giovedì 25 dicembre 2014

Natura, madre e figlia di ogni essere vivente

I problemi relativi alla teologia della Religione Pagana si presentano di volta in volta a mano a mano che approfondiamo le implicazioni dell’idea religiosa della Religione Pagana.

Noi parliamo di viventi che abitano il mondo. Corpi che vivono manifestando intelligenza, scopo, progetto, determinazione, ecc. Sappiamo che ogni corpo di materia tende a manifestare una sua coscienza che non interferisce nella nostra vita perché noi abbiamo operato una separazione mediante la selezione della qualità dei fenomeni a cui concediamo accesso alla nostra coscienza e sub-coscienza. Questa selezione di fenomeni viene fatta in base alle assonanze della qualità fra ciò che noi siamo e pensiamo; mediante il tempo di espressione e con cui il fenomeno agisce su di noi, del tempo biologico d’azione, ecc.

Corpi consapevoli che agiscono e nella cui azione noi viviamo in quanto costituiscono l’oggettività funzionale per la nostra vita: il Sole, la Terra, il Mare, l’Atmosfera, ecc.
Nella formazione dell'idea religiosa relativa alla Religione Pagana, venti anni fa pensavo alla Natura nella forma di "madre Natura". In sostanza un'intelligenza che agisce alimentando equilibri e squilibri fra la specie al fine id favorire il suo sviluppo.
Questa è l'idea che emerge guardandosi attorno ed è un'idea comune nella storia della filosofia.

Il problema di ordine teologico è che la Natura non è semplicemente "madre dei viventi" della Natura, ma è contemporaneamente loro figlia e si manifesta mediante i loro corpi. Il corpo dell'Essere Natura è formato da ogni essere di ogni specie, di qualunque specie, si manifesti e si sia manifestato nella Natura.
Questa visione suscita una serie di riflessioni e apre ad una serie di conseguenze sul modo in cui pensiamo ogni singolo essere della Natura che non so bene dove andiamo a parare.
Già venti anni fa avevo quest'idea. Quando scrissi Il Sentiero d'Oro, Giove, l'Essere Atmosfera, era indicato come "padre e figlio di ogni essere".
Richiamiamo la vecchia questione se sia nato prima "l'uovo o la gallina", la Natura o i figli della Natura? Quando la prima molecola è diventata cosciente di sé stessa, in quel momento Hera è stata liberata dal tempo, Cronos, in cui era in potenza ma non in essere. D'altro canto, non possiamo pensare alla Natura come figlia in quanto è la Natura che ci comprende, non siamo noi che comprendiamo la Natura.

E' un problema teologico della Religione Pagana non da poco.
Se qualcuno chiedesse: che cosa pensa la Natura. Ciò che io penso non è ciò che pensa la Natura, ma la Natura non può prescindere da ciò che io penso. Il pensiero dell’Essere Natura comprende il mio pensiero, comprende la mia azione, comprende il disequilibrio o l’equilibrio al suo interno determinato dalla mia azione.

Se da un certo punto di vista è facile vedere questo, specialmente per quanto riguarda la natura fisica della relazione, più difficile è vedere le relazioni emotive dalle quali emergono scelte ed azioni del singolo soggetto.

Cosa significa “l’uomo che desidera nella Natura”?
Cosa significa “la natura desiderante”?

Cosa significa “soggettivare l’oggettività”?

Cosa significa usare la volontà per far “cessare i nostri desideri”?

Cosa significa separarsi dalla Natura separando i nostri desideri dai desideri della Natura ponendosi al di sopra di essa come il dio padrone e creatore della stessa?
Cosa significa pensarsi “padre e figlio”, “madre e figlia” nello stesso tempo dell’Essere Natura?
A queste domande la Religione Pagana dovrà dare delle risposte.

25 dicembre 2014


Nessun commento:

Posta un commento