domenica 18 dicembre 2011

L'Energia Vitale, la Religione Pagana e le considerazioni sul bosone di Higgs




Il concetto di “Energia Vitale” è un concetto proprio della Religione Pagana. Il termine sta ad indicare quella forza intrinseca alla materia e all’energia che ha la capacità di trasformare la materia e l’energia dallo stato inconsapevole in consapevolezza. Dallo stato di “caos” allo stato di separazione di sé dal mondo, percezione dello stesso e manifestazione di volontà d’esistenza mediante azioni di dilatazione e trasformazione di sé stessa nel mondo. La questione che separa la Religione Pagana da ogni altra religione oggi conosciuta, è che la Religione Pagana è una “religione senza fede”. Religione, intesa come legame emotivo dell’uomo con la vita nella quale è nato ed è divenuto. Religione, come vita in trasformazione e in continua modificazione delle relazioni fra l’individuo e gli infiniti soggetti che compongono il mondo. Religione, come relazioni dalle quali scaturiscono i soggetti divini.
Il concetto di Energia Vitale, come individuazione di quel “quid” che agisce nella materia e nell’energia capace di trasformare un “caos inconsapevole” in soggetti consapevoli, è la forza d’azione che agisce nella materia-energia (comunque noi la vogliamo considerare) come qualità della materia-energia stessa.
Mentre le religioni più conosciute attribuiscono la coscienza ad une ente esterno alla vita, la Religione Pagana attribuiscono la coscienza di ogni singolo essere come manifestazione della qualità propria della materia-energia e non antepongono nessun demiurgo o creatore all’origine della vita stessa.
La Religione Pagana guarda con simpatia la ricerca scientifica che grazie allo sviluppo tecnico-teorico incontra e approfondisce il meccanismo della formazione della materia-energia proprio nella materia-energia stessa. Il fatto che la fisica indichi delle dinamiche così complesse nella formazione della materia fin dall’origine dell’universo, la Religione Pagana lo considera una conferma dell’assunto religioso secondo cui la trasformazione dallo stato inconscio “caos” allo stato consapevole progressivo di parti della materia-energia “coscienza di sé” è una condizione propria della materia-energia costituente l’universo.
Detto questo, la Religione Pagana non entra nella disquisizione scientifica in quanto una religione definisce i legami dell’uomo con il mondo e non la verità razionale della qualità del mondo il cui compito spetta alla ricerca scientifica.
Riporto le considerazioni sul bosone di Higgs da un recente articolo del Corriere della Sera che illustra alcune condizioni sulla formazione intima della materia-energia:

La sua esistenza permette alla materia di avere una massa
Cos'è il bosone di Higgs e la sua importanza
Componente fondamentale del Modello standard, la teoria che descrive come «funziona» l'universo


Milano - Il bosone di Higgs, soprannominato "la particella di dio", è l'ultimo mattone necessario per confermare la teoria che costituisce il pilastro della fisica contemporanea, chiamata Modello standard. Il bosone di Higgs è il mediatore del campo di Higgs, che determina la massa delle particelle, quindi degli atomi e in definitiva della materia stessa e dell'universo.
MODELLO STANDARD - Il Modello standard prevede l'esistenza di tutti gli «ingredienti» fondamentali dell'universo così come lo conosciamo. Comprende dodici particelle elementari organizzate in due famiglie: i quark e i leptoni, che sono i veri e propri mattoni della materia. Il Modello standard prevede poi un'altra famiglia di dodici particelle, che sono i messaggeri delle tre forze della natura che agiscono nell'infinitamente piccolo (chiamate forza forte, elettromagnetica e debole). Di queste particelle-messaggero fanno parte, ad esempio, i componenti elementari della luce chiamati fotoni, e i gluoni, che sono la colla che unisce fra loro i mattoni della materia, come i quark all'interno del nucleo dell'atomo. «Questi 24 attori sarebbero burattini immobili se non venissero animati da qualcosa in grado di dare loro una massa», spiega il fisico teorico Antonio Masiero, della giunta esecutiva dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). A «far recitare» i 24 attori del Modello standard è il bosone di Higgs, grazie al quale le particelle cominciano a interagire fra loro e, rallentate dall'attrito, non viaggiano più alla velocità della luce e acquisiscono una massa.

13 dicembre 2011

Tratto da:
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/11_dicembre_13/scheda-bosone-higgs_38c5e966-25ae-11e1-97ba-d937a4e61a87.shtml

Noi sappiamo che la scienza non è una verità, ma è una continua ricerca del vero. Non troviamo differenze, dal punto di vista religioso, fra la ricerca di Democrito ed Epicuro sugli atomi e le attuali teorie che comprendono quark, fotoni, ecc. Come non troviamo nessuna differenza nell’elemento che beviamo sia che lo chiamiamo acqua che H2O.
Nonostante questo troviamo perfettamente rispondente la ricerca alla Religione Pagana che mette in evidenza come la ricerca della felicità, sia essa materiale che psico-emotiva, sia l’ideale che l’uomo deve perseguire rimuovendo tutti gli ostacoli che impediscono il suo vivere nel quotidiano. Come i fotoni, i gluoni i quark e il bosone di Higgs agiscono per adattamento soggettivo alle variabili oggettive che incontrano, così gli Esseri Umani agiscono e si adattano alle condizioni oggettive che incontrano nascendo. A questa azione adattativa, sommano la propria volontà d’azione, propria della coscienza, con cui scegliere ed eventualmente modificare il proprio presente come la presenza del bosone di Higgs fa interagire le particelle fra di loro, ne modifica la velocità, costringendole ad acquisire massa. Nello stesso modo gli Esseri Umani, con la loro azione nella società, modificano gli ostacoli che impediscono alla società di “acquisire massa” e arricchire l’intero corpo sociale. Come il risultato delle interazione delle varie particelle della materia è la trasformazione del loro presente, così l’azione degli Esseri Umani nella Religione Pagana ha come fine la trasformazione del presente che li induce a fondare un futuro sempre migliore per i loro figli. Mentre nelle religioni rivelate gli Esseri Umani sono sottoposti alla morale esterna che il dio padrone, il costruttore di destino, di karma o reincarnazione, stabilisce per loro, nella Religione Pagana i processi di adattamento soggettivo alle variabili oggettive incontrate è il metodo e la norma attraverso la quale costruire il futuro. Ogni futuro anche, e soprattutto, oltre la morte del corpo fisico.
Nella Religione Pagana vengono sottolineate le condizioni oggettive alle quali i soggetti rispondono nei loro processi adattativi e si sottolinea l’importanza degli strumenti attraverso i quali affrontare l’esistenza lasciando ai singoli individui la scelta di quali strumenti e in quali condizioni andare a veicolare tali strumenti per fondare il loro futuro dilatando (crescendo) sé stessi nel loro presente. Sia come singoli individui, come specie che come insieme della Natura.
Quando parliamo della Religione Pagana, parliamo di una religione “senza fede” perché non può accettare norme al di fuori del presente vissuto, del passato che ha fondato il presente e del futuro che il singolo individuo intende realizzare. Quando parliamo di Religione Pagana, non possiamo parlare di una religione di verità, ma dobbiamo parlare di una religione di libertà. Nella Religione Pagana non è la verità del dio padrone che si impone sull’uomo, ma sono i bisogni di libertà dalle costrizioni dell’uomo che si impongono agli Dèi nella costruzione di reciproci progetti di costruzione di un futuro comune.
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19 dicembre 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

I Boschi Sacri nelle Antiche Religioni e il Bosco Sacro della Religione Pagana.




Quando la Religione Pagana, nella forma espressa dalla Federazione Pagana, parla di Boschi Sacri, non lo fa per riferirsi ad una specifica tradizione antica precristiana. Lo fa per riferirsi ad ogni tradizione religiosa precristiana slegata e precedente ad ogni forma di natura “filosofica” alla Platone.
I Boschi Sacri di Roma, di Grecia, dell’Europa Centrale e settentrionale, erano i luoghi di culto, i TEMPLI, per eccellenza.
Quella sezione del mondo in cui gli Esseri Umani rappresentavano il loro rapporto, il loro legame, con l’intero universo in cui vivevano.
A Roma, questi luoghi venivano anche codificati e, nello stile romano, si stilavano leggi e regole per rispettare questi luoghi che rappresentavano il legame dell’uomo con il mondo in cui viveva: appunto, la sua religione!
Oggi troviamo questo articolo del Corriere della Sera che parla dei Boschi Sacri in cui alcune piante, lecci, nelle loro ceppaie possono avere anche 2000 anni. Questo articolo mette in evidenza come, per arrivare allo stesso rispetto dei boschi e degli ambienti naturali delle società civili, siano occorsi quasi 2000 anni. Nel 1986, la legge che istituisce il ministero dell’ambiente riproduce norme presenti in codici del 300 a.c. a dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che è stato necessario uscire dall’orrore concettuale del mondo creato dal dio padrone e donato agli uomini affinché lo saccheggino, per ripristinare un rispetto per l’ambiente da cui la vita, come noi la conosciamo, è nata e si è sviluppata.
Il tempio della Religione Pagana, non è un luogo chiuso, ma uno spazio aperto. Non è la prigione in cui il dio padrone dei cristiani o il loro Gesù imprigionano le persone, ma è il luogo da cui è nata la vita della Natura: la Natura stessa.
E’ per questo che la Federazione Pagana ha istituito il Bosco Sacro a Jesolo, Venezia, riproducendo gli antichi culti al fine di riportare l’uomo nella Natura.
Anche in questo la Religione Pagana si differenzia dalla religione cristiana. La religione cristiana rinchiude gli uomini in una galera chiamata “edificio di culto” o “chiesa”, la Religione Pagana ha il suo tempio fra alberi e terra, cielo e acqua, nei quali accendere i fuochi sacri della vita e del divenire.
Riporto l’articolo del Corriere della Sera:

