domenica 18 dicembre 2011

L'Energia Vitale, la Religione Pagana e le considerazioni sul bosone di Higgs




Il concetto di “Energia Vitale” è un concetto proprio della Religione Pagana. Il termine sta ad indicare quella forza intrinseca alla materia e all’energia che ha la capacità di trasformare la materia e l’energia dallo stato inconsapevole in consapevolezza. Dallo stato di “caos” allo stato di separazione di sé dal mondo, percezione dello stesso e manifestazione di volontà d’esistenza mediante azioni di dilatazione e trasformazione di sé stessa nel mondo. La questione che separa la Religione Pagana da ogni altra religione oggi conosciuta, è che la Religione Pagana è una “religione senza fede”. Religione, intesa come legame emotivo dell’uomo con la vita nella quale è nato ed è divenuto. Religione, come vita in trasformazione e in continua modificazione delle relazioni fra l’individuo e gli infiniti soggetti che compongono il mondo. Religione, come relazioni dalle quali scaturiscono i soggetti divini.
Il concetto di Energia Vitale, come individuazione di quel “quid” che agisce nella materia e nell’energia capace di trasformare un “caos inconsapevole” in soggetti consapevoli, è la forza d’azione che agisce nella materia-energia (comunque noi la vogliamo considerare) come qualità della materia-energia stessa.
Mentre le religioni più conosciute attribuiscono la coscienza ad une ente esterno alla vita, la Religione Pagana attribuiscono la coscienza di ogni singolo essere come manifestazione della qualità propria della materia-energia e non antepongono nessun demiurgo o creatore all’origine della vita stessa.
La Religione Pagana guarda con simpatia la ricerca scientifica che grazie allo sviluppo tecnico-teorico incontra e approfondisce il meccanismo della formazione della materia-energia proprio nella materia-energia stessa. Il fatto che la fisica indichi delle dinamiche così complesse nella formazione della materia fin dall’origine dell’universo, la Religione Pagana lo considera una conferma dell’assunto religioso secondo cui la trasformazione dallo stato inconscio “caos” allo stato consapevole progressivo di parti della materia-energia “coscienza di sé” è una condizione propria della materia-energia costituente l’universo.
Detto questo, la Religione Pagana non entra nella disquisizione scientifica in quanto una religione definisce i legami dell’uomo con il mondo e non la verità razionale della qualità del mondo il cui compito spetta alla ricerca scientifica.
Riporto le considerazioni sul bosone di Higgs da un recente articolo del Corriere della Sera che illustra alcune condizioni sulla formazione intima della materia-energia:

La sua esistenza permette alla materia di avere una massa
Cos'è il bosone di Higgs e la sua importanza
Componente fondamentale del Modello standard, la teoria che descrive come «funziona» l'universo


Milano - Il bosone di Higgs, soprannominato "la particella di dio", è l'ultimo mattone necessario per confermare la teoria che costituisce il pilastro della fisica contemporanea, chiamata Modello standard. Il bosone di Higgs è il mediatore del campo di Higgs, che determina la massa delle particelle, quindi degli atomi e in definitiva della materia stessa e dell'universo.
MODELLO STANDARD - Il Modello standard prevede l'esistenza di tutti gli «ingredienti» fondamentali dell'universo così come lo conosciamo. Comprende dodici particelle elementari organizzate in due famiglie: i quark e i leptoni, che sono i veri e propri mattoni della materia. Il Modello standard prevede poi un'altra famiglia di dodici particelle, che sono i messaggeri delle tre forze della natura che agiscono nell'infinitamente piccolo (chiamate forza forte, elettromagnetica e debole). Di queste particelle-messaggero fanno parte, ad esempio, i componenti elementari della luce chiamati fotoni, e i gluoni, che sono la colla che unisce fra loro i mattoni della materia, come i quark all'interno del nucleo dell'atomo. «Questi 24 attori sarebbero burattini immobili se non venissero animati da qualcosa in grado di dare loro una massa», spiega il fisico teorico Antonio Masiero, della giunta esecutiva dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). A «far recitare» i 24 attori del Modello standard è il bosone di Higgs, grazie al quale le particelle cominciano a interagire fra loro e, rallentate dall'attrito, non viaggiano più alla velocità della luce e acquisiscono una massa.

