seguita da un'altra domanda: la percezione dei fenomeni del mondo si può modificare?

E a questa segue ancora un'altra domanda: io percepisco i fenomeni per ciò che i fenomeni sono o per come io voglio che siano?

Da dove segue un'altra domanda: io percepisco tutti i fenomeni del mondo in cui vivo o ne percepisco solo una parte?

Dal che si deduce: io vivo in una realtà o in una illusione di realtà che adatto a me stesso?


Che cos'è l'uomo? Per i cristiani l'uomo è creato da Dio e nessuno può modificare la creazione di Dio, ma se io, al contrario, dico che l'uomo è un soggetto divenuto nella natura va da sé che il divenuto dell'uomo non si limita alla fisicità del corpo dell'uomo, ma anche, soprattutto, alla sua capacità di percepire i fenomeni del mondo, selezionarli, annullarne o ignorarne una parte, mettendo in evidenza particolari fenomeni e, nello stesso tempo, attribuendo ai fenomeni una qualità che ha "solo" un valore soggettivo.

Nella Religione Pagana l'uomo diviene. L'uomo si trasforma e nella sua trasformazione esercita la sua volontà per adattare sé stesso e la sua percezione ai fenomeni del mondo e selezionando quei fenomeni che ritiene più utili per la propria vita.

Quando noi usiamo un termine come "mettere attenzione" significa che selezioniamo l'oggetto della nostra attenzione isolandolo da un insieme di fenomeni o, se preferite, di oggetti, che abitano una sorta di "rumore di fondo" della nostra esistenza e lo portiamo in primo piano coinvolgendo la coscienza attraverso la nostra percezione.

La formazione della percezione non è un argomento che viene trattato molto in filosofia. La percezione era considerata una "qualità dell'anima", ma dal momento che la filosofia sta abbandonando il concetto di anima, anche il concetto di percezione viene abbastanza ignorato. Eppure la percezione era un argomento fondamentale durante lo scetticismo dell'Accademia di Atene con Pirrone e Carneade. Oggi l'argomento sembra sia entrato più nell'ambito della psicologia e della psicoanalisi che non della filosofia.

Invece, come Pagani, dal momento che consideriamo l'uomo come divenuto nel mondo, dobbiamo mettere la massima attenzione sui meccanismi attraverso i quali si forma la nostra percezione del mondo perché, conoscendo almeno in parte i meccanismi che concorrono alla formazione della percezione, possiamo modificare la nostra percezione del mondo e della realtà.

" La formazione della percezione e la qualità dei fenomeni percepiti" è un libro propriamente Pagano perché non sottolinea una verità dell'esistenza, ma una realtà in continua trasformazione e porta le persone a governare, per quanto è possibile, la propria trasformazione e il proprio mutare.

Il libro " La formazione della percezione e la qualità dei fenomeni percepiti" tratta dell'uomo e della donna. Del singolo individuo e dei processi attraverso i quali l'individuo è venuto in essere elencando le possibilità che ha l'individuo di modificare la qualità della sua percezione del mondo.

E' un libro che non può essere usato da un cristiano, non perché un cristiano non sa leggere, ma perché il cristiano è l'immagine del suo Dio e, pertanto, è immobile nel suo divenuto che riempie di aggettivi assoluti. Nulla si può modificare nel cristiano perché il cristiano non è in grado di affrontare il dolore psico-emotivo che provocherebbe la modifica del proprio punto di allineamento psico-emotivo nel mondo in cui vive. Dovrebbe spostare il suo punto di allineamento emotivo da Dio alla realtà quotidiana, ai problemi quotidiani, alla con-passione rispetto alle persone vicine, rispetto alla natura, rispetto all'universo relegando il suo Dio nell'oblio.

La paura per questo dolore impedisce al cristiano di modificare il suo punto di allineamento, di staccarlo da Dio, mantenendo una fissità esistenziale che gli impedisce di modificare la sua percezione dei fenomeni nel mondo.

Diventare Stregoni significa anche diventare agili nella propria percezione che varia a seconda delle necessità e dell'Intento perseguito, ma significa, soprattutto, vivere le passioni degli uomini e della natura come se fossero le proprie passioni, i propri desideri, i propri Intenti.

Modificare la percezione significa aprirci le porte di un immenso che bussa alle nostre sensazioni e che si presenta alla nostra coscienza sotto forma di desideri e di sentimenti.
  
La presentazione del libro la trovate qui con la Premessa e l'indice del libro.


