mercoledì 12 ottobre 2011

La scienza costretta a riconoscere Madre Temi nei bambini fin dall'età di un anno e 5 mesi



FOTO: La violenza nei confronti dell'infanzia ha un infinito numero di sfacettature, ma tutte partono dal presupposto che qualsiasi cosa si faccia non si può cambiare la creazione del dio padrone. Per questo la violenza sull'infanzia diventa prassi, normalità. Anche se spesso non ha la connotazione sessuale, ha sempre la connotazione della repressione pulsionale e la finalità di ottenere sottomissione ed obbedienza: questa attività, sia consapevole che inconsapevole, si chiama sempre: STUPRO!


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Il senso di giustizia nelle persone è calato da Padre Zeus attraverso Madre Temi fra gli Esseri della Natura in quanto Esseri della Natura e non in quanto soggetti razionali. La dimostrazione che la giustizia è uno degli elementi fondanti la vita si è già riscontrata fra i mammiferi che vivono in branco. I branchi dei lupi hanno precise regole di giustizia. Recentemente sono state analizzate, ma già erano intuite da moltissimo tempo come aveva sottolineato Kipling nel Libro della Giungla. Qualche anno fa si era scoperto che il bisogno di giustizia e di ripristino della giustizia, chiamato erroneamente vendetta, accende la sede del corpo cingolato nel cervello.
Il concetto di giustizia ed ingiustizia è una veicolazione di tensioni psichiche in adattamento all’ambiente in cui viviamo. Un bisogno emotivo che l’educazione veicola. Un bisogno emotivo talmente profondo che i ricercatori dei comportamenti nella prima infanzia hanno dovuto far retrocedere le idee preconcette, che spacciavano per scienza, sulla capacità dei bambini di agire all’interno di scelte di giustizia o altruismo di quasi 6 anni collocando l’espressione consapevole della pulsione ad un anno e 5 mesi. Esperimenti comportamentali con bambini più piccoli appaiono piuttosto difficoltosi in quanto l’espressione della pulsione deve inserirsi nelle categorie razionali altrimenti i ricercatori non sanno riconoscerla, tanto più i bambini sono piccoli e tanto più la soluzione dei loro problemi attiene alla sfera delle relazioni emotive.
Riporto la cronaca dell’esperimento:


PSICOLOGIA: EQUITA' E ALTRUISMO SI SVILUPPANO GIA' A 15 MESI
12 ottobre 2011, 13:20

(ANSA) - ROMA, 12 OTT - Intuire che la distribuzione di un pasto e' iniqua o mettere a disposizione un proprio oggetto per il benessere di qualcun altro sono caratteristiche che si sviluppano molto presto. Gia' a 15 mesi, un bambino ha le potenzialita' per essere equo ed altruista. Uno studio americano ha anticipato di molto la comparsa di queste consapevolezze che, finora venivano attribuite a bambini piu' grandi, di 6 o 7 anni.

L'esperimento, pubblicato sulla versione on line della rivista Plos One e svolto in collaborazione tra il Max-Planck-Institut per l'antropologia evoluzionistica e l'Universita' di Washington, ha descritto il comportamento di 47 bambini di 15 mesi. In una fase dello studio, i bimbi hanno guardato due brevi video. Nel primo, uno ricercatore distribuiva cracker a due colleghi, una volta in modo equo e la seconda dandone di piu' a uno dei due. Nel secondo filmato, la stessa duplice scena veniva riprodotta con del latte al posto dei craker. I bambini hanno passato piu' tempo a osservare i video quando le porzioni erano eque. In una seconda fase dell'esperimento e' stato fatto scegliere a ciascun bambino una sola tra due costruzioni, da quel momento considerata il gioco preferito. All'intervento di un ricercatore che chiedeva di avere un gioco, un terzo dei piccoli ha consegnato la costruzione scelta, un terzo ha offerto un altro gioco e l'ultimo terzo si e' rifiutato di condividerli entrambi.(ANSA).

Tratto da:
http://ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2011/10/12/visualizza_new.html_673258042.html




La violenza dell’ingiustizia subita, porta i bambini a manipolare di conseguenza le loro risposte al mondo in un’età in cui il ricordo razionale non si fissa. Rimangono comportamenti inadeguati che i cristiani criminalizzano affermando che è l’individuo malvagio e non loro che lo hanno costretto ad adattarsi alla loro violenza. Come si fa a processare il cattolico per violenza ai bambini se le azioni di ingiustizia, imposte dall’educatore cattolico, vengono vissute dai bambini nella primissima infanzia costringendoli a modellare comportamenti conseguenziali e, spesso, socialmente distruttivi?
Le responsabilità del terrore cristiano restano. Restano nei principi dogmatici di una religione che gestisce i comportamenti di adulti che considerano il bambino puro oggetto di possesso. Restano le ingiustizie e gli atti di violenza ricevuti da bambini di un anno e mezzo che li rendono adulti incapaci di affrontare in maniera adeguata il loro futuro danneggiano spesso la società tutta.

Entra nel circuito del pensiero religioso, sociale, economico ed etico della Religione Pagana!

13 ottobre 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
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30175 – Marghera Venezia
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