Lei dice:
Simeoni esprime questo concetto per mezzo del “giudizio di necessità”, ossia un giudizio privato del suo carattere “normativo” e ridimensionato al suo ruolo pratico, di mezzo provvisorio e mutevole per indirizzare le azioni in base al proprio intento. Ma questo “giudizio di necessità” coincide allora col giudizio tout court, correttamente inteso. Infatti un retto giudizio non ha mai la pretesa di essere assoluto o immutabile, ma è cosciente dei suoi limiti.
Davvero? Tutto l’oscurantismo contro cui lottarono gli illuministi ebbe origine dalle farneticazioni. “In verità, in verità vi dico....”. Milioni di persone vennero macellate e ancor oggi quasi nessuna ragione riesce ad esprimere concetti che non derivino da un apriori secondo cui un dio pazzo e cretino ha creato il mondo. Ancor oggi, nel definire noi stessi come Esseri Umani non riusciamo a vedere i nostri avi come esseri Unicellulari che nuotano in un ipotetico brodo primordiale. Non riusciamo a vedere i nostri antenati umani come dei piccoli topi che si cibano di uova di dinosauro. Ancor oggi usiamo il termine “uomo primitivo” per significare un primitivismo culturale dell’uomo creato da un dio padrone.
Oggi sappiamo che il giudizio che noi diamo è relativo. Razionalmente lo sappiamo, nella nostra ragione il giudizio si produce solo come soddisfazione della ragione stessa nell’ergersi ad assoluto. E’ sufficiente osservare due tifosi di calcio impregnati di calcio di due squadre avverse che discutono della partita: tutti e due dicono che spaccare le gambe all’attaccante avversario non è giusto, salvo giustificare il proprio difensore quando interviene pesantemente sull’attaccante avversario. Tutti sappiamo che non bisogna bruciare le persone che hanno idee diverse, ma i cattolici hanno sempre bruciato le persone che non la pensano come loro e, recentemente, hanno partecipato attivamente al macello degli irakeni per imporre ai musulmani la religione cristiana.
La forma con cui si presenta la ragione di un individuo è una forma ingannevole. E’ un po’ come i cristiani ai quali chiedo come può essere “buono” il loro Gesù che pretende di essere il mio padrone, impossessarsi del mio corpo e distruggere la mia vita. Nella loro ragione Gesù è sicuramente buono, ma il giudizio che emettono è un inganno: è il loro giudizio di necessità di una ragione che vive di assoluto e di onnipotenza, ma che non mi può mettere sul rogo (almeno per ora).
Lei dice:
Insomma, non c'è da sospendere il giudizio, ma l'attività coatta di processi pseudo-razionali, pensieri caotici o ossessivi, che interferiscono con la percezione, e l'azione di censura preventiva esercitata dai condizionamenti sociali. La ragione, da parte sua, si limita a elaborare la percezione senza pre-dirigerla (a meno che non si voglia coscientemente focalizzare un determinato aspetto).
Mi fa paura quando una persona dice questo. Chi decide quali sono le “.attività coatta di processi pseudo-razionali.”? Oppure, chi decide per le persone quali sono “.pensieri caotici o ossessivi”? E ancora, chi decide che cos’è percezione e che cos’è allucinazione, illusione, ecc.? Chi decide che cos’è il “.condizionamenti sociali.”? Io lo posso dire argomentando, perché con l’argomento inizio e nell’argomento chiudo la mia azione. Ma quando diventa un diritto del dio padrone o di qualche istituzione che si identifica col dio padrone, allora, quello che dici è fonte di strage e genocidio. Dal dio padrone, dalla morale biblica che vuole dire agli uomini che cosa fare o non fare, si macellano i sacerdoti di Baal: si macellano milioni di uomini in Europa, Africa, Asia ed America Latina; nascono i campi di sterminio nazisti e i campi di lavoro dei gulag sovietici, il genocidio dell’Uganda e lo stupro di milioni di bambini ad opera della chiesa cattolica.
Quando si sospende il giudizio lo si fa per aprire le porte dell’intuizione profonda e per far sì che gli strumenti psichici che la percezione profonda ha in comune con la patologia psichiatrica nell’attivarsi non creino inganno. In altre parole, non possiamo ingannarci percependo la luce e proiettando su di essa l’educazione che ci costringe a formulare un giudizio fonte del desiderio patologico che porta le persone a dire “ho visto la madonna”. Non possiamo confondere patologia psichiatrica con percezione.
