Quando si parla di intelligenza, solo i Pagani Politeisti e la Federazione Pagana ne hanno collocato l’origine negli oggetti viventi del mondo qualunque sia la loro natura. La scienza scopre ciò che vado dicendo da oltre 15 anni. Così dell’articolo su PloS One commentato su La Repubblica da Alessia Manfredi non si altro che scoprire che i feti esercitano la loro intelligenza costruendo le relazioni con il mondo in cui vivono. Lo sviluppo dell’attività di relazione è direttamente proporzionale alle risposte che ricevono dal mondo in cui agiscono e questo è avvenuto fin dall’origine della vita.
Capire questo significa capire come ogni sollecitazione che l’adulto mette in atto con e nel mondo in cui vive, altro non fa che sollecitare delle risposte complesse dal e nel mondo in cui vive e condiziona il tipo di risposte a cui i feti si predispongono fin dalla pancia della madre. Se i gesti dei gemelli, descritti in questo articolo, sono abbastanza visibili dall’osservatore esterno, l’adattamento della struttura emotiva messo in atto dal feto nelle relazioni di adattamento soggettivo nella pancia della madre per predisporsi all’imprinting della nascita, pur apparendo ovvio agli stregoni, non è facilmente visibile agli occhi dell’osservatore esterno che continua a considerare il comportamento del nascituro come un comportamento naturale caratterizzato da predisposizioni soggettive e sempre create da un dio padrone stupido e deficiente.
La ricerca della conoscenza, che è sempre ricerca di relazione, è l’atto della vita. E’ la risposta della vita al proprio bisogno soggettivo, alla propria necessità di esistere e di espandersi nell’oggettività in cui è venuta in essere.
E’ il senso stesso della Religione Pagana. Il suo concetto fondamentale di Creazione nella Religione Pagana. Un concetto che non è fine a sé stesso, ma indica le strategie della vita sociale al fine di fornire ai propri figli strumenti migliori con i quali affrontare la propria vita.
Se l’osservatore scientifico vede i gesti e li interpreta rivoluzionando l’idea umana della vita sociale, perché non dovrebbe rivoluzionare l’idea di come avviene la costruzione della capacità emotiva nella formazione delle risposte alle sollecitazioni del mondo? Perché non dovrebbe chiedersi se in quei gesti non è coinvolto il DESIDERIO (tanto negato e condannato sia dalle religioni monoteiste che dal buddismo) e la necessità d’espansione nell’esistenza?
Riporto l’articolo:
Incontri ravvicinati prima della nascita"Così i gemelli si cercano in pancia"
(08 novembre 2010)
Studio italiano su Plos One: la propensione alla socialità si osserva già durante la gestazione. Feti gemelli interagiscono fra di loro fin dalla quattordicesima settimana. Gesti non casuali, ma intenzionali e simili a quelli degli adulti
Capire questo significa capire come ogni sollecitazione che l’adulto mette in atto con e nel mondo in cui vive, altro non fa che sollecitare delle risposte complesse dal e nel mondo in cui vive e condiziona il tipo di risposte a cui i feti si predispongono fin dalla pancia della madre. Se i gesti dei gemelli, descritti in questo articolo, sono abbastanza visibili dall’osservatore esterno, l’adattamento della struttura emotiva messo in atto dal feto nelle relazioni di adattamento soggettivo nella pancia della madre per predisporsi all’imprinting della nascita, pur apparendo ovvio agli stregoni, non è facilmente visibile agli occhi dell’osservatore esterno che continua a considerare il comportamento del nascituro come un comportamento naturale caratterizzato da predisposizioni soggettive e sempre create da un dio padrone stupido e deficiente.
La ricerca della conoscenza, che è sempre ricerca di relazione, è l’atto della vita. E’ la risposta della vita al proprio bisogno soggettivo, alla propria necessità di esistere e di espandersi nell’oggettività in cui è venuta in essere.
