lunedì 29 agosto 2011

Vedere gli animali attiva la comunicazione emotiva accendendo l’amigdala



Una ricerca condotta da Florian Mormann dell’Università di Bonn in Germania e pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience dimostra come la presenza di animali, sia pure in fotografia, attiva la nostra propensione ancestrale alla comunicazione nei loro confronti. Noi siamo animali e prima che la ragione ci separasse dalla Natura, mediante la descrizione, le relazioni fra noi e le altre specie erano “normali”. Anche se nel corso dell’evoluzione alla struttura della comunicazione emotiva, empatica, si sono sovrapposti altri meccanismi cerebrali sui quali articolare la tipologia della nostra comunicazione, i meccanismi ancestrali sono ancora attivi anche se separati dalla coscienza.
Il tentativo di scienziati e di informatori culturali di spiegare la presenza di questi meccanismi con esigenze all’interno di una sfera creazionista (primitivismo creazionista), anziché come una progressiva modificazione della struttura relazionale che ha allontanato l’uomo dall’insieme delle specie dalle quali è emerso nel corso dell’evoluzione, non è solo goffo, ma ingiurioso.

Lo studio inizia da soggetti affetti da epilessia. Il monitoraggio del cervello di questi pazienti ha dimostrato che una loro attività neuronale veniva attivata da una sezione dell’amigdala. Tale attivazione avveniva solo in presenza di foto di animali, mentre l’attivazione era assente in presenza di altri soggetti non animali. La risonanza magnetica ha dato i medesimi risultati su ogni individuo in cui si è voluto ripetere la ricerca dimostrando, in questo modo, che la presenza di animali attivava la struttura emotiva umana che ha nell’amigdala la sua sede.
Le affermazioni di Mormann davanti alla sua stessa scoperta lasciano esterrefatti:

«Questi risultati – spiega Mormann – riflettono l’importanza ancestrale degli animali nel corso di tutta la nostra evoluzione, sia che si tratti di prede sia di predatori. Un altro aspetto sorprendente dei nostri risultati è che la selettività per gli animali del nostro cervello si trova solamente nell’emisfero destro (amigdala destra) cosa che è in linea con una copiosa mole di letteratura scientifica secondo cui l’emisfero destro è diventato specializzato per occuparsi di stimoli esterni rilevanti per il nostro comportamento»

La sua ricerca ha dimostrato SOLO l’accensione dell’area delle emozioni in presenza di un fattore esterno: un animale!
(sarebbe da scommettere che quell'area dell'amigdala si attiva anche in presenza di una persona di un altro sesso pur in presenza di attivazione anche di altre aree cerebrali)

Dove conduce l’insorgenza emotiva in presenza del fattore esterno, appartiene alla sua educazione creazionista. Un creazionista pensa all’uomo primitivo come un cacciatore (o un cacciato), un evoluzionista considera lo strumento, dell’insorgenza emotiva, come funzionale alla costruzione delle relazioni fra il soggetto e il mondo esterno. L’accensione della porzione dell’amigdala avviene con OGNI TIPO DI ANIMALE, non CON QUEL TIPO DI ANIMALE. Avviene con un MONDO DI RELAZIONI, non con la possibile relazione che soddisfa un bisogno.
Noi siamo Esseri della Natura e come tali siamo potenzialmente in relazione con ogni Essere della Natura: non siamo creati ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino. Per questo, lo scienziato che guarda la sua ricerca si pensa creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino, continua a stupirsi e ad interpretare i risultati per farli aderire, con la violenza culturale, allo schema creazionista: così continuerà ad aiutare i cristiani a stuprare i bambini convincendoli che loro non sono parte del mondo e della Natura, ma sono creati ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino.

Dobbiamo iniziare a pensare che dentro di noi ci sono tutti gli strumenti di relazione fra noi e il mondo che la nostra specie ha forgiato in centinaia di milioni di anni di trasformazioni e sedimentazione di nuovi strumenti psico-emotivi. Sono tutti dentro di noi. Sarebbe sufficiente far affiorare i loro segnali alla coscienza e imparare ad essere disciplinati nel loro uso per scoprire la magia del nostro essere nel mondo. Fintanto che il creazionismo continuerà a stuprare l’uomo, conchiuderà la sua coscienza in un ambito razionale dominato dalla paura della sottomissione ad un dio padrone e nella ricerca ossessiva nella sua identificazione. Per questo il mondo della Natura sarà sempre ignoto all’uomo in ginocchio davanti al suo dio padrone. Gli incuterà la paura di non essere nelle grazie del suo padrone e vedrà la Natura non come l’insieme dal quale è divenuto, ma come il nemico da dominare e distruggere.


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29 agosto 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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