FOTO: nelle foto immagini del Bosco Sacro di Jesolo - Venezia.
Identificati i lecci sacri ai romani
nel bosco di Monteluco
Sono esemplari con ceppaie di oltre duemila anni e 3 metri di diametro. Nella zona tracce di culto antichissime
MILANO - I vecchissimi lecci posti nella zona centrale del bosco di Monteluco nei pressi di Spoleto potrebbero essere gli stessi esemplari che componevano il bosco dedicato a Giove e sacro per gli antichi romani. Ma come è stato possibile testare questa ipotesi? «Innanzitutto basandosi sulle dimensioni eccezionali delle ceppaie che hanno un diametro maggiore di 3 m e dei cosiddetti polloni, cioè i cacci di piante tagliate tanti anni fa, che sembrano singoli alberi da quanto sono grandi», risponde Bartolomeo Schirone, ordinario di selvicoltura e assestamento forestale.
DATAZIONE - La disposizione geometrica ha dato inoltre il suo contributo nel riposizionare storicamente quest’area. Alcuni fusti oggi isolati facevano infatti parte di uno stesso cerchio di alberi: lo dimostra il loro patrimonio genetico identico. Da qui a pensare che appartenessero a millenarie ceppaie ormai disgregate il passo è breve. Quanti anni hanno? Le indagini dendrocronologiche che studiano gli anelli dei tronchi, la loro ampiezza e variazione, sostengono che risalgono a circa 500 anni. Segno che le ceppaie hanno un’età quattro volte superiore, intorno ai duemila anni. «La datazione con il C14 (carbonio-14), già usata per i fossili, costituirebbe la prova decisiva», dice Bartolomeo Schirone. «A tutt’oggi non è stato però possibile eseguirla per ragioni economiche». Si spera dunque nella sensibilità delle istituzioni che possano sovvenzionare questo ramo della scienza.
SCRIGNI DI BIODIVERSITÀ - Sui boschi sacri gli esperti hanno puntato ultimamente la loro attenzione perché sono serbatoi di biodiversità e perché attraverso le specie che vi si trovano si può ricostruire la storia passata della nostra vegetazione. In quello di Monteluco, a fianco dei lecci sempreverdi e delle specie arboree dominanti si trovano aceri, carpini bianchi, noccioli, meli e ciliegi selvatici, maggiociondoli, corbezzoli e arbusti come per esempio il ginepro, la ginestra, il rovo, il biancospino, il corniolo e il viburno, in armonico equilibrio tra loro, quasi a testimoniare quel silenzio e quella pace che da secoli li ha mantenuti intatti.
CENSIMENTO - Un censimento di quanti boschi sacri esistono nel nostro Paese non è stato ancora eseguito. Su base toponomastica si potrebbe tuttavia ricostruire una mappa e stabilire la loro distribuzione. Il lucus, in latino letteralmente «radura nel bosco dove passa la luce del sole», era infatti il bosco sacro per i romani. Con tale termine si ricordano il Lucus Angitiae, oggi Luco dei Marsi, consacrato alla dea Angizia dal popolo italico dei Marsi; il Lucus Maricae; il Lucus Vestae presente a Roma dietro alle case delle vergini vestali alle falde del Palatino andato in fiamme con il grande incendio del 64 d. C. Le etimologie lucus, luceri, luciniano, luconiano hanno pertanto a che fare con il concetto di bosco sacro. Nel Lazio se ne contano ancora oggi alcuni intorno a Nemi, a Viterbo, e in Abruzzo sulla Maiella. «Qui si possono trovare genotipi particolari che si sono evoluti sul posto e piante vetuste con età maggiore di quelle ritrovate in letteratura», precisa Bartolomeo Schirone. «Se sui libri il faggio può raggiungere al massimo 250 anni e il pino nero 200, in questi boschi toccano quota 600-700 anni».
La Lex luci spoletina
LEGGE - Monteluco ha stimolato in particolare la curiosità degli studiosi perché nelle sue vicinanze è stata trovata anche la lapide su cui è stata scritta la Lex Luci Spoletina, il primo esempio di norma forestale, scritta in latino arcaico e risalente al III secolo a. C., da cui ha preso spunto l’odierna legislazione sulle aree protette. «Sebbene antichissima, conteneva tutti i concetti che servivano per rispettare la natura», dice Bianca Maria Landi, dottore in progetti ambientali e forestali a Firenze. «In essa veniva detto cosa era vietato fare, la pena prevista in caso di inosservanza e chi era preposto al controllo e alla riscossione della multa stabilita». Testualmente si legge: «In questo bosco sacro nessuno osi portar via alcunché». Tutto era intoccabile: gli alberi si potevano tagliare una volta all’anno in occasione di una sorta di sacrificio alla divinità. Chi non rispettava questo divieto doveva pagare 300 assi al dicator, il magistrato che secondo alcuni aveva una funzione esclusivamente religiosa mentre per altri era colui che doveva mettere in pratica la norma facente parte del diritto pubblico a tutti gli effetti. Coeva a quest’ultima era la Lex Luci Lucerina, che a un certo punto afferma: se il divieto viene violato, «chiunque ne abbia voglia» può richiedere un rimborso al trasgressore. «Sancisce il diritto della collettività che è un concetto incredibilmente attuale», dice Bianca Maria Landi. «Da poco tempo si parla infatti di diritti diffusi, di risarcimento ambientale e di ruolo della collettività come promotrice di azione e di risoluzione del danno». È del 1986 la legge istitutrice del ministero dell’Ambiente, nel cui articolo 18 si sottolinea come le associazioni ambientalistiche possano denunciare un danno ambientale.

Manuela Campanelli
15 dicembre 2011 (modifica il 17 dicembre 2011)
Tratto da:
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/11_dicembre_15/bosco-sacro-campanelli_c8cd28da-26f8-11e1-853d-c141a33e4620.shtml?fr=box_primopiano

Il mondo è il tempio sacro della Religione Pagana. Ognuno di noi corre verso la morte, ma il mondo permane in un continuo rinnovamento perché gli Dèi nascono, si sviluppano e si trasformano in continue rinascite fino alla fine dei mutamenti dell’universo.


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18 dicembre 2011
Claudio Simeoni
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domenica 20 novembre 2011

Madri vergini, custodire il seme. La Natura e la Religione Pagana.




La Religione Pagana ritiene che la vita sia un insieme di strategie mediante le quali l’energia vitale inconsapevole si trasforma in consapevolezza. Tutto l’universo in cui viviamo è formato da Energia Vitale, come mattone primo dell’universo, sia quando ci riferiamo alla materia, sia quando parliamo di forme di energia nelle varie espressioni.
Questo significa che la Religione Pagana considera la Natura un insieme si soggetti, sia come specie che come singoli individui, proiettati a costruire condizioni affinché altre specie e altri individui vengano in essere e si espandano nel mondo in cui hanno preso coscienza.
Questo concetto, proprio della Religione Pagana elaborato fin dalla prima stesura de Il Libro dell’Anticristo nel 1985, è stato confermato e supportato nel corso degli anni da una serie di scoperte ed osservazioni scientifiche che hanno dimostrato l’infondatezza di tutta una serie di luoghi comuni, spesso nati col cristianesimo, il cui fine era quello di certificare una superiorità di specie per delle finalità proprie del dio padrone cristiano.
Le osservazioni scientifiche, di cui parliamo oggi, sono quelle relative alla possibilità che Esseri della stessa specie possano nascere senza la partecipazione di un maschile o col femminile che esercita la propria volontà scegliendo il momento in cui nuovi Esseri della propria specie possano nascere.
Le scoperte dell’articolo che presento sono relative a Esseri Rettile, una struttura biologica diversa da quella dei mammiferi. Però dovete tener presente che la storia dell’evoluzione determina degli antenati comuni fra le specie. Questo fa dire alla Religione Pagana che tutti i meccanismi della vita che stanno nei rettili, stanno anche nei mammiferi. Sia che i mammiferi li sappiano o li possono utilizzare, sia che non li possono o non li sappiano utilizzare. Questo perché non si tratta di un meccanismo di specie, ma un meccanismo della vita. La vita che si preserva e si riproduce nelle più diverse condizioni.
La Religione Pagana afferma che tutti i meccanismi della vita, della coscienza, della consapevolezza e le forze che hanno messo in atto la vita, sono nella vita e nella Natura.
Questa affermazione della Federazione Pagana contrasta con le affermazioni delle Religioni Monoteiste e del cristianesimo ed ebraismo, in particolare, che attribuiscono la vita all’intervento di un soggetto, il dio padrone, esterno alla vita stessa.
Dal momento che le affermazioni dei cristiani sono delle affermazioni di poveri pazzi dementi che le impongono mediante la violenza psichica sull’infanzia, alla religione Pagana non resta che ricorrere alla ricerca scientifica per dimostrare la veridicità delle sue affermazioni fondamentali dalle quali costruisce i propri legami col mondo. Davanti alla violenza cristiana che impone delle idee apriori al fine di violentare il pensiero dell’uomo, ai Pagani non resta che l’obbiettività scientifica per far breccia in questo orrore manipolatorio cristiano e riaffermare i propri principi religiosi senza essere costretti ad opporre violenza alla violenza dei cristiani e dei cattolici nel nostro caso.
Opporre razionalità alle farneticazioni inumane dei cattolici (come quella del dio creatore che viene imposta ai bambini) comporta una fatica non indifferente dal momento che nessuno chiede ai cattolici di giustificare le affermazioni aberranti che nascondono dietro al “mistero” o alla “fede”.
Da questo punto di vista si può parlare della Religione Pagana come di una religione senza fede perché se noi non siamo in grado di penetrare intuitivamente la realtà del mondo in cui viviamo, siamo degli estranei al mondo che si rifugiano, come i cristiani, in un delirio da onnipotenza che giustificherebbero mediante una “fede”.
Riporto la notizia:

Madri vergini, custodi di seme
Tutti i "miracoli" del serpente
Nuove scoperte sulla partenogenesi facoltativa e l'immagazzinamento di spermatozoi a lungo termine. Due meccanismi diffusi tra rettili, squali e altri animali che limitano il contributo del maschio alla riproduzione, finanche a farlo sparire
di GIULIA BELARDELLI


