domenica 8 giugno 2008

Il magnificat di Maria come negazione dell'uomo. Celso, e il figlio del dio.


Ho terminato il commento a tutti i paragrafi dell’Enciclica Spe Salvi di Ratzinger.
Ho impegnato sei mesi di lavoro, ma penso che ne sia valsa la pena. I principi Pagani, la visione Pagana Politeista della vita emerge in tutto il suo splendore proprio in opposizione al desiderio di Ratzinger di spargere orrore e sottomissione.
Nel lavoro ho usato citazioni da Celso, l'Inno Omerico a Pan, citazioni da Dumezil a proposito della nascita miracolosa di Scipione, citazioni di persone bruciate vive dall'inquisizione, citazioni delle attività inquisitorie di Ratzinger, citazioni dal "vangelo di Maria" di Barbara Alberti, citazioni di psicologia, la storia del primo stato cristiano, l’Armenia e altro.

Questo è il commento al cinquantesimo paragrafo dell’enciclica Spe Salvi dal titolo:


Il magnificat di Maria come negazione dell’uomo!
Celso, e il figlio del dio.
Il magnificat e il primo stato cristiano: l’Armenia.
Il magnificat, la disperazione dei cristiani e la loro ribellione.


Completo lo trovate all’indirizzo:

http://www.stregoneriapagana.it/spesalvi50.html



----Primo estratto-----


Continua Ratzinger:

“Tu vivevi in intimo contatto con le Sacre Scritture di Israele, che parlavano della speranza – della promessa fatta ad Abramo ed alla sua discendenza (cfr Lc 1,55). Così comprendiamo il santo timore che ti assalì, quando l'angelo del Signore entrò nella tua camera e ti disse che tu avresti dato alla luce Colui che era la speranza di Israele e l'attesa del mondo. Per mezzo tuo, attraverso il tuo « sì », la speranza dei millenni doveva diventare realtà, entrare in questo mondo e nella sua storia.”

Chiaramente o ha ragione Celso o Ratzinger è tenuto alla dimostrazione!
Se c’è una convinzione, questa deve essere argomentata; quando si vuole persuadere, coinvolgendo il profondo emotivo delle persone, allora si usa l’enfasi espressiva. Ma l’enfasi espressiva funziona solo se è capace di richiamare alla coscienza le emozioni di persone già persuase, già all’interno della chiesa cattolica. Persone che si identificano in quella situazione e che si pensano delle tante madonne che “...vivevi in intimo contatto con le Sacre Scritture di Israele ...” in cui non si parla di “speranza” come le persone pensano, ma dell’avvento di quel “messia” che porterà la “razza eletta” o la “razza padrona” a dominare il mondo.
Questo pensare folle è il prodotto di una follia che emerge da un contesto sociale degradato in cui le persone inseguono le illusioni scaturite da sollecitazioni nell’immediato senza essere in grado di fissare nulla né nella loro memoria, né nella loro esperienza.

Una testimonianza ce la fornisce Celso:

“Vorrei appunto esporre anche il modo in cui si danno oracoli in Fenicia e in Palestina, perché io stesso li ho uditi e ne sono perfettamente informato. I generi di profezia sono molto numerosi, ma il più perfezionato presso quella gente è il seguente: un gran numero di individui, per altro sconosciuti, con estrema facilità ed alla prima occasione, nei templi o fuori di essi, ed alcuni anche questuando ed aggirandosi per città e accampamenti, si fan prendere dalle convulsioni, come se realmente rendessero oracoli, e ciascuno di loro ha pronto il solito discorso: “Io sono dio o il figlio di dio o lo spirito divino. Eccomi qua: il mondo ormai va in perdizione e voi, o gente, a causa delle vostre ingiustizie, siete spacciati, ma io voglio salvarvi. E voi mi vedrete tornare ancora con la potenza celeste. Beato colui che ora mi venera: contro tutti gli altri, contro le loro città e i loro campi io scaglierò il fuoco eterno e gli uomini che non conoscono le loro pene si pentiranno in vano e gemeranno. Quelli invece che hanno creduto in me io li custodirò per l’eternità!”. Dopo aver brandito queste minacce, aggiungono, una via l’altra, espressioni inintelligibili, deliranti e completamente oscure, il cui significato nessuna persona ragionevole potrebbe scoprire, perché mancano di chiarezza e non rappresentano un bel nulla, mentre ad ogni folle o ciurmadore forniscono per ogni occasione il pretesto di riferire a sé stesso, a suo piacere il loro significato. Fatto sta che quei profeti che io udii con le mie stesse orecchie, da me messi alle strette, confessarono cosa andavano cercando, e che inventavano parlando a caso.” Celso “Contro i cristiani”