Lei dice:
La ragione ha i mezzi, non solo per emettere giudizi, ma anche per emettere giudizi sui suoi stessi giudizi. Quindi per giudicare l'attendibilità dei suoi giudizi.
Questo è un errore che nasce dalla credenza. E’ l’errore della fede manifestata da una ragione che ha già rinunciato a modificare sé stessa. La modificazione dei giudizi di questa ragione avviene solo nei limiti dei preconcetti educazionalmete imposti che nell’individuo suonano come naturali. Il giudizio emesso dalla coscienza dell’individuo manifesta nella sua quotidianità. Quando io affermavo che Gesù ordina di scannare le persone che non si mettevano in ginocchio, decine di persone cattoliche vennero a trovarmi con la loro bibbia per farsi indicare dove stava scritto: lo avevano letto migliaia di volte, ma non ne avevano compreso il significato. La loro ragione aveva cancellato l’imput nella ferrea convinzione che il loro Gesù, loro stesse, non lo potevano fare. Solo il mio intervento, espresso emotivamente con la rabbia di ciò che questo aveva implicato nella storia, aveva scosso la loro coscienza. C’è un ambito in cui i giudizi possono modificarsi: un cattolico si può convertire all’islam. Ma è sempre un ambito ristretto nella struttura patologica del soggetto le cui emozioni sono imprigionate in una fede emotiva che lo costringe ad essere un tifoso, anziché un attore sulla scena della vita.
Quando Lei dice:
La ragione sa di disporre solo di un numero limitato di informazioni estratte da una banca dati illimitata. Sa quindi che i suoi giudizi hanno sempre un margine di fallacia, una percentuale di probabilità di esser veri e una complementare probabilità di esser falsi. E' anche quel 'vero' è relativo, è sempre parziale, e quindi mai “vero al cento per cento”.
La sua è una posizione assolutamente soggettiva e non oggettivabile. Quando Lei ha a che fare con la ragione di uno schizofrenico, come del resto la sua ragione, comprende l’esistenza di una limitatezza soltanto rispetto al già conosciuto o all’immaginabile partendo dal già conosciuto. Una ragione cattolica può passare dal dio padrone dei cattolici all’Allah dei musulmani, ma non può negare tale oggetto se non negando sé stessa come ragione. Tutto ciò che non appartiene alla logica che abbia come pensiero aprioristico il dio padrone, o Allah, per la ragione del cristiano non esiste: e tale ragione è sorretta da una partecipazione emotiva che porta il cristiano a tifare e a cercare e aggredire ossessivamente chi nega la sua assolutezza.
Per la ragione non esiste ciò che la ragione non conosce e non comprende all’interno della sua descrizione: ciò che non è verbo (logos) non esiste!
Il suo discorso ha una qualche forma solo nelle relazione di oggetti già considerati, schedati e catalogati, dalla sua ragione. E’ come per il principio di galleggiamento che consentì di costruire navi in metallo cosa che cozzava contro ogni idea di ragione comune per quei tempi. Ancor oggi esiste un giochino di inganno psicologico che consiste nel chiedere al proprio interlocutore se pesa di più un chilo di ferro o un chilo di paglia. L’attenzione dell’interlocutore, che nel suo abitare il mondo valuta gli oggetti in base a volume e consistenza, scambia l’uguaglianza di peso come un’uguaglianza di volume e immagina la diversità nel peso specifico fra i due oggetti. Però sono le parole che ingannano in quanto le parole si inseriscono nell’abitare il mondo in cui le persone hanno costruito delle relazioni funzionali fra sé e il mondo senza l’uso della matematica.
Se nell’affermazione “E' anche quel 'vero' è relativo, è sempre parziale, e quindi mai “vero al cento per cento” ci fosse del vero oggettivo in quello che dice Lei, per duemila anni non ci si sarebbe sottomessi ad un povero demente che andava farneticando “In verità, in verità vi dico....” in quanto lui era la verità fatta carne, logos, parola, ragione.
CONTINUA
Vedi le altre parti:
Testo originale di chi contesta il concetto di ragione dei Pagani;
http://federazionepagana.blogspot.com/2010/12/il-crogiolo-dello-stregone-e-alcune.html
Obbiezioni pagane Prima Parte
http://federazionepagana.blogspot.com/2011/01/la-stregoneria-commenta-le-idee-comuni.html
Obbiezioni Pagane Seconda parte
http://federazionepagana.blogspot.com/2011/01/seconda-parte-la-stregoneria-commenta.html
Entra nel circuito del pensiero religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!
