sabato 20 novembre 2010

La psicologia scopre l'acqua calda: Il futuro si può sentire? E la conoscenza della Stregoneria.


Biennale Venezia 2009, padiglione Marocco. illustra molto bene la psicologia che partendo dal creazionismo monoteista fatica a capire il mondo in cui l'uomo vive. Preferisce non vedere e stupirsi quando si leva le mani dagli occhi.
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Questo psicologo ha scoperto Padre Cronos?
Se avesse avuto un po’ di preparazione culturale, saprebbe che Padre Zeus, per costruire la ragione, della quale gli uomini si fanno tanto vanto, ha combattuto contro Cronos ritagliandosi l proprio spazio (letteralmente) nella dimensione del tempo sia come tempo in sé che come mutamento del presente che alla ragione appare solo come presente dopo presente.
Ogni Essere Umano vive in altri due mondi oltre a quello razionale, uno è il tempo e l’altro è il mondo emotivo. I tre mondi si intersecano e si riversano l’uno nell’altro, ma sia l’uno che l’altro limitano gli interventi dell’uno e dell’altro solo nella misura in cui i rispettivi mondo permettono intrusione senza che tale intrusione rompi l’equilibrio specifico dei mondi.
E’ uno dei segreti della Stregoneria che viene rivelato dalle Antiche Religioni mediorientali e greca con Urano Stellato (l’emozione che costruisce e determina la vita) che comprende Cronos come mondo (il tempo in sé come mondo) che, a sua volta, comprende Zeus con la ragione che rappresenta nello spazio. Lo spazio di Zeus è ritagliato nello spazio di Cronos che a sua volta è ritagliato nello spazio di Urano stellato. Se preferite, il mondo della ragione è un’infima porzione del mondo del tempo che a sua volta è un’infima porzione del mondo emotivo. Ognuno di noi analizza il mondo dal punto di vista emotivo e ne riversa un’infima parte nel mondo del tempo che ne riversa un’infima parte nel mondo della ragione o della quotidianità come noi vogliamo chiamare la vita di tutti i giorni.

Pertanto dentro di noi c’è la dimensione tempo come trasformazione del presente che viviamo in base alle modificazioni che introduciamo in quel presente. Questo avviene perché gli oggetti del mondo in cui viviamo non li “consideriamo” solo per la loro forma e per la loro quantità, ma per le azioni che mettono in essere nell’ambiente e per il carico emotivo con cui gli oggetti del mondo agiscono.
La ragione può ignorare che noi facciamo questo, ma noi lo facciamo!
Noi abbiamo sempre la “sensazione” del futuro che sta emergendo dal presente che viviamo. Dovrebbe stupire, invece, il perché quel futuro lo percepiamo in maniera incerta. Questo è dovuto all’educazione. Un’educazione, quella monoteista, cristiana in particolare, che separa l’individuo dalle sensazioni interne e le blocca sostituendo alla capacità dell’individuo di far affluire alla propria coscienza le sensazioni e le elaborazioni profonde di fenomeni “inusuali” del mondo in cui vive. Le blocca con fenomeni psichici che noi chiamiamo allucinazioni, idee preconcette, illusioni, certezze, fede, speranza, ecc. Idee preconcette, certezze, illusioni, credenze, fede, bloccano l’afflusso al cervello di elaborazioni soggettive facendo diventare eccezionale quel momento in cui, rompendo l’accerchiamento della fede, della certezza, dell’idea preconcetta, dell’illusione, lo stimolo dell’elaborazione profonda si presenta alla nostra coscienza sotto forma di intuizione, illuminazione o, più spesso, di sensazione (certezza, disagio, eccitazione, tensioni di vario genere).

La psicologia, come questo personaggio, anziché partire dall’uomo nel mondo in cui vive e abita da miliardi di anni, parte dall’idea preconcetta della creazione e del mondo che è in sé (e solo) forma e quantità o verbo (parola) finendo per chiudere la vita dell’individuo all’interno di forme di superstizione.
Questo personaggio scopre che le persone hanno la sensazione di un futuro possibile. Un futuro che sentono anche se, quando si tratta di descrivere, descrivono la loro sensazione attraverso ciò che loro conoscono (hanno avuto esperienza) e che ha prodotto in loro quella sensazione.