E’ il senso stesso della Religione Pagana. Il suo concetto fondamentale di Creazione nella Religione Pagana. Un concetto che non è fine a sé stesso, ma indica le strategie della vita sociale al fine di fornire ai propri figli strumenti migliori con i quali affrontare la propria vita.
Se l’osservatore scientifico vede i gesti e li interpreta rivoluzionando l’idea umana della vita sociale, perché non dovrebbe rivoluzionare l’idea di come avviene la costruzione della capacità emotiva nella formazione delle risposte alle sollecitazioni del mondo? Perché non dovrebbe chiedersi se in quei gesti non è coinvolto il DESIDERIO (tanto negato e condannato sia dalle religioni monoteiste che dal buddismo) e la necessità d’espansione nell’esistenza?
Riporto l’articolo:
Incontri ravvicinati prima della nascita"Così i gemelli si cercano in pancia"
(08 novembre 2010)
Studio italiano su Plos One: la propensione alla socialità si osserva già durante la gestazione. Feti gemelli interagiscono fra di loro fin dalla quattordicesima settimana. Gesti non casuali, ma intenzionali e simili a quelli degli adulti
di ALESSIA MANFREDI
SIAMO animali sociali, ed è facile osservarlo. Fin dai primi gesti di un neonato, che è portato ad imitare le espressioni facciali di chi gli sta davanti già pochi minuti dopo la nascita. Ma quando nasce in noi l'interesse per l'altro? E' possibile trovarne traccia anche prima di venire al mondo? Sembra di sì, stando ai risultati di un nuovo studio italiano che analizza il comportamento di feti gemelli nell'utero materno, arrivando a concludere che siamo in qualche modo "cablati" per la socialità e che le basi delle nostre interazioni con gli altri potrebbero svilupparsi già diversi mesi prima della nascita. Il lavoro dei ricercatori delle università di Padova, Parma e Torino, in collaborazione con l'istituto Burlo Garofolo di Trieste, pubblicato recentemente su PloS One, si è focalizzato sui gemelli nell'utero materno, che, a differenza dei feti singoli, regalano un osservatorio unico e privilegiato per indagare la propensione precoce alla socialità, proprio perché sono in compagnia. Osservandone i movimenti, gli studiosi, coordinati dal professor Umberto Castiello dell'Università di Padova, hanno visto che molto presto, già dalla quattordicesima settimana di gestazione, si verificano nell'utero movimenti controllati e diretti in modo specifico verso il gemello. "Non si tratta di movimenti riflessi o stereotipati. Sono organizzati ed hanno caratteristiche analoghe ai movimenti volontari dell'adulto", spiega Vittorio Gallese, professore di Fisiologia Umana al dipartimento di Neuroscienze dell'università di Parma, co-autore dello studio, insieme a Cristina Becchio, dell'università di Torino. I piccoli si cercano, e questa caratteristica diventa ancora più evidente quattro settimane dopo, quando i movimenti verso l'altro diventano più frequenti rispetto a quelli verso sé stessi. Usando l'ecografia quadridimensionale, una tecnica particolare che permette di visualizzare anche il movimento nel tempo, si sono "registrate" cinque coppie di feti gemelli in due precisi momenti, a 14 e 18 settimane. Si è visto che fin dalla 14esima settimana di gestazione i gemelli sono capaci di controllare i loro gesti in modo differente a seconda di dove questi siano diretti. Si toccano, si esplorano e lo fanno in modo estremamente delicato, più preciso rispetto a quando toccano sé stessi o la parete uterina. "Uno dei parametri che permette di valutare la finezza del movimento è la decelerazione quando si sta per raggiungere l'obiettivo", dice Gallese. "Tanto più il movimento è preciso, tanto più si decelera per calibrarlo": proprio quello che è stato osservato quando un feto si rivolge verso il gemello. A guardare le immagini sembrano quasi coccole: si accarezzano la schiena, si toccano delicatamente la testa. Di certo, sono consapevoli del proprio vicino e preferiscono interagire con lui o lei. Tanto che a distanza di quattro settimane dalla prima