Lo stesso dicasi per “della promessa fatta ad Abramo ed alla sua discendenza”. Dove tutti i soggetti dell’affermazione appartengono alla fantasia e all’illazione: il dio padrone che promette, Abramo e una discendenza come “razza padrona” in nome della promessa del dio padrone.
E’ in questa espressione di odio sociale e di disprezzo nei confronti di ogni respiro di libertà dell’uomo e delle società che Ratzinger trova conferma della sua speranza. Proviamo a leggerci il contesto di Luca 1, 55 citato da Ratzinger:

“L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio gioisce in dio, mio salvatore! Perché ha rivolto i suoi sguardi all’umiltà della sua serva. Ed ecco che fin d’ora tutte le generazioni mi chiameranno beata. Perché grandi cose ha fatto in me. L’onnipotente il cui nome è santo. La sua misericordia si estende d’età in età su coloro che lo temono. Ha mostrato la potenza del suo braccio, ha disperso gli uomini dal cuore superbo. Ha rovesciato i potenti dai loro troni, e ha esaltato gli umili. Ha saziato di beni gli affamati, e rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, verso Abramo e la stirpe in eterno.” Luca 1, 46-55

Si tratta di un’affermazione di odio nei confronti delle persone e delle società. Quell’odio che giustifica il genocidio, l’annientamento, la costruzione dei campi di sterminio. Esiste solo il delirio di onnipotenza e il disprezzo per le persone, per le società, per gli sforzi degli uomini verso l’infinito. La necessità di umiliare per dominare. Un disprezzo che viene sottolineato dalla disponibilità di Abramo di ammazzare suo figlio, il proprio futuro, per soddisfare il compiacimento del delirio di onnipotenza (che nel gesto Abramo fa proprio) del suo dio padrone. Un delirio che Luca vuole trasferire da Abramo in Gesù. Come Abramo è pronto, per compiacere il suo padrone, a macellare suo figlio, così la Maria di Luca usa la sua umiltà e il suo servaggio come modello da imporre militarmente alle persone. E lo impone militarmente là dove le minacce militari dell’onnipotenza ricattano gli uomini che non accettano quel modello. Minaccia di cacciarli, perché superbi; di rovesciarli e umiliarli davanti agli “umili”; di distruggere le ricchezze e i beni sociali che le società hanno messo a disposizione per il loro futuro.



---Fine Primo estratto---

---Secondo Estratto----


Afferma Ratzinger:

“Il vecchio Simeone ti parlò della spada che avrebbe trafitto il tuo cuore (cfr Lc 2,35), del segno di contraddizione che il tuo Figlio sarebbe stato in questo mondo. Quando poi cominciò l'attività pubblica di Gesù, dovesti farti da parte, affinché potesse crescere la nuova famiglia, per la cui costituzione Egli era venuto e che avrebbe dovuto svilupparsi con l'apporto di coloro che avrebbero ascoltato e osservato la sua parola (cfr Lc 11,27s). Nonostante tutta la grandezza e la gioia del primo avvio dell'attività di Gesù tu, già nella sinagoga di Nazaret, dovesti sperimentare la verità della parola sul « segno di contraddizione » (cfr Lc 4,28ss). Così hai visto il crescente potere dell'ostilità e del rifiuto che progressivamente andava affermandosi intorno a Gesù fino all'ora della croce, in cui dovesti vedere il Salvatore del mondo, l'erede di Davide, il Figlio di Dio morire come un fallito, esposto allo scherno, tra i delinquenti. Accogliesti allora la parola: « Donna, ecco il tuo figlio! » (Gv 19,26). Dalla croce ricevesti una nuova missione. A partire dalla croce diventasti madre in una maniera nuova: madre di tutti coloro che vogliono credere nel tuo Figlio Gesù e seguirlo. La spada del dolore trafisse il tuo cuore. Era morta la speranza?”