Per questo motivo gli idioti, come fa capire questo articolista, vanno alla ricerca di “armi di distruzioni di massa” (capacità PSI) che consentono a chi le possiede di conoscere il futuro. Non si rendono conto che non c’è un “futuro da conoscere”, ma un presente da vivere appieno e che, vivendo appieno il presente, le sensazioni dell’individuo sono in grado di rivelare un presente successivo a questo date le azioni che si mettono in campo e date le reazioni di adattamento soggettivo che il mondo, in cui quelle azioni vengono messe in campo, reagisce e si adatta.

E’ come per il cervello nello stomaco che le Streghe e i cercatori di erbe usano benissimo e che, invece, i cristiani sono educati ad ignorarne le sensazioni (quelle legate alla conoscenza e alla capacità di affrontare il nuovo) che da quel cervello provengono perché “peccaminose” o semplicemente perché, per loro, non esistono.

Riproduco l’articolo, preso da La Repubblica, ricordando quanto di questa questione io abbia parlato nel Crogiolo dello Stregone da oltre 20 anni. Poi, ogni tanto, qualche psicologo o psicoanalista, scopre l’acqua calda:


LA RICERCA
Il futuro "si può sentire"
Uno studio divide gli psicologi
Una delle più importanti riviste americane di psicologia pubblicherà il lavoro di un professore che sostiene di aver dimostrato che gli eventi non ancora accaduti possono influenzare quelli presenti. La comunità scientifica è scettica
di GIULIA BELARDELLI

12 novembre 2010

NON c'entrano i tarocchi, né la palla di cristallo e nemmeno i fondi di caffè. Il futuro si può "sentire". A dirlo non è un manipolo di chiaroveggenti e fattucchiere ma un gruppo di scienziati della Cornell University 1 di Ithaca, nello Stato di New York. Il loro articolo, intitolato appunto "Feeling The Future", è il primo studio su fenomeni tipicamente considerati paranormali a essere stato ammesso su una rivista di psicologia "seria", in questo caso il Journal of Personality and Social Psychology 2.

Finora, frasi del tipo "me lo sentivo" o "sapevo che sarebbe successo" sono sempre state bollate dalla scienza come pure suggestioni. Daryl Bem e colleghi, tuttavia, sono convinti che non sia così. Per dimostrarlo hanno aspettato otto anni, nel corso dei quali hanno raccolto una "massa critica di dati" sufficiente a contrastare le obiezioni dei revisori che avrebbero passato al setaccio il loro lavoro. E ci sono riusciti: l'articolo uscirà entro fine anno ma ha già suscitato un dibattito destinato a fare parecchio rumore.

Indagando il fattore "psi". Il termine chiave con cui psicologi e altri studiosi si riferiscono a fenomeni inspiegabili è il fattore "psi": con questa lettera greca, spiega Bem nel suo articolo, "vengono indicati tutti quei processi anomali di trasferimento di energie e informazioni che non hanno una spiegazione fisica o biologica". Tra questi, la telepatia, la chiaroveggenza, la psicocinesi (ovvero l'influenza apparente di pensieri e intenzioni su processi reali indipendenti), la precognizione e la premonizione di eventi futuri. La grande maggioranza del mondo accademico, soprattutto in psicologia, non crede in questi fenomeni, eppure il rigore scientifico degli esperimenti presentati da questo professore della Cornell University 3 - che per inciso è sì un appassionato di fenomeni paranormali, ma anche uno psicologo stimato a livello internazionale per i suoi lavori sulla percezione del sé - ha lasciato attoniti anche i più ferventi oppositori dell'esistenza di psi.

Prevedere il futuro. Per riuscire a dimostrare l'esistenza di una "specie di relazione" tra eventi che devono ancora accadere e le decisioni che prendiamo nella vita quotidiana, lo psicologo ha esaminato oltre mille studenti volontari, sottoponendoli a nove esperimenti. La novità dell'approccio sta nell'aver preso in considerazione fenomeni ben noti, invertendone però l'ordine logico-temporale. In sintesi, ciò che di solito viene interpretato come la causa di un comportamento, negli esperimenti è stato mostrato o raccontato solo dopo il verificarsi dell'evento stesso. I risultati - considerati statisticamente rilevanti in otto casi su nove - hanno mostrato che i processi analizzati funzionano anche se la causa arriva dopo la scelta, come se le nostre azioni fossero il frutto di qualcosa che deve ancora avvenire.