rilevazione, alla diciottesima settimana di gestazione, i movimenti che i gemelli fanno verso l'altro aumentano mentre diminuiscono quelli verso di sé o verso le pareti uterine. Questi contatti con l'altro, poi, durano di più e sono più accurati di quelli rivolti a sé stessi. Anche i singoli feti acquisiscono lo stessa capacità di controllo del movimento, ma in ritardo di circa otto settimane rispetto ai gemelli.E' la prima volta che si osserva qualcosa del genere ed è un successo tutto italiano, ancora più incoraggiante se si considerano le difficoltà della ricerca in tempi di magra come questi, in Italia. E questa predisposizione alla socialità "in erba" potrebbe rivelarsi utile, in futuro, come parametro per valutare lo sviluppo del feto e divenire spia, in caso di anomalie, di disturbi come l'autismo.Si era già visto che sin dalla undicesima settimana di gestazione i gemelli stabiliscono contatti fra di loro, sottolineano gli scienziati nella ricerca, ma questo è il primo studio che affronta l'aspetto più critico, se, cioè, questa interazione sia casuale, dovuta alla prossimità spaziale, o invece pianificata. E dimostra che il contatto è frutto di una precisa pianificazione motoria. In altre parole, conclude Gallese, "conteniamo già in noi la dimensione dell'altro. E anche prima della nascita lo cerchiamo, in modo più accurato rispetto a quando non ci rivolgiamo verso di noi".
Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2010/11/08/news/interazione_precoce_gemelli_in_utero-8813944/?ref=HRERO-1
Scoperta dopo scoperta, la ragione umana, non di tutti gli uomini, ma della scienza, si dilata inglobando nuove informazioni e scoprendo una realtà che gli Esseri Umani, di fatto, conoscono perché la vivono anche se ne negano l’esistenza. Pensare che l’uomo sia creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino è uno dei desideri maggiori di chi è stato manipolato dai cristiani. Solo che ognuno di noi non è stato creato da un dio pazzo, cretino e deficiente, ma si è costruito scelta dopo scelta, adattamento soggettivo dopo adattamento soggettivo rispondendo alle sollecitazioni del mondo.
Noi siamo il risultato delle nostre scelte; ma siamo anche il risultato di scelte che siamo stati costretti a compiere all’interno delle opzioni e delle sollecitazioni che l’oggettività in cui siamo vissuti ci ha costretto a mettere in atto.
Entra nel circuito del pensiero religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!
08 novembre 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it
SIAMO animali sociali, ed è facile osservarlo. Fin dai primi gesti di un neonato, che è portato ad imitare le espressioni facciali di chi gli sta davanti già pochi minuti dopo la nascita. Ma quando nasce in noi l'interesse per l'altro? E' possibile trovarne traccia anche prima di venire al mondo? Sembra di sì, stando ai risultati di un nuovo studio italiano che analizza il comportamento di feti gemelli nell'utero materno, arrivando a concludere che siamo in qualche modo "cablati" per la socialità e che le basi delle nostre interazioni con gli altri potrebbero svilupparsi già diversi mesi prima della nascita. Il lavoro dei ricercatori delle università di Padova, Parma e Torino, in collaborazione con l'istituto Burlo Garofolo di Trieste, pubblicato recentemente su PloS One, si è focalizzato sui gemelli nell'utero materno, che, a differenza dei feti singoli, regalano un osservatorio unico e privilegiato per indagare la propensione precoce alla socialità, proprio perché sono in compagnia. Osservandone i movimenti, gli studiosi, coordinati dal professor Umberto Castiello dell'Università di Padova, hanno visto che molto presto, già dalla quattordicesima settimana di gestazione, si verificano nell'utero movimenti controllati e diretti in modo specifico verso il gemello. "Non si tratta di movimenti riflessi o stereotipati. Sono organizzati ed hanno caratteristiche analoghe ai movimenti volontari dell'adulto", spiega Vittorio Gallese, professore di Fisiologia