Cosa siamo noi, come persone, nel mondo in cui
viviamo? Come pensiamo noi stessi? Come ci pensiamo in rapporto alle altre
persone?
E' facile che le risposte scadano nella politica
partitica dove il credere e l'immaginazione ci porta a sposare questa o quella
causa che noi siamo indotti ad attribuire a questo o a quel partito. Ma la
questione non è politica-partitica, la questione è religiosa.
Tu, che stai davanti a me, chi sei?
Non sei un "oggetto d'uso", sei una
persona. Una persona desiderante che vuole progettare la sua vita. Tu non sei
ciò che io vorrei che tu fossi, ma sei ciò che sei e nemmeno io, come persona
desiderante, posso essere ciò che tu desideri che io sia.
Questa è una questione religiosa perché coinvolge i
rapporti fra le persone dove la religione altro non è che sintesi ideale delle
regole morali che governano i rapporti fra le persone. il "tu devi
fare" appartiene ad un tipo di religione, diciamo cristiana, ma vale per
induisti, ebrei, islamici e buddisti. "tu devi fare", ma io chi sono?
Sono colui che "deve fare" o sono colui che ti ordina di "dover
fare"? Dio dice che "non devi peccare", ma tu sei colui che
"non deve peccare" o sei colui che dice che "Dio dice che tu non
devi peccare"? Questa dualità esiste solo nelle religioni assolutiste. Ed
è un problema religioso. Io, come Pagano, posso dire a qualcuno che cosa si
deve fare, ma solo se sto perseguendo un progetto comune e solo all'interno di
quel progetto. Ma se dico a qualcuno che cosa deve fare, per controllare la sua
vita e i suoi comportamenti, questo è cristianesimo, è islamismo, è induismo, è
ebraismo, è buddismo. Magari può piacere come viene imposto l'ordine, ma è
sempre un ordine dato ad un sottomesso.
Riconoscere che l'altro, colui che mi sta davanti, è
portatore delle stesse necessità che ho io, significa riconoscere il valore
della persona in quanto persona e non in quanto oggetto di possesso o oggetto d'uso.
Si tratta in sostanza del principio di uguaglianza che vige in tutte le società
civili. La pratica nell'esercizio di questo principio ci porta davanti alla
natura prima e all'universo poi. Se io riconosco nella persona che mi sta
davanti un soggetto desiderante uguale a me o comunque con gli stessi desideri
e le stesse necessità, il passaggio a riconoscere le medesime cose negli
animali, nelle piante e negli oggetti dell'universo, è, tutto sommato,
abbastanza breve.
Per questo motivo la questione delle relazioni umane
è una questione religiosa: come io penso l'altro?
Questa è una delle grandi questioni aperte dalla
Religione Pagana.
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