Sperimentare la premonizione. In uno di questi esperimenti, ad esempio, Bem ha testato un fenomeno psicologico studiato a lungo: il priming affettivo. Nello scenario classico una persona, dopo aver osservato un parola su uno schermo, deve giudicare nel più breve tempo possibile se un'immagine è piacevole o meno. Da tempo è stato notato che se la parola che precede l'immagine ha un significato inverso rispetto alla figura (ad esempio, l'aggettivo "brutto" e un disegno piacevole) le persone impiegano più tempo a rispondere. Il ricercatore americano ha dunque rigirato l'esperimento: i partecipanti vedevano l'immagine e dovevano esprimere un giudizio prima di leggere. Stranamente, anche in questo caso quando la parola (scelta casualmente dal computer solo dopo la risposta) aveva un significato opposto, i soggetti impiegavano più tempo a esprimere un giudizio. Allo stesso modo, Bem ha testato altri effetti psicologici come l'attrazione verso cose piacevoli, l'istinto ad allontanarsi dai pericoli, la facilità con cui si richiamano parole e oggetti già visti: in tutti i casi, ha invertito l'ordine temporale, ottenendo sempre come risultato la conferma della retroattività della causa.

Fisica o evoluzione? Riguardo le origini di questa capacità, lo psicologo non ha dubbi: una volta apparsa, psi è stata selezionata positivamente per gli indiscussi vantaggi che porta con sé. La possibilità di predire la presenza di pericoli così come di prevedere dove c'è qualcosa di attraente avrebbe conferito e continuerebbe a conferire benefici notevoli a chi la possiede. Ma come giustificare tali fenomeni? Su questo Bem mette le mani avanti, scrivendo che spesso nella scienza i dati empirici arrivano quando le spiegazioni non sono state ancora neanche immaginate e che varie altre teorie ritenute impossibili si sono poi rivelate vere. A metafora delle sue scoperte, prende l'esempio della meccanica quantistica: all'inizio - ricorda lo psicologo - anch'essa fu oggetto di numerosissime critiche, eppure oggi è la teoria su cui poggia gran parte della fisica moderna

Le reazioni. Com'era prevedibile, lo studio ha suscitato un certo clamore nel mondo accademico. A passarlo al vaglio è stato un team di quattro revisori, che pur avendo suggerito delle modifiche non hanno riscontrato alcuna incongruenza di fondo. "Personalmente, credo che tutto ciò sia ridicolo e non possa essere vero - scrive su Psychology Today 4 Joachim Krueger, psicologo della Brown University (Providence) che ha fatto di tutto per trovare un tallone d'Achille al lavoro di Bem - tuttavia dal punto di vista della metodologia e di come è sono stati disegnati gli esperimenti, lo studio è inattaccabile". Charles Judd, responsabile editoriale della pubblicazione sul Journal, ha fatto sapere che l'articolo sarà accompagnato da un editoriale che solleverà dei dubbi. "La speranza - ha precisato - è che altri studiosi colgano la sfida e provino a replicare questi risultati". Finora si è cimentato solo un gruppo dell'Università di Pittsburgh, ma senza successo (forse per aver utilizzato un questionario via internet). Daryl Bem, intanto, ha affermato di essere già stato contattato da decine di ricercatori con la richiesta di maggiori dettagli.

Credere l'impossibile. Prevedendo lo scetticismo che avrebbe incontrato (anche se per questo non ci voleva una gran psi), Bem conclude il suo articolo con una citazione da Alice nel paese delle meraviglie, il capolavoro con cui Lewis Carroll ha fatto sognare intere generazioni di bambini. Al termine del suo incontro con la Regina di Cuori, Alice esclama: "Non si può credere a una cosa impossibile!". "Oserei dire che non ti sei allenata molto", risponde la Regina. "Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione". Siete più convinti ora?


Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2010/11/12/news/veggenti-9050929/

Finché si crede che l’uomo sia creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino, la ragione umana si stupirà sempre delle potenzialità umane che lei ignora. E fintanto che alcuni ricercatori scientifici saranno convinti che il mondo della forma sia l’unico mondo possibile, anziché leggere l’uomo per ciò che egli è preferiranno sempre cercare “potenzialità della mente” piuttosto che cercare i fattori che limitano e danneggiano l’individuo in tutte le sue fasi di sviluppo.


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20 novembre 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
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30175 – Marghera Venezia
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lunedì 8 novembre 2010

Sollecitazioni fetali, conoscenza e Religione Pagana.


Quando si parla di intelligenza, solo i Pagani Politeisti e la Federazione Pagana ne hanno collocato l’origine negli oggetti viventi del mondo qualunque sia la loro natura. La scienza scopre ciò che vado dicendo da oltre 15 anni. Così dell’articolo su PloS One commentato su La Repubblica da Alessia Manfredi non si altro che scoprire che i feti esercitano la loro intelligenza costruendo le relazioni con il mondo in cui vivono. Lo sviluppo dell’attività di relazione è direttamente proporzionale alle risposte che ricevono dal mondo in cui agiscono e questo è avvenuto fin dall’origine della vita.
Capire questo significa capire come ogni sollecitazione che l’adulto mette in atto con e nel mondo in cui vive, altro non fa che sollecitare delle risposte complesse dal e nel mondo in cui vive e condiziona il tipo di risposte a cui i feti si predispongono fin dalla pancia della madre. Se i gesti dei gemelli, descritti in questo articolo, sono abbastanza visibili dall’osservatore esterno, l’adattamento della struttura emotiva messo in atto dal feto nelle relazioni di adattamento soggettivo nella pancia della madre per predisporsi all’imprinting della nascita, pur apparendo ovvio agli stregoni, non è facilmente visibile agli occhi dell’osservatore esterno che continua a considerare il comportamento del nascituro come un comportamento naturale caratterizzato da predisposizioni soggettive e sempre create da un dio padrone stupido e deficiente.
La ricerca della conoscenza, che è sempre ricerca di relazione, è l’atto della vita. E’ la risposta della vita al proprio bisogno soggettivo, alla propria necessità di esistere e di espandersi nell’oggettività in cui è venuta in essere.
E’ il senso stesso della Religione Pagana. Il suo concetto fondamentale di Creazione nella Religione Pagana. Un concetto che non è fine a sé stesso, ma indica le strategie della vita sociale al fine di fornire ai propri figli strumenti migliori con i quali affrontare la propria vita.
Se l’osservatore scientifico vede i gesti e li interpreta rivoluzionando l’idea umana della vita sociale, perché non dovrebbe rivoluzionare l’idea di come avviene la costruzione della capacità emotiva nella formazione delle risposte alle sollecitazioni del mondo? Perché non dovrebbe chiedersi se in quei gesti non è coinvolto il DESIDERIO (tanto negato e condannato sia dalle religioni monoteiste che dal buddismo) e la necessità d’espansione nell’esistenza?
Riporto l’articolo:

Incontri ravvicinati prima della nascita"Così i gemelli si cercano in pancia"
(08 novembre 2010)
Studio italiano su Plos One: la propensione alla socialità si osserva già durante la gestazione. Feti gemelli interagiscono fra di loro fin dalla quattordicesima settimana. Gesti non casuali, ma intenzionali e simili a quelli degli adulti