13 dicembre 2011

Tratto da:
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/11_dicembre_13/scheda-bosone-higgs_38c5e966-25ae-11e1-97ba-d937a4e61a87.shtml

Noi sappiamo che la scienza non è una verità, ma è una continua ricerca del vero. Non troviamo differenze, dal punto di vista religioso, fra la ricerca di Democrito ed Epicuro sugli atomi e le attuali teorie che comprendono quark, fotoni, ecc. Come non troviamo nessuna differenza nell’elemento che beviamo sia che lo chiamiamo acqua che H2O.
Nonostante questo troviamo perfettamente rispondente la ricerca alla Religione Pagana che mette in evidenza come la ricerca della felicità, sia essa materiale che psico-emotiva, sia l’ideale che l’uomo deve perseguire rimuovendo tutti gli ostacoli che impediscono il suo vivere nel quotidiano. Come i fotoni, i gluoni i quark e il bosone di Higgs agiscono per adattamento soggettivo alle variabili oggettive che incontrano, così gli Esseri Umani agiscono e si adattano alle condizioni oggettive che incontrano nascendo. A questa azione adattativa, sommano la propria volontà d’azione, propria della coscienza, con cui scegliere ed eventualmente modificare il proprio presente come la presenza del bosone di Higgs fa interagire le particelle fra di loro, ne modifica la velocità, costringendole ad acquisire massa. Nello stesso modo gli Esseri Umani, con la loro azione nella società, modificano gli ostacoli che impediscono alla società di “acquisire massa” e arricchire l’intero corpo sociale. Come il risultato delle interazione delle varie particelle della materia è la trasformazione del loro presente, così l’azione degli Esseri Umani nella Religione Pagana ha come fine la trasformazione del presente che li induce a fondare un futuro sempre migliore per i loro figli. Mentre nelle religioni rivelate gli Esseri Umani sono sottoposti alla morale esterna che il dio padrone, il costruttore di destino, di karma o reincarnazione, stabilisce per loro, nella Religione Pagana i processi di adattamento soggettivo alle variabili oggettive incontrate è il metodo e la norma attraverso la quale costruire il futuro. Ogni futuro anche, e soprattutto, oltre la morte del corpo fisico.
Nella Religione Pagana vengono sottolineate le condizioni oggettive alle quali i soggetti rispondono nei loro processi adattativi e si sottolinea l’importanza degli strumenti attraverso i quali affrontare l’esistenza lasciando ai singoli individui la scelta di quali strumenti e in quali condizioni andare a veicolare tali strumenti per fondare il loro futuro dilatando (crescendo) sé stessi nel loro presente. Sia come singoli individui, come specie che come insieme della Natura.
Quando parliamo della Religione Pagana, parliamo di una religione “senza fede” perché non può accettare norme al di fuori del presente vissuto, del passato che ha fondato il presente e del futuro che il singolo individuo intende realizzare. Quando parliamo di Religione Pagana, non possiamo parlare di una religione di verità, ma dobbiamo parlare di una religione di libertà. Nella Religione Pagana non è la verità del dio padrone che si impone sull’uomo, ma sono i bisogni di libertà dalle costrizioni dell’uomo che si impongono agli Dèi nella costruzione di reciproci progetti di costruzione di un futuro comune.
Entra nel circuito del pensiero religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!

19 dicembre 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

I Boschi Sacri nelle Antiche Religioni e il Bosco Sacro della Religione Pagana.