Per comprendere quanto questa truffa ha danneggiato gli Esseri Umani e le società leggiamoci “Il sogno di Scipione” (l’Emiliano) che conclude il De Repubblica di Cicerone (6, 13) tratto da “La religione Romana Arcaica” di Georges Dumezil:

“Ma affinché tu, Africano, sia più ardente nel difendere la Repubblica, persuaditi bene di questo: tutti coloro che hanno salvaguardato, soccorso, accresciuto la patria, vedono riservato a loro nel cielo un posto determinato nel quale godono felicemente della vita eterna. Poiché di tutto ciò che accade sulla terra nulla è più gradito al dio sovrano che governa l’universo, dei gruppi e delle società degli uomini uniti nel diritto, che chiamiamo città; coloro che delle città assumono su di sé la direzione e la salvezza, provengono da questi luoghi e qui ritornano.”

Questo è quanto ci racconta Cicerone.
Io, invece, voglio sapere come è morta la passione per la vita degli Esseri Umani. Confrontare ciò che afferma Cicerone con un po’ di cronaca relativa al primo stato cristiano della storia. L’Armenia!

Come divenne uno stato cristiano?

“La cristianizzazione degli Armeni avvenne ad opera di Gregorio che, convertitosi a Cesarea, cominciò a predicare la nuova religione attorno al 280 d.c., dopo la riconquista dell’Armenia ad opera di Tiridate III. A tal fine egli seppe guadagnarsi i favori prima della sorella del re, Chosroviducht, e successivamente, quelli di Tiridate stesso, secondo un modello di procedere tipico degli uomini di chiesa che amano agire dietro le sorelle, le mogli, le concubine dei principi, riuscendo, in tal modo, a manipolare meglio questi stessi e poi a “convertire” il resto dei sudditi.” .”” Storia dell’Armenia tratta da “Storia criminale del cristianesimo” di Karlheinz Deschner ed. Ariele Tomo 1

Come fu costruita la disperazione cristiana che “nata” da Maria fu la dannazione dei popoli?

“E’ certo, comunque, che l’assurgere del cristianesimo a religione di Stato si accompagnò immediatamente all’inizio delle persecuzioni contro i Pagani.
Gregorio, con la protezione e il sostegno del sovrano, attuò, insieme al suo esercito di monaci, la distruzione sistematica dei templi Pagani, edificando al loro posto chiesa cristiane dotate di cospicui beni fondiari. Ad Aschtischat (l’antica Artaxata), un importante centro dedicato al culto degli Dèi Pagani, il “mitico Gregorio” rase al suolo il tempio di Wahagn (Ercole), quello di Astlik (Venere) e di Anahit, innalzando sulle loro rovine una grandiosa chiesa cristiana, nuovo “santuario nazionale” dell’Armenia, e un palazzo. Gregorio divenne arcivescovo, la carica più importante del regno dopo quella di sovrano, e si fregiò del titolo di “catholicos”, titolo presto assunto anche dagli arcivescovi della Persia, dell’Etiopia, della penisola iberica, dell’Albania e che, in origine, indicava il detentore di una carica di prestigio nell’ambito dell’amministrazione finanziaria.” .””
Storia dell’Armenia tratta da “Storia criminale del cristianesimo” di Karlheinz Deschner ed. Ariele Tomo 1

La distruzione dei templi fu la chiusura verso il futuro. L’Armenia non ebbe più un futuro da costruire, ma poteva esistere solo saccheggiando il suo presente. Per i cristiani era necessario costruire la disperazione sociale, solo così potevano imporre la speranza nel loro dio padrone.
Ratzinger dice: “La spada del dolore trafisse il tuo cuore. Era morta la speranza?”
Gli Armeni non ebbero più futuro. Procedettero macellando e macellando.
----Fine secondo estratto------

Il discorso completo lo trovate all’indirizzo:

http://www.stregoneriapagana.it/spesalvi50.html

Cinquanta paragrafi commentati in sei mesi di lavoro. Non ho quantificato il lavoro di ricerca nel suo insieme, ma è stato notevole come notevole è stato l’impegno per portare a termine un’operazione che, all’inizio, sembrava impossibile. Ma come Pagani sappiamo che le fatiche vanno portate, nei limiti del possibile a termine e questa fatica è terminata. Ora mi posso preparare per la prossima impresa.

Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
e-mail claudiosimeoni@libero.it

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