sabato 6 giugno 2009

La tradizione del Bosco Sacro: il bosco di Ferentina e della Lega Latina.


Per quanto riguarda le antiche tradizioni del Bosco Sacro, un caso particolare riguarda il Bosco Sacro dedicato a Ferentina la divinità che coagulò la Lega Latina contro Roma. La ricerca di tale Bosco Sacro è sempre in atto e gli studiosi fanno varie ipotesi senza, tuttavia, scartare il fatto che la tradizione del Bosco Sacro sia una tradizione propria di Roma e dei Latini.
Sono stati individuati vari Boschi Sacri, dedicati a Diana, Giove, Giunone. Quello che presento è una ricerca dell’ubicazione del Bosco Sacro di Ferentina tratta da “Les Bois Sacrés – Actes du Colloque international du Centre Jean Bérard” edizione 1993



Il bosco di Ferentina sotto il monte Albano


Una serie di undici testimonianze tratta, almeno sommariamente, di questo luogo sacro alla oscura divinità di Ferentina; le fonti parlano di un lucus, di un caput aquae o di un Pherentinon dove si svolgevano riunioni dei popoli Latini. Mi è stato possibile giungere ad una identificazione della zona più soddisfacente di quelle, proposte finora grazie ad un riesame delle indicazioni delle fonti ed alla valorizzazione del rapporto tra il mito etiologico di Turno Erdonio ed il toponimo (antico ma conservatosi ancora in età medievale e moderna) di lacus Turni / Laghetto di Turno. Questo si trovava sotto Castel Savelli, sotto il mons Albanus, in una zona contornata dalla via Appia, dalla via Anziate e dalla via che univa Lavinio al santuario di Iuppiter Latiaris, passando per un altro luogo sacro, la Zolforata. L’interesse archeologico dell’area è stato confermato dal rinvenimento di una terracotta architettonica. La collocazione nella zona di Aricia sembra stabilita con sicurezza, mentre si può discutere su cosa fosse esattamente il caput aquae, sorgente o invece sbocco di emissario di laghi. L’ importanza di questo lucus sta nel fatto che esso sembra un vero suntuario federale, sede regolare di riunioni dei Latini, sia per le assemblee federali (concilia populorum Latinorum) che come luogo di raduno delle truppe della lega (Liv., 1, 52). Inoltre, almeno stando ad un passo dell’ antiquario romano Cincia, questo carattere di sede delle riunioni federali sarebbe durato dalla distruzione di Alba Longa fino al 338 a.c. I punti da ribadire sono la centralità del sito indicato rispetto ai maggiori luoghi sacri dei Latini, connessi con Alba e Lavinio, e la sua posizione topograflca presso Aricia, città che quindi da un lato poteva far riferimento al santuario di Diana Nemorense e dall’altro a questo di Ferentina.

Dall’articolo di Carmine Ampolo “Boschi sacri e culti federali: l’esempio del Lazio”


Il concetto che i luoghi di culto, pur rappresentati dai Templi, fossero, in realtà Luoghi Sacri aperti è un concetto di difficile assimilazione in ambiente monoteista. Il monoteista, il cristiano, non è aperto al mondo, ma è chiuso in sé stesso nella relazione patologica col suo dio padrone di cui, egli, è il vicario.
Riuscire a comprendere che i Pagani sono aperti al mondo, vivono nel mondo, agiscono nel mondo in base a sé stessi e alle proprie pulsioni, agli occhi del monoteista, del cristiano, diventa diabolico. Per il cristiano è diabolico e demoniaco tutto ciò che non rinchiude l’uomo nella relazione col suo dio padrone. Per il cristiano è diabolico tutto ciò che libera l’uomo dai legami della costrizione e della sottomissione.
Così per il cristiano è impossibile il mondo come LUOGO SACRO IN CUI SI SVOLGE LA SUA VITA CHE, PROPRIO PER QUESTO, ASSUME IL VALORE SACRO.
Solo la patologia psichiatrica della sottomissione al dio padrone, fatta di timore e terrore, redime il cristiano davanti al suo padrone.
Solo il coraggio con cui affrontare i grandi spazi della vita e la sua molteplicità, come il bosco nella sua rappresentazione della vita, da valore e importanza alla vita del Pagano Politeista.

06 giugno 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
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