Dioniso ha un “lato oscuro”?
L’ebbrezza come dio; il piacere del vivere; la vita come piacere. La vita, può avere un lato oscuro?
Se la vita ha un lato oscuro, deve essere NON-VITA. La vita che nega sé stessa.
La vita finalizzata per qualche cosa che sia esterno ed estraneo alla vita.
Il lato oscuro della vita è la vita finalizzata per qualche cosa esterno ed estraneo alla vita. Un qualche cosa di esterno ed estraneo alla vita che si impone alla vita come fine e scopo della vita stessa.
Il lato oscuro della vita è la negazione della vita.
Il lato oscuro di Dioniso è la negazione degli intenti di Dioniso; è il Dioniso asservito a ciò che non è Dioniso.
Dioniso è la vita che si trasforma e che si dilata nel presente all’interno di un’ebbrezza emotiva che porta il soggetto ad espandersi nel mondo in cui è nato.
Dioniso si manifesta nelle trasformazioni di ogni soggetto. Quelle trasformazioni che fanno sì che l’uovo, l’utero e il seme, siano portatori di un nuovo soggetto. In ogni fase qualcosa rinasce da ciò che muore, ma per rinascere il morire va cercato all’interno dell’ebbrezza della vita.
Come ogni ebbrezza emotiva capace di travolgere il soggetto, può capitare, che il soggetto fissi il “momento vissuto”.
Il soggetto non vive più per l’espansione, ma la trasformazione, l’espansione, inducono nel soggetto la paura di perdere il godimento dell’attimo presente. Così il soggetto tende a conservare l’attimo presente considerando qual piacere come “insuperabile” o sufficiente.
Quello è il lato oscuro di Dioniso. Dioniso che si ferma all’ebbrezza nel presente.
Lo vediamo in molte persone. Persone che vogliono essere eternamente giovani; eternamente ubriache; eternamente inconsapevoli; eternamente drogate; eternamente padrone; eternamente ricche; eternamente...
Come se l’attimo che vivono dovesse essere conservato in terno.
Da qui l’idea di “ritorno all’utero” o ritorno al “buon vecchio tempo antico” o ad una “età dell’oro”; quando la proiezione dell’attimo presente, di fatto, non è più in grado di produrre il piacere ma costringe l’individuo a piegarsi su sé stesso in quanto non più capace di affrontare il futuro o i cambiamenti che il mondo gli presenta.
Il lato oscuro di Dioniso è rappresentato da tutte le giustificazioni che i soggetti organizzano per non agire in funzione del mondo; per non rispondere in maniera costruttiva o determinante alle sollecitazioni del mondo e della vita; per non cercare il piacere oltre il piacere appena vissuto. Per non cercare il piacere oltre ai sensi e alle modalità conosciute o abitudinarie.
Quando ci si riferisce alla vita, si conserva il proprio stato soggettivo solo quando si distrugge sé stessi.
La conservazione e le strategie per conservarsi uguali nonostante un mondo cambi e ci solleciti ad agire; è il lato oscuro di Dioniso.
Quando questo lato diventa socialmente distruttivo, impone al mondo di non modificarsi, di non cambiare. Il lato oscuro di Dioniso violenta il mondo affinché il mondo non cambi e non costringa, attraverso il suo cambiare, il soggetto a modificarsi.
“Perché viviamo?”; “Qual è il fine e il significato della vita?”; “Cosa cerchiamo vivendo?”; “Cosa facciamo su questo mondo?”; sono espressioni del lato oscuro di Dioniso che deve porre degli intenti alla vita al di fuori della vita stessa. Sono quesiti che vengono fatti dall’individuo per cercare oggetti dai quali essere dipendente; rassicurazioni nella propria vita.
Poi, il lato oscuro di Dioniso si materializza.
E qualcuno dice. “Vivi per servire me!”; “Io sono il signore dio tuo e non avrai altro dio fuori di me!”; “Questo è il pane della vita, chi mangia questo pane vivrà in eterno!”.
Così la vita muore su sé stessa e quando i titani fanno a pezzi il corpo consumandolo nella vecchiaia o esplodendolo nelle contraddizioni dell’esistenza; nessun Dioniso può rinascere e continuare ad esistere.
26 aprile 2009
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
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