Umana al dipartimento di Neuroscienze dell'università di Parma, co-autore dello studio, insieme a Cristina Becchio, dell'università di Torino. I piccoli si cercano, e questa caratteristica diventa ancora più evidente quattro settimane dopo, quando i movimenti verso l'altro diventano più frequenti rispetto a quelli verso sé stessi. Usando l'ecografia quadridimensionale, una tecnica particolare che permette di visualizzare anche il movimento nel tempo, si sono "registrate" cinque coppie di feti gemelli in due precisi momenti, a 14 e 18 settimane. Si è visto che fin dalla 14esima settimana di gestazione i gemelli sono capaci di controllare i loro gesti in modo differente a seconda di dove questi siano diretti. Si toccano, si esplorano e lo fanno in modo estremamente delicato, più preciso rispetto a quando toccano sé stessi o la parete uterina. "Uno dei parametri che permette di valutare la finezza del movimento è la decelerazione quando si sta per raggiungere l'obiettivo", dice Gallese. "Tanto più il movimento è preciso, tanto più si decelera per calibrarlo": proprio quello che è stato osservato quando un feto si rivolge verso il gemello. A guardare le immagini sembrano quasi coccole: si accarezzano la schiena, si toccano delicatamente la testa. Di certo, sono consapevoli del proprio vicino e preferiscono interagire con lui o lei. Tanto che a distanza di quattro settimane dalla prima rilevazione, alla diciottesima settimana di gestazione, i movimenti che i gemelli fanno verso l'altro aumentano mentre diminuiscono quelli verso di sé o verso le pareti uterine. Questi contatti con l'altro, poi, durano di più e sono più accurati di quelli rivolti a sé stessi. Anche i singoli feti acquisiscono lo stessa capacità di controllo del movimento, ma in ritardo di circa otto settimane rispetto ai gemelli.E' la prima volta che si osserva qualcosa del genere ed è un successo tutto italiano, ancora più incoraggiante se si considerano le difficoltà della ricerca in tempi di magra come questi, in Italia. E questa predisposizione alla socialità "in erba" potrebbe rivelarsi utile, in futuro, come parametro per valutare lo sviluppo del feto e divenire spia, in caso di anomalie, di disturbi come l'autismo.Si era già visto che sin dalla undicesima settimana di gestazione i gemelli stabiliscono contatti fra di loro, sottolineano gli scienziati nella ricerca, ma questo è il primo studio che affronta l'aspetto più critico, se, cioè, questa interazione sia casuale, dovuta alla prossimità spaziale, o invece pianificata. E dimostra che il contatto è frutto di una precisa pianificazione motoria. In altre parole, conclude Gallese, "conteniamo già in noi la dimensione dell'altro. E anche prima della nascita lo cerchiamo, in modo più accurato rispetto a quando non ci rivolgiamo verso di noi".
Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2010/11/08/news/interazione_precoce_gemelli_in_utero-8813944/?ref=HRERO-1
Scoperta dopo scoperta, la ragione umana, non di tutti gli uomini, ma della scienza, si dilata inglobando nuove informazioni e scoprendo una realtà che gli Esseri Umani, di fatto, conoscono perché la vivono anche se ne negano l’esistenza. Pensare che l’uomo sia creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino è uno dei desideri maggiori di chi è stato manipolato dai cristiani. Solo che ognuno di noi non è stato creato da un dio pazzo, cretino e deficiente, ma si è costruito scelta dopo scelta, adattamento soggettivo dopo adattamento soggettivo rispondendo alle sollecitazioni del mondo.
Noi siamo il risultato delle nostre scelte; ma siamo anche il risultato di scelte che siamo stati costretti a compiere all’interno delle opzioni e delle sollecitazioni che l’oggettività in cui siamo vissuti ci ha costretto a mettere in atto.
Entra nel circuito del pensiero religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!
08 novembre 2010
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it
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