01 febbraio 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it
Simeoni esprime questo concetto per mezzo del “giudizio di necessità”, ossia un giudizio privato del suo carattere “normativo” e ridimensionato al suo ruolo pratico, di mezzo provvisorio e mutevole per indirizzare le azioni in base al proprio intento. Ma questo “giudizio di necessità” coincide allora col giudizio tout court, correttamente inteso. Infatti un retto giudizio non ha mai la pretesa di essere assoluto o immutabile, ma è cosciente dei suoi limiti.
Davvero? Tutto l’oscurantismo contro cui lottarono gli illuministi ebbe origine dalle farneticazioni. “In verità, in verità vi dico....”. Milioni di persone vennero macellate e ancor oggi quasi nessuna ragione riesce ad esprimere concetti che non derivino da un apriori secondo cui un dio pazzo e cretino ha creato il mondo. Ancor oggi, nel definire noi stessi come Esseri Umani non riusciamo a vedere i nostri avi come esseri Unicellulari che nuotano in un ipotetico brodo primordiale. Non riusciamo a vedere i nostri antenati umani come dei piccoli topi che si cibano di uova di dinosauro. Ancor oggi usiamo il termine “uomo primitivo” per significare un primitivismo culturale dell’uomo creato da un dio padrone.
Oggi sappiamo che il giudizio che noi diamo è relativo. Razionalmente lo sappiamo, nella nostra ragione il giudizio si produce solo come soddisfazione della ragione stessa nell’ergersi ad assoluto. E’ sufficiente osservare due tifosi di calcio impregnati di calcio di due squadre avverse che discutono della partita: tutti e due dicono che spaccare le gambe all’attaccante avversario non è giusto, salvo giustificare il proprio difensore quando interviene pesantemente sull’attaccante avversario. Tutti sappiamo che non bisogna bruciare le persone che hanno idee diverse, ma i cattolici hanno sempre bruciato le persone che non la pensano come loro e, recentemente, hanno partecipato attivamente al macello degli irakeni per imporre ai musulmani la religione cristiana.
La forma con cui si presenta la ragione di un individuo è una forma ingannevole. E’ un po’ come i cristiani ai quali chiedo come può essere “buono” il loro Gesù che pretende di essere il mio padrone, impossessarsi del mio corpo e distruggere la mia vita. Nella loro ragione Gesù è sicuramente buono, ma il giudizio che emettono è un inganno: è il loro giudizio di necessità di una ragione che vive di assoluto e di onnipotenza, ma che non mi può mettere sul rogo (almeno per ora).
Lei dice:
Insomma, non c'è da sospendere il giudizio, ma l'attività coatta di processi pseudo-razionali, pensieri caotici o ossessivi, che interferiscono con la percezione, e l'azione di censura preventiva esercitata dai condizionamenti sociali. La ragione, da parte sua, si limita a elaborare la percezione senza pre-dirigerla (a meno che non si voglia coscientemente focalizzare un determinato aspetto).
Mi fa paura quando una persona dice questo. Chi decide quali sono le “.attività coatta di processi pseudo-razionali.”? Oppure, chi decide per le persone quali sono “.pensieri caotici o ossessivi”? E ancora, chi decide che cos’è percezione e che cos’è allucinazione, illusione, ecc.? Chi decide che cos’è il “.condizionamenti sociali.”? Io lo posso dire argomentando, perché con l’argomento inizio e nell’argomento chiudo la mia azione. Ma quando diventa un diritto del dio padrone o di qualche istituzione che si identifica col dio padrone, allora, quello che dici è fonte di strage e genocidio. Dal dio padrone, dalla morale biblica che vuole dire agli uomini che cosa fare o non fare, si macellano i sacerdoti di Baal: si macellano milioni di uomini in Europa, Africa, Asia ed America Latina; nascono i campi di sterminio nazisti e i campi di lavoro dei gulag sovietici, il genocidio dell’Uganda e lo stupro di milioni di bambini ad opera della chiesa cattolica.
Quando si sospende il giudizio lo si fa per aprire le porte dell’intuizione profonda e per far sì che gli strumenti psichici che la percezione profonda ha in comune con la patologia psichiatrica nell’attivarsi non creino inganno. In altre parole, non possiamo ingannarci percependo la luce e proiettando su di essa l’educazione che ci costringe a formulare un giudizio fonte del desiderio patologico che porta le persone a dire “ho visto la madonna”. Non possiamo confondere patologia psichiatrica con percezione.