Qui trovate i capitoli del libro che potete scaricare gratuitamente. Tutti i libri sono offerti gratuitamente su internet affinché le idee possano essere un patrimonio per il più vasto pubblico possibile.


Il libro costruisce un quadro generale del divenuto e del divenire dell'uomo in una visione opposta all'uomo cristiano che si pensa creato ad immagine e somiglianza di Dio.

15 giugno 2020


domenica 14 giugno 2020

Gesù di Nazareth: l'infamia umana



Questo libro non è nato come "idea di scrivere un libro". Questo libro è stato composto in 30 anni di riflessioni sull'ideologia imposta nella società dai vangeli cristiani. Una vera e propria esplorazione analitico-ideologica di Gesù.


Nella seconda metà degli anni '90 nacque l'esigenza di spiegare perché era necessario costruire la Religione Pagana in un ambiente culturale e religioso dominato dal cristianesimo. Noi eravamo ben consapevoli della propaganda della religione cristiana e, nello specifico, della religione cristiana cattolica. Tuttavia noi percepivamo uno stridere fra le affermazioni propagandistiche della chiesa cristiana cattolica e lo sviluppo della storia che, anche se conosciuto in maniera scolastica ed elementare, denotavano l'esistenza di una sottaciuta ideologia della distruzione umana che la propaganda cattolica nascondeva.

Non si può discutere che cosa un cristiano cattolico crede, ma possiamo discutere i libri sacri cattolici da cui il cattolico trae la sua credenza, la sua fede, le sue convinzioni.

L'imputato della nostra analisi religiosa era il Gesù di Nazareth. Nonostante le varie leggende che sono state costruite nei secoli, scoprimmo che non è mai esistita una persona chiamata Gesù. Scoprimmo che il nome "Gesù" fu preso da un personaggio storico, una sorta di "generale", che ricondusse in Palestina i figli dei "deportati ebrei" a Babilonia. Scoprimmo che l'unica sostanza fisica che potesse significare il nome di Gesù erano i quattro vangeli ufficiali della chiesa cattolica, per l'Italia e, più in generale, per il cristianesimo. Anche i così detti "vangeli gnostici" sembravano essere delle variabili, più o meno generiche, volti ad introdurre delle variabili dottrinali per mitigare l'orrore espresso dai quattro vangeli che i cristiani assunsero come autentici al concilio di Nicea, sotto il controllo dell'imperatore Costantino che, ad imitazione delle triadi Romane, impose il concetto di trinità.

Come la realtà di Cappuccetto Rosso si conchiude nella favola, così la realtà di Gesù si conchiude nei quattro vangeli ufficiali dei cristiani.

Questi vangeli vengono propagandati dai cristiani come "Gesù" e per questo chi analizza la religione cristiana, parla di Gesù riferendosi ai quattro vangeli ufficiali. Non si può dire che "Gesù non è mai esistito" perché esistono i vangeli ufficiali che hanno determinato le scelte ideologiche degli uomini.

La stesura del libro "Gesù di Nazareth: l'infamia umana" primo volume (e anche del secondo volume che, pur presente in internet, non è stato preparato per la stampa in cartaceo né so quando potrà essere stampato) ha necessitato di più di 25 anni di lavoro. Non si trattava solo di scrivere un libro analizzando i concetti ideologici propri dei quattro vangeli, ma di modificare la cultura e l'ottica attraverso la quale leggere ed interpretare quei quattro vangeli.

Non esiste nella nostra società aberrazione, violenza o delitto che non trovi la giustificazione ideologica in Gesù. Un criminale assoluto, razzista, diffamatore, assassino, stupratore di bambini, stupratore di donne, trafficante di schiavi e il tutto elevato a ideologia che giustifica il potere sociale con cui sottomettere le società e gli uomini mediante un ferreo controllo del loro piacere sessuale.

C'è un solo termine sociale per definire Gesù: INFAMIA!

Nonostante io sia sempre stato abbastanza lontano dalla chiesa cattolica, salvo la primissima infanzia, ciò che ho scoperto, leggendo e analizzando i vangeli era di una tale violenza criminale da lasciare esterrefatti. A mano a mano che approfondivo la conoscenza dei vangeli approfondivo anche la relazione che c'era fra ideologia cristiana e violenza sociale come prevaricazione, continua e sistematica, dell'uomo sull'uomo.

Gesù di Nazareth: l'infamia umana, è un libro di analisi della filosofia ideologica del cristianesimo e svela l'Imitatio Christi della violenza praticata dai cristiani nella società civile. Violenza messa in atto da un Gesù che si pensa il padrone della società e impunibile perché al di fuori e al di sopra di ogni legge umana.