di ALESSIA MANFREDI



SIAMO animali sociali, ed è facile osservarlo. Fin dai primi gesti di un neonato, che è portato ad imitare le espressioni facciali di chi gli sta davanti già pochi minuti dopo la nascita. Ma quando nasce in noi l'interesse per l'altro? E' possibile trovarne traccia anche prima di venire al mondo? Sembra di sì, stando ai risultati di un nuovo studio italiano che analizza il comportamento di feti gemelli nell'utero materno, arrivando a concludere che siamo in qualche modo "cablati" per la socialità e che le basi delle nostre interazioni con gli altri potrebbero svilupparsi già diversi mesi prima della nascita. Il lavoro dei ricercatori delle università di Padova, Parma e Torino, in collaborazione con l'istituto Burlo Garofolo di Trieste, pubblicato recentemente su PloS One, si è focalizzato sui gemelli nell'utero materno, che, a differenza dei feti singoli, regalano un osservatorio unico e privilegiato per indagare la propensione precoce alla socialità, proprio perché sono in compagnia. Osservandone i movimenti, gli studiosi, coordinati dal professor Umberto Castiello dell'Università di Padova, hanno visto che molto presto, già dalla quattordicesima settimana di gestazione, si verificano nell'utero movimenti controllati e diretti in modo specifico verso il gemello. "Non si tratta di movimenti riflessi o stereotipati. Sono organizzati ed hanno caratteristiche analoghe ai movimenti volontari dell'adulto", spiega Vittorio Gallese, professore di Fisiologia Umana al dipartimento di Neuroscienze dell'università di Parma, co-autore dello studio, insieme a Cristina Becchio, dell'università di Torino. I piccoli si cercano, e questa caratteristica diventa ancora più evidente quattro settimane dopo, quando i movimenti verso l'altro diventano più frequenti rispetto a quelli verso sé stessi. Usando l'ecografia quadridimensionale, una tecnica particolare che permette di visualizzare anche il movimento nel tempo, si sono "registrate" cinque coppie di feti gemelli in due precisi momenti, a 14 e 18 settimane. Si è visto che fin dalla 14esima settimana di gestazione i gemelli sono capaci di controllare i loro gesti in modo differente a seconda di dove questi siano diretti. Si toccano, si esplorano e lo fanno in modo estremamente delicato, più preciso rispetto a quando toccano sé stessi o la parete uterina. "Uno dei parametri che permette di valutare la finezza del movimento è la decelerazione quando si sta per raggiungere l'obiettivo", dice Gallese. "Tanto più il movimento è preciso, tanto più si decelera per calibrarlo": proprio quello che è stato osservato quando un feto si rivolge verso il gemello. A guardare le immagini sembrano quasi coccole: si accarezzano la schiena, si toccano delicatamente la testa. Di certo, sono consapevoli del proprio vicino e preferiscono interagire con lui o lei. Tanto che a distanza di quattro settimane dalla prima rilevazione, alla diciottesima settimana di gestazione, i movimenti che i gemelli fanno verso l'altro aumentano mentre diminuiscono quelli verso di sé o verso le pareti uterine. Questi contatti con l'altro, poi, durano di più e sono più accurati di quelli rivolti a sé stessi. Anche i singoli feti acquisiscono lo stessa capacità di controllo del movimento, ma in ritardo di circa otto settimane rispetto ai gemelli.E' la prima volta che si osserva qualcosa del genere ed è un successo tutto italiano, ancora più incoraggiante se si considerano le difficoltà della ricerca in tempi di magra come questi, in Italia. E questa predisposizione alla socialità "in erba" potrebbe rivelarsi utile, in futuro, come parametro per valutare lo sviluppo del feto e divenire spia, in caso di anomalie, di disturbi come l'autismo.Si era già visto che sin dalla undicesima settimana di gestazione i gemelli stabiliscono contatti fra di loro, sottolineano gli scienziati nella ricerca, ma questo è il primo studio che affronta l'aspetto più critico, se, cioè, questa interazione sia casuale, dovuta alla prossimità spaziale, o invece pianificata. E dimostra che il contatto è frutto di una precisa pianificazione motoria. In altre parole, conclude Gallese, "conteniamo già in noi la dimensione dell'altro. E anche prima della nascita lo cerchiamo, in modo più accurato rispetto a quando non ci rivolgiamo verso di noi".

Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2010/11/08/news/interazione_precoce_gemelli_in_utero-8813944/?ref=HRERO-1


Scoperta dopo scoperta, la ragione umana, non di tutti gli uomini, ma della scienza, si dilata inglobando nuove informazioni e scoprendo una realtà che gli Esseri Umani, di fatto, conoscono perché la vivono anche se ne negano l’esistenza. Pensare che l’uomo sia creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino è uno dei desideri maggiori di chi è stato manipolato dai cristiani. Solo che ognuno di noi non è stato creato da un dio pazzo, cretino e deficiente, ma si è costruito scelta dopo scelta, adattamento soggettivo dopo adattamento soggettivo rispondendo alle sollecitazioni del mondo.
Noi siamo il risultato delle nostre scelte; ma siamo anche il risultato di scelte che siamo stati costretti a compiere all’interno delle opzioni e delle sollecitazioni che l’oggettività in cui siamo vissuti ci ha costretto a mettere in atto.