FARE SESSO una volta e poi custodire lo sperma dentro di sé per oltre cinque anni, fino a quando non si è pronte. O ancora, fare tutto da sole, dando alla luce dei piccoli nel cui codice genetico non c'è traccia di padre. Sono meccanismi riproduttivi incredibilmente diversi dal nostro, ma la cui frequenza in natura sta emergendo negli ultimi anni grazie all'utilizzo di avanzate tecniche di analisi genetica.
L'ultimo episodio riguarda una femmina di crotalo diamantino orientale (una specie di serpente a sonagli) che ha lasciato tutti di stucco partorendo, dopo più di cinque anni di assoluta castità, ben diciannove serpentelli sani.
Ciò che fino a qualche tempo fa sarebbe apparso come un miracolo ha oggi un nome ed è sotto gli occhi vigili degli scienziati, che da esempi come questo sperano di comprendere meglio il funzionamento di quell'affascinante puzzle che è la vita. Stiamo parlando, dunque, di gravidanze vergini e a scoppio ritardato: in termini tecnici, partenogenesi facoltativa e immagazzinamento dello sperma a lungo termine.
Nel nido dei serpenti. Il ricercatore che si è occupato della super-mamma a sonagli si chiama Warren Booth 1 ed è un biologo molecolare della North Carolina State University 2 di Raleigh. Insieme a Gordon Schuett, un collega della Georgia State University 3, Booth ha descritto il suo studio sul Biological Journal of Linnean Society 4, accorpandolo al caso di un parto vergine ad opera di una testa di rame, un serpente velenoso diffuso nel Nordamerica orientale.
Le loro storie sono diverse e complementari. Nel caso della testa di rame, la femmina era stata raccolta in North Carolina nell'agosto del 2004, quando aveva meno di un anno, e messa in mostra in un acquario di Fort Fisher assieme a una compagna. Là, sotto lo sguardo sbigottito del personale, aveva partorito quattro figli, due dei quali vivi e vegeti. Dai test genetici è emerso che no, i serpentelli non avevano padre.
Nel primo caso, invece, il crotalo diamantino era stato catturato in Florida nel gennaio del 2005 e tenuto in un gineceo per i successivi cinque anni, fino a quando, nello stupore generale, non apparsero le 19 creature. In questo caso l'impronta genetica diceva l'opposto: lo "zampino" del maschio c'era stato, anche se molto tempo prima.
Nascite vergini: il meccanismo. "Nel primo caso parliamo di partenogenesi facoltativa, o nascita vergine, un fenomeno che consiste nella produzione di un embrione a partire da una cellula uovo senza il contributo dello sperma maschile", ha spiegato Booth a Repubblica.it. "Si tratta di una forma di riproduzione asessuata, un meccanismo per generare la vita straordinariamente diverso dal nostro. Anche se nei serpenti - come in tutti i vertebrati - la riproduzione sessuale è la norma, sono stati riportati alcuni casi di partenogenesi facoltativa. La stessa cosa vale per diverse specie di squalo e rettili vari, tra cui il boa costrittore e il drago di Komodo (la più grande lucertola vivente, diffusa in alcune isole indonesiane, ndr)".
"In generale - ha aggiunto il ricercatore - la partenogenesi naturale è stata osservata in tutti i lignaggi dei vertebrati dotati di mascelle, con l'eccezione dei mammiferi". Ad oggi sono note due varianti: nella prima (quella presa in esame) i nuclei della cellula uovo si fondono con una parte della cellula stessa chiamata corpo polare. Nella seconda, l'embrione nasce dalla duplicazione dei cromosomi prima che si formino le cellule sessuali. Siamo dunque di fronte a un clone perfetto della madre, mentre nel primo caso la prole equivale a mezzo clone.
Gravidanze a scoppio ritardato. L'altro meccanismo di riproduzione, quello che ha visto protagonista il serpente a sonagli, è forse ancora più stupefacente. "L'immagazzinamento dello sperma a lungo termine avviene quando una femmina ha un rapporto sessuale e poi custodisce lo sperma per giorni, mesi o addirittura anni", ha spiegato Booth.
"A un certo punto, durante l'ovulazione, lo sperma torna misteriosamente in circolo e fertilizza la cellula uovo. La prole, dunque, ha sia un padre che una madre". L'episodio studiato da Booth e colleghi rappresenta il più lungo esempio di "sperm storage" nel regno animale di cui gli umani siano a conoscenza, fatta eccezione per gli insetti. La pratica, per ora, è stata documentata in pesci, uccelli, anfibi e altri rettili. I grandi esclusi sembrano essere i mammiferi, anche se un recente studio sul pipistrello giallo asiatico maggiore (tale Scotophilus) ha rivelato che le femmine di questa specie sono in grado di conservare spermatozoi per diversi mesi. Le donne, dal canto loro, li immagazzinano solo per ore o giorni.
Ancora un mistero. Pur privi del fascino dell'immacolata concezione, gli episodi di LTSS (Long-Term Sperm Storage) si portano dietro diversi quesiti irrisolti. Come fanno, infatti, queste femmine a custodire gli spermatozoi così a lungo? "Ancora non possiamo dirlo con certezza", ha affermato Booth. "Crediamo che la femmina conservi lo sperma in strutture del tratto riproduttivo chiamate tuboli di immagazzinamento. Si tratta di strutture a vicolo cieco che sembrano capaci di catturare gli spermatozoi una volta che li incontrano. Un'altra ipotesi, osservata in alcune specie di serpente a sonagli, è che l'utero si contragga e aggrovigli dopo l'accoppiamento, bloccando così il viaggio dello sperma".
La super mamma a sonagli della Florida, ad esempio, aveva poco più di un anno quando è stata catturata, non era sessualmente matura eppure aveva già avuto un rapporto. "Per quanto ne sappiamo - ha precisato lo scienziato - si tratta del più lungo immagazzinamento di sperma confermato dalla genetica in tutte le specie dei vertebrati".
Prospettive future. A stupire in particolar modo i ricercatori è stata la constatazione che lo sperma, malgrado la lunga "attesa", non ha mostrato segni di deterioramento, dal momento in cui tutti e 19 i piccoli erano sani e non sono state prodotte uova infertili. Secondo Paolo Prodohl, professore di Genetica alla Queen's University di Belfast, il prossimo passo da compiere consiste nell'utilizzo di "robuste analisi genetiche" per distinguere le vere nascite vergini da quelle derivanti da "sperm storage". Per Schuett, coautore dell'articolo assieme a Booth, "studi di questo tipo potrebbero beneficiare direttamente gli esseri umani, attraverso possibili scoperte sanitarie e rivelazioni in grado di migliorare la nostra stessa capacità di conservare gli spermatozoi".
(09 novembre 2011)

Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2011/11/09/news/nascite_ritardate-23983657/

La Religione Pagana, espressa dalla Federazione Pagana, risponde al quesito posto da John Scheid nel suo libro “Quando fare è credere – I riti sacrificali dei romani” su quale valore può avere “una religione priva di fede?”. E’ la Religione che accompagna l’uomo nella vita. Lo aiuta a penetrare lo sconosciuto in cui vive sapendo distinguere il superstizioso e l’irreale (come il dio creatore, il Gesù padrone dei cristiani o il fantomatico assassino Mosè degli ebrei) dal possibile della realtà vissuta e praticata dall’uomo.


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20 novembre 2011
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venerdì 21 ottobre 2011

Le immagini, codice universale dei cervelli umani



Foto: 54esima biennale d'arte di Venezia, Padiglione dello Zimbawe. Artista: Misheck Masamvu. Titolo dell'opera: Sacred Verse.


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La ragione umana è composta da forma e quantità. Tutte le specie della Natura hanno una ragione che si compone da forma e quantità. Tutte le specie usano sensi diversi con cui ridurre la realtà in cui vivono in forma e quantità, cioè alla loro ragione.
Il linguaggio razionale, il verbo, altro non è che una veicolazione culturale della percezione razionale di forma e quantità dove, il linguaggio distorce la percezione di forma e quantità in funzione della sua capacità di descrivere, nel singolo individuo, la forma e la quantità compresa nella sua descrizione.
Questo la Religione Pagana lo ha sempre sostenuto. Ogni tanto arriva anche la scienza a sostenere che tutti i cervelli umani, al di là delle lingue parlate e della differente descrizione del mondo mediante le parole, il verbo, hanno la medesima capacità di percepire la forma e la quantità degli oggetti nel mondo.
Siamo tutti figli di Zeus che ha costruito il mondo della Ragione affinché costruissimo le nostre sfide nella nostra esistenza in cui impegnare i Titani.
Il linguaggio universale è la forma e la quantità e non il verbo come sostengono i cristiani.
Se ci liberiamo della descrizione, attraverso la forma che gli Antichi ci hanno lasciato, possiamo conoscere il loro pensiero sociale e religioso perché la nostra capacità di leggere la forma e la quantità è la stessa degli antichi, ma diverge nell’educazione, nel linguaggio e nelle credenze che la sottomissione cristiana ci impone
Riporto la notizia:



Pagina 167 - sottopagina 1




Rai - CERVELLI E IMMAGINI "CODICE UNIVERSALE"








E'stato decifrato, tramite uno studio italo-americano,il "codice universale", secondo il quale il cervello di ognuno si comporta in modo analogo davanti alla stessa immagine: cioé l'attività neurale registrabile nei nostri cervelli è simile. Il codice scritto -spiega uno degli autori della ricerca,James Haxby dell'università di Drtmouth e il CIMECeC dell'università di Trento è così preciso che dal tipo di attivazione neurale registrata su un soggetto si può risalire persino alla scena del film che sta vedendo in un certo momento. E' un po'come se di fronte ad un'immagine i nostri cervelli parlassero la stessa lingua.

Tratto da:
http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/solotesto.jsp?regione=&pagina=167&sottopagina=1


Le immagini sono il riassunto della nostra percezione. Noi, come Esseri Umani, riassumiamo l’intera nostra percezione della realtà nelle immagini che a loro volta, qualora vengano svincolate dagli oggetti reali del mondo, imprigionano la nostra percezioni in forme illusorie e allucinatorie. Anziché percepire quantità e qualità del mondo in cui viviamo, proiettiamo sul mondo le nostre illusioni, allucinazioni, aspettative desideranti che finiscono per produrre immagini di una realtà desiderata dalla ragione, nelle quali ci imprigioniamo.
Non più il mondo per quello che è, ma il mondo per quello che desideriamo sia.
E’ la trappola della religione monoteista e del cristianesimo in particolare.
Il linguaggio universale, quello prodotto dai nostri sensi che vivono nel mondo, può essere distorto dalla descrizione e dalla sua necessità di rassicurazione nel mondo.
Liberare la percezione dalla descrizione per fare della realtà del mondo l’oggetto di analisi e di critica è una delle maggiori sfide umane per la libertà della specie.


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22 ottobre 2011
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mercoledì 12 ottobre 2011

La scienza costretta a riconoscere Madre Temi nei bambini fin dall'età di un anno e 5 mesi



FOTO: La violenza nei confronti dell'infanzia ha un infinito numero di sfacettature, ma tutte partono dal presupposto che qualsiasi cosa si faccia non si può cambiare la creazione del dio padrone. Per questo la violenza sull'infanzia diventa prassi, normalità. Anche se spesso non ha la connotazione sessuale, ha sempre la connotazione della repressione pulsionale e la finalità di ottenere sottomissione ed obbedienza: questa attività, sia consapevole che inconsapevole, si chiama sempre: STUPRO!


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Il senso di giustizia nelle persone è calato da Padre Zeus attraverso Madre Temi fra gli Esseri della Natura in quanto Esseri della Natura e non in quanto soggetti razionali. La dimostrazione che la giustizia è uno degli elementi fondanti la vita si è già riscontrata fra i mammiferi che vivono in branco. I branchi dei lupi hanno precise regole di giustizia. Recentemente sono state analizzate, ma già erano intuite da moltissimo tempo come aveva sottolineato Kipling nel Libro della Giungla. Qualche anno fa si era scoperto che il bisogno di giustizia e di ripristino della giustizia, chiamato erroneamente vendetta, accende la sede del corpo cingolato nel cervello.
Il concetto di giustizia ed ingiustizia è una veicolazione di tensioni psichiche in adattamento all’ambiente in cui viviamo. Un bisogno emotivo che l’educazione veicola. Un bisogno emotivo talmente profondo che i ricercatori dei comportamenti nella prima infanzia hanno dovuto far retrocedere le idee preconcette, che spacciavano per scienza, sulla capacità dei bambini di agire all’interno di scelte di giustizia o altruismo di quasi 6 anni collocando l’espressione consapevole della pulsione ad un anno e 5 mesi. Esperimenti comportamentali con bambini più piccoli appaiono piuttosto difficoltosi in quanto l’espressione della pulsione deve inserirsi nelle categorie razionali altrimenti i ricercatori non sanno riconoscerla, tanto più i bambini sono piccoli e tanto più la soluzione dei loro problemi attiene alla sfera delle relazioni emotive.
Riporto la cronaca dell’esperimento:


PSICOLOGIA: EQUITA' E ALTRUISMO SI SVILUPPANO GIA' A 15 MESI
12 ottobre 2011, 13:20

(ANSA) - ROMA, 12 OTT - Intuire che la distribuzione di un pasto e' iniqua o mettere a disposizione un proprio oggetto per il benessere di qualcun altro sono caratteristiche che si sviluppano molto presto. Gia' a 15 mesi, un bambino ha le potenzialita' per essere equo ed altruista. Uno studio americano ha anticipato di molto la comparsa di queste consapevolezze che, finora venivano attribuite a bambini piu' grandi, di 6 o 7 anni.

