venerdì 4 agosto 2017

I social e gli imbecilli

Facebook è diventato il ritrovo di tutti coloro che non sanno fare un’analisi né un chiedersi il perché delle cose.

Un luogo dove si possono sparare stupidaggini fra il criminale e l’eversivo non perché ci siano davvero intenzioni criminali o eversive, ma perché questo è l’unico modo di rapportarsi di migliaia di persone educate dal catechismo cattolico.

Se qualcuno vi dice che su “internet” si fa proselitismo, è solo un individuo educato da cristiano che pensa che basti dire una qualche cazzata perché centinaia di idioti si accodino. Oppure, è un terrorista che semina paura e apprensione.

Non è vero.

E’ vero che le persone vuote, portate al fallimento della loro esistenza, sui social, in particolare twitter e facebook, trovano la possibilità di sfogare il proprio vuoto alimentando menzogne, razzismo, odio religioso.

Le persone vuote sono portatrici di un attivismo senza fine perché quell’attivismo è il fine ella loro esistenza.

E' facile scrivere sui social. Anche un bambino può spacciarsi per adulto e un adulto per bambino, tanto più un imbecille con post brevi può mascherare la sua stupidità e millantare ciò che non è.

Purtroppo, postare su facebook significa fornire supporto a degli imbecilli che proprio perché trovano delle cose serie si ritengono in diritto di postare imbecillità.

L’imbecille si sente molto figo perché dio non ha scelto l’intelligente, ma lui, l’imbecille, per rompere le “palle” a chi posta delle cose serie (paolo di tarso).


Claudio Simeoni