Facebook è diventato il ritrovo di tutti coloro che
non sanno fare un’analisi né un chiedersi il perché delle cose.
Un luogo dove si possono sparare stupidaggini fra il
criminale e l’eversivo non perché ci siano davvero intenzioni criminali o
eversive, ma perché questo è l’unico modo di rapportarsi di migliaia di persone
educate dal catechismo cattolico.
Se qualcuno vi dice che su “internet” si fa proselitismo,
è solo un individuo educato da cristiano che pensa che basti dire una qualche
cazzata perché centinaia di idioti si accodino. Oppure, è un terrorista che
semina paura e apprensione.
Non è vero.
E’ vero che le persone vuote, portate al fallimento
della loro esistenza, sui social, in particolare twitter e facebook, trovano la
possibilità di sfogare il proprio vuoto alimentando menzogne, razzismo, odio
religioso.
Le persone vuote sono portatrici di un attivismo
senza fine perché quell’attivismo è il fine ella loro esistenza.
E' facile scrivere sui social. Anche un bambino può spacciarsi per adulto e un adulto per bambino, tanto più un imbecille con post brevi può mascherare la sua stupidità e millantare ciò che non è.
Purtroppo, postare su facebook significa fornire
supporto a degli imbecilli che proprio perché trovano delle cose serie si ritengono
in diritto di postare imbecillità.
L’imbecille si sente molto figo perché dio non ha
scelto l’intelligente, ma lui, l’imbecille, per rompere le “palle” a chi posta
delle cose serie (paolo di tarso).
Claudio Simeoni