L'esperimento, pubblicato sulla versione on line della rivista Plos One e svolto in collaborazione tra il Max-Planck-Institut per l'antropologia evoluzionistica e l'Universita' di Washington, ha descritto il comportamento di 47 bambini di 15 mesi. In una fase dello studio, i bimbi hanno guardato due brevi video. Nel primo, uno ricercatore distribuiva cracker a due colleghi, una volta in modo equo e la seconda dandone di piu' a uno dei due. Nel secondo filmato, la stessa duplice scena veniva riprodotta con del latte al posto dei craker. I bambini hanno passato piu' tempo a osservare i video quando le porzioni erano eque. In una seconda fase dell'esperimento e' stato fatto scegliere a ciascun bambino una sola tra due costruzioni, da quel momento considerata il gioco preferito. All'intervento di un ricercatore che chiedeva di avere un gioco, un terzo dei piccoli ha consegnato la costruzione scelta, un terzo ha offerto un altro gioco e l'ultimo terzo si e' rifiutato di condividerli entrambi.(ANSA).

Tratto da:
http://ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2011/10/12/visualizza_new.html_673258042.html




La violenza dell’ingiustizia subita, porta i bambini a manipolare di conseguenza le loro risposte al mondo in un’età in cui il ricordo razionale non si fissa. Rimangono comportamenti inadeguati che i cristiani criminalizzano affermando che è l’individuo malvagio e non loro che lo hanno costretto ad adattarsi alla loro violenza. Come si fa a processare il cattolico per violenza ai bambini se le azioni di ingiustizia, imposte dall’educatore cattolico, vengono vissute dai bambini nella primissima infanzia costringendoli a modellare comportamenti conseguenziali e, spesso, socialmente distruttivi?
Le responsabilità del terrore cristiano restano. Restano nei principi dogmatici di una religione che gestisce i comportamenti di adulti che considerano il bambino puro oggetto di possesso. Restano le ingiustizie e gli atti di violenza ricevuti da bambini di un anno e mezzo che li rendono adulti incapaci di affrontare in maniera adeguata il loro futuro danneggiano spesso la società tutta.

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13 ottobre 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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Le Persecuzioni di Alessandria


Nuova pagina sul sito del Giorno Pagano Europeo della Memoria; questa volta parliamo delle persecuzioni contro i Pagani avvenute ad Alessandria nella tarda antichità (IV-V secolo). La vicenda più nota è sicuramente quella di Ipazia, uccisa nel 415 dai monaci guerrieri del vescovo Cirillo, ma altre vicende sanguinosesono accadute, per più di un secolo circa, nella ricca città d'Egitto. Scoprite il resto qui.

lunedì 3 ottobre 2011

World congress ethnic religions - European Congress Ethnic Religions: conclusioni fra i gruppi e comportamenti etici e religiosi



Non c’è dubbio che il Congresso del WCER di Bologna del 2010 abbia deluso molte aspettative di persone che da esso si aspettavano un ritorno di immagine.
Questo tipo di congressi e assisi internazionali si caratterizzano per la capacità di lavorare di coloro che vi partecipano. Non sono vene aurifere dalle quale trarre i propri “futuri militanti” o “seguaci”. I partecipanti non si accontentano di una paginetta scritta da un ragazzino per legittimare qualcuno. I partecipanti non sono disposti a rinunciare alla loro visione della vita per accodarsi a questo o a quel nuovo “profeta”.

In questo tipo di convegni internazionali si presentano, per quanto è possibile, le proprie idee e le proprie visioni del mondo, ma si parte dal presupposto che nel convegno si fa conoscere sé stessi e nulla più. Far conoscere sé stessi è l’unico fine dei congressi WCER, oggi ECER. Se hai delle idee e dei progetti, fai conoscere le tue idee e i tuoi progetti. Se non hai altro puoi simpatizzare in un cameratismo da osteria che ti allontana da chi partecipa a quei convegni cercando delle idee o degli spunti su cui lavorare. Può essere la simpatia dell’incontro. Tutto finisce lì.

Il futuro, ogni futuro, appartiene, sempre e comunque, a coloro che hanno delle idee o dei progetti. Appartiene a chi è in grado di discutere entrando nel merito delle questioni.
Gli altri possono avere un successo momentaneo dovuto ad un impegno tecnico. Possono avere anche un comportamento eroico in una situazione di emergenza. Passato quel momento non resta loro nulla. Purtroppo abbiamo dovuto constatare che quel nulla li ha travolti. Per loro il congresso WCER non è stato un momento da cui partire, ma per troppi è stato un momento in cui il loro cammino immaginato si è concluso.
Sono esplose le contraddizioni e le contrapposizioni:
1 – World Congress of Ethnic Religions – European Congress of Ethnic Religions
Conclusioni e conseguenze sui gruppi Pagani in Italia

In:
http://www.federazionepagana.it/wcerconclusioni01.html

Eppure, abbiamo tentato fino all’ultimo di stimolare una discussione su un minimo di principi:

2 – Il Mos Maiorum – I costumi degli antichi. Dal Mos Maiorum che rese grande Roma,
al Mos Maiorum che sancì la decadenza definitiva

Cosa significava il Mos Maiorum nei costumi degli Antichi e come andava interpretato. Come il concetto di pietas andava inteso oggi come oggi. Non abbiamo avuto risposte. Quasi si vergognassero di discutere. Quasi che i loro proclami di “principi” fosse un artificio per nascondere altri principi che, richiamano il ventennio o un progetto di assolutezza sociale di quel periodo mascherata da “principi” antichi. Parlare dei principi e della loro sostanza è sempre utile. Ci permette di sapere: “Tu che cosa intendi per fedeltà?”; “Tu, che cosa intendi per doveri”: “Tu che cosa intendi per pietas?”. Sciogliere i fraintendimenti fra principio annunciato e i contenuti sostanziali del principio ci permette di capire quanto siamo simili e quanto siamo diversi.

In:

http://www.federazionepagana.it/mosmaiorum.html

Sembra che ci siano forme di ricostruzione di vecchi regimi, mascherate da “pagani” o mascherate da “rievocazione storica” (sicuramente fra forme di venetismo, per le altre il giudizio è sospeso).
E’ davanti a questo timore, i cui dubbi non sono stati fugati da comportamenti cristallini, che ho deciso di affrontare il discorso etico sul comportamento delle associazioni dei Pagani. Non pretendo certo che i “pagani” lo rispettino, ma può fungere da “cartina di tornasole” per le persone sincere, sia pur con idee pagane diverse, per distinguere chi parla di religione e chi usa termini religiosi per secondi fini. Non è la prima volta che come Federazione Pagana lo facciamo, ma è la prima volta che affrontiamo in maniera tradizionale quello che appare un tradizionalismo di comodo. E’ la prima volta che applichiamo i principi del Mos Maiorum con persone che affermano di praticare gli insegnamenti degli antichi.
Queste posizioni sono esposte nella pagina:

3 – Primo discorso sacro della Religione Pagana:
etica del comportamento di un’associazione religiosa.

In:
http://www.federazionepagana.it/eticacomportamentale_congresso_ecer.html

Un altro discorso, lasciato in sospeso dal congresso WCER – ECER, è la concezione del sacro. La concezione della Natura degli Dèi. che cosa sono gli Dèi al di là della specifica rappresentazione che ne davano gli antichi e del significato povero che le ricerche linguistiche ci indicano partendo dai loro nomi.
La domanda era: “Tu, in che cosa credi?”.
A cui segue la riflessione: “Dato quello che credi, come si proietta quell’idea apriori sulla e nella società?”
Noi, come Federazione Pagana, lo abbiamo fatto: e gli altri?

4 – Secondo discorso sacro della Religione Pagana:
gli Dèi, la realtà del mondo e le implicazioni religiose e sociali.

In:
http://www.federazionepagana.it/religionepagana_implicazionisociali_congresso_ecer.html

A questo punto seguono una serie di riflessioni: noi e il mondo; noi e la vita.
Sappiamo che ci sono molti pagani provenienti da forme ideologiche di destra. Non è importante da dove provengano o se le categorie che usano per discutere sono categorie di destra. E’ difficile che dopo molti anni di pratica ideologica un individuo possa rinunciare alle proprie categorie del pensiero attraverso le quali discutere. Importante è la sostanza del loro agire: credono che lo Stato sia il padrone delle persone a mo’ di dio padrone cristiano e proiettano questo possesso delle persone sugli antichi, o pensano che l’uomo non debba obbedienza a nessun dio, ma costruire delle alleanze per un vantaggio reciproco nella vita? Un vantaggio per cui uomini e Dèi si trasformano in progetti comuni? Pensare il mondo è un carattere soggettivo, appartiene alla nostra storia, ma come noi pensiamo la relazione con gli altri, qualifica davvero il nostro essere persone religiose al di là delle categorie filosofiche o sociologiche con cui noi giustifichiamo il nostro agire.
Così alcune riflessioni le ho fatte a margine della discussione.

5 – Terzo discorso sacro della Religione Pagana:
impressioni e riflessioni sulla Religione Pagana nei suoi comportamenti etici.
In:
http://www.federazionepagana.it/religionepagana_comportamentietici_congresso_ecer.html

Riflessioni sul credo, sulla religione Pagana, sui comportamenti etici in risposta ai valori del Mos Maiorum.
Ho messo insieme tutto questo. Come ho potuto. Per delineare “l’uomo nuovo”: il Pagano Politeista che vive come un dio in un mondo di Dèi. Soggetto in un mondo di soggetti in continua trasformazione.
E gli altri gruppi?
O affrontano i problemi ideologici-religiosi, o scompariranno tornando fra le braccia di “madre chiesa cattolica”.
Sappiamo che molte persone che chiamano sé stesse Pagane non gradiscono la nostra presenza che li costringe a parlare di religione e di questioni psicologiche, sociologiche e sociali anziché dare tutto per scontato. Ma a noi questo non importa. L’età di molti nostri correligiosi ha superato i 50-60 anni. Non ci resta molto tempo. Forse 20 anni prima che, se non si muore, la nostra struttura cerebrale inizia a deteriorarsi e, come ogni vecchio che si avvicina alla morte, a deteriorare la capacità critica.
Dopo di che o spetta ad altri o noi abbiamo finito. Pertanto, il disprezzo di chi usa la religione per coprire cose diverse (sia esse economiche o politiche) non ci interessa. E’ solo un po’ di fastidio, ma il tempo ci permette di rimediare ad ogni tipo di diffamazione.
Ci interessa il futuro che vogliamo lasciare ai nostri figli.