Quando iniziai a presentare questo lavoro per i microfoni di Rodio Gamma5 ricevetti molti atti di violenza e di aggressione da parte delle organizzazioni criminali cattoliche spesso sponsorizzate e coadiuvate dalla Polizia di Stato che alimentava l'odio sociale mediante l'ideologia del crocifisso che sostituiva (e sostituisce) ai principi sociali della nostra Costituzione.

Eppure, in 10 anni di trasmissioni radiofoniche nessuno fu mai in grado di affermare che ciò che andavo dicendo era falso o una cattiva interpretazione, ma la violenza che ricevevo da parte dei cattolici stava a dimostrare che i cattolici erano in malafede e le loro intenzioni religiose erano intenzionalmente criminali.

Per costruire la Religione Pagana dobbiamo analizzare il panorama religioso e ideologico nel quale e per il quale noi vogliamo costruire quella religione. Non si può costruire una religione aggredendo delle persone, ma è necessario discutere le idee diverse per dimostrare non solo la loro funzione perversa e criminale, ma per opporre un altro modo per leggere e interpretare il mondo in cui viviamo.


Il libro "Gesù di Nazareth: l'infamia umana" è presentato nella pagina web:


In questa pagina si presenta il libro, gli argomenti, la quarta di copertina e l'indice dei testi trattati nel volume.


I capitoli del libro di: Gesù di Nazareth: l'infamia umana si trovano in vari siti e in arie pagine web.

Chi volesse leggersi gratuitamente i capitoli, fornisco tre link a "pagine indice". Le pagine forniscono elenchi di capitoli, cliccando sul capitolo si apre la pagina relativa.

Sono tre pagine di indici.

Questo è il primo


Questo è il secondo:


Questo è il terzo indice


14 giugno 2020

La reminiscenza nella Religione Pagana



Il concetto di reminiscenza è un concetto elaborato da Platone e significa "ricordare". Per Platone la conoscenza non è il prodotto dell'attività dell'uomo, ma emerge dall'uomo come ricordo dalle sue vite passate.

In greco reminiscenza viene detta " Anamnesi".

Al centro dell'ideologia di Platone c'è il concetto di reincarnazione come idea etica e morale per il controllo dell'uomo. Ogni uomo si reincarna e occupa la posizione sociale in virtù di meriti o di demeriti acquisiti nelle vite precedenti. Se tu oggi sei un miserabile, lo sei perché nelle vite precedenti ti sei comportato da miserabile e, dunque, meriti la pena di vivere e di persistere nella tua miserevole vita. Se poi sei una donna è perché nelle tue vite precedenti eri un criminale e ora sconti, come donna, la sottomissione sociale in quanto essere spregevole.

Platone deve impedire che l'uomo costruisca la sua conoscenza e, pertanto, condanna il lavoro dell'uomo e la sua ricerca di conoscenza affermando che la conoscenza è insita nell'uomo perché prodotta dalle vite precedenti.

In Platone la reminiscenza è la conoscenza che viene dall'uomo ricordata.

Questo concetto, ricordo, è in assoluta antitesi con le credenze pre-platoniche tant'è che Platone voleva bruciare i libri di Democrito, ma fu dissuaso perché i libri di Democrito che, al contrario sosteneva che l'uomo con la sua attività e la sua esperienza costruisce la sua conoscenza, erano troppo diffusi per essere distrutti tutti.

La reminiscenza non è un concetto della Religione Pagana, è un concetto dei reincarnazionisti come i platonici, i neoplatonici o i buddisti.

Nella Religione Pagana è l'uomo che costruisce sé stesso e, infatti, la Stregoneria Pagana è l'arte dell'uomo che costruisce sé stesso, modificando sé stesso esperienza dopo esperienza, per costruire il proprio Corpo Luminoso.

Il concetto di reincarnazione è come il concetto di "risorgere nella carne", serve per controllare l'uomo, imporgli una morale di sottomissione e obbedienza, stuprare la sua psiche desiderante e uccidere il divenire nell'eternità.

La conoscenza è costruita mediante l'esperienza anche se esiste una "conoscenza di specie" che viene tramandata di generazione in generazione affinché il nuovo nato abbia in sé dei meccanismi mediante i quali vivere nel mondo nel quale è venuto alla luce.

Ma questa non è reminiscenza è esperienza di specie sedimentata nella catena del DNA che fu costruita, esperienza dopo esperienza, fin da quando il primo essere iniziò a diventare cosciente di sé in quel primo ipotetico brodo primordiale.

14 giugno 2020