Lei dice:
La ragione ha i mezzi, non solo per emettere giudizi, ma anche per emettere giudizi sui suoi stessi giudizi. Quindi per giudicare l'attendibilità dei suoi giudizi.
Questo è un errore che nasce dalla credenza. E’ l’errore della fede manifestata da una ragione che ha già rinunciato a modificare sé stessa. La modificazione dei giudizi di questa ragione avviene solo nei limiti dei preconcetti educazionalmete imposti che nell’individuo suonano come naturali. Il giudizio emesso dalla coscienza dell’individuo manifesta nella sua quotidianità. Quando io affermavo che Gesù ordina di scannare le persone che non si mettevano in ginocchio, decine di persone cattoliche vennero a trovarmi con la loro bibbia per farsi indicare dove stava scritto: lo avevano letto migliaia di volte, ma non ne avevano compreso il significato. La loro ragione aveva cancellato l’imput nella ferrea convinzione che il loro Gesù, loro stesse, non lo potevano fare. Solo il mio intervento, espresso emotivamente con la rabbia di ciò che questo aveva implicato nella storia, aveva scosso la loro coscienza. C’è un ambito in cui i giudizi possono modificarsi: un cattolico si può convertire all’islam. Ma è sempre un ambito ristretto nella struttura patologica del soggetto le cui emozioni sono imprigionate in una fede emotiva che lo costringe ad essere un tifoso, anziché un attore sulla scena della vita.
Quando Lei dice:
La ragione sa di disporre solo di un numero limitato di informazioni estratte da una banca dati illimitata. Sa quindi che i suoi giudizi hanno sempre un margine di fallacia, una percentuale di probabilità di esser veri e una complementare probabilità di esser falsi. E' anche quel 'vero' è relativo, è sempre parziale, e quindi mai “vero al cento per cento”.
La sua è una posizione assolutamente soggettiva e non oggettivabile. Quando Lei ha a che fare con la ragione di uno schizofrenico, come del resto la sua ragione, comprende l’esistenza di una limitatezza soltanto rispetto al già conosciuto o all’immaginabile partendo dal già conosciuto. Una ragione cattolica può passare dal dio padrone dei cattolici all’Allah dei musulmani, ma non può negare tale oggetto se non negando sé stessa come ragione. Tutto ciò che non appartiene alla logica che abbia come pensiero aprioristico il dio padrone, o Allah, per la ragione del cristiano non esiste: e tale ragione è sorretta da una partecipazione emotiva che porta il cristiano a tifare e a cercare e aggredire ossessivamente chi nega la sua assolutezza.
Per la ragione non esiste ciò che la ragione non conosce e non comprende all’interno della sua descrizione: ciò che non è verbo (logos) non esiste!
Il suo discorso ha una qualche forma solo nelle relazione di oggetti già considerati, schedati e catalogati, dalla sua ragione. E’ come per il principio di galleggiamento che consentì di costruire navi in metallo cosa che cozzava contro ogni idea di ragione comune per quei tempi. Ancor oggi esiste un giochino di inganno psicologico che consiste nel chiedere al proprio interlocutore se pesa di più un chilo di ferro o un chilo di paglia. L’attenzione dell’interlocutore, che nel suo abitare il mondo valuta gli oggetti in base a volume e consistenza, scambia l’uguaglianza di peso come un’uguaglianza di volume e immagina la diversità nel peso specifico fra i due oggetti. Però sono le parole che ingannano in quanto le parole si inseriscono nell’abitare il mondo in cui le persone hanno costruito delle relazioni funzionali fra sé e il mondo senza l’uso della matematica.
Se nell’affermazione “E' anche quel 'vero' è relativo, è sempre parziale, e quindi mai “vero al cento per cento” ci fosse del vero oggettivo in quello che dice Lei, per duemila anni non ci si sarebbe sottomessi ad un povero demente che andava farneticando “In verità, in verità vi dico....” in quanto lui era la verità fatta carne, logos, parola, ragione.
CONTINUA
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Testo originale di chi contesta il concetto di ragione dei Pagani;
http://federazionepagana.blogspot.com/2010/12/il-crogiolo-dello-stregone-e-alcune.html
Obbiezioni pagane Prima Parte
http://federazionepagana.blogspot.com/2011/01/la-stregoneria-commenta-le-idee-comuni.html
Obbiezioni Pagane Seconda parte
http://federazionepagana.blogspot.com/2011/01/seconda-parte-la-stregoneria-commenta.html
Entra nel circuito del pensiero religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!
01 febbraio 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
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