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08 novembre 2010
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lunedì 1 novembre 2010

La questione dell'infanzia, la conoscenza della Stregoneria, la qualità dello stupro pedofilo e pederasta della chiesa cattolica contro l'intelligenza


A volte ho difficoltà a far comprendere ad adulti imbecilli ed arroganti come i bambini siano un vero e proprio potere che devono curare con attenzione.
La gente dei partiti di sinistra, tutti i partiti, dai cattolici integralisti del Partito Comunista agli arroganti guerrafondai del Partito Socialista, all’attuale sinistra, non hanno mai voluto mettere al centro dei loro programmi la questione dell’infanzia delegando alla chiesa cattolica il diritto di stuprare i bambini. Ne stuprano l’intelligenza e ne stuprano il futuro uccidendo le loro facoltà mentali e la loro capacità critica.
Come Stregoni sono cose che consociamo, anche la chiesa cattolica le conosce e le usa per violentare il futuro dei ragazzi imponendo loro una serie di patologie psichiatriche (depressione, sensi di colpa, nevrosi, deliri, ecc.) in modo da costruire degli adulti insicuri, paurosi, terrorizzati, obbedienti ed omologati.
Poi succede che la ricerca scientifica e i confronti dell’esperienza ti dimostrano come la Stregoneria avesse sempre avuto ragione.
http://www.religionepagana.it/stregoneriacomearte.html
http://www.religionepagana.it/stregoneriainfanzia.html
E quanto ho levato da Facebook che avevo postato dal momento che Facebook semina odio religioso e sociale aggredendo ogni persone che protesta contro la violenza di pedofilia e pederastica della chiesa cattolica (ne appoggia di fatto la pedofilia e la pederastia e aggredisce le persone che ne denunciano la pratica come coloro che discriminano la religione cattolica e ne sospende i profili).
Ma da molti anni posto materiale legato alla questione dell’infanzia come questo:
http://www.stregoneriapagana.it/educazionecristiana.html
e altre decine di pagine web che ho scritto e postato.
Poi la scienza ci dice che l’intelligenza astratta dei bambini è superiore a quanto pensiamo e, invece di mettere a punto strategie che permettono loro di ampliare la loro capacità, li si costringe in ginocchio davanti ad un criminale in croce proprio per uccidere la loro intelligenza.
Riporto l’articolo dal giornale La Repubblica:


I bambini ci prendono in giro"Usano l'ironia già a 4 anni"
Una ricerca canadese ribalta le teorie sostenute finora sulla capacità dei piccoli di comprendere i paradossi. E rimette in discussione gli schemi usati da sempre sull'intera evoluzione del linguaggio infantile di VERA SCHIAVAZZI


