Forma e psiche non sono separate! |
In tutta la struttura del pensiero religioso della Religione
Pagana, a differenza del cristianesimo, sono i genitori che devono onorare i
figli rendendoli indipendenti da essi. Devono fornire loro i mezzi culturali e
sociali affinché si distacchino dalla famiglia.
Nella religione cristiana i figli devono onorare il “padre e
la madre” e finiscono in questo modo per essere afferrati in una gabbia di
ricatti e di condizionamenti emotivi da parte di padri e madri depressi e
insoddisfatti della vita da diventare, a loro volta, depressi e insoddisfatti della
vita. In perenne conflitto in quel gioco dei ruoli imposto dalla sacra famiglia
cristiana.
Anziché far partecipare il figlio alla vita collettiva della
famiglia e della società, lo si relega in un ambiente separato fatto di
giovanilismo, “giochi per la sua età”, in ambienti privi di stimoli e
finalizzati a fissare le sue pulsioni di sviluppo in un perenne infantilismo.
I figli, come tanti piccoli animali da compagnia, vengono
violentati nella loro struttura psichica. Solo a fatica la Corte di Cassazione,
sentenziando nei vari casi, ha da poco iniziato a condannare i genitori per
mancanza di attenzione per i bisogni dei figli.
E’ l’orrore cristiano che si riversa sui ragazzi sotto forma
di terrorismo psicologico di una tale violenza da costringerli a vivere una
vita di menomati. Bambini mai cresciuti in un corpo pulsionale da adulti
incapaci di gestire le relazioni col mondo.
Dove sta l’origine della violenza in famiglia? Nei ruoli
imposti dalla sacra famiglia cristiana ai quali qualcuno non accetta di
sottomettersi.
Riporto l’articolo del giornale La Repubblica:
L’amore delle madri che imprigiona i figli
di MICHELA MARZANO
ESISTONO ormai in tutto il mondo blog e diari online tenuti
dalle mamme. Luoghi di discussione e di dibattito che permettono a tante madri
di condividere non solo esperienze e problemi personali, ma anche proposte
politiche e riflessioni profonde sulla condizione femminile.
Luoghi di crescita e di confronto quindi. A meno che la
maternità non si trasformi in una nuova prigione - non solo per le madri,
soprattutto per i figli - come sembra accadere in un blog tutto italiano, Io e
mio figlio, la cui pagina Facebook è seguita da più di 500.000 persone. "Mio
figlio è il regalo più bello che il cielo mi ha fatto". "Ricchezza è
sapere che tuo figlio non ti lascerà mai". "Solo una mamma può
capire! Quel bambino è diventato un uomo, ma per te resterà sempre il tuo
piccolo".
E così via di seguito, come se i bambini fossero una
proprietà; come se la maternità legasse per sempre a questi figli che, invece
di avere il diritto di vivere poi la propria vita, non potessero mai essere
"altro" che figli! Certo, commuove vedere tanto affetto e tanta
devozione. Certo, la maternità cambia la vita di ogni donna costringendola a
fare i conti con chi non ha chiesto niente e dipende in tutto da lei. Ma i
figli non hanno soprattutto bisogno di essere accompagnati verso l'indipendenza
per diventare autonomi? Non c'è altrimenti il rischio di trattare i bambini
come oggetti, il cui compito sarebbe quello di colmare il proprio vuoto
interiore?
Essere genitori, come spiega chiaramente il pedopsichiatra
D. W. Winnicott, significa permettere ai figli di crescere e di imparare ad
arrangiarsi da soli. È per questo che si ha il dovere di accogliere i propri
bimbi per come sono e di accettarne le specificità, senza trattarli
semplicemente come degli oggetti a propria disposizione. L'amore è sempre amore
della differenza. E non c'è amore più grande di quello che lascia liberi.
Altrimenti, si tratta solo di una parola vana che nasconde l'impotenza di chi,
incapace di accettare la differenza altrui, strumentalizza i figli per sentirsi
onnipotente.
Twitter @MichelaMarzano
(19 febbraio 2013)
Tratto da:
A differenza di quanto afferma questo articolo, che sembra
sia attribuito a Winnicott, i propri figli non sono “per come sono”, ma sono
ciò che l’ambiente familiare prima e
sociale poi, hanno voluto che siano. Ovviamente ogni individuo è diverso, ma la
gestione della propria diversità dipende dall’ambiente familiare e dall’ambiente
sociale che ne ha costretto gli adattamenti obbligando la soggettività a
plasmare fisico, psiche e carattere in funzione delle sollecitazioni
ambientali.
Nell’ideologia religiosa cristiana i figli sono oggetti di
proprietà di quella famiglia dei ruoli che imita la sacra famiglia cristiana. Oggetti
posseduti da un padrone. Oggetti su cui esercitare la violenza, sia in forma
psichica che in forma fisica, perché, secondo i cristiani, nessuno può “manomettere”
la creazione del loro dio padrone.
Estraniando l’infanzia dalla partecipazione sociale e
rendendo il ragazzo dipendente dai genitori che lo vorrebbero sempre infantile,
si distrugge il divenire della società.
Entra
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religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!
06
marzo 2013
Claudio
Simeoni
Meccanico
Apprendista
Stregone
Guardiano
dell’Anticristo
P.le
Parmesan, 8
30175
– Marghera Venezia
Tel.
3277862784
e-mail
claudiosimeoni@libero.it
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