mercoledì 27 maggio 2020

Riflessione sui contenuti dell'ideologia



Noi veniamo educati a pensare ad un'ideologia come ad un prodotto culturale alla quale si aderisce o che si combatte in nome di una diversa ideologia.

L'ideologia di riferimento è sempre quella educazionalmente imposta fin dalla primissima infanzia. Quell'ideologia non ci abbandonerà mai per tutta la vita. In questa ideologia, una volta che gli uomini diventano adulti, introducono delle variabili che possono sia confermare e radicalizzare l'ideologia dell'infanzia, sia modificarla introducendo un certo numero di variabili, qualitativamente e quantitativamente più o meno ampie e profonde a seconda della capacità dell'individuo di combattere contro le forze ideologiche che gli impongono quei comportamenti.

Spesso vengono proclamate delle etichette, dei nomi, ma si lascia agli spettatori il compito di immaginarne i contenuti.

Se uso l'etichetta di "comunista", che significa? Se uso l'etichetta di "cristiano" che significa? Se uso l'etichetta di "fascista", che significa? Se uso l'etichetta di "liberale", che significa?
Le persone usano le etichette, ma si astengono dal definirne i contenuti. In questo modo possono creare conflitto e impedire il dialogo sui contenuti che le varie etichette indicano.
Ogni etichetta parla di "libertà", ma che cosa intendono per libertà le singole etichette?

Nel cristianesimo, la libertà di Dio (per estensione chi lo rappresenta) è quella di uccidere gli uomini?

Nel comunismo, la libertà del comunista è quella di "portarti via la casa"?

Nel fascismo, la libertà del fascista è quella di essere una razza padrona, alimentare il colonialismo e manganellare gli avversari politici?

Nel liberalismo, la libertà è quella del capitalista di trafficare in schiavi senza dover rispondere ad una legge?

Chi nasconde i contenuti dell'ideologia che proclama, non lo fa "per brevità del discutere", ma per ingannare, truffare, nascondere le proprie intenzioni che maschera proclamando un'etichetta e rimanendo nel vago.

Prendiamo ad esempio Umberto Eco. Scrive "Il nome della Rosa" e come inquisitore prende la figura di Bernardo Gui. Un torturatore e assassino che nella sua ideologia filosofica rappresenta il reale atteggiamento della chiesa cattolica contro eretici, ebrei, streghe e quant'altro desunto dai suoi libri sacri. Il cattolicesimo di quell'epoca, e di questa, è quello manifestato nelle azioni dal vescovo Bernardo Gui. Ma ad Umberto Eco il cattolicesimo rappresentato da Bernardo Gui non piace, così immagina una provvidenza divina che agendo fra le masse "ignoranti" le fa ribellare fino ad uccidere Bernardo Gui.

Il cattolicesimo d Umberto Eco vuole che Dio neghi il cattolicesimo di Bernardo Gui. Così Eco lavora di fantasia, ma la sua fantasia è un delirio. Bernardo Gui non è linciato dalle masse come piace ad Eco, ma muore serenamente, anziano, nel suo letto per aver macellato decine di persone a maggior gloria del suo Dio e del Dio di Umberto Eco.

Umberto Eco non discute dell'ideologia cristiana, è come Bernardo Gui, e quando deve parlare di bestemmie, bestemmia Giove e Venere perché tanto i Pagani non esistono: come Bernardo Gui.
Questa riflessione serve per aprire una premessa: che cos'è l'ideologia Pagana? Ma soprattutto quali sono le variazioni che l'ideologia Pagana può introdurre in una società che pratica la violenza per imporre l'ideologia assolutista cristiana?

Noi Pagani, che cosa vogliamo?

Volgiamoci ai contenuti di ciò che vogliamo e non diamo per scontato che il nostro interlocutore capisca perché noi, come Pagani, non abbiamo interesse ad essere fraintesi. Non non possiamo usare l'etichetta di "Pagano"" e lasciare che gli altri, con la loro fantasia, pensino che noi siamo ciò che loro vogliono che noi siamo.

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