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03 ottobre 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
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giovedì 15 settembre 2011

I cristiani materialisti meccanicisti dichiarano che l'orgasmo è inutile per la procreazione.

Foto: per lei l'orgasmo è inutile. Lei recita il Magnificat e i cristiani affermano che il loro dio l'ha stuprata.

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Per la volontà del dio padrone e per la procreazione nella gloria del dio padrone, alcuni imbecilli dichiarano che l’orgasmo femminile è inutile.
La storia evolutiva dell’ultimo milione di anni ha selezionato la specie in base alla capacità orgasmica proprio per permettere all’organismo di alimentare una coscienza mediante destrutturazioni neurovegetative del corpo. Costruire la coscienza e il sapere destrutturazione dopo destrutturazione. Una destrutturazione di cui l’orgasmo è un agente primario nella scarica della struttura emotiva dell’organismo. Ed oggi, gli scienziati materialisti meccanicisti di indirizzo cattolico, affermano che l’orgasmo non ha nessuna funzione nella procreazione.
Che cos’è la vita senza orgasmo? Senza l’idea assoluta del principio del piacere che condizionale nostre scelte e le nostre strategie di vita?
Per uno scienziato cattolico, si possono stuprare le donne e, nello stesso tempo, costringerle a procreare. Per uno scienziato cristiano è un dovere mettere al centro della sua ricerca lo stupro come accettazione dell’atto sessuale. Purtroppo per lui, non esiste un dio padrone pazzo e cretino e dal momento che la donna deve sorbirsi 9 mesi di gestazione, il piacere è la garanzia dell’accettazione dei problemi della gestazione.
L’atto sessuale, in natura, è sempre correlato al piacere. Sia come atto che come conseguenze dell’atto.
C’è un’altra cosa che rende ridicolo questo articolo: il tentativo di fare un parallelismo fra piacere maschile e quello femminile.


NEUROSCIENZE
Inutile l'orgasmo femminile
"Un semplice divertimento"
Continua il dibattito scientifico sulla presunta inutilità dell'orgasmo della donna, secondo la filosofa della scienza Elisabeth Lloyd un mero sottoprodotto dell'evoluzione maschile. Graziottin: "Quello vaginale è fondamentale ai fini della riproduzione"
di SARA FICOCELLI

PUO' essere vaginale, clitorideo o di entrambi i tipi allo stesso tempo. Si può raggiungere per stimolazione fisica o solo mentale. Può arrivare sempre o non arrivare mai, multiplo o solitario, può dare un senso di felicità assoluta ("estasi orgasmica") o addirittura di depressione. L'orgasmo femminile è complesso quanto le donne. La scoperta del clitoride, avvenuta pochi anni dopo quella dell'America da un anatomista italiano che paradossalmente si chiamava Colombo, ha regalato a ginecologi e sessuologi la sfida più ostica: capire origine e scopo del piacere femminile.

Perché se è lampante che l'uomo, per garantire la riproduzione della specie, ha bisogno di raggiungere il culmine dell'eccitazione, non è altrettanto chiara l'utilità del fenomeno nella donna. La funzione di mera soddisfazione psicologica in natura non sempre è contemplata: in molti animali (le femmine di gibbone, ad esempio) l'orgasmo non esiste, e nella specie umana molte donne non lo provano - il 15%, stando ai dati della giornalista scientifica Sylvia de Béjar nel libro Il piacere è tutto mio.

Gli ultimi a scervellarsi sull'argomento sono stati i biologi dell'Università del Queensland e della Abo Akedemi University, in Finlandia, che con uno studio 1 pubblicato su Animal Behaviour hanno tentato di smontare la provocatoria teoria della filosofa della scienza della Indiana University Elisabeth Lloyd, che nel saggio The Case of Female Orgasm: Bias in the Science of Evolution ha spiegato 2 come il fenomeno sarebbe di per sé "inutile", un sottoprodotto accidentale dell'evoluzione maschile (che tradotto significa: l'uomo ha l'orgasmo, la donna è biologicamente simile all'uomo, quindi anche lei ha l'orgasmo), precisando, in un'intervista al New York Times, che esso non ha "alcuna funzione evoluzionistica ed esiste solo per il nostro divertimento".

Per scardinare questa "byproduct theory" (o "teoria del prodotto secondario") Brendan Zietsch e Pekka Santtila hanno esaminato 1.803 coppie di gemelli di sesso opposto e 2.287 coppie di gemelli dello stesso sesso, chiedendo loro la frequenza e la facilità con cui raggiungano l'orgasmo. Se il piacere femminile fosse evolutivamente collegato a quello maschile - questa la teoria di partenza - i gemelli di sesso opposto, condividendo gli stessi geni, dovrebbero essere simili nel modo in cui provano piacere. E invece secondo gli studiosi non è così, perché dalla ricerca è emerso che gemelli dello stesso sesso hanno orgasmi simili, ma quelli di sesso opposto hanno orgasmi diversi. Da cui la conclusione che non c'è alcuna spiegazione evolutiva nell'orgasmo femminile.

Lo studio ha però già sollevato molte critiche. A partire dalla popolare blogger neuroscienziata Scicurious, che in un post 3 fa notare come i dati raccolti dagli studiosi non riescano a smontare del tutto la teoria del "byproduct", e come il metodo soggettivo usato non sia all'altezza della delicatezza dell'argomento. Dunque, per quanto provocatoria, la teoria del piacere femminile come "prodotto secondario" ancora non trova smentita, soprattutto considerando il fatto paradossale che un altro studio di Zietsch 4, pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, sosteneva una teoria abbastanza simile a quella della Lloyd.

Secondo il presidente dell'Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica Fabrizio Quattrini, però, la ragion d'essere dell'orgasmo va cercata caso per caso perché "ogni donna ha il suo, e più che un mistero il fenomeno è un mondo da scoprire. Nell'uomo l'aspetto del piacere coincide con quello della riproduzione, ma per entrambi i sessi il coito è un momento di estasi, prima di tutto psicologica". Per la sessuologa Francesca Romana Tiberi, presidente dell'Associazione italiana di sessuologia e psicologia relazionale, il raggiungimento del piacere nella donna "va comunque considerato molto utile a prescindere da ogni valutazione scientifica: se la sessualità in una coppia con è arricchita dall'appagamento femminile, i tentativi che la donna farà di cercare un'eventuale gravidanza saranno maggiori".

Alessandria Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica del San Raffaele Resnati di Milano, spiega che l'orgasmo femminile ha una sua precisa utilità biologica: "Quello vaginale con componente uterina è necessario per la riproduzione perché facilita la fecondazione: la contrazione orgasmica dell'utero risucchia letteralmente lo sperma facilitando la risalita. Quindi questo momento di piacere ha una funzione biologica importantissima". Sono tanti gli studi, sottolinea, che dimostrano come l'orgasmo vaginale sia il più emotivamente appagante per la donna, perché associato all'aumento dei livelli di ossitocina, il neurormone che attiva gli indicatori di benessere nell'organismo. "L'ossitocina prodotta nel cervello e liberata nel sangue dall'ipofisi posteriore - aggiunge Graziottin - 'scrive' inoltre nel cervello il nome della persona che ci ha fatto stare bene e fa sì che nasca con lei un legame di affettività. L'orgasmo vaginale è utilissimo a rafforzare il legame tra amanti e la coppia che si stabilizza rappresenta una garanzia per i piccoli". Una funzione che, secondo l'esperta, ha giocato e gioca un ruolo chiave nella storia della nostra evoluzione.
(13 settembre 2011)

Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2011/09/13/news/orgasmo-21626960/

Già Reich, nella sua Funzione dell’Orgasmo aveva individuato la relazione fra orgasmo, salute fisica e salute mentale: sarebbe bene che questi “scienziati” riprendessero in mano quegli studi e comprendessero che un organismo senza orgasmo è un organismo malato. Malato. Come malate sono le risposte a sollecitazioni del mondo di quelle persone che non cercano il piacere, ma la violenza di dominio come suo surrogato. Una madre malata, violentata, depressa, che alleva suo figlio? E’ una condizione che piace molto agli scienziati cristiani che hanno nel piacere del sesso il suo primo nemico: perché è di questo che si tratta!

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15 settembre 2011
Claudio Simeoni
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lunedì 29 agosto 2011

Vedere gli animali attiva la comunicazione emotiva accendendo l’amigdala



Una ricerca condotta da Florian Mormann dell’Università di Bonn in Germania e pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience dimostra come la presenza di animali, sia pure in fotografia, attiva la nostra propensione ancestrale alla comunicazione nei loro confronti. Noi siamo animali e prima che la ragione ci separasse dalla Natura, mediante la descrizione, le relazioni fra noi e le altre specie erano “normali”. Anche se nel corso dell’evoluzione alla struttura della comunicazione emotiva, empatica, si sono sovrapposti altri meccanismi cerebrali sui quali articolare la tipologia della nostra comunicazione, i meccanismi ancestrali sono ancora attivi anche se separati dalla coscienza.
Il tentativo di scienziati e di informatori culturali di spiegare la presenza di questi meccanismi con esigenze all’interno di una sfera creazionista (primitivismo creazionista), anziché come una progressiva modificazione della struttura relazionale che ha allontanato l’uomo dall’insieme delle specie dalle quali è emerso nel corso dell’evoluzione, non è solo goffo, ma ingiurioso.

Lo studio inizia da soggetti affetti da epilessia. Il monitoraggio del cervello di questi pazienti ha dimostrato che una loro attività neuronale veniva attivata da una sezione dell’amigdala. Tale attivazione avveniva solo in presenza di foto di animali, mentre l’attivazione era assente in presenza di altri soggetti non animali. La risonanza magnetica ha dato i medesimi risultati su ogni individuo in cui si è voluto ripetere la ricerca dimostrando, in questo modo, che la presenza di animali attivava la struttura emotiva umana che ha nell’amigdala la sua sede.
Le affermazioni di Mormann davanti alla sua stessa scoperta lasciano esterrefatti:

«Questi risultati – spiega Mormann – riflettono l’importanza ancestrale degli animali nel corso di tutta la nostra evoluzione, sia che si tratti di prede sia di predatori. Un altro aspetto sorprendente dei nostri risultati è che la selettività per gli animali del nostro cervello si trova solamente nell’emisfero destro (amigdala destra) cosa che è in linea con una copiosa mole di letteratura scientifica secondo cui l’emisfero destro è diventato specializzato per occuparsi di stimoli esterni rilevanti per il nostro comportamento»

La sua ricerca ha dimostrato SOLO l’accensione dell’area delle emozioni in presenza di un fattore esterno: un animale!
(sarebbe da scommettere che quell'area dell'amigdala si attiva anche in presenza di una persona di un altro sesso pur in presenza di attivazione anche di altre aree cerebrali)

Dove conduce l’insorgenza emotiva in presenza del fattore esterno, appartiene alla sua educazione creazionista. Un creazionista pensa all’uomo primitivo come un cacciatore (o un cacciato), un evoluzionista considera lo strumento, dell’insorgenza emotiva, come funzionale alla costruzione delle relazioni fra il soggetto e il mondo esterno. L’accensione della porzione dell’amigdala avviene con OGNI TIPO DI ANIMALE, non CON QUEL TIPO DI ANIMALE. Avviene con un MONDO DI RELAZIONI, non con la possibile relazione che soddisfa un bisogno.
Noi siamo Esseri della Natura e come tali siamo potenzialmente in relazione con ogni Essere della Natura: non siamo creati ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino. Per questo, lo scienziato che guarda la sua ricerca si pensa creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino, continua a stupirsi e ad interpretare i risultati per farli aderire, con la violenza culturale, allo schema creazionista: così continuerà ad aiutare i cristiani a stuprare i bambini convincendoli che loro non sono parte del mondo e della Natura, ma sono creati ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino.