Mamme manager attente: una risata potrebbe travolgervi. I bambini sanno scherzare, comprendere l'ironia e contraccambiarla fin dalla più tenera età, a 4 anni addirittura, mentre fino a non molto tempo fa psicologi e linguisti ritenevano che domande retoriche, iperboli e paradossi fossero un'esclusiva degli adulti, alla quale i più piccoli potevano avvicinarsi non prima dei dieci anni. Ma uno studio canadese appena pubblicato sul British Journal of Developmental Psychology e condotto analizzando battuta dopo battuta 350 ore di dialoghi tra genitori e figli tra i quattro e i sei anni sembra dimostrare il contrario. I bambini ci guardano, e ci prendono in giro, usando sapientemente un bagaglio che a tre anni arriva a mille diverse parole, e di lì in poi viaggia velocissimamente e continua a evolvere in espressioni, sfumature, capacità di interazione. "Se non fosse così - conferma Irene Vernero, docente di logopedia e responsabile di centinaia di piccoli pazienti che ogni anno passano in un grande ospedale come le Molinette di Torino - non sarebbe spiegabile perché bambini piccolissimi esclamano "che stress!" e subito dopo scoppiano a ridere".Non sempre i genitori, le madri soprattutto, sanno accogliere col sorriso questa precoce capacità dei propri figli. "Espressioni come "ora che so che si mangiano polpette sono un pochino meno affamato" irritano le mamme, che le considerano sgarbate o credono di essere le sole a poter usare il paradosso - spiega Holly Recchia, la psicologa canadese che ha condotto la ricerca partendo dagli annunci di nascita nella regione dell'Ontario e seguendo i bambini passo passo - Al contrario, imparare a scherzare con i propri figli può essere un ottimo mezzo per gestire i conflitti educativi". Ma i nuovi risultati rimettono in discussione gli schemi usati fin qui dagli esperti sull'intera evoluzione del linguaggio infantile. Scherzare appare una capacità collegata sia all'intelligenza personale sia all'ambiente nel quale si cresce, ma resta un "dono" almeno in parte inspiegabile, come altre abilità dei bambini. "Mentre la scrittura, la lettura e il contare richiedono l'apprendimento di nozioni convenzionali, la parola si impara spontaneamente, per "immersione" nell'ambiente familiare e sociale - spiega Irene Vernero - Ma alcuni piccoli sembrano acquisire prima e più di altri la capacità di comprendere che alcune parole o alcune frasi possono far ridere e di usarle anche quando non posseggono ancora gli strumenti culturali per capirne fino in fondo il significato". Aver deciso che non si può essere sarcastici prima dei dieci anni, potrebbe anche essere stato un mero errore scientifico, che ha resistito in mancanza di adeguati studi sul campo.A sostenerlo è una delle più autorevoli studiose italiane, la psicologa dell'età evolutiva Tilde Giani Gallino. "Osservando i bambini nel loro ambiente naturale, per esempio a scuola - spiega Giani Gallino - è facile riscontrare che non solo scherzano tra loro e con gli adulti, ma si pongono anche il problema che la loro esagerazione ironica sia colta nel giusto modo dall'interlocutore". Una capacità che si rivela anche attraverso i disegni: "Abbiamo chiesto a decine di piccoli allievi delle materne di illustrare qualcosa che avevano inventato e molti hanno prodotto macchine sofisticatissime in grado di svolgere compiti dal sapore surreale come tirare nello stesso momento molte palle di neve - racconta Gallino - Se però il ricercatore mostrava di prendere troppo sul serio l'invenzione, era spesso il bambino stesso a precisare "sto scherzando!"".Tra le mura domestiche, lo studio canadese, ma anche l'esperienza concreta che viaggia sui blog per sole mamme, parrebbe dimostrare che esiste una proporzione tra le esagerazioni verbali dei genitori e quelle dei figli. Così la mamma esasperata che ha l'abitudine di ripetere "quante volte devo dirti...?" dovrà prepararsi all'ironica risposta "ancora 82". E quella che tenta un insegnamento morale ricordando al pargolo inappetente la tragedia della fame nel mondo dovrà imparare ad accettare il suggerimento, scherzoso ma tagliente, di spedire ai meno fortunati l'arrosto appena cucinato.
(01 novembre 2010)

Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2010/11/01/news/bimbi_ironia-8627049/


Poi ci si meraviglia se i bambini violentati nella loro intelligenza e nella loro struttura emotiva diventano degli adulti instabili e psicologicamente malati finendo per appendersi con una corda quando i problemi della vita li travolgono. Purtroppo ci sono mamme che si stupiscono che i loro figli siano intelligenti, ma quando lo scoprono anziché mettere in moto la propria intelligenza ed alimentare, come conseguenza l’intelligenza del loro bambino, sanno solo presentarsi come create ad immagine e somiglianza di un dio padrone stuprando, di fatto, il futuro del loro figlio.
Tutte le idee preconcette imposte dal creazionismo cristiano vengono smentite dalla scienza, ma nessuno costruisce delle strategie educative diverse per assicurare alla società individui intellettualmente ed emotivamente preparati.



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01 novembre 2010
Claudio Simeoni
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