Quando la Religione Pagana, nella forma espressa dalla Federazione Pagana, parla di Boschi Sacri, non lo fa per riferirsi ad una specifica tradizione antica precristiana. Lo fa per riferirsi ad ogni tradizione religiosa precristiana slegata e precedente ad ogni forma di natura “filosofica” alla Platone.
I Boschi Sacri di Roma, di Grecia, dell’Europa Centrale e settentrionale, erano i luoghi di culto, i TEMPLI, per eccellenza.
Quella sezione del mondo in cui gli Esseri Umani rappresentavano il loro rapporto, il loro legame, con l’intero universo in cui vivevano.
A Roma, questi luoghi venivano anche codificati e, nello stile romano, si stilavano leggi e regole per rispettare questi luoghi che rappresentavano il legame dell’uomo con il mondo in cui viveva: appunto, la sua religione!
Oggi troviamo questo articolo del Corriere della Sera che parla dei Boschi Sacri in cui alcune piante, lecci, nelle loro ceppaie possono avere anche 2000 anni. Questo articolo mette in evidenza come, per arrivare allo stesso rispetto dei boschi e degli ambienti naturali delle società civili, siano occorsi quasi 2000 anni. Nel 1986, la legge che istituisce il ministero dell’ambiente riproduce norme presenti in codici del 300 a.c. a dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che è stato necessario uscire dall’orrore concettuale del mondo creato dal dio padrone e donato agli uomini affinché lo saccheggino, per ripristinare un rispetto per l’ambiente da cui la vita, come noi la conosciamo, è nata e si è sviluppata.
Il tempio della Religione Pagana, non è un luogo chiuso, ma uno spazio aperto. Non è la prigione in cui il dio padrone dei cristiani o il loro Gesù imprigionano le persone, ma è il luogo da cui è nata la vita della Natura: la Natura stessa.
E’ per questo che la Federazione Pagana ha istituito il Bosco Sacro a Jesolo, Venezia, riproducendo gli antichi culti al fine di riportare l’uomo nella Natura.
Anche in questo la Religione Pagana si differenzia dalla religione cristiana. La religione cristiana rinchiude gli uomini in una galera chiamata “edificio di culto” o “chiesa”, la Religione Pagana ha il suo tempio fra alberi e terra, cielo e acqua, nei quali accendere i fuochi sacri della vita e del divenire.
Riporto l’articolo del Corriere della Sera:

FOTO: nelle foto immagini del Bosco Sacro di Jesolo - Venezia.
Identificati i lecci sacri ai romani
nel bosco di Monteluco
Sono esemplari con ceppaie di oltre duemila anni e 3 metri di diametro. Nella zona tracce di culto antichissime
MILANO - I vecchissimi lecci posti nella zona centrale del bosco di Monteluco nei pressi di Spoleto potrebbero essere gli stessi esemplari che componevano il bosco dedicato a Giove e sacro per gli antichi romani. Ma come è stato possibile testare questa ipotesi? «Innanzitutto basandosi sulle dimensioni eccezionali delle ceppaie che hanno un diametro maggiore di 3 m e dei cosiddetti polloni, cioè i cacci di piante tagliate tanti anni fa, che sembrano singoli alberi da quanto sono grandi», risponde Bartolomeo Schirone, ordinario di selvicoltura e assestamento forestale.
DATAZIONE - La disposizione geometrica ha dato inoltre il suo contributo nel riposizionare storicamente quest’area. Alcuni fusti oggi isolati facevano infatti parte di uno stesso cerchio di alberi: lo dimostra il loro patrimonio genetico identico. Da qui a pensare che appartenessero a millenarie ceppaie ormai disgregate il passo è breve. Quanti anni hanno? Le indagini dendrocronologiche che studiano gli anelli dei tronchi, la loro ampiezza e variazione, sostengono che risalgono a circa 500 anni. Segno che le ceppaie hanno un’età quattro volte superiore, intorno ai duemila anni. «La datazione con il C14 (carbonio-14), già usata per i fossili, costituirebbe la prova decisiva», dice Bartolomeo Schirone. «A tutt’oggi non è stato però possibile eseguirla per ragioni economiche». Si spera dunque nella sensibilità delle istituzioni che possano sovvenzionare questo ramo della scienza.
SCRIGNI DI BIODIVERSITÀ - Sui boschi sacri gli esperti hanno puntato ultimamente la loro attenzione perché sono serbatoi di biodiversità e perché attraverso le specie che vi si trovano si può ricostruire la storia passata della nostra vegetazione. In quello di Monteluco, a fianco dei lecci sempreverdi e delle specie arboree dominanti si trovano aceri, carpini bianchi, noccioli, meli e ciliegi selvatici, maggiociondoli, corbezzoli e arbusti come per esempio il ginepro, la ginestra, il rovo, il biancospino, il corniolo e il viburno, in armonico equilibrio tra loro, quasi a testimoniare quel silenzio e quella pace che da secoli li ha mantenuti intatti.
CENSIMENTO - Un censimento di quanti boschi sacri esistono nel nostro Paese non è stato ancora eseguito. Su base toponomastica si potrebbe tuttavia ricostruire una mappa e stabilire la loro distribuzione. Il lucus, in latino letteralmente «radura nel bosco dove passa la luce del sole», era infatti il bosco sacro per i romani. Con tale termine si ricordano il Lucus Angitiae, oggi Luco dei Marsi, consacrato alla dea Angizia dal popolo italico dei Marsi; il Lucus Maricae; il Lucus Vestae presente a Roma dietro alle case delle vergini vestali alle falde del Palatino andato in fiamme con il grande incendio del 64 d. C. Le etimologie lucus, luceri, luciniano, luconiano hanno pertanto a che fare con il concetto di bosco sacro. Nel Lazio se ne contano ancora oggi alcuni intorno a Nemi, a Viterbo, e in Abruzzo sulla Maiella. «Qui si possono trovare genotipi particolari che si sono evoluti sul posto e piante vetuste con età maggiore di quelle ritrovate in letteratura», precisa Bartolomeo Schirone. «Se sui libri il faggio può raggiungere al massimo 250 anni e il pino nero 200, in questi boschi toccano quota 600-700 anni».
La Lex luci spoletina
LEGGE - Monteluco ha stimolato in particolare la curiosità degli studiosi perché nelle sue vicinanze è stata trovata anche la lapide su cui è stata scritta la Lex Luci Spoletina, il primo esempio di norma forestale, scritta in latino arcaico e risalente al III secolo a. C., da cui ha preso spunto l’odierna legislazione sulle aree protette. «Sebbene antichissima, conteneva tutti i concetti che servivano per rispettare la natura», dice Bianca Maria Landi, dottore in progetti ambientali e forestali a Firenze. «In essa veniva detto cosa era vietato fare, la pena prevista in caso di inosservanza e chi era preposto al controllo e alla riscossione della multa stabilita». Testualmente si legge: «In questo bosco sacro nessuno osi portar via alcunché». Tutto era intoccabile: gli alberi si potevano tagliare una volta all’anno in occasione di una sorta di sacrificio alla divinità. Chi non rispettava questo divieto doveva pagare 300 assi al dicator, il magistrato che secondo alcuni aveva una funzione esclusivamente religiosa mentre per altri era colui che doveva mettere in pratica la norma facente parte del diritto pubblico a tutti gli effetti. Coeva a quest’ultima era la Lex Luci Lucerina, che a un certo punto afferma: se il divieto viene violato, «chiunque ne abbia voglia» può richiedere un rimborso al trasgressore. «Sancisce il diritto della collettività che è un concetto incredibilmente attuale», dice Bianca Maria Landi. «Da poco tempo si parla infatti di diritti diffusi, di risarcimento ambientale e di ruolo della collettività come promotrice di azione e di risoluzione del danno». È del 1986 la legge istitutrice del ministero dell’Ambiente, nel cui articolo 18 si sottolinea come le associazioni ambientalistiche possano denunciare un danno ambientale.

Manuela Campanelli
15 dicembre 2011 (modifica il 17 dicembre 2011)
Tratto da:
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/11_dicembre_15/bosco-sacro-campanelli_c8cd28da-26f8-11e1-853d-c141a33e4620.shtml?fr=box_primopiano

Il mondo è il tempio sacro della Religione Pagana. Ognuno di noi corre verso la morte, ma il mondo permane in un continuo rinnovamento perché gli Dèi nascono, si sviluppano e si trasformano in continue rinascite fino alla fine dei mutamenti dell’universo.


Entra nel circuito del pensiero religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!

18 dicembre 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
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