Dobbiamo iniziare a pensare che dentro di noi ci sono tutti gli strumenti di relazione fra noi e il mondo che la nostra specie ha forgiato in centinaia di milioni di anni di trasformazioni e sedimentazione di nuovi strumenti psico-emotivi. Sono tutti dentro di noi. Sarebbe sufficiente far affiorare i loro segnali alla coscienza e imparare ad essere disciplinati nel loro uso per scoprire la magia del nostro essere nel mondo. Fintanto che il creazionismo continuerà a stuprare l’uomo, conchiuderà la sua coscienza in un ambito razionale dominato dalla paura della sottomissione ad un dio padrone e nella ricerca ossessiva nella sua identificazione. Per questo il mondo della Natura sarà sempre ignoto all’uomo in ginocchio davanti al suo dio padrone. Gli incuterà la paura di non essere nelle grazie del suo padrone e vedrà la Natura non come l’insieme dal quale è divenuto, ma come il nemico da dominare e distruggere.


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domenica 28 agosto 2011

Sito rinnovato per il Giorno Pagano Europeo della Memora

Dopo un paio di mesi di lavoro, è online il sito del Giorno Pagano Europeo della Memoria con il nuovo layout, che dovrebbe renderlo più gradevole e leggibile. Per favore segnalate qui sul blog o all'indirizzo info@giornopaganomemoria.it eventuali difetti di visualizzazione o link mancanti e fateci sapere che ne pensate!

mercoledì 27 luglio 2011

La Creazione, la Teologia, la Via alla Conoscenza, nella Religione Pagana. Antichi e moderni Pagani.

Le persone sono spesso portate a pensare la religione Pagana come un qualche cosa di vago, indistinto. I Pagani sono quelli che adorano gli antichi Dèi. Nessuno si chiede perché adorano gli antichi Dèi e qual è la loro concezione religiosa.
Qualcuno legge qualche libro di mitologia e pensa che la mitologia che legge sia il pensiero dei Pagani.
Qualcuno sogna l’impero Romano o la grande Germania e pensa che Giove Optimus maximus o Wotan siano come il dio dei cristiani.
In foto:


Non si chiede minimamente se ciò che legge lo comprende con il significato che a quelle parole e a quegli episodi davano gli antichi o se, per caso, egli interpreta le parole e gli episodi con le categorie di pensiero del cristianesimo in cui è nato e vissuto.
Se un pagano parla di creazione, intende la stessa cosa del cristiano?
Un tempo si usava il termine di creazione, poi vennero i cristiani e dettero un significato al termine “creare” che non aveva nulla a che vedere col significato delle antiche religioni. Per questo siamo stati costretti a coniare il termine “germinazione” o l’affermazione del “venir in essere” per trasmettere il significato che gli antichi attribuivano al termine “creazione” che nulla aveva a che vedere con l’idea ebrea e cristiana di creazione.

Anche la Teologia Pagana non ha nulla a che vedere con la teologia cristiana che viene costruita al solo scopo di legittimare una patologia delirante in cui la ragione del cristiano si identifica con l’assoluto che attribuisce al proprio dio padrone e, mediante la sua teologia, giustifica tali deliri.
In foto:


Esiste una teologia della Religione Pagana capace di descrivere il mondo, gli Dèi e le relazioni fra gli Dèi e l’uomo, a prescindere dai racconti mitici delle singole antiche religioni? Già perché solo una Teologia che possa inglobare i vari culti delle Antiche Religioni senza prescindere da esse e senza legittimarne una a discapito delle altre, può chiamarsi Teologia Pagana. Una teologia che metta ordine nelle relazioni fra l’uomo e gli Dèi definendo l’uomo e gli Dèi con gli strumenti di oggi mettendo ordine all’interpretazione del mito antico.
Una teologia Pagana che non è il Neoplatonismo. Una teologia Pagana che non viene generata dalle scuole filosofiche greche, ma che le supera attingendo direttamente dal mito e dalle interpretazioni del mito che ne davano le scuole misteriche.

Esiste una via alla conoscenza della Religione Pagana capace ad opporsi alle elaborazioni cristiane, sufi, talmudiche, buddiste e induiste?
Esiste un processo di modificazione dell’uomo nel mondo e nella Natura capace di modificare il proprio presente senza dover sottomettere l’uomo ad una morale coercitiva, a regole predefinite, a destini che comprendono il paradiso o l’inferno, una reincarnazione, una metempsicosi, un karma o un nirvana?
Il monaco buddista, l’asceta induista, il monaco cristiano, ecc. si distaccano dal mondo disinteressandosi del mondo, com’è la via alla conoscenza della Religione Pagana che, al contrario, vive di partecipazione, con-passione, coinvolgimento, empatia, impegno, sia nel mondo sociale che nel mondo della Natura? Come si articola la magia dell’uomo che è consapevole di camminare assieme agli Dèi in un comune futuro sia come individuo che come individuo sociale, come individuo della natura, come specie della Natura e Natura nel suo insieme?
Cosa significa, dal punto di vista religioso, pensare l’uomo uscito dal brodo primordiale con tutte le specie della Natura. Un uomo che combatte la sua quotidianità portando alla diversificazione delle specie e che solo pensandosi uscito dal brodo primordiale, come specie della Natura, può, se vuole, ancor oggi, continuare quel cammino di trasformazione riprendendo il proprio ruolo nella Natura.
Qual è la concezione della realtà del mondo in cui viviamo? L’Olimpo, il Walhalla, il Tartaro, l’Erebo, il Duat e l’Amenti, che cosa sono? Davvero sono come i cristiani pensano al loro paradiso?
In foto:


Le antiche religioni forgiarono il presente, ma il Mito non è la preistoria della filosofia e del monoteismo. Il Mito è la più alta manifestazione della realtà del mondo che gli uomini ebbero prima che la filosofia, con la sua ricerca di spiegazioni razionali, conchiudesse la conoscenza dell’uomo nella follia patologica di un dio padrone e creatore del mondo. La filosofia condusse all’irrazionale assoluto in cui la ragione, elevatasi a padrona degli individui, elevò a religione le sue patologia psichiatriche.

Oggi, grazie alla scienza che si è liberata dai legacci della superstizione cristiana, possiamo inquadrare gli antichi concetti in un ordine religioso assolutamente sconosciuto per il cristianesimo, l’islam, l’ebraismo e il moderno induismo.
La Religione Pagana è la religione di oggi, gli antichi chiamavano il loro sentimento che li legava al mondo con altri nomi, altre definizioni.
E’ necessario mettere ordine nel mondo della Religione Pagana. Fra bambini che giocano con le “Nebbie di Avalon” o “Herry Potter” o imperialisti di vario genere che pensano di sostituire Gesù con Cesare, il Paganesimo oggi è ridotto ad uno squallore assoluto fra l’integralismo cattolico di Evola e il ribellismo individuale ottocentesco di Nietzsche. Fra l’eroismo di Walter Otto contro il nazismo e la psicologia di Jung. Fra l’intimismo di Hillman e le superstizioni della wicca.

E’ necessario mettere ordine nella Religione Pagana partendo dalla percezione del mondo e spiegarla usando anche, quando è necessario, le recentissime scoperte scientifiche. Questo perché l’uomo vive nel mondo e non è creato da un dio pazzo e cretino per la propria goduria come affermano ebrei, cristiani e musulmani e, prima di loro, Platone e Plotino.

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27 luglio 2011
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

venerdì 1 luglio 2011

La Religione Pagana, l'adolescenza e i problemi sociali generati dal cristianesimo, dal Gesù in croce e dal suo dio onnipotente



Secondo la Stregoneria e le Antiche Religioni, nell’adolescenza muore il fanciullo e inizia a formarsi, nasce, l’individuo adulto. Pensare che la morte di un equilibrio psico-fisico e la formazione di un altro equilibrio psico-fisico come nascita dell’individuo adulto fosse una trasformazione indolore, appartiene solo alla stupidità e alla volontà criminale dei cristiani nel loro progetto di violenza alla crescita delle persone.
Il periodo dell’adolescenza viene vissuto con una modificazione della veicolazione dell’Eros, che ha portato in essere il fanciullo, nel reclamare nuove e diverse veicolazioni. Nuove veicolazioni che portano l’adolescente a ristrutturare la sua relazione col mondo spostando la sua energia vitale dalla pulsione di crescita (che è ancora in corso) alla pulsione della sessualità e della riproduzione in un mondo in cui esiste l’ignoranza sui processi di trasformazione psico-emotiva del soggetto e che per questo ha messo in atto processi repressivi e criminali nei confronti di fanciulli e fanciulle.
L’idea cristiana che l’individuo fosse creato ad immagine e somiglianza del suo dio padrone, calata nella società con la violenza, ha trasformato la crescita dei ragazzi in un vero e proprio campo di concentramento comportamentale. Non è il ragazzo che vive le tensioni psico-emotive e deve essere accompagnato nella formazione dei nuovi processi di adattamento durante la sua crescita, ma è il ragazzo inadeguato alla società in cui vive e pertanto è necessario costringerlo, mediante la violenza, ad adeguarsi alle richieste di dio e della società.
Mentre nelle società antiche le trasformazioni psico-emotive dei ragazzi e delle ragazze erano assorbite nella loro partecipazione all’attività sociale, il cristianesimo ha reso i ragazzi e le ragazze dei paria da allontanare dalla società e da sottomettere alla volontà del padre, del padrone, del prete, dell’autorità. Padre, padrone, prete, autorità, esercitano il loro arbitrio sui ragazzi, la loro violenza, ma non si assumono le responsabilità della loro crescita né le conseguenze delle risposte che i ragazzi mettono in atto alle loro pretese criminali di sottomissione. Per questo il dio padrone dei cristiani, che si esprime nel padre, nella famiglia dei ruoli, nel prete, nel padrone, nell’autorità, è un irresponsabile la cui attività è finalizzata a distruggere la società mediante la violenza che esercita sugli adolescenti.
La trasformazione psico-fisica-emotiva degli adolescenti determina l’adulto futuro. Non solo il cervello è ancora in formazione costruendo le connessioni neuronali (per cui le predilezioni soggettive, le idee, le passioni, veicola i desideri dell’individuo, ecc.) fino ad un’età attorno ai 25 anni, ma l’energia che l’adolescente impiega per rispondere a sollecitazioni violente e costrittive del mondo sociale in cui vive non solo lo rende più debole, pauroso e fragile, ma gli distorce la percezione del mondo rendendolo un futuro adulto socialmente inadeguato.
Le situazioni di stress sono situazioni di forte squilibrio dovute ad accumulo di tensioni psico-fisico-emotive. Nell’adolescenza tali situazioni si risolvono con un maggior impatto nella modificazione della struttura neuro-vegetativa dell’individuo e a seconda della direzione in cui le situazioni di stress si risolvono si ha un guadagno nelle capacità di relazione col mondo o una perdita della capacità di relazione col mondo. Come l’individuo soggettiva condizioni psicosomatiche che ne condizionano e ne limitano la capacità di affrontare il mondo, così l’individuo somatizza caratteri più funzionali con i quali affrontare il mondo. Nell’età dell’adolescenza o la società favorisce l’espansione dell’individuo nel mondo o le ostacola e le annulla costruendo un individuo pauroso, timoroso, insicuro, psicologicamente menomato, attraverso un’azione di sottomissione continua delle sue pulsioni a condizioni morali estranee all’individuo stesso. E’ il caso della costrizione mediante la quale l’individuo è costretto a pregare un criminale in croce (con la cui attività criminale tende ad identificarsi, imitandolo) o la vagina vergine della madonna attraverso la quale tende a violentare le sue pulsioni sessuali andando verso comportamenti malati come necessità di esprimere la sua sessualità violentata.
Riporto l’articolo degli ultimi esperimenti eseguiti all’università della California a Los Angeles:


Più stressati degli adulti
adolescenti, quante ansie
Lo studio della neurologa Adriana Galván dell'università della California di Los Angeles pubblicato su ScienceNation mostra il mondo dei teenagers come una sorta di campo minato dove ogni decisione viene messa alla prova se non ostacolata dallo stress
di SARA FICOCELLI


SCONTROSI, irascibili, romantici. Pronti a scoppiare a ridere o a piangere, come se tutto fosse questione di vita o di morte. Gli adolescenti sono così, semplici e diretti ma anche incomprensibili. Il loro cervello ancora in via di sviluppo sembra identico a quello di un adulto ma in realtà è ipersensibile. E sopporta lo stress molto meno, e molto peggio, di quello dei "grandi". Altro che età spensierata e mente leggera, insomma.
Dallo studio della neurologa Adriana Galván dell'università della California di Los Angeles, pubblicato su ScienceNation, il mondo dei teenager emerge come una sorta di campo minato dove ogni decisione viene messa alla prova, se non ostacolata, dallo stress. Secondo la ricercatrice, ci sarebbe una relazione diretta tra l'incapacità dei ragazzi di essere assertivi e propositivi e il sovraccarico che il loro cervello non sempre riesce a smaltire. I motivi di questo "intasamento neuronale" sono diversi ma, secondo la scienza, in gran parte riconducibili a un'eccessiva attivazione dei meccanismi della ricompensa, che entrano in funzione a livello cerebrale ogni volta che un essere umano deve prendere una decisione.
Per capirlo la studiosa, sponsorizzata dalla National Science Foundation (NSF), ha scansionato con la risonanza magnetica funzionale il cervello di un gruppo di volontari in età adolescenziale, al termine di una giornata valutata da loro stessi come "estremamente stressante" in una scala da uno a 7. Le rilevazioni hanno evidenziato scompensi nei meccanismi di funzionamento della corteccia prefrontale, l'area del cervello responsabile dell'equilibrio del comportamento e della comprensione del peso e delle conseguenze future delle proprie azioni. "Quando sei stressato come un adolescente, prendere decisioni diventa quasi impossibile, ma conoscere il problema ci porta già a metà dell'opera", spiega la Galván. Secondo la quale, per abbassare i livelli di stress ed evitare di prendere decisioni avventate nelle situazioni importanti, i ragazzi dovrebbero ricorrere alla più semplice delle soluzioni: fermarsi a pensare un minuto prima di agire, focalizzandosi sulle possibili conseguenze del proprio comportamento.
"L'adolescenza - spiega la dottoressa Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista SPI-IPA e presidente della SIPSIeS, Società Internazionale di Psichiatria Integrativa e Salutogenesi di Roma - non è affatto il periodo più spensierato della vita. Durante questa fase si verificano avvenimenti nuovi e sconvolgenti nella vita dei ragazzi e delle ragazze: lo scatto puberale con la maturazione sessuale, l'inizio della vita sociale come scoperta e l'ingresso nel gruppo dei "pari", indipendente dalla famiglia. Oltre a ciò, gli adolescenti hanno strumenti diversi rispetto agli adulti per rispondere e far fronte a situazioni stressanti, sia per ragioni biologiche che psicologiche".
Dal punto di vista biologico, si sa che la piena maturazione neurologica del cervello si compie tre i 20 e i 22 anni, con il completamento della mielinizzazione delle fibre di collegamento fra due emisferi cerebrali. Da quello psicologico, i teenagers hanno una maggiore difficoltà a gestire le situazioni di stress perché la maturazione sessuale produce un notevole aumento delle pulsioni e del livello emozionale, ma la comparsa di queste sensazioni legate allo sviluppo neuroendocrino e sessuale non si accompagna a uno sviluppo delle capacità psicologiche e mentali, che permetterebbero invece di organizzare le nuove emozioni e utilizzarle fin da subito in modo ordinato e coerente.
Considerando che gli adolescenti hanno prima di tutto bisogno di scoprire cosa accade intorno a loro e di farne esperienza, per poi riuscire solo in un secondo momento a comprenderlo e utilizzarlo, si capisce perché questo continuo confronto con l'esterno non generi altro che turbamento, irrequietezza e insicurezza. "In ogni individuo - conclude l'esperta - per avere un funzionamento mentale armonico ed equilibrato, è importante che non ci siano grandi influenze emotive. Le emozioni non gestite o non gestibili determinano un'interferenza con le funzioni cognitive, razionali, ovvero con la capacità di pensare, con l'attenzione e la concentrazione. Da qui, spesso, le difficoltà scolastiche, spesso erroneamente scambiate per mancanza di voglia o scarso amore per lo studio".
(24 giugno 2011)

Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2011/06/24/news/adolescenti_stress-18114306/

Va da sé che il primo problema, per riuscire ad avere futuri adulti consapevoli per una società consapevole, è la rimozione del cristianesimo dalla società civile. Fintanto che si violentano ragazzi costringendoli ad aderire a modelli comportamentali come quelli del dio padrone, del criminale in croce, della vagina vergine della madonna e questi ragazzi vengono separati dalla partecipazione attiva nella società, magari relegati negli oratori e nelle parrocchie, la società sarà sempre formata da una grandissimo numero di persone malate. Malate da crescita anche se con la loro malattia saranno costrette a convivere e a mediare fra ciò che la loro malattia esige da loro e ciò che la società in cui viviamo consente di veicolare.
Allevare i figli, come imposto dal cristianesimo, produce un altissimo tasso di individui emarginati che faranno della sofferenza, subita ed imposta, un modo per sopravvivere nella loro inadeguatezza. La società retta dal criminale in croce ricorrerà soltanto alla violenza in quanto è convinta che l’inadeguatezza dei suoi figli sia il prodotto della volontà del suo dio e non dell’attività dei cristiani che veicolano la violenza criminale del loro dio e del loro Gesù in ambiti della vita e della società in cui il loro dio e il loro Gesù è il vero criminale da emarginare.


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01 luglio 2011
Claudio Simeoni
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mercoledì 25 maggio 2011

Zeus, la Titanomachia e le scoperte della scienza moderna... l'acqua calda



Ancora una volta la scienza scopre l’acqua calda...
Un Pagano sa perfettamente che la vittoria di Zeus mediante la Titanomachia consiste nell’acquisizione del suo diritto a far nascere i figli della Natura e a costruire lo spazio della ragione affinché possano esercitare, in quell’ambiente protetto, le sfide della vita e trasformarsi in Dèi.
La geometria è l’elemento principale della ragione di Zeus. Vedete l’uso di punti e linee nelle relazioni empatiche che si sviluppano attraverso relazioni emotiva fra i soggetti del e nel mondo? O vedete linee e punti nella struttura di un mondo che sostanzia gli “oggetti” mediante le azioni che si presentano come soggetti in sé: il mondo del tempo di padre Cronos? Solo la ragione, che descrive il mondo mediante la forma e la quantità, necessita di punti, linee e angoli.
I figli della natura sono tutti all’interno di un mondo fatto da linee, punti, prospettive, perché ciò determina la forma che assieme alla quantità formano la ragione.
Questo lo sa ogni Pagano Politeista. Il monoteista lo deve scoprire mediante la ricerca scientifica perché il monoteista, e il cristiano in particolare, parte dal presupposto concettuale che l’uomo sia scemo, una pecora del gregge di un padrone, e si stupisce nello scoprire che, al contrario, possiede un immenso di specie che ha forgiato fin da quando si muoveva nel brodo primordiale. Il cristiano si stupisce nell’apprendere che gli Esseri della Natura si trasformano al solo fine di vivere al meglio il presente e, nel farlo, forgiano strumenti sempre migliori per i loro figli, generazione dopo generazione.
Riporto:

Ricerca: bimbi dell'Amazzonia capiscono la geometria
martedì 24 maggio 2011

Roma, 24 mag. (Adnkronos Salute) - Le abilità geometriche sono innate. O, almeno, è ciò che suggerisce uno studio condotto dai ricercatori americani dell'Università di Harvard su un gruppo di bambini dell'Amazzonia. I ricercatori hanno visto che i piccoli, dai 7 ai 12 anni, senza essere mai andati a scuola, capivano la funzione di punti, linee ed angoli, dimostrando di arrivare 'possedere' i principi base della geometria, indipendentemente dall'istruzione. Nella ricerca, pubblicata su 'Pnas', il team ha esaminato otto bambini e 22 adulti della tribù Mundurucu in Amazzonia.
Obiettivo dei ricercatori, fra cui Elizabeth Spelke, studiare le reazioni di grandi e piccini di fronte a due punti da collegare con una o più linee, vedere se riuscivano a chiudere dei triangoli incompleti e a stimare il valore degli angoli. Già nel XVIII secolo il filosofo Immanuel Kant aveva arguito che gli uomini hanno una comprensione intuitiva della geometria.
Ebbene, i risultati "suggeriscono che la geometria euclidea è universale e attraversa le culture", scrivono gli autori nello studio, diffuso anche sul 'Washington Post'. Un effetto legato "a proprietà della mente umana che si sviluppa nei suo ambiente naturale". Per avere una controprova, i ricercatori hanno anche testato alcuni americani adulti, bambini francesi di 7-13 anni e piccoli statunitensi di 5-7 anni. Tutti hanno prodotto le stesse performance dei bimbi dell'Amazzonia, tranne i bambini americani, che comunque erano i più piccini. Non solo, i ricercatori hanno notato risultati migliori con la geometria piana, rispetto a quella sferica.

