domenica 12 luglio 2020

Come io penso l'altro



Cosa siamo noi, come persone, nel mondo in cui viviamo? Come pensiamo noi stessi? Come ci pensiamo in rapporto alle altre persone?

E' facile che le risposte scadano nella politica partitica dove il credere e l'immaginazione ci porta a sposare questa o quella causa che noi siamo indotti ad attribuire a questo o a quel partito. Ma la questione non è politica-partitica, la questione è religiosa.

Tu, che stai davanti a me, chi sei?

Non sei un "oggetto d'uso", sei una persona. Una persona desiderante che vuole progettare la sua vita. Tu non sei ciò che io vorrei che tu fossi, ma sei ciò che sei e nemmeno io, come persona desiderante, posso essere ciò che tu desideri che io sia.

Questa è una questione religiosa perché coinvolge i rapporti fra le persone dove la religione altro non è che sintesi ideale delle regole morali che governano i rapporti fra le persone. il "tu devi fare" appartiene ad un tipo di religione, diciamo cristiana, ma vale per induisti, ebrei, islamici e buddisti. "tu devi fare", ma io chi sono? Sono colui che "deve fare" o sono colui che ti ordina di "dover fare"? Dio dice che "non devi peccare", ma tu sei colui che "non deve peccare" o sei colui che dice che "Dio dice che tu non devi peccare"? Questa dualità esiste solo nelle religioni assolutiste. Ed è un problema religioso. Io, come Pagano, posso dire a qualcuno che cosa si deve fare, ma solo se sto perseguendo un progetto comune e solo all'interno di quel progetto. Ma se dico a qualcuno che cosa deve fare, per controllare la sua vita e i suoi comportamenti, questo è cristianesimo, è islamismo, è induismo, è ebraismo, è buddismo. Magari può piacere come viene imposto l'ordine, ma è sempre un ordine dato ad un sottomesso.

Riconoscere che l'altro, colui che mi sta davanti, è portatore delle stesse necessità che ho io, significa riconoscere il valore della persona in quanto persona e non in quanto oggetto di possesso o oggetto d'uso. Si tratta in sostanza del principio di uguaglianza che vige in tutte le società civili. La pratica nell'esercizio di questo principio ci porta davanti alla natura prima e all'universo poi. Se io riconosco nella persona che mi sta davanti un soggetto desiderante uguale a me o comunque con gli stessi desideri e le stesse necessità, il passaggio a riconoscere le medesime cose negli animali, nelle piante e negli oggetti dell'universo, è, tutto sommato, abbastanza breve.

Per questo motivo la questione delle relazioni umane è una questione religiosa: come io penso l'altro?

Questa è una delle grandi questioni aperte dalla Religione Pagana.

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