martedì 15 gennaio 2008

Messianesimo e millenarismo. Il cristianesimo dall'angoscia individuale alla socializzazione dell'angoscia


Il commento al quattordicesimo paragrafo dell’enciclica Spe Salvi di Ratzinger mette in luce l’uso del messianesimo e del millenarismo fatto da Ratzinger per diffondere angoscia e disperazione nella società civile.
Il commento prosegue in quanto proprio commentando l’enciclica Spe Salvi si può comprendere l’attività di eversione contro la Costituzione messa in atto da Ratzinger.


http://www.stregoneriapagana.it/spesalvi14.html

Scrivo nel commento all’enciclica Spe Salvi di Ratzinger:

“Si tratta di socializzare la disperazione e privatizzare i guadagni!
Lo stesso meccanismo con cui si danneggia economicamente la società civile, si usa per danneggiarla emotivamente. Dove il fallimento emotivo che genera la patologia psichiatrica dell’angoscia viene esteso all’intero tessuto sociale per reggere la speranza generata dalla disperazione.
Così i movimenti millenaristici, profetici, messianici, hanno il loro rinnovamento in Ratzinger che rende reale la “città di dio” e, al di là di dove pone la “città di dio”, ha sempre la funzione di generare l’illusione della speranza mentre costruisce una realtà di disperazione nel presente quotidiano degli uomini.

Dice Ratzinger riprendendo il tema del messianesimo e del millenarismo:

“Babele, il luogo della confusione delle lingue e della separazione, si rivela come espressione di ciò che in radice è il peccato. E così la « redenzione » appare proprio come il ristabilimento dell'unità, in cui ci ritroviamo di nuovo insieme in un'unione che si delinea nella comunità mondiale dei credenti. Non è necessario che ci occupiamo qui di tutti i testi, in cui appare il carattere comunitario della speranza. Rimaniamo con la Lettera a Proba in cui Agostino tenta di illustrare un po' questa sconosciuta conosciuta realtà di cui siamo alla ricerca.”

Ratzinger non fa altro che ricollocare, nella Babele e nella “confusione delle lingue come confusione di ciò che in radice è il peccato” quello che Augé descrive come il momento fondante dell’attesa messianica:

“I segni annunciatori dei tempi nuovi che un periodo di infelicità deve inaugurare, sono proprio quelli che, in altri tempi, venivano considerati come segni nefasti: guerra, siccità, carestia, o ancora “un’accresciuta peccaminosità generale” (ibd., p. 44).” (Marc Augé)

Dal momento che Ratzinger, almeno per i paesi occidentali, non può evocare un sistema di disperazione sociale nel quale creare angoscia, pesca da un panorama illusorio (la presenza del peccato) una “confusione babelica” nella quale la “redenzione” ricostruirebbe una sorta di agognata unità!

Il delirio messianico viene riprodotto dal delirio ratzingeriano come manifestazione del suo bisogno di dominio sociale. Un bisogno di dominio sociale che vede nel delirio di onnipotenza la sua radice. Tutto è riconducibile ad una patologia psichiatrica individuale che viene oggettivata ed estesa sull’intera società e riconosciuta, proprio come patologia psichiatrica, dalle norme sociali (Costituzioni Occidentali) che separano il lecito, la norma di uguaglianza Costituzionale, dall’illecito, le pretese di dominio e la libertà di violare le norme Costituzionali per imporre il dominio. Un dominio che si concretizza con quella “comunità mondiale dei credenti” che aggredendo le società civili, non solo fino ad oggi ha distrutto migliaia di comunità distruggendone le condizioni di vita (valgano come esempio i 200milioni di individui venduti come schiavi dai cristiani), ma che continua, sorretta da una esaltazione mistica delirane, ad aggredire le società civili e le Costituzioni occidentali nel tentativo di imporre l’assolutismo, quella verità messianica della speranza, che può essere imposta soltanto attraverso la distruzione delle condizioni di vita degli uomini nel quotidiano.
La “comunità dei credenti”, in quest’ottica, diventa una vera e propria organizzazione di destabilizzazione sociale ponendosi al di fuori delle comunità nazionali e al di fuori delle norme sociali che le comunità nazionali esprimono. Come ai tempi di Paolo di Tarso i cristiani erano “morti alla legge”, cioè estranei alla legge e alla società civile, così Ratzinger sta riprendendo questo tema del cristianesimo per rivendicare la sua libertà a delinquere in una società che, venendo meno al patto sociale dovrebbe, secondo Ratzinger, permettere ai cristiani di violare le leggi in funzione dell’imposizione della loro VERITA’.
In quest’ottica suona come una minaccia alla società civile il passo citato da Ratzinger:

“Infatti non abbiamo quaggiù una dimora definitiva, ma siamo in cerca di quella futura.” Ebrei 13, 14

Che non è una riflessione rivolta all’interno dei cristiani, ma è un’imposizione violenta agli Esseri Umani affinché vivano nella precarietà, nell’ansia e nell’angoscia sotto il dominio della verità manifestata da Ratzinger che impedisce loro di aprirsi al futuro.”

Per il commento è stato usato un ampio passo di Marc Augé tratto da il Genio del Paganesimo che mette in luce come i processi messianici non erano limitati agli ebrei e ai primi cirstiani, ma come siano una costante nella storia e usati per distruggere i sistemi sociali e poterli dominare.
Il messianesimo è una forma di espressione dell'ideologia quando il presente nega la libertà dell'uomo di progettare il proprio futuro e l'uomo è prigioniero in una situazione sociale angosciante. Così, se l'arrivo dei carri armati sovietici soddisfa l'attesa dei prigionieri dei campi di sterminio nazisti, l'attesa del messia, della città di dio, ha il solo scopo di prolungare l'angoscia psichica delle persone. Il messianesimo prolunga l'angoscia dei popoli europei prima e poi, dell'Africa, come in Indonesia, nella Polinesia, ecc. Inoltre, è da ricordare, come le “religioni del cargo” che distrussero tanti popoli hanno nell’ideologia ratzingeriana una loro rappresentazione in quanto parte integrante della storia della distruzione delle civiltà messa in atto dai cristiani.

Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
e-mail claudiosimeoni@libero.it

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