Tratto da:
http://www.arezzoweb.it/notizie/speciale.asp?idnotizia=60472

Se anziché perdere tanto tempo nell’inferno della vita, imposto da un cristianesimo criminale che ha trasformato l’uomo in una bestia sottomessa, si fosse sviluppata l’idea della vita del Mito ben altra sarebbe la scienza oggi. Strano che le stesse capacità di interpretazione razionale dell’ambiente non le abbiano sviluppato anche i bambini americani: dicono che erano più piccoli! Non è che, invece, si tratta di un ambiente cristiano che ha menomato lo sviluppo delle relazioni fra sé e il mondo relegandole entro ambiti ristretti di dipendenza psichica da un oggetto desiderato (le immagini di Gesù e i loro surrogati che creano dipendenza) tanto da inibire, rendendole superflue per la loro quotidianità, le capacità di interpretare razionalmente il mondo in cui vivono?
Ciò dovrebbe far riflettere, ma non credo che i cristiani, deliranti da onnipotenza, abbiano la capacità psichica di analizzare il proprio delirio e i danni che provoca nei loro figli rendendoli incapaci di affrontare coraggiosamente il loro futuro.


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25 maggio 2011
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mercoledì 11 maggio 2011

L'origine sociale del razzismo



Non è Giorgio Orsoni un razzista, sono loro che anziché mettersi in ginocchio, allungare la mano e chiedere la carità, pretendono di vendere qualche oggetto. Ma anche se tendessero la mano Orsoni li farebbe bastonare come accattoni: come se l'accattonaggio fosse un reato se non nella testa malata del fanatico cattolico di Orsoni.


Non è l’ambiente che rende razzisti le persone, ma è l’incapacità delle persone di gestire il cambiamento e i propri adattamenti soggettivi al variare dell’oggettività in cui queste vivono. Il razzismo nasce da categorie mentali che semplificano la realtà in cui viviamo e dalla quale ci sentiamo separati e, pertanto, minacciati nel nostro delirio di onnipotenza. L’altro non è un soggetto che agisce per sé, ma agisce contro di noi. Sempre, nella società tutte le categorie economiche e sociali, agiscono contro di noi. Però noi annulliamo la percezione dell’agire contro di noi in quanto ci collochiamo in un agire noi-loro pensandoci parte di un insieme dal quale separiamo dei soggetti che potrebbero mettere in discussione il nostro modo di vivere.
E’ l’uomo degradato, non l’ambiente.
Un uomo degradato non rivela il proprio degrado fintanto che le modificazioni ambientali non richiedono soluzioni nuove che la sua educazione non è in grado di mettere in atto. Nel momento stesso in cui l’ambiente inizia a modificarsi l’incapacità dell’individuo, di adattarsi o di non aver anticipato i cambiamenti, si rivela. In un mondo in cui l’economia mondiale si sta trasformando rapidamente e gli operai vengono licenziati e spesso sostituiti da immigrati extracomunitari a minor costo e a maggiore ricattabilità, l’operaio licenziato non coglie il “padrone” o il “capitale” come il suo nemico che ne diminuisce le capacità di reddito, ma si scontra con i lavoratori extracomunitari che percepisce come nemici. Lo scontro avviene con motivazioni razziste proprio perché l’operaio non ha la capacità di analizzare i meccanismi economici della società in cui vive.
Le categorie semplici sono un retaggio antico. Appartengono ad un ambiente sociale privo di inganno. Un ambiente in cui la sensazione, come elaborazione dei segnali oggettivi percepiti, era quasi sempre identica in quanto l’oggettività al massimo agiva d’agguato fisico, ma non costruiva inganni emotivi in cui imprigionare le persone.
Il leone era sempre un leone e un serpente era sempre un serpente. Era necessario difendersi. Così il negro è sempre un negro e il rom è sempre un rom. E’ una sovrapposizione imposta dal cristianesimo e che non c’era mai stata prima del cristianesimo. Il cristianesimo attiva stereotipi antichi semplificando una realtà per adattarla all’immaginario di un individuo che ha imprigionato in una cella psicologica. E da quella cella l’individuo guarda un mondo che non capisce e che tenta di spiegare. Tenta di spiegare, soprattutto, la sua incapacità di vivere senza dover subire aggressioni alle quali non sa come rispondere.
Riporto l’articolo farneticante:
L'ambiente ci rende razzisti?

Il caos favorisce gli stereotipi
Ricerca olandese su Science: un contesto fisico degradato porta a favorire atteggiamenti discriminatori nei confronti di chi abbiamo di fronte. Perché "incasellare" corrisponde ad un'esigenza di ordine, anche mentale, universale

di ALESSIA MANFREDI

E' POSSIBILE che il disordine, la spazzatura non raccolta da giorni, il parcheggio selvaggio e le mattonelle rotte per strada possano influire sul modo in cui pensiamo, fino a renderci razzisti? Che l'ambiente in cui ci troviamo abbia un impatto diretto non solo sul nostro umore, ma anche sul nostro modo di pensare, portandoci a ragionare per stereotipi e a discriminare chi ci sta di fronte? La risposta è sì, stando ad una nuova ricerca olandese pubblicata sulla rivista scientifica Science. Se siamo in un posto ordinato, dove non percepiamo elementi di caos, tutto va bene. Ma se capitiamo invece in contesto trasandato, cambia tutto: siamo portati a semplificare, a usare categorie preconcette anche nella nostra mente. E diventiamo più guardinghi, meno bendisposti verso gli altri, fino alla discriminazione. E' la conclusione cui sono arrivati il dottor Diederik A. Stapel, dell'università di Tilburg, e Siegwart Lindenberg, dell'ateneo di Groningen, in Olanda, dopo due esperimenti sul campo e tre studi di laboratorio. Il messaggio per le amministrazioni ed i governi locali è chiaro, secondo gli scienziati: meglio non chiudere gli occhi di fronte a palazzi fatiscenti, stazioni sporche o ospedali che cadono a pezzi. Intervenire per tempo può evitare l'innesco di una spirale pericolosa e combattere la tendenza agli stereotipi, in situazioni che possono degenerare rapidamente.Nello studio, durante uno sciopero del personale addetto alle pulizie in una stazione ferroviaria è stato chiesto a 40 viaggiatori - che si sono trovati così in mezzo alla spazzatura, sparsa ovunque - di scegliere a piacere una sedia dove accomodarsi per completare un questionario sugli stereotipi. Il primo posto a sedere della fila era occupato da una persona di razza diversa rispetto a quella degli intervistati. Lo stesso esercizio è stato poi ripetuto a distanza di un giorno, con la stazione tornata ordinata e pulita. Durante lo sciopero, la gente ha scelto decisamente di sedersi lontano dalla persona di razza diversa, cosa che non è avvenuta quando la stazione era pulita. Un altro test è stato fatto per strada: ai passanti veniva chiesto sempre di rispondere a un questionario sugli stereotipi in due diverse condizioni ambientali. La prima, in un contesto disordonato e "degradato", con auto parcheggiate male e lasciate coi finestrini aperti, biciclette abbandonate e pavimentazione stradale sconnessa. La stessa strada veniva poi riordinata e l'esperimento ripetuto. Risultato? Nel secondo caso i passanti discriminavano molto meno ed erano maggiormente disposti a fare donazioni a favore delle minoranze etniche. Risultati analoghi si sono avuti in ulteriori studi in laboratorio. "Come psicologo sociale mi interessa molto come le situazioni concrete, piuttosto che la biologia o i tratti della personalità, possano influenzare il comportamento della gente", racconta il dottor Stapel. I risultati dello studio sono stati un po' una sorpresa. Ce li aspettavamo, ma in modo così netto, dice il ricercatore. "L'idea era provocatoria e rischiosa, perché la gente non avverte in modo consapevole le diverse condizioni di ordine o disordine, durante l'esperimento". Ragionando a livello di base, l'ambiente ha o non ha una struttura particolare. "Può essere disordinato, asimmetrico, o ordinato e simmetrico", spiega ancora il ricercatore. E uno dei motivi per cui la gente cade negli stereotipi e discrimina nei confronti dell'altro - come è stato rilevato nell'esperimento - è che "incasellando, si dà più facilmente una struttura alla vita, la si controlla meglio". E' quindi logico presumere "che anche le differenze a livello ambientale - ordine o disordine di tipo fisico - influenzino ugualmente il livello di ricorso agli stereotipi". E portino a reazioni altrettanto stereotipate, come mantenere le distanze dall'altro, rifiutarsi di dare una mano a chi ne ha bisogno. Per gli autori dello studio, il ricorso alla generalizzazione eccessiva e ai luoghi comuni è un "meccanismo mentale di pulizia, che aiuta la gente ad affrontare il caos fisico". Una reazione universale, perché avviene ad un livello cognitivo di base, comune, quindi, a culture diverse e non dipendente da specifici contesti. E che porta a riflettere sui rischi sociali di un improvviso disordine su larga scala, come nel caso di un attentato terroristico, un disastro naturale, una crisi economica o politica: situazioni in cui, a tutte le latitudini, la gente sembra portata a reagire cercando ordine e struttura. "E' uno dei fattori principali che guidano il comportamento", conclude Stapel. "Di fronte alla casualità degli eventi, ai disastri, all'assurdità di tante situazioni, si cerca significato e prevedibilità. E' un'esigenza comune a tutti, in gradi diversi. Che permette di rendere la vita affrontabile".
(12 aprile 2011)

Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2011/04/12/news/ambiente_disordinato_razzismo-14627210/
Non è l’ambiente che favorisce gli stereotipi razzisti, ma l’educazione cristiana che priva le persone degli strumenti adeguati con cui padroneggiare un ambiente che sentono estraneo ed aggressivo. Non è il loro dio padrone che crea il mondo, ma il mondo avviene per adattamento dei soggetti che nel mondo vivono. Questo sconvolge il cristiano che, abituato a non scegliere, ma ad obbedire agli ordini imposti, vede il suo mondo modificarsi ed egli perdere il controllo su quel mondo. Così tutti sono i suoi nemici. E dal momento che non ha strumenti per agire, si sceglie i nemici più deboli inserendoli in categorie ataviche che mette in moto al fine di dissetare la sua angoscia di vivere. Più o meno come l’omosessuale represso che odia gli omosessuali manifesti perché costoro hanno il coraggio di affrontare la loro vita e di pretendere una veicolazione delle loro pulsioni che lui non ha.

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